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Autore: the dreamergirl    10/03/2016    4 recensioni
[Post Mockinjay - Pre pilogo - Everlark]
La storia è ambientata dopo il ritorno di Peeta nel Distretto 12. Ho immaginato come avrebbero potuto reagire Peeta e Katniss al ritorno di Gale nel Distretto 12.
Dalla storia:
Peeta mi accompagna alla porta ma prima di aprirla si avvicina a me, mettendo le sue mani sulle mie spalle. Mi sta guardando negli occhi con un’intensità perforante quasi volesse imparare a memoria il mio viso. Poi lentamente fa salire le sue mani sul mio collo e poi sul mio viso. Questo semplice gesto fa esplodere in me tanti piccoli brividi che partono dal punto in cui le sue mani hanno toccato la mia pelle e si irradiano in tutto il corpo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Suzanne Collins; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 
 
 
 

Confronti





POV Katniss
 
Ho appena finito di parlare con il dottore, che mi ha nuovamente rassicurata sulle condizioni di mia madre, per fortuna sta migliorando sensibilmente. Mi ha dato anche alcuni accorgimenti sulla sua riabilitazione.
Se ripenso alla paura che ho provato quando mi sono svegliata e non ho visto mia madre nel suo letto! Non potrei reggere ad un’altra perdita.
Per fortuna con me c’era Peeta. Lui c’è sempre quando ne ho bisogno.
 
Noi ci proteggiamo a vicenda. È questo quello che facciamo io e te.
 
Si Peeta è quello che facciamo. È quello che fai tu ogni volta, quando io rischio di cadere. È quello per cui non finirò mai di essere in debito con te.
Vederlo mi ha regalato sfumature infinite di emozioni che non sapevo nemmeno di poter provare.
Quando mi ha abbracciata ho sentito risvegliarsi tutto il mio corpo. Il mio cuore ha iniziato a battere forte, i miei muscoli si sono rilassati e la palla pesante che premeva sul mio petto da mesi si è dissolta come neve al sole.
Essere di nuovo fra le sue braccia mi ha fatta sentire completa, come se avessi perso una parte di me e l’avessi finalmente ritrovata.
Quando i nostri sguardi si sono incontrati, quando i nostri volti erano così vicini, tanto che riuscivo a sentire il suo respiro sul mio viso, ho immensamente desiderato unire le mie labbra alle sue. Non ho mai desiderato così intensamente baciarlo. Lo stavo quasi per fare, ma poi mi sono ricordata di Lily.
Non ho più alcun diritto di abbracciarlo e baciarlo.
È stato così difficile staccarmi da lui. Peeta sembrava così sorpreso e deluso dal mio brusco distacco. Per un momento ho pensato che anche lui volesse baciarmi, l’ho visto dai suoi occhi che avevano assunto una tonalità così profonda che avrei potuto perdermici dentro.
Ma non è possibile che lui volesse baciarmi, non se c’è un’altra ragazza nella sua vita.
 
Quando rientro in camera, mia madre non è ancora tornata. Per passare il tempo mi siedo sulla sedia accanto al letto e prendo il libro che stavo leggendo ieri.
Quando rivolgo il mio sguardo al comodino sul quale è poggiato il libro, noto con sorpresa un cestino accanto ad esso. Lo prendo.
Quando vedo il suo contenuto il mio cuore sobbalza. Ci sono delle focaccine al formaggio.
Peeta.
Ancora lui.
Sempre lui.
Infinitamente lui.
La mano mi trema leggermente quando ne prendo una. La porto lentamente alle mie labbra e aspiro il suo profumo. Poi tiro un morso. Il loro sapore mi invade il palato, così intenso, così buono. Tutti i miei sensi sembrano essersi ridestati. È come se il mio corpo stesse ricevendo quel bacio tanto desiderato.
Se chiudo gli occhi posso sentire il profumo di Peeta, il gusto delle sue labbra. Posso sentirlo accanto a me.
Pian piano il sapore di questa focaccina si mescola a quello salato delle mie lacrime.
 
Quando mia madre rientra in camera, la trovo più serena e più in forma. Ne sono felice.
Parliamo del più e del meno. Lei ha anche accennato alla visita di Peeta ma io ho risposto a monosillabi. Non riesco a parlare di lui.
Verso mezzogiorno è arrivato il pranzo per mia madre e anche il mio, grazie ad un’infermiera gentile che ha pensato anche a me. Nel pomeriggio io vado a fare una passeggiata nel giardino mentre mia madre riposa un po’. L’aria fresca fa bene ai mie nervi scossi dalle troppe emozioni di questi ultimi giorni.
Quando rientro trovo Johanna Mason che parla allegramente con mia madre.
- Johanna! – esclamo sorpresa.
- Ehilà – mi risponde raggiante – Sono venuta a trovare tua madre –
- Grazie sei stata molto gentile – le rispondo un po’ incredula per il gesto gentile di Johanna.
- Era il minimo che potessi fare. Tua madre quando ero ricoverata nel 13 mi ha aiutata molto – dice sorridendo a mia madre che ricambia il sorriso.
- Non lo sapevo- dico sempre più incredula.
- È normale che non lo sapessi, eri troppo occupata a guidare una rivoluzione – dice sarcasticamente.
Poi si gira verso mia madre: - Ora devo andare. Mi auguro che tu possa riprenderti presto Daisy – dice stringendole una mano.
- Grazie Johanna – le risponde con un sorriso mia madre.
La mia amica, se così posso chiamare Johanna Mason, attraversa la stanza e mi fa un cenno con la testa che ricambio. Poco prima di varcare l’uscio si blocca e si rivolge a me: - Dimenticavo! Annie vuole organizzare una cena a casa sua questa sera e mi ha chiesto di invitarti. Saremo in pochi. Io e Annie naturalmente, suo cugino, Peeta e Lily – dice ponendo un  po’ troppo l’accento sull’ultimo nome.
- Io non credo di venire – le dico d’impulso.
Non ho alcuna intenzione di partecipare ad una cena in cui sarò costretta a vedere Peeta e quella Lily insieme. Sono sicura che nemmeno loro lo vorrebbero.
- E perché no? – chiede Johanna. Negli occhi un lampo di malizia l’attraversa. Sa benissimo perché non vorrei andare alla cena.
- Non posso lasciare mia madre per troppo tempo – le rispondo.
- Oh cara non ti preoccupare. Vai. Ti farà bene stare un po’ con loro – dice mia madre.
- Visto? Non c’è alcun problema. Ti aspettiamo per le 18:30 – dice Johanna scomparendo dietro l’uscio.
Sconfitta, mi giro e mi siedo sulla mia abituale sedia.
Le immagini di Peeta e Lily insieme mi si accavallano nella mente. Le caccio via bruscamente. Non credo proprio che andrò. Posso sempre non presentarmi con una scusa, no?!
- Katniss tutto bene? – mi chiede mia madre preoccupata dopo il mio lungo silenzio.
- Si tutto bene – le rispondo laconicamente.
- Sai, Johanna mi ha detto che lei si è trasferita qui qualche mese fa assieme a Peeta – mi dice titubante.
Abbasso lo sguardo e non le rispondo.
- Sapevo che Peeta fosse qui al 4. Il distretto è piccolo e le informazioni circolano. Pensavo fosse venuto solo per una visita ad Annie, non che si fosse trasferito qui stabilmente- dice lei.
Rimango ancora una volta muta.
- Katniss – dice mia madre. Dal modo in cui pronuncia il mio nome capisco che sta soffrendo. Soffre perché ancora una volta la tengo a distanza, perché ancora una volta non le apro il mio cuore, perché ancora una volta non lascio che sia semplicemente mia madre. Quando ho saputo che era in bilico fra la vita è la morte mi sono pentita della mia freddezza nei suoi riguardi, di aver eretto un muro fra noi. Per questo lentamente sollevo il mio sguardo e lo punto su di lei.
Non riesco ancora a parlare però. Non ce la faccio a parlare di quello che è successo. Non è da me parlarne.
- Cosa è successo tra te e Peeta? – mi chiede.
Faccio un profondo respiro, conto mentalmente sino a dieci e faccio un grande sforzo per aprire la mia bocca: - Ha lasciato il 12 per colpa mia – dico.
- Come per colpa tua? Cosa è successo? – mi chiede preoccupata mia madre.
- È tornato Gale e Peeta…- su Katniss puoi farcela. È tua madre dopo tutto!
- Lui….ha creduto che io avessi scelto Gale ed è andato via – dico abbassando di nuovo lo sguardo.
- Gale? Cosa ci faceva al 12?- mi chiede.
- Era venuto al 12 per chiedere il mio perdono – mormoro.
Sento l’aria farsi più pesante e il tempo fermarsi. Il nome di Prim che aleggia fra noi.
Vedo gli occhi di mia madre velarsi di tristezza. Per questo le stringo la mano. Rimaniamo per un lungo minuto in silenzio.
 Non voglio, però, che lei incolpi Gale come ho fatto io.
- Non è stata colpa sua – aggiungo.
- Lo so – mi risponde lei – Non l’ho mai pensato –
Rievocare Prim è ancora doloroso per noi, per questo mi protendo verso mia madre e l’abbraccio.
Entrambe siamo scosse da un pianto irrefrenabile. Piangere Prim fra le braccia di mia madre ha un che di liberatorio e consolatorio. È come se anche Prim fosse qui con noi ad osservarci dall’alto con un sorriso benevolo.
Dopo qualche minuto ci ricomponiamo e asciughiamo le nostre lacrime.
- Non dovevo abbandonarti dopo la sua morte. Mi dispiace – dice tristemente.
Guardo i suoi occhi pieni di dolore e sensi di colpa. Ci sono stati dei momenti in cui l’ho odiata per avermi abbandonata ma adesso non più. So perché lo ha fatto.
- Avevo paura di crollare un'altra volta – aggiunge.
 - Lo so – le dico abbracciandola nuovamente.
Provo una strana sensazione dopo questa sua confessione. È come se la parte del mio cuore che si era indurita dopo la morte di mio padre, si stesse pian piano raddolcendo. Mi sento liberata finalmente da tutto il rancore che ho provato nei riguardi di mia madre. Rancore che non sapevo ancora di provare.
- Allora perché Peeta ha pensato che tu avessi scelto Gale? – mi chiede mentre mi stacco da lei.
- Perché….ecco….ha visto me che lo baciavo – dico balbettando e diventando rossa.
Mia madre mi guarda con fare sorpreso.
- Quindi è vero? Hai scelto Gale?- mi chiede con aria preoccupata.
- No. Ero solo confusa – dico sulla difensiva.
Mia madre sembra sollevata dalla mia affermazione.
- Bene- dice soltanto.
- Bene? Io ho sempre pensato che tu preferissi Gale a Peeta – dico confusa.
- Voglio bene a Gale ed ho sempre pensato che vi sareste sposati prima o poi. Questo però prima degli Hunger Games e di Peeta –
La guardo perplessa. Non sono mai stata diretta con mia madre, ma credevo che sapesse che tutta la mia storia con Peeta fosse una messinscena.
- Katniss. Ti ho osservata molto. Ho sempre saputo che fosse Peeta quello fra i due che amavi. E poi ho sempre pensato che lui fosse la persona giusta per te – dice mia madre con una schiettezza che non le avevo mai sentito prima, facendomi arrossire.
- Io…- non so cosa rispondere. Non pensavo che mia madre avesse fatto tanto caso a me e ai miei sentimenti.
- Ami Peeta?- mi chiede a bruciapelo.
Io la guardo e annuisco leggermente, abbassando poi la testa.
- Quindi ora è tutto risolto? La tua confusione è sparita e Peeta può tornare nel 12 con te – dice speranzosa.
Quanto vorrei che fosse così mamma.  
- No. Ormai Peeta si è rifatto una vita qui – le dico.
- Sono sicura che lascerebbe tutto all’istante se solo tu glielo chiedessi- mi dice lei con un sorriso.
- Non credo. Ha una ragazza qui – ammetto con uno sforzo immane.
- Cosa? Non ci crederei neanche se lo vedessi – dice lei incredula.
- Invece è vero. Non è più innamorato di me – dico mestamente.
- Katniss, di una cosa sono certa. Peeta ti ama. L’ho visto da come ti guardava mentre dormivi, quando è venuto qui stamattina. Aveva lo stesso sguardo di tuo padre quando mi guardava – dice con una nota malinconica.
Rimango basita da questa affermazione. Ricordo lo sguardo che mio padre riservava a mia madre. Aveva una luce particolare. Ricordo di aver scorto quello stesso sguardo in Peeta molte volte. Era uno sguardo che spesso mi metteva a disagio. Uno sguardo che non potevo ricambiare.
- Katniss fidati di me. Vai alla cena stasera e vedrai che tutto si risolverà- mi dice con dolcezza mia madre.
Io annuisco.
In realtà non credo che ci sia alcuna possibilità per me e Peeta, ma lo faccio per mia madre. Non voglio deluderla. Non avevamo mai parlato come in questo momento. Non le avevo mai aperto così tanto il mio cuore. È stato piacevole per una volta avere una discussione normale fra mamma e figlia.
 
 
Alcune infermiere passano a trovare mia madre. Per questo io mi allontano dalla stanza.
Quando esco nel corridoio vengo paralizzata dalla visione che ho davanti ai miei occhi.
Indossa dei sandali dorati e un vestito giallo, che si ferma al disopra delle ginocchia, con una scollatura a cuore. I capelli ramati le cadono sciolti sulle spalle. Gli occhi immensamente verdi puntati nei miei. È dolorosamente bella.
Lily.
 - Ciao – mi dice timidamente.
- Ciao – le rispondo non riuscendo a nascondere l’astio che provo nei suoi riguardi.
- Possiamo parlare?- chiede.
No! Urlo nella mia testa. Non voglio condividere niente con te. Figurati se voglio parlare con te.
- È importante – aggiunge. Ha uno sguardo sofferente.
Sto per mandarla via, perché non ho la forza di affrontarla e ascoltare qualsiasi cosa mi voglia dire,  ma poi penso a Peeta. Non posso trattare così la donna che ama. Mentre lo penso, sento il mio stomaco contorcersi dal dolore.
- Va bene. Seguimi – le dico.
Non voglio di certo parlare con lei in un corridoio dove tutti possono ascoltarci. Inizialmente ho pensato di portarla in giardino, ma non voglio rovinare con la sua presenza l’unico posto dove riesco a rilassarmi. Per questo la porto nella mensa dell’ospedale. A quest’ora è deserta.
Ci sediamo attorno ad un tavolino rotondo, una di fronte all’altra.
Mi concedo qualche minuto per osservarla.
I suoi lineamenti sono dolci e i suoi capelli sono leggermente mossi. Hanno dei riflessi biondi che le donano una luce particolare. Più la guardo più mi sembra di averla vista da qualche parte, ma non ricordo proprio dove.
La continua a rimanere in silenzio, sembra abbastanza nervosa. Sta torturando le sue mani e continua a mordersi il labbro inferiore. Se penso che quelle labbra hanno il permesso di baciare Peeta mi sento male. Vorrei alzarmi e scappare via da questa ragazza, sto quasi per farlo quando lei inizia a parlare.
- Ho saputo di tua madre. Mi spiace. Come sta ora?- dal tono sembra davvero dispiaciuta.
- Bene grazie – le rispondo laconicamente.
- Sono contenta- dice rivolgendomi un sorriso.
- Ti starai chiedendo perché sono qui – la sua è un’affermazione non un domanda per questo non rispondo.
- Prima di tutto volevo scusarmi per il mio comportamento di ieri sera. Non sarei dovuta scappare via così. Ma la tua vista mi ha turbata- mi dice francamente.
- Se hai pensato che potessi portarti via Peeta, non è così- dico per mettere bene le cose in chiaro.
Non mi metterò mai in mezzo fra loro, nonostante quello che mi ha detto mia madre. Io voglio solo che Peeta sia felice e se lei lo rende tale, lo accetterò.
- Cosa?! No!- dice quasi scandalizzata – Non è per questo che sono scappata via- dice guardandomi spaventata.
Trascorre un altro lunghissimo minuto di silenzio.
- Oggi Annie mi ha invitata a cena. Mi ha detto che ci saresti stata anche tu ed ho pensato subito di rifiutare. Poi però ho capito che avrei dovuto affrontarti prima o poi. Pensavo che farlo con Peeta mi sarebbe bastato, ma ora capisco che tu sei l’ultimo tassello affinché io possa davvero andare avanti-
Io la guardo stranita. Ma di cosa sta parlando?
-Vedi tu non lo sai ma le nostre storie sono legate-
Continuo a non capire dove voglia andare a parare e per questo rimango in silenzio.
- È difficile per me parlarne. L’unico a cui l’ho detto è Peeta. Le altre persone che lo sanno sono solo state testimoni dell’evento- dice. Poi fa un grosso respiro e continua: - Ho perso mia sorella a causa degli Hunger Games-
Questa notizia mi sconvolge. Sua sorella è stata un tributo agli Hunger Games? Deve essere un dolore troppo grande da sopportare!
Ma perché lo sta dicendo proprio a me? Cosa c’entro io? E cosa c’entra Peeta?
Un brivido di paura mi attraversa tutto il corpo. Non voglio più rimanere qui ad ascoltarla. Voglio fuggire da qui, voglio correre lontano, trovare un nascondiglio dove rifugiarmi, dove Lily o nessun altro possano raggiungermi.
Ma non faccio niente di tutto questo. Dalle mie labbra tremanti esce una semplice domanda: - Quale edizione?-
- Quella tua e di Peeta – dice lei con una voce tremante tormentandosi ancor più le mani.
È ciò che temevo mi avrebbe detto nel momento stesso in cui mi ha parlato della sorella.
Io sono qui, in questo momento a parlare con lei, perché la sorella è morta. Se fosse viva non ci sarebbe più una Katniss Everdeen e nemmeno un Peeta Mellark.
La mia mente vaga contro la mia volontà sui volti dei tributi dei miei primi Hunger Games. Volti che ho cercato invano di dimenticare.
Lux, Clove, Faccia di Volpe…
Nessuna di loro credo sia la sorella di Lily. 
Chi potrà mai essere? Poi ci arrivo, Distretto 4! È la ragazza che è morta per gli aghi inseguitori assieme a Lux. Aghi che io ho scatenato su di loro. Io ho ucciso sua sorella, di cui non so nemmeno il nome! Non ho mai voluto saperlo. Sarebbe stata più reale.
Mi alzo di scatto dalla sedia. Mi metto in una posizione difensiva come se mi aspettassi che lei mi aggredisse da un momento all’altro. E perché non dovrebbe farlo? Io le ho ucciso la sorella. Io che so cosa vuol dire perdere una sorella, l’ho tolta a qualcun altro. A questa ragazza che mi è di fronte e ha il cuore spezzato come il mio. Lo vedo dai suoi occhi. Occhi pieni di dolore. Dovrebbe colpirmi, uccidermi. Io l’ho fatto con l’assassina di mia sorella. Lei, invece, è qui di fronte all’assassina di sua sorella, perché è questo che sono, e non sembra provare rabbia o sete di vendetta. Solo dolore.
- Perché sei qui? Perché mi hai raccontato questa cosa? – le chiedo. Il mio tono ha sfumature di rabbia. Rabbia non nei suoi confronti ma nei miei.
- Io…avevo bisogno di parlarti, di affrontarti per far volare via l’ultimo brandello di rabbia che ancora provavo-
- Io non avrei voluto mai uccidere nessuno…io….Mi spiace- è tutto quello che riesco a dirle.
Il senso di colpa mi annienta. Sono qui davanti alla sorella di una delle mie vittime e non riesco a dire nessuna parola a mia discolpa perché non c’è nessuna giustificazione per l’omicidio.
Ora capisco la preoccupazione negli occhi di Peeta e il motivo per cui l’ha inseguita ieri. Anche lui mi reputa un’assassina.
Dopo questa rivelazione crollo definitivamente. Mi accascio su questa sedia inerme. In questo momento vorrei tanto che mi aggredisse, che mi ferisse. Il dolore fisico mi aiuterebbe a cacciare un dolore ben più profondo. Un dolore e un senso di colpa che avevo annegato in un mare di sofferenza dopo la morte di Prim.
Prim. La mia Prim. È per lei che ho partecipato agli Hunger Games, per lei che ho combattuto per vincere. Ma non è servito a niente.
Sento la mano di Lily sulla mia. Mano bagnata dalle lacrime silenziose che sono cadute sul mio volto. Sono tentata di scostare la mano ma non lo faccio. Alzo il mio suo sguardo e incontro i suoi occhi, anch’essi velati di lacrime.
- Katniss non ho voluto raccontarti questa storia per farti sentire in colpa. Volevo spiegarti il mio comportamento di ieri sera e anche quello di Peeta. Ieri vederti così all’improvviso per me è stato uno shock!-
- Mi odierai- dico fra le lacrime.
- Strano è la stessa cosa che mi ha detto Peeta quando gli ho raccontato questa storia- dice con un sorriso.
È la prima volta che sorride da quando l’ho incontrata.
- No Katniss non ti odio. Tu come mia sorella e come Peeta siete stati usati da un sistema senza scrupoli. Non avevate scelta. Grazie a te e Peeta questo sistema è stato debellato e ora più nessun ragazzino sarà costretto a vivere quello che avete passato voi. Snow è morto e noi siamo finalmente liberi-
- Ma io ho ucciso tua sorella- grido con disperazione. Non voglio essere perdonata per quello che ho fatto. Voglio essere punita. È questo quello che mi merito.
-Se non l’avessi fatto molto probabilmente sarebbe stata mia sorella ad uccidere te. Oppure sarebbe morta per mano di qualcun altro. Era Snow a muovere i fili non voi-
Lo so che ha ragione ma una parte di me, si considererà sempre un’assassina.
Guardo Lily intensamente. Nei suoi occhi vedo solo dolore, nessun rancore nei miei riguardi. Mi ha davvero perdonata. E se lo ha fatto lei, posso farlo anch’io. Posso concedere a me stessa quel perdono che mi sono sempre negata.
Le sue parole sono riuscite a produrre una lieve breccia nel mio cuore, uno spiraglio di serenità in un mare di sensi di colpa. Forse il perdono da parte di una delle mie vittime è quello che ho sempre cercato.
- Ho voluto incontrarti da sola perché volevo lasciarmi alle spalle ogni minima forma di rancore e tutto il dolore che mi trascino dietro da quegli Hunger Games. Perdonami se ti ho turbata- aggiunge Lily.
- Non devi scusarti. Io dovrei farlo mille volte e anche di più. Non potrò mai ridarti ciò che ti ho tolto - dico guardandola negli occhi.
-  Mi hai regalato la libertà e hai dato pace all’anima di mia sorella, permettendo la fine del suo assassino- dice guardandomi con un sorriso finalmente sereno.
- Grazie per essere venuta qui – le dico.
- L’ho fatto per me. Ne avevo bisogno- mi risponde e sembra sincera.
Non riesco a non pensare a quanto lei sia diversa da me. Io ho vendicato la morte di mia sorella, non sono riuscita a spegnere la mia rabbia. Lei, invece, mi ha perdonata e facendolo mi ha aiutato a scacciare via un senso di colpa che non credevo mi avrebbe mai potuta abbandonare.
Rimaniamo in silenzio per un po’. Ognuna sta metabolizzando le sensazioni e le emozioni che questo incontro ha scaturito in noi.
-Ti ho rubato fin troppo tempo. Stasera vieni a cena da Annie?- dice alzandosi.
- Non posso- le rispondo.
Come posso cenare con lei e Peeta? Soprattutto dopo quello che ho saputo. Non potrei nemmeno odiarla perché sta con lui ora!
-Perché? Ad Annie farebbe molto piacere se ci fossi e anche a me. E so per certo che anche Peeta ne sarebbe contento-
- Proverò ad  esserci allora- dico anche se non sono molto convinta.
- Bene- dice e mi saluta con un abbraccio.
- Grazie per le tue parole. Ora capisco perché Peeta si è innamorato di te- dico.
Lo penso davvero. Lily è buona quanto lui, è dolce, è forte. Lo merita davvero!
-Cosa? Io e Peeta non stiamo assieme se è questo che credi. Non credo che Peeta possa amare un’altra ragazza oltre te- dice andandosene.
Tra tutto il dolore e la sofferenza, un sorriso spunta sul mio volto, come un raggio di sole in un cielo plumbeo.
Ora più che mai sono decisa ad andare alla cena di Annie.
 




Note dell'autrice:

Buonasera a tutti! So che questo capitolo non ha molti accenni Everlark ma spero vi piaccia lo stesso. Era una tappa necessaria per il percorso di crescita intrapreso da Katniss in questa storia, processo  iniziato con il perdono a Gale, proseguito con l'accettazione dell'amore per Peeta, il riavvicinamento con la madre e conclusosi con il superamento di una parte di sensi di colpa che la attanagliavano, grazie a Lily. 

Volevo avvisarvi che questa storia sta quasi giungendo al termine. Il prossimo sarebbe dovuto essere l'ultimo capitolo ma credo che ne aggiungerò almeno altri due. 

Ringrazio con tutto il cuore tutte le persone che stanno dedicando del tempo alla mia storia, siete meravigliose. Grazie mille per i commenti, non sapete quanto mi facciano piacere. Ringrazio anche tutti quelli che hanno inserito la mia storia fra le preferite, le seguite e le ricordate. Ringrazio anche tutti i lettori silenziosi. 
Infine un enorme grazie va a Pandafiore che ha fatto a me e alla mia storia un regalo speciale! 
  
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