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Autore: rasha85    13/03/2016    4 recensioni
Denise è una studentessa molto diligente al terzo anno di college ad Harvard. Ha un passato oscuro e tenebroso da cui cerca di fuggire, e per questo pensa solo a studiare e a raggiungere il suo obiettivo, lavorare per le più importante case editrici d’America. Niente e nessuno può distrarla dal suo obiettivo, sicuramente non la sua coinquilina e amica del cuore Alexandra, l’unica persona che abbia mai fatto avvicinare, che cerca in tutti i modi di farle tirare la testa fuori dai libri e farla divertire. Tutto questo fino a quando una mattina si ritrova nel letto di un bellissimo sconosciuto..
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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La prima ad uscire in corridoio con passo felpato è Alexandra che, dopo essersi assicurata che non ci sia nessuno nel corridoio, ci fa cenno con la mano di muoverci velocemente. Andrew esce subito dopo di lei poi, mentre sto per uscire anche io, Luke mi prende per un polso e mi ferma, sussurrando: “Ehi, se non vuoi che qualcuno pensi male di noi, dovresti almeno farmi uscire tra te e Andrew, altrimenti se rimango in fondo sembrerò sempre uno che è rimasto in camera vostra o, per qualche strano motivo, si trova davanti alla vostra camera di prima mattina. Non vorrai mica che, proprio ora, la gente inizia a parlare di noi in un modo strano?”, insinua. Io lo guardo di sottecchi, e il suo tono non mi piace per niente: sembra che mi stia deridendo e che sia infastidito dal fatto che non voglio che le persone pensino che siamo qualcosa di più di due che si devono sopportare per una punizione. Mi sembrava di aver capito, dopo la chiacchierata di stamani, che anche lui volesse la stessa cosa. Ma non ho voglia di altri drammi e discussioni inutili, che non portano da nessuna parte, visto che abbiamo già chiarito in che tipo di direzione vogliamo andare entrambi, perciò mi fermo, e con un cenno della mano lo invito a passare avanti, mentre Andrew aspetta sulla soglia della porta. “Andiamo, Luke, muoviti”, gli dice. Lui mi guarda con uno sguardo intenso e pieno di domande, come se non si aspettasse che non gli dessi nessuna risposta, poi scuote la testa ed esce fuori dalla camera. Io rilascio il fiato che, solo ora, mi sono accorta di trattenere da quando eravamo in fila dietro alla porta, poi mi metto dietro a Luke e chiudo velocemente la porta dietro di me. Per fortuna, appena spunto anche io in corridoio, noto che non c’è nessuno, e quindi forse ce l’abbiamo fatta a passarla liscia, anche se ancora siamo in fila come marionette e, nonostante Andrew davanti, Luke si vede perfettamente in mezzo a noi. Appena si accorge che sono dietro di lui e che ho chiuso la porta, fa due lunghi passi verso sinistra e si ritrova fuori dal nostro gruppetto e, mentre fa due passi ancora più in là, mi accorgo che effettivamente ora non sembra che stesse uscendo da camera nostra, ma che stesse passando di lì per caso. Alexandra e Andrew si guardano sorridendo, contenti che il piano abbia funzionato, mentre io mi soffermo per un momento a guardare Luke, un po’ intristita, come se sentissi che in questo preciso momento siamo tornati ad essere esattamente come prima di questa notte, come entrambi volevamo stare, anche se adesso non ne sono più così sicura. Adesso lo sento lontano, distante, come se non si fidasse nemmeno più di me come amica, come se stamani avessimo rotto qualcosa che si era creato e che era talmente fragile che non riusciremo più a farlo stare insieme. Cerco di fargli un sorriso, nonostante questi miei pensieri, lui ricambia e alza la mano in un cenno di saluto poi, senza dire una parola, si volta e se ne va, come se niente fosse davvero successo. Io rimango impietrita a guardare la sua figura che si allontana, e all’improvviso sento come un vuoto che mi opprime, come quello che ho provato tanti anni fa. Ma non posso e non devo ricascarci, non con uno come Luke. Abbiamo preso una decisione matura, quella che davvero è la migliore per entrambi, e dobbiamo rispettarla, perché solo così potremmo costruire davvero un rapporto giusto per entrambi, senza che nessuno soffra troppo o rimanga troppo coinvolto. Alla fine, siamo due caratteri troppo simili, focosi e impulsivi e, nonostante io cerchi sempre di mascherare questi lati del mio carattere mentre lui li lasci uscire sempre liberamente, non potremmo mai andare d’accordo ed avere un rapporto sano e normale, nemmeno di amicizia, figuriamoci di qualcos’altro. “Ehi, tutto bene?”, mi dice Alexandra, poggiandomi una mano sulla spalla e facendomi uscire dagli strani pensieri in cui mi sono invischiata. Smetto di fissare l’orizzonte, da cui Luke è sparito da un po’, mentre altri studenti hanno cominciato a passarci, e la guardo, cercando di mostrarmi serena e sorridente: “Sì, tutto bene, solo è stato un risveglio un po’ turbolento, no? Comunque, scusate ancora per aver rovinato la vostra privacy e la vostra serata ieri sera, stasera non mi presenterò in camera fino a tardi, starò in biblioteca, così potrete recuperare”, dico, sorridendo anche in direzione di Andrew. Lui mi sorride a sua volta e sta per rispondermi, ma Alexandra è più veloce di lui: “Ma figurati, non ti preoccupare, noi avremmo altre occasioni per stare insieme da soli, ma serate come la scorsa, capitano davvero una volta nella vita. E non ci pensare nemmeno a stare in biblioteca da sola fino a tardi, stasera, quel posto mi mette i brividi, preferisco che tu stia in camera e magari vado io da Andrew, se vogliamo stare da soli”. Andrew si avvicina a noi e dice: “Sì, sì, non c’è nessun problema,noi possiamo stare anche da me, se ci va. Ora scusatemi, ragazze, ma è ora di andare a lezione anche per me”. “Oh, scusami, Andrew, non avevo intenzione di farti fare tardi. Grazie ancora di tutto, è stato un piacere conoscerti, sei stato molto gentile. Spero che avremo occasioni migliori in cui fare un po’ più di conversazione e conoscerci”, gli dico sorridendo. Lui ricambia gentile poi, mentre Alexandra si avvicina a lui per salutarlo, le passo accanto e le dico: “Fai con calma, ci penso io a prendere i posti, ti aspetto in aula”. Lei sorride e mi fa un cenno con la testa mentre io mi incammino poi, prima di svoltare l’angolo, mi giro per un attimo a guardagli: Andrew l’abbraccia forte mentre lei tiene la testa sulla sua spalla ad occhi chiusi. Sono così carini! In questo momento provo davvero tanta invidia per lei, perché sembra proprio che abbia trovato la persona giusta che la tratta bene e la fa stare bene. Scuoto la testa e mi volto, riprendendo a camminare, perché mi sento una guardona. Appena esco dal blocco del nostro dormitorio e mi ritrovo fuori, mi fermo per un attimo vicino ad un albero e respiro profondamente, per cercare di far tornare il mio cervello su pensieri più razionali di quelli che mi stanno frullando in testa da stamani. L’aria fresca e il sole mi tranquillizza un po’, nonostante sia ancora inverno, oggi sembra quasi una giornata primaverile, e questo tempo mi rincuora. Mi appoggio per un attimo al tronco dell’albero e chiudo per un momento gli occhi: cerco di far defluire dalla mia testa la serata con Alex, la nottata e il risveglio con Luke e la scena appena vista di Alexandra con Andrew. Ma perché, dopo due anni che sono qui, non potevo trovare una persona normale con cui uscire, visto che ci sono stata sempre attenta a non farmi notare e a pensare solo allo studio? Perché mi sono ritrovata da una parte un ragazzo che mi vuole dire con chi posso o non posso uscire e chi può o non può essere un mio amico, e dall’altra uno sbruffoncello pieno di sé, a cui bastano due parole e un leggero tocco per mandarmi in pappa il cervello, ma con il quale non credo di avere assolutamente niente in comune? Sbuffo sonoramente, cercando di tornare al mio aplomb di sempre e di non farmi innervosire e trascinare da tutti questi pensieri che, con il mio obiettivo finale, non c’entrano davvero niente. “Buongiorno, hai avuto un buon risveglio stamani?”, sento sussurrare all’improvviso una voce vicino al mio orecchio. Spalanco gli occhi di scatto, impaurita, e mi volto alla mia destra. Tiro un sospiro di sollievo e automaticamente sorrido quando vedo la faccia di Alex che mi guarda sorridente. “Buongiorno anche a te. Insomma, diciamo che non ho dormito troppo bene, più che altro poco, visto che poi ieri sera mi sono messa a studiare un po’ per cercare di recuperare quello che non avevo fatto il pomeriggio”, dico, mentendo spudoratamente. Cavolo, sto diventando una bugiarda patentata, le cose mi escono così, senza che ci pensi nemmeno troppo, e questo non è mai stato da me. Ma che cavolo mi hai fatto Luke con la tua presenza? Lui mi guarda intensamente, studiandomi con i suoi profondi occhi neri, io cerco di non dare nessun cenno di cedimento e di mostrare di stare dicendo esclusivamente la verità. “Mi dispiace che non hai dormito bene, spero di non averti fatto fare troppo tardi io”, dice sincero. Dentro di me sospiro di sollievo, perché sembra aver creduto in pieno a quello che gli ho detto. “No, no, figurati, anzi, l’essere tornata un po’ prima mi ha permesso di rimettermi un po’ in pari, visto che in questi giorni i miei pomeriggi saranno sempre occupati”, dico, prima di riuscire a fermarmi. Quando mi accorgo di cosa ho detto, vorrei mordermi la lingua: Luke e la punizione con lui era l’ultimo argomento di cui volevo parlare con lui, visto la reazione che ha avuto l’ultima volta. Avevo giurato a me stessa che non avrei più detto niente di Luke in presenza di Alex, e invece è la prima cosa che mi esce fuori quando apro bocca. Lui, infatti, mi guarda con gli occhi spalancati, e vedo dentro il suo nero una lotta che si sta consumando, poi rilascia un respira e, con fare decisamente troppo calmo, dice: “Ah, la famosa punizione con Luke. Beh, spero che non ti porti via troppo tempo e che riuscirai ad averne anche un po’ per noi e per un altro appuntamento, visto che vorrei cercare di rimediare alla mia brutta gaffe di ieri sera. Tu mi piaci, Denise, e vorrei davvero conoscerti più a fondo”, mi dice avvicinandosi e accarezzandomi una guancia. Io arrossisco appena, ma non mi scanso, anche se la mano di Alex non mi provoca lo stesso calore e gli stessi brividi che mi ha dato quella di Luke stamani. Cavolo, ma posso smettere di pensare a lui ogni cinque secondi? Alex è qui, davanti a me, che mi ha appena detto che gli piaccio senza troppi giri di parole, e io sto continuando a pensare ad una stranissima relazione che ho con un altro, che con il piacere non c’entra davvero niente? Su, ritorna in te Denise!. Sorrido, e mi scanso un po’: “Beh, spero anche io che la punizione non mi porti via troppo tempo. Lo studio ha la precedenza su tutto, per me. Ma ti prometto che cercherò di trovare un’altra sera per vedersi e conoscersi meglio”, aggiungo sorridendo, dopo aver notato che lui si era rabbuiato non appena ho detto che lo studio ha la precedenza. Ora sembra che si sia rasserenato, ed io mi tranquillizzo un po’: gli strani sguardi di Alex e il suo carattere che cambia da un momento all’altro mi mettono in soggezione, ma mi fanno anche provare una scarica di adrenalina che mi mancava da così tanto tempo, e non so se sono proprio disposta a rinunciarci. Anche se, al momento, non provo altro che un’attrazione verso di lui, niente di vagamente interessante intellettualmente, ma forse perché lo conosco poco. Forse quando lo conoscerò meglio, lo troverò interessante anche su altri punti di vista, non devo chiudere la porta solo perché Luke mi ha fatto provare delle sensazioni così forti e contrastanti, di cui credevo di non essere più capace. Con lui è durato un attimo, e poi siamo tornati alla normalità, mentre con Alex potrebbe essere la volta buona e la persona che non mi distrae dal mio obiettivo, ma mi fa sentire viva allo stesso tempo. Sì, deve essere così, quello con Luke di stanotte non è stato niente, come non sono state niente le sensazioni che ho provato, devo concentrarmi su altre cose ed andare avanti, è la cosa migliore per tutti. Alex mi sorride, poi dice: “Beh, spero che non ci metterai troppo a trovare del tempo per me. Se no, facciamo così: fissiamo adesso per la prossima settimana, o per questo fine settimana, così avrai tutto il tempo per organizzarti e sistemarti le cose per avere la serata libera. Che ne dici?”. Il suo tono è dolce e affettuoso, ma a me sembra quasi che stia cercando di ingabbiarmi e di obbligarmi a fare qualcosa. Non mi piace essere costretta a fare le cose, anche se è vero che vorrei conoscerlo meglio, ma vorrei farlo con i miei tempi. Ma sembra che Alex non sia proprio una persona a cui piace aspettare e, per far sì che non sembri che non voglia uscire con lui o che abbia di meglio da fare, e per togliermi dalla testa il pallino fisso di Luke che sembra non volermi lasciare in pace, sorrido e dico: “Sì, mi sembra una buona idea. Facciamo così: io oggi mi studio tutto il programma delle lezioni che ho in settimana, poi ti chiamo e ti dico qual è il giorno per me meno pieno, e mi fai sapere se per te va bene, ok?”. Mi sembra di aver trovato la soluzione migliore per entrambi: lui ha il suo appuntamento e io ho il tempo per decidere quando rivederlo. Alex mi guarda un po’ torvo, forse non è abituato alle ragazze che non si buttano subito tra le sue braccia o che lo fanno aspettare per avere un appuntamento. Ma, come sempre, io non sono come tutte le ragazze e, per quanto anche lui, come Luke, sia un ragazzo pieno di fascino, io ho bisogno di fare le cose con i miei tempi. Sospira appena, poi dice: “Va bene, facciamo così, aspetterò una tua chiamata. Ma sappi che non sono un tipo molto paziente, e non mi va di aspettare molto. Tanto prima o poi ti ribecco a giro per il campus”, dice sorridendo, ma sembra quasi una minaccia. Io faccio un sorriso tirato, perché il suo tono di voce e i suoi occhi mi stanno mettendo paura. Lui ridacchia al mio sguardo impaurito: “Dai, Denise, sto scherzando. Non succederà niente se non mi chiami, anche se ti trovo a giro per il campus ti saluterò, ma avrò capito che non ti interesso e non ti piaccio come ragazzo. Non sono uno stalker, tranquilla. Se non sono il tuo tipo, ne posso trovare altre di ragazze decisamente più interessate a me”, mi dice tranquillo. Io lo guardo sorridendo tesa, anche se la sua spiegazione non mi è piaciuta nemmeno un po’. Sembra davvero uno a cui non è il caso di pestare i piedi e a cui non piace ricevere un no come risposta. Ma forse è anche questo che fa parte del suo fascino e che mi attira da quando ci siamo incontrati: il suo carattere così forte e passionale, che cambia in un attimo. “Non ce ne sarà bisogno, ti chiamerò. Sono stata davvero bene con te ieri sera, è solo che sono un po’ impegnata. Se no, non mi prenderei la briga di chiamarti, se non fossi interessata a te”, dico sorridendo. Lui sembra rilassarsi, finalmente, e mi sorride sincero. In automatico, mi rilasso un po’ anche io: dopo tutta la serata e la mattinata di stamani ho bisogno di qualche momento più tranquillo anche io. “Bene, allora aspetterò una tua chiamata. Ma non metterci troppo, ho proprio voglia di un’altra serata da solo con te”, mi dice, avvicinandosi con fare sensuale. “Non ci metterò molto, promesso. Ora scusami, ma sono in ritardo per la lezione”, gli dico, allontanandomi un pochino. Lui mi fa un mezzo sorriso, poi dice: “Vai, vai, non ti preoccupare. Anzi, sai cosa? Se non ti disturba, posso accompagnarti? Almeno facciamo altre due chiacchiere, tanto io adesso non ho lezione”. Io lo guardo un po’ interdetta: non mi va molto a genio di presentarmi in aula con lui, e sentire le persone che continuano a parlare su di me. Sono quasi tentata di dirgli di no poi, ripensandoci, decido che, almeno Alex, è un ragazzo che non ha paura di farsi vedere in giro con me, e che ci tiene davvero alla mia compagnia. E allora, che tutti sparlino pure, non mi interessa ormai. “No, non mi disturba, ma andiamo alla svelta, non mi piace arrivare tardi”, gli dico sorridendo. Lui si illumina alla mia risposta: probabilmente pensava che gli avrei detto di no, e non ci era andato molto lontano. “Fammi strada”, mi dice, avvicinandosi al mio fianco e prendendomi la mano. Io lo guardo per un attimo, imbarazzata, pensando ad un modo gentile per togliere la mano dalla sua e far sì che la gente non parli più del dovuto, ma alla fine decido che non mi interessa: se per Alex non è un problema farsi vedere in mia compagnia e mostrare a tutti che abbiamo una qualche sorta di relazione, non è un problema nemmeno per me. Mi piace questo suo lato del carattere che non si preoccupa di niente e di nessuno, ma fa solo di quello che gli piace realmente fare e sta solo con le persone con cui vuole veramente stare. Il tragitto dal giardino all’aula è breve, ma abbiamo incrociato così tanti studenti che ci guardavano allibiti e parlottavano tra di loro, che mi è sembrata un passeggiata di un’ora. Alex è rimasto calmo e tranquillo tutto il tempo, chiacchierando del più e del meno, dicendomi i suoi programmi per la giornata e chiedendomi i miei. Io gli ho risposto quasi a monosillabi, troppo impegnata a guardare gli altri che erano così interessati a noi, e troppo in imbarazzo per poter rispondere una sola parola a quegli sguardi. Quando siamo vicini alla porta dell’aula, mi fermo di botto e lascio la mano di Alex. Lui si volta di scatto: “Che succede?”. “Niente, è che sono arrivata e non mi va che anche i miei compagni di corso inizino a parlottare per tutta la lezione, solo perché ci hanno visti mano nella mano. Sono una a cui non piace stare al centro dell’attenzione, già che sono riuscita a sorbirmi i borbotti e le occhiate mentre venivamo qui è un miracolo”, dico titubante. Alex si avvicina a me e mi sfiora appena una guancia: “Tranquilla, Denise, è normale che la gente parli. Io ci sono abituato, capisco che per te è tutto nuovo, ma imparerai a non ascoltare quello che dicono e ad ignorare gli sguardi che ti lanciano, buoni o cattivi che siano. Io non ho intenzione di nascondere a nessuno che sto uscendo con te, e spero che per te sia la stessa cosa”, dice a bassa voce. “Sì, certo, per me è la stessa cosa, ma non sono abituata a tutta questa attenzione su di me. Devi darmi un po’ di tempo, io sono una persona molto riservata e gelosa delle sue cose. Ma certo non voglio nasconderti. Ma nemmeno attirare troppo l’attenzione su di me, ecco. Ora scusami, ma devo davvero entrare. Grazie per la compagnia, è sempre piacevole stare con te”, dico sorridendo e avviandomi verso l’aula. Lui mi sorride a sua volta poi, senza preavviso, si avvicina a me sulla porta: “Non ti preoccupare, se attireremo l’attenzione sarà solo per cose positive. Capsico che sei una persona riservata, ma purtroppo io sono un ragazzo conosciuto, qui dentro, e la gente si interessa a quello che faccio. Ma non ti preoccupare, in pubblico sono abituato a comportarmi bene e a non fare niente di sconveniente. Buona lezione”, e, senza preavviso, mi sfiora la guancia con un bacio. Io rimango impietrita a questa dimostrazione davanti a tutti, mi volto e lo guardo imbarazzata, mentre lui mi guarda sorridendo. Sono un po’ interdetta e arrabbiata per aver cercato di dimostrare qualcosa davanti a tutti, quando gli avevo palesemente detto di non esserci abituata, però alla fine mi fa anche piacere che ci tenga a dimostrare apertamente che ha un qualche tipo di relazione con me. “Grazie. Non sono abituata a tutta questa attenzione e a queste dimostrazioni, ma cercherò di abituarmi”, dico, facendo un sorriso imbarazzato. Lui sorride a sua volta poi, prima di andarsene, vedo che alza un braccio in direzione dell’aula e saluta. Io seguo con lo sguardo il suo saluto, e vedo che di rimando una persona da dentro lo saluta, poi Alex se ne va e io continuo a fissare impietrita chi ha salutato Alex: Luke mi guarda dal suo banco con un espressione dura e arrabbiata che gli ho visto solo una volta, ed era riservata alla frase che gli avevo detto, ma questa volta i suoi occhi sembrano sputare dardi infuocati nella mia direzione. Non so come comportarmi, non credo di aver fatto niente di male, anche se la dimostrazione di affetto di Alex è stata abbastanza palese. Credo proprio che questa sarà una delle lezioni più lunghe e difficili da far passare.
   
 
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