-CAPITOLO
10-
“L’hai
trovata?” Elijah raggiunse Klaus non appena lo vide
rientrare. Guardò dietro di
lui, sperando di vederla ma lei non c’era.
Erano
passate ore da quando Allison era uscita in preda ad una rabbia che le
aveva
visto poche volte sul viso, negli occhi. Il pensiero che le fosse
successo
qualcosa lo innervosiva e terrorizzava.
Quando
sarebbe tornata, si disse, avrebbero dovuto chiarire alcune cose.
Perché lei
sarebbe tornata… doveva.
“Ho
cercato dappertutto ma di lei non c’è traccia,
sembra svanita nel nulla” l’Ibrido
si lasciò cadere sul divano, preda degli stessi pensieri di
suo fratello ma
cercando di non tradire alcun nervosismo. La sua unica amica era
lì fuori e in
molti la volevano morta, ma era in gamba e sicuramente se la sarebbe
cavata. “Tornerà
dopo aver sbollito la rabbia. Non preoccuparti.”
Elijah
si voltò a guardare Jackson e nel suo sguardo Hayley vide
paura. Si accorse che
non aveva capito, fino ad allora, quanto l’Originale tenesse
a quella donna
anche se era chiaramente visibile sul suo viso.
“Sono
certa che sta bene” gli disse cercando di rassicurarlo.
Lui
annuì passandosi una mano sul viso e fu allora che Allison
entrò in casa con le
mani nelle tasche del cappotto, i capelli ancora perfettamente legati e
un’espressione
indecifrabile sul viso.
“Dove
sei stata?” gli chiese allargando le braccia. “Ti
cerchiamo da ore. Pensavamo
che ti fosse successo qualcosa.”
La
donna si fermò davanti a loro e si schiarì la
voce. “Avevo bisogno di stare da
sola. Ho fatto una lunga passeggiata e poi mi sono rifugiata in un bar
a bere
soda.”
“Soda?”
ripeté Klaus abbozzando un sorriso. “Lo sai che
con quella non ti ubriachi
vero?”
“Ah-ah”
mormorò lei facendogli una specie di smorfia. “Da
sbellicarsi dal ridere.”
Jackson,
fino a quel momento in silenzio, si alzò e le si
avvicinò di qualche passo. “Hey”
le disse. “Senti, mi dispiace per prima. È stato
un momento di… stupidaggine.
Credevo che fosse stato il vampiro ad attaccare briga e mi sono sentito
in
dovere di difendere Oliver, ma ho scoperto che è stato lui
ad iniziare e…”
“Queste
sono le scuse più brutte e insensate che mi abbiano mai
fatto. Mi hai
minacciata con un coltello e ti stai scusando per aver…
capito male la
situazione?” lo interruppe Allison. “Risparmiami ti
prego.”
Il
lupo indietreggiò, le mani alzate mentre Hayley gli
sorrideva gentile.
Elijah
invece le si mise davanti. “Allison tu ed io dobbiamo
parlare.”
“Magari
quando tornerò in città la prossima volta,
okay?”
“Che
vuoi dire?”
“Non
ho bevuto soda perché non avevano alcool, ho evitato di bere
perché devo
guidare e ho pensato che fosse meglio farlo da sobria.”
Klaus
si alzò e con le mani incrociate dietro la schiena
affiancò suo fratello. “E
dove pensi di andare?”
“Non
lo so” rispose lei stringendosi nelle spalle. “Non
so se riuscirò a seminare la
strega che mi vuole morta e non so tornerò a casa mia o se
invece mi trasferirò
da qualche parte alla ricerca di una vita normale. Non so nulla al
momento,
eccetto una cosa: non rimarrò qui un minuto di
più. Ora, se volete scusarmi,
vado a fare le valigie.”
Si
allontanò salendo su per le scale e dopo aver scambiato una
rapida occhiata con
suo fratello Elijah la seguì fin dentro la sua stanza.
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“Credo
che dovresti rimanere” le disse chiudendo la porta alle sue
spalle. “Allison,
guardami” aggiunse quando vide che lei continuava a preparare
i bagagli, senza
guardarlo.
Sentiva
il cuore della bella cacciatrice battere all’impazzata, un
ritmo furioso da
fare quasi paura.
Quegli occhi
pieni di tristezza, le guance arrossate, le mani tremanti mentre
sistemava le
sue cose alla rinfusa, impaziente di finire.
Non
avrebbe saputo dire perché, ma in quel momento gli
tornò alla mente un ricordo,
il ricordo del loro primo incontro.
MYSTIC
FALLS – 5 ANNI PRIMA
Perché
avesse accettato di partecipare a
quella festa a dire il vero non lo sapeva; non era stato
perché Damon le aveva
chiesto di andarci perché Esther che voleva vedere Elena
significava
sicuramente che la giovane donna era in pericolo. Forse ci era andata
semplicemente
perché le piaceva l’idea di mettersi in tiro, di
indossare un bel vestito e
provare a divertirsi.
Solo
che di divertente in quella festa, una
volta arrivata non ci aveva trovato assolutamente nulla. La famiglia
degli
Originali aveva accolto gli ospiti in piedi sulla scala, la madre al
centro,
tutti i figli ai lati, vestiti in modo elegante, con l’aria
fiera e
l’espressione di chi ha il pieno controllo della situazione.
Erano
tutti belli, quasi regali ma se di
Klaus sapeva già qualcosa, degli altri non sapeva
assolutamente nulla, eccetto
che erano più equilibrati dell’Ibrido irrequieto.
Mentre
beveva da una coppa di champagne si
accorse che uno di loro era sulla pista da ballo, stretto da una donna
di mezza
età che continuava a parlare. Lui la guardava, ma Allison
ebbe le sensazione
che non stesse ascoltando neppure una parola di quello che stava
dicendo.
Senza
pensarci, quasi in automatico, si
mosse e li raggiunse.
“Salve,”
disse attirando l’attenzione di
entrambi, della signora soprattutto. “Ballate così
bene che mi è venuta voglia
di provare, le dispiace?” chiese proprio a lei indicando il
vampiro con un
gesto discreto del capo.
“Oh
ma certo!” esclamò la donna
indietreggiando appena. “Ne approfitterò per
riposarmi un po’ in attesa del
prossimo ballo” concluse allontanandosi, lanciando uno
sguardo malizioso
all’uomo prima di voltarsi e sparire tra la gente.
Allison
sollevò un sopracciglio, poi volse
lo sguardo all’Originale che era rimasto sulla pista.
“Mi sembrava che avessi
bisogno di aiuto e visto che mi piace aiutare la gente ho pensato che
era il
caso di darti una mano.”
Elijah
sorrise inumidendosi le labbra con
la punta della lingua e le porse la mano. Lei la accettò e
si lasciò condurre
al centro della pista da ballo sollevando poco il vestito che indossava
per non
inciampare.
“Ed
esattamente chi devo ringraziare per
questo salvataggio?” chiese il vampiro, ed Allison
notò che aveva una voce
calma e sensuale.
“Allison
Morgan” rispose cercando di
seguire la musica.
Lui
sembrò illuminarsi. “Mio fratello Niklaus
mi ha parlato di te,” le disse. “So che hai
contribuito a risolvere alcune
questioni che riguardavano mio padre.”
Allison
annuì. “Sì l’ho fatto, ma
stasera
mi piacerebbe parlare di altro, voglio essere solo Allison e non
Allison la
cacciatrice.”
“Va
bene” Elijah sussurrò facendola girare
su se stessa, poi la strinse con decisione poggiandole una mano sulla
schiena
lasciata scoperta dal vestito. “Allora grazie Allison, quella
signora sembra
molto gentile ma parla troppo. Stavo per soggiogarla
affinchè facesse
silenzio.”
Lei
rise e fu allora che Elijah notò le
deliziose fossette che le spuntarono sulle guance.
“È stato un piacere
misterioso originale di cui non so ancora il nome.”
“Elijah
Mikaelson” rispose subito lui.
Si
fissarono per alcuni istanti, poi lei
parlò.
“Forse
dovresti soggiogarmi affinchè balli
bene, non sono proprio capace e credo che anche gli altri invitati se
ne siano
accorti, visto che mi sento tutti gli occhi addosso.”
“Non
credo che ti stiano guardando perché
non sai ballare,” gli fece notare lui. “Credo che
ci guardino perché sei la
donna più bella della festa e perché la musica
è finita da un pezzo ormai.”
Allison
si fermò, costringendo anche lui a
farlo. Si guardò intorno, tutti quegli occhi che la
fissavano la mettevano a
disagio eppure, si accorse, non riusciva a staccarsi da Elijah. Il suo
sguardo
si posò infine su Elena; sorrideva guardandoli, mentre
Stefan e Damon la
osservavano confusi.
“Sarà
meglio che vada ora,” disse facendo
un grosso respiro. “Grazie del ballo, Elijah”
sorrise prima di allontanarsi.
Gli
occhi dell’Originale la seguirono fin
quando non riuscì più a vederla.
“Io
non
credo proprio!”
Fu la
voce di Allison a riportarlo alla realtà e con un gesto
rapido la donna chiuse
il bagaglio e prese le poche cose che erano rimaste sulla scrivania.
“Allison,”
cercò di ragionare lui. “Non voglio saperti da
sola lì fuori, non con una
strega che ti vuole morta e tutti gli esseri soprannaturali del pianeta
che
faranno di tutto per accontentarla. Ti prego, rimani.”
“Non
posso” lei scosse il capo guardandosi intorno per accertarsi
di non aver
scordato nulla. “Ma grazie dell’invito.”
Elijah
fece un grosso respiro, si passò una mano sul viso e
parlò. “Che significa che
non puoi? Dammi una sola motivazione, una soltanto, a causa della quale
non
puoi rimanere.”
“Elijah,
ti prego, lascia perdere.”
“È
perché
pensi che ci metterai in pericolo forse? Sappiamo badare a noi stessi
e…”
“È
perché
ti amo!” urlò quasi lei. “Non ho mai
smesso e non ce la faccio più. Non ce la
faccio più a vederti con… con Hayley. Non ci
riesco, mi fa male, okay?”
L’Originale
rimase immobile, in silenzio. In fondo pensò che lo sapeva
ma sentirglielo dire
era tutta un’altra cosa.
“Ora
che lo sai” disse ancora lei. “Posso andare? Ti
prego.”
La sua
voce era spezzata, gli occhi pieni di lacrime. Elijah pensò
che voleva
abbracciarla, pensò a cosa dire ma prima che potesse parlare
la porta si aprì.
“Rebekah
ha chiamato” disse Klaus agitato. “Forse nostra
madre l’ha trovata.”
“Hope”
mormorò Elijah guardandolo. “Dobbiamo
raggiungerla.”
“Hayley
è già pronta per partire e Jackson è
andato via” gli fece sapere il fratello.
Il
maggiore dei Mikaelson si voltò a guardare di nuovo Allison.
“Io…”
“Vai”
gli disse lei. “Fate attenzione.”
Lui le
baciò una mano. “Ti prego non andartene
finché non torno.”
La casa
si svuotò dopo pochi minuti. Allison pensò che
quello fosse il momento perfetto
per andarsene via, senza addii e senza discorsi.
Eppure,
rimase.