Mi
perdonate se non commento? E’ tardissimo e se non posto oggi ho paura di
rimandare ancora…
Quindi
un grazie enorme per aver commentato e letto, vi
adoro!!!
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I
grandi magazzini non erano molto affollati all’ora di pranzo. Samantha ne aveva
approfittato per fare un giro e comprarsi qualcosa di carino dato che, con la
fine del mese, era stata pagata. Storse il naso di fronte ai grandi cartelli che
annunciavano gli arrivi autunnali, tutti indumenti scuri o neri. Lei invece
amava i colori, soprattutto nella stagione invernale: vestirsi sgargiante era un
modo per scacciare il grigiore delle brutte giornate, anche se i suoi capelli
rossi la limitavano.
Dopo
aver girato per un po’ riuscì a trovare alcuni capi abbastanza carini. Mentre
raggiungeva i camerini di prova ripensò a quanto era cambiata la sua vita
ultimamente: erano passate solo due settimane da quando aveva conosciuto Kevin
ma sembrava fosse trascorso più tempo. Si era rivelato una persona deliziosa, un
buon amico. I Jonas Brothers avevano in programma di rimanere un mese intero a
New York per promuovere il nuovo album e dovevano tenere una serie di concerti,
più varie interviste alla radio e speciali per la televisione.
Quasi
tutte le sere, quando lui era libero, si erano incontrati al Roof Garden per
parlare e bere una tazza di tisana. Era diventata ormai una piacevole abitudine
e poteva affermare che era nata una vera amicizia fra di loro.
Però
aver realizzato tutto ciò la spaventava.
Più
cercava di mantenere le distanze, di trattarlo con gentilezza ma senza
approfondire il loro rapporto, più si ritrovava a desiderare la sua presenza. Si
era illusa di poter gestire tutto ma la situazione le era poi sfuggita di mano.
Lo aveva capito quando Kevin le aveva rivelato un suo importante
segreto.
Quella
sera si era accorta che era di umore strano, come se fosse depresso. Per un po’
infatti erano rimasti entrambi in silenzio, mentre lui accarezzava le corde
della chitarra producendo una melodia che sembrava quasi una ninna nanna. Aveva
chiuso gli occhi lasciandosi cullare da quel suono, da quelle note magiche. Ogni
volta non mancava mai di stupirsi di come riuscisse ad emozionarla in quel modo
e solo con qualche nota improvvisata sul momento. Kevin aveva indubbiamente la
musica nel sangue e un talento naturale per combinare insieme sette semplici
note trasformandole in qualcosa di unico.
Aveva
atteso in silenzio, sperando che fosse lui a fare il primo passo ma così non era
stato, per cui si era decisa a parlare. In fin dei conti, se lui avesse voluto
stare solo, non si sarebbe presentato al loro
appuntamento.
“Mi
dispiace” esordì.
Quelle
parole attirarono l’attenzione di Kevin, che smise di suonare girandosi a
guardarla.
“Perché?”
“Sei
triste”
Lui
appoggiò gli avambracci sul bordo della chitarra, abbassando il viso verso
terra. Per un momento aveva pensato di negare tutto ma qualcosa dentro di sé si
era ribellato. Come se fosse stanco di nascondere quello che provava
davvero.
“E’
così evidente?” rispose stancamente.
“Sì”
Sospirò
scuotendo il capo.
“Scusa,
non sono molto di compagnia” si giustificò.
“E’
successo qualcosa oggi?”
“No, è
stato tutto normale”
Sam
non poteva saperlo ma Kevin, in quel momento, si sentiva molto simile a Nick che
non riusciva mai ad esternare quello che lo faceva star male. Per quanto avesse
criticato più volte il fratello per quel comportamento un po’ immaturo, non
poteva fare a meno di imitarlo. Era davvero difficile esprimere a parole il suo
malessere, come se parlarne lo rendesse più vero e più doloroso. Ma non aveva
fatto i conti con la tenacia della rossa al suo
fianco.
“Se mi
dici chi ti ha fatto arrabbiare muovo il naso e lo trasformo in un rospo” provò
a sdrammatizzare.
Aveva
intuito il disagio di Kevin e non voleva forzarlo a confidarsi con lei,
desiderava solo cancellare la tristezza che velava i suoi splendidi occhi.
Inaspettatamente
il suo commento funzionò, perché lui prima la fissò con una faccia stupefatta e
poi scoppiò a ridere malgrado tutto. Senza saperlo Samantha aveva adottato la
stessa tattica che usava lui con il fratello.
“Ok,
terrò buona la tua offerta” le rispose in tono altrettanto scherzoso prima di
tornare serio. Rimase zitto per quasi un minuto prima di
continuare.
“Siamo
stati ospiti in una radio di recente” esordì ad un certo
punto.
“Ti
hanno messo in imbarazzo?”
Lui
scosse la testa, cercando le parole giuste.
“Il
cronista mi ha domandato chi è la persona più vicina a me, alla quale confido
tutto – fece una pausa prima di continuare – di getto ho risposto i miei
fratelli. Solo loro quelli con cui condivido la maggior parte della mia
vita”
“E’ la
verità” concordò cautamente Sam, non riuscendo a capire quale fosse il
problema.
Kevin
invece fece una smorfia.
“Non è
vero. O meglio, Joe e Nick saranno sempre presenti nella mia vita ma quella
domanda mi ha fatto capire una cosa importante: non ho qualcuno accanto a me”
disse con voce amara, che sottolineava come quell’argomento fosse spinoso,
perché certi pensieri se espressi ad alta voce fanno più male, come se il fatto
di dirli a qualcuno li rendesse più veri.
Samantha,
che lo aveva capito, gli posò una mano sul braccio per
rassicurarlo.
“Non
sei obbligato a parlarne se non ti va”
Lui
piegò il gomito e appoggiò la mano coprendo quella di lei stringendola
leggermente.
“Finora
tenermelo dentro non è servito a migliorare le cose, sono giorni che ci rimugino
sopra” si alzò in piedi, raggiungendo la balaustra che delimitava l’attico e poi
si voltò a guardarla, mettendo le mani in tasca e appoggiandosi con la schiena.
Vederlo
così, come se fosse un pulcino bagnato, le fece venire voglia di correre ad
abbracciarlo e rassicurarlo, dicendogli che tutto andava bene, che lei avrebbe
fatto tutto quello che poteva perché tornasse a sorridere. Ma sapeva bene di non
avere nessun diritto di farlo. Rimase in silenzio, aspettando che
continuasse.
“Il
cronista intendeva una ragazza ovviamente, non un parente e mi sono reso conto
in quel momento, mentre riflettevo sulla domanda, che manca qualcosa nella mia
vita. Lo so che posso sembrare un ragazzino viziato a dire così. Suono in un
gruppo famoso, vendiamo milioni di dischi e siamo ricercati, non dovrei chiedere
niente di più dalla vita. Invece vorrei davvero trovare una persona con cui
condividere gioie e dolori, con cui poter parlare liberamente ed essere me
stesso”
Samantha
si alzò in piedi, avvicinandosi a lui e imitandolo, appoggiandosi alla
ringhiera.
Per un
po’ rimasero in silenzio. Samantha stava pensando alle parole giuste da dire,
per fargli capire che era solo questione di tempo, un ragazzo come lui così
dolce e profondo non era destinato a restare solo nella vita.
“Capisco
che tu sia rimasto male dopo quella domanda ma devi guardare tutto da un’altra
prospettiva. Forse non era il momento giusto prima, dovevi concentrarti sulla
musica, sulla nascita del vostro gruppo”
Lui la
guardò voltando il capo verso di lei.
“Tu
dici?”
“Sì.
Pensaci. Sei stato sempre in viaggio, tra concerti, interviste e tutto il resto
quanto tempo avresti potuto dedicare ad una storia? Troppo poco. Rischiavi di
non avere un momento libero per cercare di non deludere
nessuno”
Kevin
rimase a bocca aperta di fronte a quelle parole. Non ci aveva mai pensato ma Sam
aveva pienamente ragione. Cercava sempre di essere presente per tutti, di fare
quanto ci si aspettava da lui senza dubbio. Avrebbe finito per stare male e
sentirsi frustrato.
Chi
l’avrebbe mai detto che una ragazza conosciuta per caso lo avrebbe capito meglio
di chiunque altro?
Stava
per replicare quando lei continuò il suo discorso.
“Mi
ricordi la canzone”
“Quale?”
“Gotta
find you. Scusa
– disse stringendosi nelle spalle, quasi timorosa che lui si arrabbiasse - lo so
che sono un po’ fissata, però calza a pennello non
credi?”
Kevin
scosse la testa più volte lasciandola interdetta. Non l’aveva mai detto a
nessuno al di fuori della famiglia eppure Samantha sembrava aver capito lo
spirito di quella canzone. Non era facile esprimere quello che sentiva dentro e
sapeva di non poterlo fare con i suoi fratelli o i suoi genitori. Per questo si
ritrovò a parlare senza quasi rendersene conto.
“L’’ho
scritta io” confessò di getto.
“Cosa?”
“Hai
capito bene. L’ho scritta interamente io, dal testo alla musica. Ma non volevo
pubblicarla, doveva essere una cosa mia. Non ho fatto i conti con Joe però. Una
sera sono andato in bagno perché avevo scordato l’orologio e l’ho sentito
canticchiare il ritornello. C’è mancato poco che non lo tirassi fuori dalla
doccia. Dopo mi ha spiegato di aver trovato i miei appunti mentre cercava le
cuffiette dell’i-pod, dato che le sue si erano rotte. Visto che nel suo
vocabolario la parola “privacy” non esiste ha pensato bene di leggerla e gli è
piaciuta”.
Sam
spalancò gli occhi.
“Non
mi stupisce”
Kevin
alzò una mano per bloccare il suo entusiasmo.
“Se si
fosse limitato a quello non me la sarei presa. Se si fosse limitato a farla
vedere a Nick non me la sarei presa. Ma no, lui ha dovuto esagerare e l’ha
proposta ai produttori di Camp Rock senza dirmelo”
Prima
di continuare sospirò, voltandosi per osservare l’orizzonte, appoggiando gli
avambracci alla balaustra e intrecciando le dita. Poi ricominciò a
parlare.
“Ne
sono stati così entusiasti da volerla a tutti i costi. Alla fine ho dovuto
accettare, tutto per colpa di quel farabutto di Joe”
concluse.
Non
sapeva quale reazione avrebbe suscitato la sua confessione e girò il capo verso
di lei, un po’ timoroso e un po’ curioso.
Lei
era semplicemente rimasta a bocca aperta, ma se prima a Kevin era successo solo
in modo figurato, lei si ritrovò letteralmente con le labbra spalancate e gli
occhi sgranati.
“Ti ho
scioccata?” la prese in giro con l’accenno di un sorriso davanti a
quell’espressione.
“L’hai
scritta tu – fu l’unica cosa che riuscì a rispondere Sam, quasi in trance – la
mia canzone… l’hai scritta tu”
Il
maggiore dei Jonas annuì mentre la depressione di poco prima lasciava il posto
ad un senso di tenerezza.
“E’
quello che ho detto”
A quel
punto lei si spostò mettendosi proprio davanti a lui e piantandogli un dito in
pieno petto.
“Sei
un ragazzo pieno di sorprese Paul Kevin Jonas e la ragazza che avrà la fortuna
di conoscere come sei realmente non potrà non amarti per tutta la vita – lo
fissò intensamente negli occhi, ricambiata da lui - è solo questione di tempo
vedrai” gli promise.
Quelle
parole sincere e dette con tono sicuro gli scaldarono il cuore come mai avrebbe
creduto. Non riusciva a spiegarselo ma le credeva. Con una mano le afferrò il
dito portandoselo alle bocca per un piccolo bacio.
“Grazie”
sussurrò con le labbra contro il suo polpastrello.
Sam gli sorrise dolcemente, contenta di averlo potuto aiutare, anche se quel contatto la spaventò. Per questo si divincolò da lui, voltandogli le spalle.
“Bah, scrivere una canzone simile e nasconderlo al mondo intero… solo tu potevi fare una cosa del genere” commentò per sdrammatizzare.