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Autore: agatha    29/03/2009    5 recensioni
Una tazzina del caffè, di solito, serve solo per contenere un liquido. In qualche caso invece può cambiare totalmente la vita: così come succederà a Samantha, che incrocerà inaspettatamente la sua con quella di Kevin, Joe e Nick.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi perdonate se non commento? E’ tardissimo e se non posto oggi ho paura di rimandare ancora…

 

Quindi un grazie enorme per aver commentato e letto, vi adoro!!!

 

************

 

I grandi magazzini non erano molto affollati all’ora di pranzo. Samantha ne aveva approfittato per fare un giro e comprarsi qualcosa di carino dato che, con la fine del mese, era stata pagata. Storse il naso di fronte ai grandi cartelli che annunciavano gli arrivi autunnali, tutti indumenti scuri o neri. Lei invece amava i colori, soprattutto nella stagione invernale: vestirsi sgargiante era un modo per scacciare il grigiore delle brutte giornate, anche se i suoi capelli rossi la limitavano.

Dopo aver girato per un po’ riuscì a trovare alcuni capi abbastanza carini. Mentre raggiungeva i camerini di prova ripensò a quanto era cambiata la sua vita ultimamente: erano passate solo due settimane da quando aveva conosciuto Kevin ma sembrava fosse trascorso più tempo. Si era rivelato una persona deliziosa, un buon amico. I Jonas Brothers avevano in programma di rimanere un mese intero a New York per promuovere il nuovo album e dovevano tenere una serie di concerti, più varie interviste alla radio e speciali per la televisione.

Quasi tutte le sere, quando lui era libero, si erano incontrati al Roof Garden per parlare e bere una tazza di tisana. Era diventata ormai una piacevole abitudine e poteva affermare che era nata una vera amicizia fra di loro.

Però aver realizzato tutto ciò la spaventava.

Più cercava di mantenere le distanze, di trattarlo con gentilezza ma senza approfondire il loro rapporto, più si ritrovava a desiderare la sua presenza. Si era illusa di poter gestire tutto ma la situazione le era poi sfuggita di mano. Lo aveva capito quando Kevin le aveva rivelato un suo importante segreto.

 

Quella sera si era accorta che era di umore strano, come se fosse depresso. Per un po’ infatti erano rimasti entrambi in silenzio, mentre lui accarezzava le corde della chitarra producendo una melodia che sembrava quasi una ninna nanna. Aveva chiuso gli occhi lasciandosi cullare da quel suono, da quelle note magiche. Ogni volta non mancava mai di stupirsi di come riuscisse ad emozionarla in quel modo e solo con qualche nota improvvisata sul momento. Kevin aveva indubbiamente la musica nel sangue e un talento naturale per combinare insieme sette semplici note trasformandole in qualcosa di unico.

Aveva atteso in silenzio, sperando che fosse lui a fare il primo passo ma così non era stato, per cui si era decisa a parlare. In fin dei conti, se lui avesse voluto stare solo, non si sarebbe presentato al loro appuntamento.

“Mi dispiace” esordì.

Quelle parole attirarono l’attenzione di Kevin, che smise di suonare girandosi a guardarla.

“Perché?”

“Sei triste”

Lui appoggiò gli avambracci sul bordo della chitarra, abbassando il viso verso terra. Per un momento aveva pensato di negare tutto ma qualcosa dentro di sé si era ribellato. Come se fosse stanco di nascondere quello che provava davvero.

“E’ così evidente?” rispose stancamente.

“Sì”

Sospirò scuotendo il capo.

“Scusa, non sono molto di compagnia” si giustificò.

“E’ successo qualcosa oggi?”

“No, è stato tutto normale”

Sam non poteva saperlo ma Kevin, in quel momento, si sentiva molto simile a Nick che non riusciva mai ad esternare quello che lo faceva star male. Per quanto avesse criticato più volte il fratello per quel comportamento un po’ immaturo, non poteva fare a meno di imitarlo. Era davvero difficile esprimere a parole il suo malessere, come se parlarne lo rendesse più vero e più doloroso. Ma non aveva fatto i conti con la tenacia della rossa al suo fianco.

“Se mi dici chi ti ha fatto arrabbiare muovo il naso e lo trasformo in un rospo” provò a sdrammatizzare.

Aveva intuito il disagio di Kevin e non voleva forzarlo a confidarsi con lei, desiderava solo cancellare la tristezza che velava i suoi splendidi occhi.

 

 

Inaspettatamente il suo commento funzionò, perché lui prima la fissò con una faccia stupefatta e poi scoppiò a ridere malgrado tutto. Senza saperlo Samantha aveva adottato la stessa tattica che usava lui con il fratello.

“Ok, terrò buona la tua offerta” le rispose in tono altrettanto scherzoso prima di tornare serio. Rimase zitto per quasi un minuto prima di continuare.

“Siamo stati ospiti in una radio di recente” esordì ad un certo punto.

“Ti hanno messo in imbarazzo?”

Lui scosse la testa, cercando le parole giuste.

“Il cronista mi ha domandato chi è la persona più vicina a me, alla quale confido tutto – fece una pausa prima di continuare – di getto ho risposto i miei fratelli. Solo loro quelli con cui condivido la maggior parte della mia vita”

“E’ la verità” concordò cautamente Sam, non riuscendo a capire quale fosse il problema.

Kevin invece fece una smorfia.

“Non è vero. O meglio, Joe e Nick saranno sempre presenti nella mia vita ma quella domanda mi ha fatto capire una cosa importante: non ho qualcuno accanto a me” disse con voce amara, che sottolineava come quell’argomento fosse spinoso, perché certi pensieri se espressi ad alta voce fanno più male, come se il fatto di dirli a qualcuno li rendesse più veri.

Samantha, che lo aveva capito, gli posò una mano sul braccio per rassicurarlo.

“Non sei obbligato a parlarne se non ti va”

Lui piegò il gomito e appoggiò la mano coprendo quella di lei stringendola leggermente.

“Finora tenermelo dentro non è servito a migliorare le cose, sono giorni che ci rimugino sopra” si alzò in piedi, raggiungendo la balaustra che delimitava l’attico e poi si voltò a guardarla, mettendo le mani in tasca e appoggiandosi con la schiena.

 

Vederlo così, come se fosse un pulcino bagnato, le fece venire voglia di correre ad abbracciarlo e rassicurarlo, dicendogli che tutto andava bene, che lei avrebbe fatto tutto quello che poteva perché tornasse a sorridere. Ma sapeva bene di non avere nessun diritto di farlo. Rimase in silenzio, aspettando che continuasse.

“Il cronista intendeva una ragazza ovviamente, non un parente e mi sono reso conto in quel momento, mentre riflettevo sulla domanda, che manca qualcosa nella mia vita. Lo so che posso sembrare un ragazzino viziato a dire così. Suono in un gruppo famoso, vendiamo milioni di dischi e siamo ricercati, non dovrei chiedere niente di più dalla vita. Invece vorrei davvero trovare una persona con cui condividere gioie e dolori, con cui poter parlare liberamente ed essere me stesso”

Samantha si alzò in piedi, avvicinandosi a lui e imitandolo, appoggiandosi alla ringhiera.

 

Per un po’ rimasero in silenzio. Samantha stava pensando alle parole giuste da dire, per fargli capire che era solo questione di tempo, un ragazzo come lui così dolce e profondo non era destinato a restare solo nella vita.

“Capisco che tu sia rimasto male dopo quella domanda ma devi guardare tutto da un’altra prospettiva. Forse non era il momento giusto prima, dovevi concentrarti sulla musica, sulla nascita del vostro gruppo”

Lui la guardò voltando il capo verso di lei.

“Tu dici?”

“Sì. Pensaci. Sei stato sempre in viaggio, tra concerti, interviste e tutto il resto quanto tempo avresti potuto dedicare ad una storia? Troppo poco. Rischiavi di non avere un momento libero per cercare di non deludere nessuno”

Kevin rimase a bocca aperta di fronte a quelle parole. Non ci aveva mai pensato ma Sam aveva pienamente ragione. Cercava sempre di essere presente per tutti, di fare quanto ci si aspettava da lui senza dubbio. Avrebbe finito per stare male e sentirsi frustrato.

Chi l’avrebbe mai detto che una ragazza conosciuta per caso lo avrebbe capito meglio di chiunque altro?

Stava per replicare quando lei continuò il suo discorso.

 

“Mi ricordi la canzone”

“Quale?”

“Gotta find you. Scusa – disse stringendosi nelle spalle, quasi timorosa che lui si arrabbiasse - lo so che sono un po’ fissata, però calza a pennello non credi?”

Kevin scosse la testa più volte lasciandola interdetta. Non l’aveva mai detto a nessuno al di fuori della famiglia eppure Samantha sembrava aver capito lo spirito di quella canzone. Non era facile esprimere quello che sentiva dentro e sapeva di non poterlo fare con i suoi fratelli o i suoi genitori. Per questo si ritrovò a parlare senza quasi rendersene conto.

“L’’ho scritta io” confessò di getto.

“Cosa?”

“Hai capito bene. L’ho scritta interamente io, dal testo alla musica. Ma non volevo pubblicarla, doveva essere una cosa mia. Non ho fatto i conti con Joe però. Una sera sono andato in bagno perché avevo scordato l’orologio e l’ho sentito canticchiare il ritornello. C’è mancato poco che non lo tirassi fuori dalla doccia. Dopo mi ha spiegato di aver trovato i miei appunti mentre cercava le cuffiette dell’i-pod, dato che le sue si erano rotte. Visto che nel suo vocabolario la parola “privacy” non esiste ha pensato bene di leggerla e gli è piaciuta”.

Sam spalancò gli occhi.

“Non mi stupisce”

Kevin alzò una mano per bloccare il suo entusiasmo.

“Se si fosse limitato a quello non me la sarei presa. Se si fosse limitato a farla vedere a Nick non me la sarei presa. Ma no, lui ha dovuto esagerare e l’ha proposta ai produttori di Camp Rock senza dirmelo”

Prima di continuare sospirò, voltandosi per osservare l’orizzonte, appoggiando gli avambracci alla balaustra e intrecciando le dita. Poi ricominciò a parlare.

“Ne sono stati così entusiasti da volerla a tutti i costi. Alla fine ho dovuto accettare, tutto per colpa di quel farabutto di Joe” concluse.

Non sapeva quale reazione avrebbe suscitato la sua confessione e girò il capo verso di lei, un po’ timoroso e un po’ curioso.

 

Lei era semplicemente rimasta a bocca aperta, ma se prima a Kevin era successo solo in modo figurato, lei si ritrovò letteralmente con le labbra spalancate e gli occhi sgranati.

“Ti ho scioccata?” la prese in giro con l’accenno di un sorriso davanti a quell’espressione.

“L’hai scritta tu – fu l’unica cosa che riuscì a rispondere Sam, quasi in trance – la mia canzone… l’hai scritta tu”

Il maggiore dei Jonas annuì mentre la depressione di poco prima lasciava il posto ad un senso di tenerezza.

“E’ quello che ho detto”

A quel punto lei si spostò mettendosi proprio davanti a lui e piantandogli un dito in pieno petto.

“Sei un ragazzo pieno di sorprese Paul Kevin Jonas e la ragazza che avrà la fortuna di conoscere come sei realmente non potrà non amarti per tutta la vita – lo fissò intensamente negli occhi, ricambiata da lui - è solo questione di tempo vedrai” gli promise.

Quelle parole sincere e dette con tono sicuro gli scaldarono il cuore come mai avrebbe creduto. Non riusciva a spiegarselo ma le credeva. Con una mano le afferrò il dito portandoselo alle bocca per un piccolo bacio.

“Grazie” sussurrò con le labbra contro il suo polpastrello.

Sam gli sorrise dolcemente, contenta di averlo potuto aiutare, anche se quel contatto la spaventò. Per questo si divincolò da lui, voltandogli le spalle.

“Bah, scrivere una canzone simile e nasconderlo al mondo intero… solo tu potevi fare una cosa del genere” commentò per sdrammatizzare.

  
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