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Autore: Dian87    11/03/2016    2 recensioni
È guerra.
Il re ha dichiarato guerra alla Strega degli Acquitrini Neri ed il suo bando si spande per tutto il regno. All'appello risponde Amelia, una giovane fornaia che ha un conto aperto da molto tempo con la Strega, ma le certezze su cui si reggeva sono destinate ad essere scardinate.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Di amici vicini e lontani

Amelia sollevò il coperchio della cassapanca, silenziosa. La fiamma danzava sulla candela appoggiata al tavolo, illuminando il contenuto avvolto da una stoffa rossastra. Le dita della donna scivolarono nostalgiche sulla fodera rossa, prima di stringere un manico.

Si rialzò con l'oggetto in mano e richiuse la cassapanca, sedendosi sopra. Con delicatezza rimosse dalla fodera un liuto e se lo sistemò in grembo, accarezzando con lo sguardo le linee morbide. Un lieve sorriso tirato si fece largo sul suo volto mentre iniziava a pizzicare le corde e ad accordarlo e soltanto quando fu certa di averlo sistemato si decise ad intonare alcune note.

«Cos'è successo, tu lo sai?
Dove sei finito?
cosa fai? Tu lo sai?» iniziò a cantare.
«Chi può dire quanto
ci manchi sai? Tu lo sai? Cosa fai?
Fuggimmo assieme,
ma tu indietro...» 1

Un colpo sordo la fece sobbalzare, bloccando le corde con l'intero palmo, e spostò lo sguardo verso la finestra. L'imposta di legno stava cigolando come se l'intera casa sospirasse e Amelia si alzò, tenendo il liuto per il manico. Si avvicinò alla finestra a passi lenti, posando con cautela i piedi, ma lo sguardo corse nello stralcio di panorama notturno che riusciva a vedere.

Gli alberi coprivano buona parte del cielo e qualche stella sembrava esser caduta in terra, ma la giovane sapeva che erano solo le candele che filtravano dalle imposte delle altre case.

Un'ombra veloce sgusciò sotto il suo sguardo e la giovane perse la cautela, fiondandosi alla finestra e spalancando la finestra. L'ombra scivolò silenziosa per le ampie vie e Amelia scavalcò il davanzale, prendendo a rincorrerla.

«Dal gelo dell'inverno, lo senti come chiama?» canticchiò un motivetto che ricordava qualche aria dei canti montani, correndo e tendendo il palmo aperto verso l'ombra. «È il ghiaccio che si forma. Dal gelo dei monti, lo sai cosa c'è? Si forma sotto di te.»

Una scarica d'energia la pervase, concentrandosi sulla sua mano e da lì una piccola palla candida si formò, scattando poi un po' avanti dell'ombra. Nonostante la calda notte estiva, la luce della luna venne riflessa da un piccolo disco di ghiaccio, che ben presto si allargò silenziosamente fino a formare una lastra di due metri di diametro.

Amelia vide l'ombra scivolare ed incespicare, allargando le braccia e sbilanciandosi avanti ed indietro alla ricerca di un punto ruvido sul quale riprendersi e la giovane aggirò il disco mentre questi finiva al suolo. Lei puntò lo sguardo ed un dito contro la figura, ma sentiva rimbombare il cuore nelle orecchie e un brivido freddo le percorse la schiena.

«Alzate le mani e non azzardatevi a far nessun'altra mossa.» sibilò la giovane, con lo sguardo di ghiaccio mentre l'aria fresca le accarezzava le gambe coperte dai pantaloni con un ampio spacco.

La figura sollevò appena il capo, facendo scivolare appena il cappuccio all'indietro. La luce della luna accarezzò i lineamenti lisci e puliti di un naso che sormontava una bocca stretta in una smorfia e circondata da un corto pizzetto che seguiva la linea dura della mascella fino alle basette, lo sguardo di Amelia tentennò prima di sollevarsi ad incrociare gli occhi dell'uomo.

«Cosimo?» la parola le si strozzò in gola ed indietreggiò di un passo.

Lo sguardo fermo dell'uomo scrutò il suo viso, quindi si rialzò e, calcatosi nuovamente il cappuccio in viso, prese a correre verso la propria sinistra. Amelia non riuscì a muovere un muscolo, osservando l'uomo ammantato correre via nella notte e confondersi tra le tenebre. Un gufo fece echeggiare il suo verso nel silenzio della notte, rompendo quello strano silenzio che si era formato.

Un brivido fece destare Amelia dal torpore nel quale era precipitata e si strinse le braccia tra le mani, abbracciando il liuto.

«Cos'è successo?» mormorò, facendo muovere i suoi passi verso una casa.

La mente era in subbuglio... come poteva essere Cosimo? Come poteva averlo riconosciuto se l'ultima volta che l'aveva visto era poco più di un bambino? Dov'era stato tutto quel tempo? Che la Strega l'avesse soggiogato? Per fare cosa?

Non stava facendo caso a dove stava andando e solo quando i suoi occhi incontrarono il legno di una porta si decise a fare attenzione a dove fosse finita. Strinse appena le labbra e si decise a bussare non troppo forte.

«Chi è?» domandò una voce dal piano superiore, mentre una finestra si socchiudeva.

«Ferdinando, sono io...» rispose Amelia, sollevando lo sguardo e stringendosi ancora il braccio destro con l'altra mano. «posso entrare?»

Non ottenne altra risposta che il chiudersi della finestra ed il soffocato rumore di passi. Spostò lo sguardo a destra e a manca, guardando senza particolare interesse le case che erano dormienti e qualcuna delle luci che aveva visto in precedenza si era spenta.

Non riusciva a capacitarsi di quanto aveva visto e ben ricordava gli eventi di quel giorno.

La porta si aprì dolcemente e la calda ma tenue luce di una candela l'investì. Sollevò lo sguardo verso l'uomo, notando che indossava una pesante vestaglia ed il suo sguardo era preoccupato, ma l'unica cosa che fece fu abbracciarlo, nascondendo il viso contro la sua spalla.

«Am... cosa?» commentò, sorpreso e allontanando da lei la candela in modo che i capelli dello stesso colore della fiamma non venissero bruciati.

Ferdinando sentì le spalle della ragazza sussultare e posò un bacio sulla sua testa.

«Vieni, sembra che tua abbia visto un fantasma...» continuò, cingendole il braccio con le spalle e trascinandola all'interno mentre con un colpo ben assestato del tallone chiudeva la porta.

Amelia si fece guidare all'interno e non si oppose quando l'uomo la fece accomodare su una panca, avendo l'unica accortezza di spostarsi un cuscino. Ferdinando andò al camino e utilizzò la candela per accendevi il fuoco, poi Amelia lo guardò versare l'acqua in un pentolino che poi appese ad un gancio sopra le fiamme, in modo che potesse scaldarsi. Lui mise in infusione una manciata di erbe e quindi tornò a sedersi accanto a lei.

«Spiegami cos'è successo...» il tono era invitante, con un lieve sorriso in volto, ma una lunga ruga solcava la sua fronte.

«Cosimo...» tentennò Amelia.

Ferdinando attese un attimo affinché lei potesse continuare, ma nessuna parola seguì quel nome.

«Ti ho già detto che avresti avuto il mio aiuto.» la rassicurò. «Non ho intenzione di venir meno alla parola data, non c'è bisogno di reagire così...» un lieve sorriso si fece maggiormente strada sul suo volto. «ormai mi conosci.»

Amelia scosse piano la testa e mosse la mano verso quella di lui, stringendogliela delicatamente.

«L'ho visto... era qui...» rivelò, con un tono assolutamente piatto.

Ferdinando fece un sospiro. «Raccontami tutto dall'inizio e non tralasciare nulla...»

«Tutto avvenne nove anni fa...»





Nota dell'Autrice:
E qui iniziano le note... cosa che nella versione per il contest "Portali" ho messo alla fine per fluidità di narrazione.
Nel corso dei capitoli metterò giusto le note dedicate alle musiche, che non saranno poche rispetto alla lunghezza, ma altre che scoprirete più avanti saranno raccolte in un capitolo dal nome molto originale... "Note"... che concluderà il cammino assieme ^_^
Intanto la nota numero 1 è dedicata alla canzone. Si tratta di "Only Time" di Enya che potete trovare a questo link
Sperando che il capitolo via abbia incuriosito... alla prossima
  
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