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Autore: Monkey D Akiko    12/03/2016    5 recensioni
Piccoli momenti di vita dei migliori personaggi di sempre e le coppie le potete scegliere voi!
Qualsiasi personaggio, qualsiasi paring, qualsiasi ambientazione e qualsiasi genere, tutto incentrato su brevi episodi quotidiani di coppia.
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*CAPITOLI*
1- Gara {AceXMarco}
2- Braccio meccanico {FrankyXKidd}
3- Dichiarazione {AceXRufy}
4- Incontro {AceXLaw}
[...]
28- Spiaggia {ZoroXSanji}
29- Parco {FrankyXRobin}
30- Crescere {DoflamingoXRocinante}
31- Malintesi {PaulyXNami}
32- Dichiarazioni {AceXRufy}
33- Dolci {SanjiXViolet}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro, Sanji/Nami, Sanji/Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE DELL'AUTORE
Salveee a tutti! <3 Rieccomi con questo nuovo capitolo, la coppia di oggi è LawNami, chiesta da Fenice_blu ^^
Per un po' non potrò aggiornare visto che la settimana prossima sarò in gita, ma poi iniziano le vacanze che significano lavorare alla tesina per la maturità scrivere! ^^
Ringrazio tutti coloro che leggono la storia, chi l'ha messa tra le preferite, seguite e ricordate e chi recensisce, grazie a tutti! <3
A presto!
Monkey D Akiko <3

SFURIATE

“RUFY!”
Un urlo riecheggiò su tutta la nave infrangendosi poi sulle onde del mare che, spinte da questa forza sovrumana, si dirigevano veloci verso l’orizzonte.
Tutti i membri dell’equipaggio alzarono lo sguardo incuriositi per poi riabbassarlo subito temendo di essere travolti dall’ira, anche se innocenti e lontani dalla fonte del pericolo.
“RUFY!”
Una chioma arancione uscì dalla cambusa con passo minaccioso.
“Rufy! Quante volte ti ho detto che non devi avvicinarti al mio lavoro?!” urlò non appena trovò il malcapitato sul ponte erboso.
“M-ma io non ho fatto niente” tentò di giustificarsi il capitano.
“Ah sì? E allora spiegami perché questa cartina è tutta pasticciata? Questi orribili disegni puoi averli fatti solo tu!” inveì mostrando ripetutamente la prova incriminata.
“Non sono orribili! – esordì in un moto di orgoglio – Comunque quel foglio era in angolo dello studio, credevo lo avessi buttato!”
Nami non resistette più all’impulso di picchiarlo e in pochi secondi lo gonfiò di botte.
“Che ti sia di lezione: non devi mai toccare qualcosa di mio!” sentenziò andandosene verso il suo studio.
Spalancò la porta per poi richiudersela dietro con violenza e andò a sedersi al suo tavolo per rifare la cartina ormai irrecuperabile. Notò però di aver dimenticato qualcosa e si alzò per cercarla, quando si vide comparire dietro di sé Law. Per lo spavento si lasciò scappare un urlo e fece un salto all’indietro.
“Che cosa ci fai tu qui? Non si usa più bussare?” chiese un po’ isterica.
Il pirata era in piedi vicino agli scaffali di libri e le dava le spalle.
“In effetti non è la mia nave, ma io ero già qui da prima che entrassi – rispose calmo voltandosi verso di lei con un libro in mano – è interessante il fatto che fossi così arrabbiata da non accorgerti di me” concluse in un ghigno.
“Beh attento a non provocarmi o ne ho anche per te!” lo avvertì.
Law la prese come una sfida e per nulla intimorito sguainò tre centimetri di spada.
“Siamo alleati e non ti farò niente, anche se questa era una chiara minaccia, ma se provi ad attaccarmi sarò costretto a rispondere” le disse con fare provocatorio.
Un brivido percorse la schiena della navigatrice, non voleva darlo a vedere ma a volte quel ragazzo le metteva suggestione con quell’aura misteriosa e cupa, atteggiamento che allo stesso tempo la attraeva.
“Allora non infastidirmi!” concluse fingendo sicurezza mentre si risiedeva al tavolo.
Il silenzio calò tra quelle quattro mura e Nami si concentrò nel disegno, tuttavia l’adrenalina che aveva in corpo le faceva tremare le mani, un errore imperdonabile per una cartografa. Eppure quel tremolio era leggero, quasi impercettibile a un occhio non accorto.
Trafalgar aveva smesso di leggere e rivolse la sua attenzione alla ragazza. Lunghi capelli sinuosi le accarezzavano la schiena semi scoperta dal bikini, pelle candida e priva di imperfezioni sulla quale spiccava il tatuaggio, mani delicate tracciavano contorni di una vecchia avventura. Il moro si soffermò a lungo su quelle mani ben curate con le unghie smaltate di rosa, quelle stesse unghie che per certi versi gli ricordavano un gatto. Perché la gatta ladra era quello, una dolce gattina pronta a tirare fuori gli artigli in ogni sfuriata. Tuttavia c’era qualcosa di strano nei suoi movimenti, tremavano.
Uno strano istinto prese possesso di lui. Si avvicinò a Nami e le circondò le spalle con le braccia avvicinando il volto al suo orecchio.
“Perché tremi, Nami-ya?” le sussurrò.
La ragazza sobbalzò e divenne più rossa dei suoi capelli.
“Torao! Lasciami subito!” si impuntò acida.
Ecco che la micetta sfoderava gli artigli. Law non si fece intimorire e appoggiò la mano destra su quella di lei per fermare il tremolio.
“Se continui così verrà fuori un pasticcio, ti aiuto io” le disse con un ghigno.
“Non mi servi, non ti intromettere!”
“Perché sei così acida? Potrei offendermi sai?” le disse ironico spostandosi da lei.
“Sono arrabbiata, ecco perché!”
“Con Mugiwara-ya?”
“Con lui perché mi ha distrutto una cartina e anche con te perché sei insopportabile!” sbottò.
“Insopportabile?” ripeté Law con fare che non prometteva nulla di buono.
“Sì quando fai così ti prenderei a pugni!” spiegò ulteriormente la bella navigatrice con le guance imporporate.
“Te l’ho detto, se ci provi sarò costretto a rispondere”
Detto questo tornò vicino agli scaffali come se non fosse successo niente. Nami restò spiazzata a quel comportamento che la fece irritare ancora di più. Law invece sembrava leggere tranquillamente un libro.
“Nami-ya – aggiunse – bere una tisana è un ottimo rimedio contro la rabbia, è scritto su questo libro. Dovresti consultarlo qualche volta” disse indicandole il testo.
“Mi prendi in giro?!” gridò con una vena pulsante sulle tempie.
“No, il tuo potrebbe essere un serio problema, magari una menopausa precoce” rispose con sicurezza disarmante che però nascondeva una nota sarcastica.
La rossa non ci vide più, appallottolò un foglio di carta e glielo lanciò in faccia cogliendo il moro di sorpresa. Quando si rese conto di quello che aveva fatto si paralizzò.
“Mi ci hai costretto” affermò avvicinandosi lentamente a lei.
“M-mi dispiace io – agitò le mani mentre tentava di scusarsi, Law le faceva davvero paura in quel momento e non voleva finire a pezzi – non volevo ma mi hai fatto arrabbiare. Dimentichiamo tutto, eh Torao?”
Trafalgar si fermò a due centimetri da lei e alzò la spada ancora nel fodero, Nami chiuse gli occhi ma li riaprì quando si rese conto di ciò che stava succedendo.
Law la teneva stretta a sé premendole la spada sulla schiena e la stava baciando. Al tocco di quelle labbra Nami si lasciò andare e rispose al bacio.
“Questo è un altro metodo per ritrovare la calma” le sussurrò a due centimetri dalle labbra.
 
***
 
Nami stava disegnando la sua cartina canticchiando serena, ora la sua mano era ferma e precisa. Law la osservava con un sorrisetto sulle labbra, aveva scoperto la cura contro le sfuriate della bella navigatrice.
Il dottore aveva colpito ancora.
   
 
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