Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Recchan8    11/03/2016    3 recensioni
Padre Enrico Pucci venne fermato prima della creazione del Nuovo Universo. La Fondazione Speedwagon e Jotaro Kujo presero una decisione drastica al fine di eliminare per sempre il seme di Dio Brando dalla terra: Enrico Pucci, Ungaro, Rykiel e Donatello Versus furono uccisi. Per vari motivi, solo Giorno Giovanna venne risparmiato.
Maggio 2012: Finalmente ogni traccia oscura di Dio Brando era stata spazzata via.
O meglio, così si credeva.
"Non ti fidare di Jotaro Kujo. Trova Giorno Giovanna; ne va della tua vita" sono le parole che spingono Celeste a fuggire a Napoli. Ma a chi appartiene la voce suadente che le parla? Perché vuole che trovi Giorno? E perché Jotaro Kujo pare ossessionato dalla voglia a forma di stella che possiede Celeste, così tanto da chiederle un campione di DNA?
Che la stirpe di Dio non si sia estinta?
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Giorno Giovanna, Jotaro Kujo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Deep Memories'
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La bianca parete che apparve di fronte ai suoi occhi sembrava dotata di un'altezza spropositata; su di essa vi era appeso e incorniciato un numero apparentemente infinito di dipinti, tutti ritraenti lo stesso soggetto. Ritratti, primi piani, mezzibusti, figure intere, panoramiche... In tutte le opere esposte era presente Celeste. Uno spesso cordone dorato separava il muro dal resto della pinacoteca e di fronte a esso era stato piazzato un solitario pannello. “Titolo della mostra: Celeste Giosta. Artista: Vari” erano le parole che il pannello riportava orgogliosamente.
Celeste era accanto a lui, lo sguardo stupito e la bocca spalancata in un silenzioso grido di meraviglia. Gli occhi verdi del ragazzo indugiarono a lungo su di lei. Nonostante gli abiti rovinati, la pelle piena di lividi e di graffi, e il sangue che le colava lentamente addosso, Celeste era bella, bella come sempre.
Gli angoli della bocca di Mercuzio si incurvarono in un sorriso dolcissimo. Afferrò la ragazza per un polso e la attirò a sé, stringendola forte tra le sue braccia. Pensava che non l'avrebbe mai più rivista, era quasi certo di fallire nel suo intento. Sentì le sue mani tremanti scivolare dietro la sua schiena e stringere la maglietta.
-”Ciao Viola”- la salutò in un sussurro.
-”Ehi...”- rispose lei, il viso nascosto nella maglia di lui. -”Mi dispiace di averti coinvolto in tutto questo”-.
Mercuzio posò le mani sulle spalle di Celeste e la scostò un poco da sé per poterla guardare in viso. I suoi occhi ambrati lasciavano intravedere un senso di disperazione che Mercuzio aveva visto solamente nei suoi di occhi, quando aveva ucciso la propria famiglia. Le passò un pollice sulle labbra e sorrise imbarazzato; non credeva di star per dire e fare una cosa tanto sdolcinata. Si chinò su di lei e finalmente, dopo giorni interi passati a lottare contro il proprio orgoglio, la baciò. Avvertì l'esitazione e la sorpresa di Celeste, ma quando fece per staccarsi la ragazza intrecciò una mano nei suoi capelli neri e gli restituì il bacio.
-”Partners in crime”- mormorò Mercuzio contro le labbra di Celeste, divertito.
-”Partners in crime”- ripeté Celeste scoppiando a ridere.
Il momento di intimità tra i due ragazzi non durò purtroppo a lungo.
Deeper Deeper, di cui i due si erano completamente dimenticati, fece la sua comparsa nella pinacoteca dai muri bianchi. La Freccia era ancora piantata nel suo petto. Le mani inguantate si alzarono e si posarono sull'elmo, levandolo dal capo e mostrando il volto di un Jonathan Joestar dagli occhi malinconici. Mercuzio non sapeva che sotto l'armatura di Deeper Deeper si nascondeva una persona, e non sapeva nemmeno che la persona in questione era il vero padre di Celeste. Jonathan posò una mano sull'asta della freccia e con decisione la estrasse dal suo corpo. Si sciolse il papillon e si sfilò i vestiti di dosso, rivelando un altro tipo di abbigliamento sotto lo smoking: una maglietta celeste senza maniche, dei proteggispalle di duro cuoio, dei pantaloni grigi, degli stivali marroni alti fin sotto le ginocchia e dei guanti marroncini. Celeste si separò da Mercuzio e raggiunse Jonathan, in piedi accanto al pannello esplicativo. Sotto lo sguardo sbigottito del giovane Zeppeli, Jonathan posò una mano sulla spalla di Celeste e sorrise debolmente e forzatamente.
-”Non vi è altra soluzione”- le disse con rammarico.
-”Lo so”- sussurrò Celeste chinando il capo.
-”Mercuzio Zeppeli”- si voltò Jonathan verso il ragazzo moro. Mercuzio sussultò nell'incrociare uno sguardo assurdamente simile a quello di Giorno. -”Buon sangue non mente”- commentò compiaciuto. -”Grazie per aver protetto mia figlia fino alla fine”-.
La parola “figlia” lo fece tentennare. Come sarebbe a dire? Quella ragazza era figlia del proprio Stand? O forse... Forse lui era Dio Brando? Chi era quel giovane dai capelli bluastri? Una voglia a forma di stella fece capolino dalla maglietta indossata dall'ex Deeper Deeper.
Dio ha rubato il corpo del mio trisavolo Jonathan Joestar”. Kujo non aveva detto una cosa del genere?
E così lo spirito di Jonathan, il primo Joestar la cui vita era stata sconvolta da Dio Brando, era sempre stato accanto a Celeste, vegliando su di lei. Mercuzio scosse la testa e non poté fare a meno di rivolgere a quella strabiliante famiglia un pensiero pieno di ammirazione.
E pensare che noi Zeppeli siamo destinati a morire per mano loro...”.
Jonathan spinse dolcemente da parte Celeste. Assunse una strana posa e il suo respirò iniziò a produrre un rumore insolito. Delle inconsuete scariche elettriche rosse presero a scorrere lungo le sue braccia muscolose.
-”Scarlet Overdrive!”- gridò balzando oltre il cordone e sfondando la tela di uno dei dipinti. Questo prese immediatamente fuoco e le fiamme che scaturirono da esso si propagarono velocemente verso gli altri quadri. Presto l'intera parete venne avvolta da lunghe e scarlatte lingue di fuoco. L'ossigeno, catturato dal fuoco ingordo, faceva compiere all'aria dei movimenti assurdi, come se l'interno della pinacoteca fosse scosso da un forte vento.
-”Cosa sta succedendo?!”- domandò Mercuzio coprendosi gli occhi con un braccio. La luminosità dell'incendio e i forti spostamenti d'aria rendevano quasi impossibile tenere lo sguardo alzato.
Celeste si voltò verso il giovane, le mani intrecciate dietro la schiena e una lacrima solitaria che le correva lungo la guancia destra.
-”Rosa, ti prego, dimmi che sta succedendo!”-.
Il vento caldo le sferzava il viso. La sua tipica acconciatura, una mezza coda, si sciolse, e i lunghi capelli macchiati di sangue presero a volteggiarle intorno. Le fiamme alle sue spalle, intanto, stavano aumentando.
-”Non potevo fare altrimenti...”- disse alzando la voce per sovrastare il crepitio del rogo. -”Ero con le spalle al muro!”-.
Mercuzio avanzò di qualche passo ma una pericolosa lingua di fuoco si separò dalle altre e, passando sopra la testa di Celeste, si frappose tra i due giovani. Mercuzio lanciò un'occhiata disperata a Celeste, ma questa abbassò gli occhi e si morse il labbro. Il giovane Zeppeli venne colpito dall'insolito comportamento della ragazza; non l'aveva mai vista comportarsi in un modo così schivo e... impotente. Era come se si fosse rassegnata ad accettare un triste destino. I suoi occhi verdi vagarono sulla parete in fiamme e sui dipinti bruciati e inceneriti. In un improvviso lampo di genio Mercuzio capì cosa stava succedendo. Come aveva potuto impiegare così tanto tempo per comprendere le circostanze? Provò a lanciarsi contro Celeste ma l'insolita lingua di fuoco era ancora lì, ligia e fedele al suo compito.
-”Rosso, non lo fare!”- gridò disperato.
Celeste si strinse nelle spalle e gli lanciò un'occhiata fugace.
-”E' troppo tardi per tornare indietro. Presto tutti si dimenticheranno di me. Tutti, comprese le persone con cui non ho avuto alcun tipo di contatto fisico ma che sono a conoscenza della mia esistenza; è questo il potere di Deeper Deeper Requiem. Tutti, compreso tu”-.
L'ultima frase fu come una pugnalata al cuore. Mercuzio vacillò; le gambe, diventate come sabbia bagnata, non ressero il peso del suo corpo e il giovane cadde in ginocchio, le braccia distese lungo i fianchi.
Era tutta colpa sua. Se non avesse trafitto Deeper Deeper con la Freccia, lo Stand non avrebbe acquisito quel potere in più e... No, ma cosa andava a pensare? Se non lo avesse fatto a quell'ora Celeste sarebbe stata uccisa da Jotaro senza tanti ripensamenti. Aveva fatto la scelta più corretta ed era giusto che adesso anche lui ne pagasse il prezzo.
Guardò il volto della giovane dai capelli color miele oltre le fiamme, rimanendo letteralmente incantato dai suoi occhi ambrati pieni di lacrime e da quel suo bellissimo sorriso, dolce e tremendamente triste al tempo stesso. La sua mente e il suo cuore stavano lottando ferocemente contro perché l'una sosteneva di non aver mai visto quella ragazza, mentre l'altro era più che convinto di trovarsi di fronte alla donna della sua vita. Nella memoria di Mercuzio presero a vorticare una moltitudine di nomi, tutti riguardanti i vari colori della scala cromatica.
-”Ormai il processo di cancellazione è giunto al termine...”- disse la ragazza misteriosa.
-”Provvederò a fornire a tutti dei ricordi alternativi”- proclamò il giovane in piedi accanto a lei. E lui chi era?
La testa gli faceva un male cane. Era sicurissimo del fatto che gli stesse accadendo qualcosa di terribile, qualcosa che stava andando contro la sua volontà.
Qualcosa dentro di lui gli stava gridando che la morte sarebbe stata la soluzione migliore.
-”Be', Mercuzio, addio”- lo salutò piangendo la ragazza dagli occhi ambrati.
Dopo che la giovane ebbe pronunciato quelle parole, la pinacoteca in fiamme si scompose in una miriade di tasselli colorati. Mercuzio si sentì afferrare per un braccio e trascinare all'indietro. Piantò i piedi per terra, lottando contro la forza misteriosa che stava facendo di tutto per portarlo via dalla ragazza bionda e dal giovane dagli occhi azzurri. Nonostante non sapesse chi lei fosse, aveva la sensazione di conoscerla e di provare qualcosa di forte nei suoi confronti.
Mercuzio compì un ultimo e faticoso sforzo: si oppose con grinta alla trazione all'indietro e alzò un braccio, puntando il dito contro la giovane.
-”Ti troverò!”- gridò con quanto fiato aveva in gola. -”Mi hai sentito?! Ti troverò, Celeste!”-.
Mercuzio venne portato via dalla pinacoteca con uno strattone violento che gli fece perdere i sensi. L'ultima cosa che le sue orecchie riuscirono a udire prima che svenisse fu la dolce voce di una ragazza cosparsa di angoscia e di sincera contentezza.
-”Finalmente hai azzeccato il colore giusto!”-.

 

 





ANGOLO AUTRICE
Piango. Piango tantissimo. Non posso credere di essere riuscita a portare a termine una fanfiction così lunga. Voglio ringraziare tutti gli utenti che hanno aggiunto Deep Memories alle storie preferite, alle storie seguite o a quelle da ricordare; ringrazio chi ha recensito lasciandomi i suoi pareri e le sue opinioni; ringrazio i lettori silenti che sono riusciti ad arrivare fino a qui senza mandarmi a quel paese >w<
Un "grazie" colossale va ad AlsoSprachVelociraptor per il sostegno, le dritte e i meme :>
So che la mia fic è appena finita, ma ci tengo a consigliarvi di "stay tuned" perché c'è qualcosa che sta ribollendo nella mia testolina >:)
Grazie a tutti! <3
       Recchan8

 

 

   
 
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