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Autore: _E r i s_    10/03/2016    6 recensioni
|| PreciousMetalshipping ||
Quest'idea mi è venuta in mente ieri sera, ma non sono riuscita a trovare un finale adatto. Quindi è inconcludente, ma credo che un po' tutti capiranno come andrà a finire questa cavolata.
Estratto: "Ma il suo corpo, che l'idea iniziale di Gold l'aveva ben capita, rispose alla sollecitazione dell'altro imponendo alle gote nivee del giovane di imporporarsi vergognosamente, tanto da confondersi con i folti e lisci capelli rosso fuoco.
E Silver odiava anche quello: odiava il fatto che Gold -non Crys, Blue o Lance, ma Gold- gli facesse quell'effetto. Si sentiva vulnerabile, ed essere vulnerabili di fronte a quella peste poteva anche preannunciare la fine."
Mi scuso per eventuali errori e per l'estratto penoso, ma non sapevo cosa inserire -e parlare della trama è altamente fuori discussione-!
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gold, Silver
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Manga
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Stolen
[About a playboy and a petty thief~]


-Oh, cos'hai rubato di bello oggi, Sil?
Non sapeva se fosse quel suono stridulo ad avergli imposto di portare l'indice a massaggiare con veemenza la tempia pallida.
Strizzò gli occhi argentei e serrò la mascella nel vano tentativo di non lasciarsi sfuggire nessun insulto. Se gli avesse risposto, sarebbe stata la fine.
-Sil? Perché non mi rispond
i~?
Odiava quando allungava le vocali in quel modo assolutamente sdolcinato. E odiava anche quel nomignolo che era sbucato fuori dal nulla.
Lo odiava. Odiava ogni singolo particolare -anche quelli che sfuggivano alla vista- del suo corpo e del suo carattere, a partire da quella vocina acuta e da quegli irritanti occhi dorati. E Lui sembrava essersene accorto, eppure faceva di tutto pur di incontrarlo anche nei posti più disparati -ma Silver era convinto che in realtà il corvino lo stesse pedinando dal giorno nel quale si erano fortunatamente conosciuti.
-Sil...!
E quando udì nuovamente quella voce, il cui unico vero obbiettivo sembrava quello di fischiargli nelle orecchie mattina e sera,  il suddetto Sil alzò lo sguardo argentato verso quello malizioso del Rivale, scrutandolo avverso.
-Non rubo da tanto tempo, lo sai.- mormorò freddamente, così magari Gold avrebbe finito di parlargli e non l'avrebbe più perseguitato -o, a detta del rosso, molestato.
Ma, anche se Silver ne era già sicuro sin dall'inizio di quella conversazione non richiesta, il ragazzino dal cappello del medesimo colore dei suoi occhi gli sorrise, sorrise in quella maniera che il rosso odiava tanto -c'era qualcosa in lui che non odiasse?
Non era un sorriso malizioso, però -almeno non come i suoi soliti-, tantomeno uno benevolo. Sembrava quasi derisorio. E, diamine, nessuno poteva rivolgere quello sguardo a Silver. Nessuno.
-Oh, Sil caro
~,- soffiò il corvino, assottigliando gli occhi felini come se avesse creduto di apparir in qualche modo sensuale -ma al più giovane sembrava solo un Bellsprout in calzamaglia intento a calmare un Ursaring inferocito e affamato.
Gold gli si avvicinò, all'ombra di quell'albero in qualche sperduto percorso tra Wakaba Town e l'Indigo Plateau, portando le mani poco abbronzate ai lati del capo dell'interlocutore, poggiando i palmi sulla corteccia ruvida; quello sguardo eloquente ancora dipinto in volto.
Il giovane dai capelli cremisi, che aveva scrutato l'evolversi dell'azione in silenzio, non metabolizzò immediatamente la situazione. Quei pochi neuroni che alloggiavano nella sua testa bacata, nello stesso istante in cui aveva notato il viso del moro sempre più vicino, sembravano essersi eclissati, impedendogli di realizzare cosa l''amico' avesse intenzione di fare.
Ma il suo corpo, che l'idea iniziale di Gold l'aveva ben capita, rispose alla sollecitazione dell'altro imponendo alle gote nivee del giovane di imporporarsi vergognosamente, tanto da confondersi con i folti e lisci capelli rosso fuoco.
E Silver odiava anche quello: odiava il fatto che Gold -non Crys, Blue o Lance, ma Gold- gli facesse quell'effetto. Si sentiva vulnerabile, ed essere vulnerabili di fronte a quella peste poteva anche preannunciare la fine. Quel ragazzino dagli occhi color del miele era capace di tutto.
Solo quando il viso di quest'ultimo fu distante dal suo esattamente qualche centimetro, Silver capì che no, c'era qualcosa che non quadrava.
-Tu hai rubato una cosa molto importante.- asserì il Dexholder più grande, puntando le iridi dorate in quelle lattee di Silver. -A proposito, dovresti rendermela.
Il rosso non fece in tempo a chiedere a cosa si riferisse -complice la momentanea incapacità di proferire parola. Sentì poco dopo l'alito caldo dell'altro ragazzo solleticargli il lobo destro, e l'assurdo era che non si era nemmeno reso conto del movimento improvviso del più vecchio. Era cascato nella sua trappola, come una farfalla ingenua nella ragnatela.
La parte razionale del suo cervello -ma non era sicuro che essa potesse resistere ancora a lungo- gli suggeriva di mollare un gancio nello stomaco di quel baka e scappare come aveva sempre fatto, ma il suo corpo era paralizzato, chinato al volere di quel riccone sciupa femmine che l'avrebbe portato sicuramente alla rovina.
-Tu hai rubato il mio cuore, Si
l.

  
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