Serie TV > Arrow
Segui la storia  |       
Autore: Em_    10/03/2016    7 recensioni
«Perché è capitato ad Oliver? Che cosa aveva fatto di male? Non è giusto!»
«È stato uno stupido incidente, capitato alla persona sbagliata. Mi dispiace tanto, tesoro.» continuò Cait accarezzandole i capelli.
«Io lo amavo da morire…» rispose singhiozzando la bionda.
___________________________________________
Cosa succederebbe se Oliver fosse naufragato nelle fredde acque della Russia?
Come reagirebbe Felicity alla notizia di aver perso per sempre suo marito?
Oliver tornerà, pieno di segreti e di dubbi, ma cosa accadrebbe se il segreto più grande se lo portasse dentro Felicity?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter eleven - Am I dreaming? 





Felicity
Mi addormentai con la sensazione di star vivendo un deja-vù. Le labbra di Oliver sulle mie, le mie mani tra i suoi capelli, le sue mani tra i miei capelli, i nostri corpi avvinghiati mentre salivamo le scale, la mia camera da letto, i gemiti, i sospiri… Era più o meno la stessa cosa accaduta nella sua stanza d’albergo poco più di una settimana fa. Che stessi sognando? Non potevo essere ricaduta nella stessa spirale di errori. Andare a letto insieme non avrebbe sistemato le cose tra me ed Oliver, anzi avrebbe potuto persino peggiorarle! Non nascondevo il fatto che fosse sempre bello e passionale fare sesso con lui, però non era la soluzione ai nostri problemi. Avevamo parlato abbastanza, avevamo messo le cose in chiaro riguardo ai bambini, ma le cose irrisolte tra noi erano ancora lì. Oltretutto non mi aveva ancora raccontato niente dei suoi quattro anni in Russia, mi aveva dato solo qualche briciola e a me certamente non bastava.
Mi svegliai sbadigliando sentendo una calda presenza in parte a me, sul momento non realizzai di aver dormito per tutta la notte con Oliver, ma quando me ne resi conto mi alzai a sedere di scatto notando di essere ancora completamente nuda. Ovviamente, come se non bastasse, sentii un rumore provenire dalla porta della camera ed ero quasi sicura che fossero i bambini. In che gran casino mi ero cacciata?
«Oliver! Svegliati!» lo richiamai.
«Mmm?» si lamentò lui come nulla fosse.
«Alzati! Ci sono i bambini fuori!» gli dissi scuotendogli le spalle.
«E quindi?» mi chiese lui aprendo solamente un occhio.
«Come “e quindi”? Oliver, mica possono vederci nudi nello stesso letto!» risposi dandogli una spinta.
«Va bene, va bene! Ma dove dovrei andare?» mi domandò infilandosi i boxer.
«Uhm… Entra nell’armadio.» esclamai di getto.
«Che cosa?!» sbraitò lui.
«Mamma? Mamma, perché hai chiuso?» sentii la voce di Elizabeth.
«Oliver, ti prego!» lo pregai e finalmente acconsentì «Arrivo, Liz, un attimo!» urlai poi a mia figlia.
Mi misi su il reggiseno, le mutande e una maglia più o meno lunga che trovai sull’attaccapanni e provai a sistemarmi leggermente i capelli. Sembravo proprio appena uscita da una nottata di sesso e ringraziavo il cielo che i miei figli fossero ancora piccoli per capire determinati argomenti o sarei sprofondata.
«Eccomi, cosa c’è?» chiesi loro aprendo piano la porta.
«Siamo in ritardo.» mi rimproverò Lucas.
«Per che cosa?» chiesi io ancora assonnata e confusa.
«Come per cosa, mamma! L’asilo!» affermò mio figlio facendomi letteralmente sbiancare.
«Oh dio, scusate! Non ho sentito la sveglia! Ora mi preparo e andiamo, d’accordo?» dissi in fretta e furia.
Ero stata così impegnata e distratta che mi ero dimenticata di ricaricare il telefono e logicamente con la batteria scarica la sveglia non aveva suonato stamattina. Mi sentivo un’adolescente alla prima avventura sessuale, santo cielo! Non badai ad Oliver e corsi in bagno a lavarmi i denti e pettinarmi, poi mentre era il turno dei gemelli con il bagno gli preparai i vestiti per la giornata. Di corsa mi infilai una gonna a vita alta e una semplice camicetta bianca a pois, i capelli li pettinai e basta senza legarli come al solito.
«Felicity, dove stai correndo?» mi domandò Oliver ancora in biancheria intima.
«A portare i bambini all’asilo e poi al lavoro.» risposi raccogliendo la borsa e il cellulare.
«Non volevo farti fare tardi, scusa.» affermò con aria colpevole.
«È colpa mia, ho dimenticato di mettere il cellulare in carica.»
«Credi si siano accorti che… Sì, insomma di noi due, ecco.»
«Non penso. E spero vivamente di no, in ogni caso. Non saprei davvero da dove cominciare a spiegargli perché sei rimasto a dormire da noi.»
«Non è rimasto mai nessuno a dormire qui in tutti questi anni?» mi chiese stupito, come fosse una cosa strana che non mi fossi portata altri uomini.
«Certo che no, Oliver! A parte Barry mentre gli imbiancavano la casa, ma c’era anche Caitlin, quindi conta poco e poi sanno che lui è solo “lo zio Barry”.» dissi tutto d’un fiato.
Oliver non aggiunse altro, si limitò a sorridere soddisfatto come se non l’avessi notato. Era palese che non avessi avuto altre storie e di sicuro anche se le avessi avute non avrei mai avuto il coraggio di portare un altro uomo in casa con tanta leggerezza. Credevo Oliver morto e mi sarei sentita abbastanza in colpa nel farmi vedere dai gemelli con qualcuno che non fosse il loro papà. Non c’era nemmeno un valido motivo a queste mie emozioni, però era così. Adesso che lui era tornato, che era qui, probabilmente sarebbe stata tutta un’altra cosa.
«Ora devo proprio andare. Esci dopo di me, ci sono le chiavi di riserva nella pianta in parte alla porta e mi raccomando chiudi bene.» esclamai.
«Sì, va bene…» annuì «Felicity… Quando… Quando posso rivederli?» mi domandò un po’ titubante.
«Quando vuoi. Basta che mi avverti in anticipo così mi organizzo.» gli risposi sorridendo.
«Okay, ottimo. E grazie.» affermò.
«Non devi ringraziarmi, ti ho detto che potrai vederli, sono anche i tuoi figli.»
Detto ciò presi le mie cose e uscii velocemente di casa, dovevo anche accompagnare un momento Elizabeth e Lucas a prendere qualcosa per fare colazione visto che sbadata com’ero non avevo avuto il tempo di preparargliela. Mi sentivo leggermente una pessima madre in questo momento, ma mi sforzai di convincermi che una giornata così poteva capitare a chiunque.

Oliver
Dopo essere praticamente stato buttato fuori di casa da Felicity decisi di ritornare a Starling City e concludere qualche pratica in ufficio. Ero un po’ arrugginito nel mio lavoro, erano anni ormai che non seguivo l’azienda e, stranamente, era una cosa che mi era mancata mente ero in Russia. Ero cresciuto tra i corridoi della Queen Consolidated, quand’ero più piccolo l’azienda era ancora in lancio ed entrambi i miei genitori erano molto indaffarati, quindi io me ne restavo interi pomeriggi qua e là all’interno. Sapevo bene che soprattutto mio padre avrebbe voluto lasciarmi l’azienda un giorno e prima dell’incidente in barca avevo iniziato ad impegnarmi parecchio per raggiungere l’obiettivo che lui voleva. Mi mancava ogni giorno, da quando avevo sposato Felicity noi due eravamo stati stretti confidenti e volevo che fosse orgoglioso di me, magari mi stava guardando da lassù. Oltretutto avrei tanto voluto fargli conoscere i suoi nipoti, era così felice quando aveva scoperto che Felicity ed io ci stavamo provando e mi aveva dato tutto il suo sostegno. 
Mi sedetti nel mio ufficio e iniziai a sfogliare le mille pagine di resoconti e referti che mi avevano lasciato stamattina. C’erano dei nuovi finanziamenti da parte di Isabel per il reparto di informatica e tecnologia, e nonostante fossi contento per l’andamento dei profitti vedere il suo nome nei fogli mi dava la nausea. 
«Ollie?» sentii pronunciare il mio nome da una vocina familiare e sollevai la testa.
«Thea, ehi.» salutai mia sorella.
«Ti disturbo? Avrei bisogno di parlarti.»
«No, vieni pure. Che cosa succede?» le chiesi facendola accomodare sul divano.
Thea era strana. Solitamente era una ragazza allegra e spensierata, ma in questo momento la vedevo particolarmente turbata. Di sicuro era capitato qualcosa e speravo non fosse nulla di cui preoccuparsi.
«Ho litigato con la mamma stamattina.» mi disse sospirando.
«Come mai?» le domandai incuriosito. Mia madre e mia sorella erano sempre state molto unite e raramente le avevo viste litigare.
«Ho scoperto del fascicolo e…» provò a dire e poi iniziò a singhiozzare.
«Ehi, non piangere! Parla con me.» affermai asciugandole le lacrime.
«Si è arrabbiata tantissimo, mi ha urlato contro come non aveva mai fatto… Mi ha persino messo paura. Non volevo frugare tra le sue cose, stavo solo cercando una collana che le avevo prestato e ho trovato tutte quelle foto di Felicity…» mi spiegò tirando su col naso.
«Avrei voluto dirtelo, Thea. È stata la mamma a chiedermi di non farlo… Ma stai tranquilla, l’ho scoperto anche io solo ieri.» esclamai.
«Non è questo, Ollie. Sì, certo, avrei voluto saperlo anch’io, ma è stato il modo in cui la mamma ha reagito a… Scombussolarmi.»
«Che vuoi dire?» chiesi non capendo.
«Era come se fosse un segreto di Stato, come se non dovesse saperlo anima viva. Non capisco che c’è di male se anche io so dell’esistenza dei miei nipoti.» disse alzando le spalle.
«Non c’è nulla di male infatti, e ricordati che sono i miei figli e non i suoi, quindi non ha potere di decidere su chi può saperlo e chi no. Le parlerò se vuoi.» 
«Lo apprezzo, ma… Non voglio che ci vada di mezzo pure tu.»
«Vedrai che si calmerà. Sarà solo scossa per la notizia, così come lo ero, anzi lo sono, io.»
«È strano pensare che Felicity non abbia detto niente per tutto questo tempo…»
«Voleva solo proteggere i bambini… Non dico che abbia fatto bene, ma probabilmente era troppo sconvolta anche lei all’epoca.
«Sì, credo di sì. Non dev’essere stato facile ed io non ho alcun rancore contro di lei, solo mi piacerebbe tanto conoscerli.»
«Ti prometto che presto li vedrai anche tu.» le sorrisi.
«Beh, ti lascio lavorare. Scusa se sono piombata qui.»
«Scherzi? Sei pur sempre la mia sorellina.» le dissi stringendola in un forte abbraccio.
Thea uscì dal mio ufficio più tranquilla ed ero felice di averla aiutata almeno un po’. Non sapevo esattamente come mai mia madre avesse reagito in quel modo e forse nemmeno volevo saperlo. Speravo solo che tra lei e Thea tornasse tutto apposto, non aveva senso litigare per una cosa che si era rivelata la migliore della mia vita.
«Oliver, ho visto uscire tua sorella così ho approfittato e sono passata.» mi disse la voce inconfondibile di Isabel.
«Che cosa vuoi?» le domandai senza darle troppe attenzioni.
«Niente di importante, hai letto i bilanci e i resoconti settimanali?»
«Lo sto facendo.» risposi secco.
«Ottimo. Ah, un’altra cosa, come stanno i tuoi figli?» domandò con nonchalance facendomi letteralmente fermare il cuore.









Angolo autrice
Eccomi qui :) ho appena finito di scrivere il capitolo, quindi perdonate eventuali errori.
Spero vi abbia fatto sorridere il risveglio di Felicity ed Oliver ahah, lui poveretto è dovuto andare dentro l'armadio xD chissà se i gemelli si sono accorti di qualcosa lol.
Thea invece ha litigato con Moira proprio per via dei bambini... Come mai la signora Queen si è incavolata così tanto...?
E poi la fine, eheheh... Come mai Isabel sa che Oliver ha due figli? Glielo avranno detto o l'avrà scoperto? Ma soprattutto cosa farà ora?

Grazie mille per le recensioni allo scorso capitolo, sono contenta che siano aumentate <3
Lasciatemi un parere se vi va mi raccomando! :)

Un bacio,
Anna
 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Em_