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Autore: Gaia_dc    13/03/2016    2 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A thousand years


La mattina seguente, Ziva si svegliò verso le 7. Doveva accompagnare Tali alla stazione degli autobus, e poi sarebbe tornata dai suoi amici. Lei non doveva andare a scuola, Tali invece sì.
 
Quando aprì gli occhi ancora assonnati, si ritrovò circondata da un paio di braccia che sembravano volerla proteggere.
Sorrise involontariamente.
 
Si sollevò lentamente, per cercare di non svegliare Tony, e posò il suo sguardo sul suo viso.
Ripensò a quanto accaduto poche ore prima, e si accorse che per la prima volta dopo tanto tempo, aveva fatto uno splendido sogno, e si era svegliata dal calore del respiro del ragazzo sul suo collo, e non con il cuore che batteva per la paura, la fronte sudata o gli occhi lucidi.
 
“Grazie, Tony”
Mormorò, senza farsi sentire, accarezzandogli la fronte.
 
Poi si alzò, cercando sempre di non svegliarlo, e gli sistemò la coperta sopra.
Andò in cucina, per preparare la colazione alla sorella, e una volta che il latte si riscaldò, salì a chiamarla.
 
Si sedette sul suo letto, e le passò una mano tra i capelli.
 
“Buongiorno topina”
Le sussurrò.
 
La piccola aprì lentamente gli occhi, e si alzò, per dare un bacio sulla guancia a Ziva.
“Buongiorno”
Rispose sorridendo.
 
 
 
“Tu e Tony avete dormito insieme?”
Chiese Tali, con un guizzo negli occhi.
 
“Sali, sognatrice! È arrivato il bus”
Rispose Ziva, ridendo.
 
 
 
Rientrando in casa, venne subito afferrata per un braccio da Abby, che aveva in volto un sorriso a 32 denti, e lo stesso guizzo negli occhi, di Tali.
 
“Buongiorno anche a te, Abby”
 
“Avete dormito insieme?”
Chiese, saltando i convenevoli.
 
Ziva osservò che era ancora in pigiama, e non poté evitare di notare i teschi che ricoprivano i pantaloni neri… Rise.
 
“Ti dona questo pigiama, Abby”


“Eviti l’argomento… Quindi si! Avete dormito insieme…”
Confermò al settimo cielo.
 
“Sei uguale a mia sorella…”
Sospirò.
“Abbiamo dormito insieme… Ma solo perché ero troppo stanca per salire in camera…”
Mentì.
 
“Ma dove sono Tony e McGee?”
Aggiunse.
 
“Qualcuno mi cerca?”
Una voce si insinuò alle sue spalle.
 
Ziva si voltò e vide Tony, che lentamente si avvicinava alle due ragazze.
 
“Tony… Ho notato che stanotte non hai dormito da solo…”
Iniziò a prenderlo in giro Abby.
 
Per tutta risposta, Tony si mise dietro Ziva, le cinse i fianchi con le mani, e appoggiò il volto sorridente e tranquillo sulla sua spalla.
 
Ziva si voltò a guardarlo tra lo stranito e l’esterrefatto.
“To…”
 
“Si Abby… Ma direi che non abbiamo affatto dormito…”
Rispose malizioso, dipingendo un sorriso enorme sulla faccia della ragazza.
 
“Tony?!”
Si intromise Ziva.
 
“E che avete fatto?”
Chiese Abby curiosa ignorandola.
 
“Abbiamo…”
Abby fremeva, e Ziva lo guardava sconvolta.
“Visto un film in tedesco”
Concluse, lasciando andare Ziva, e con voce piatta, per rendere l’idea che le immaginazioni di Abby erano del tutto false.
 
Ziva iniziò a ridere come una bambina, per la scena, e per la faccia di Abby, che era rimasta a bocca aperta, delusa.
 
“Mi sono perso qualcosa?”
Chiese McGee dalle scale, mentre sbadigliava.
 
“Niente, McSonnolenza”
Rispose Tony con lo stesso tono di sufficienza di prima… Atteggiamento tipico dei DiNozzo.
 
“Beh? Facciamo colazione?”
Propose alla fine Abby.
 
 
 
Erano tutti e quattro seduti in cucina a consumare la colazione… Tutti tranne Ziva, che sembrava mangiare come un uccellino il cornetto che aveva davanti a sé.
 
Con la mente era assente. Ripensava alla serata precedente, e continuava a ringraziare Tony dentro di sé… Eppure non gliel’aveva ancora detto di persona, se non mentre lui dormiva. L’aveva svegliato in piena notte, e lui le aveva anche chiesto di rimanere. Non si conoscevano da una vita, ma lui sembrava sapere tutto di lei e del suo carattere. Sapeva che non gli avrebbe mai detto che era spaventata, dopo quell’incubo, di dormire da sola, e le ha reso le cose più facili… Come faceva sempre.
 
Poi la sua mente andò avanti velocemente, a pochi minuti prima di iniziare a mangiare. Le mani del ragazzo intorno ai suoi fianchi, le avevano fatto perdere il respiro, e sentendo il suo viso che si era appoggiato sulla sua spalla, si era irrigidita.
 
Non voleva sembrare in imbarazzo, e aveva provato a pronunciare qualche parola, senza grandi risultati… Non capiva quale fosse il gioco di Tony… Poi tutto finì in un istante.
 
 
 
“Terra chiama Ziva… Sei con noi?”
Abby la risvegliò dai suoi pensieri, sventolandole una mano davanti.
 
“Eh? Oh si… È davvero ottimo questo cornetto!”
Rispose, tornando alla realtà.
 
“Ti crederei di più se lo avessi mangiato!”
Scherzò Tony, ricevendo una smorfia in cambio.
 
“Tim…”
Ad un tratto le parole le uscirono di bocca da sole. Non sapeva perché lo stava facendo. Sapeva che così, avrebbe indotto domande su domande… Ma non riusciva a fermarsi… Un impulso improvviso.
 
“Dimmi Ziva”
Rispose il ragazzo, anche se già consapevole di quello che gli stava per dire.
 
“Ragazzi… Mi dispiace per quello che è successo ieri sera quando siete arrivati…”
Parlava con lo sguardo basso…
 
I tre ragazzi si guardarono… Forse era arrivato il momento di sapere la sua storia.
 
“Ziva…”
Abby appoggiò una mano sul suo polso, e la guardò teneramente, cercando i suoi occhi.
“Sappiamo che c’è qualcosa che non ci vuoi dire… Ma noi siamo i tuoi amici… A noi puoi dire tutto!”
 
Amici… Quella parola le diede immediatamente un sollievo allo stomaco.
Si guardò attorno. Abby aveva ragione… Loro erano i suoi amici… Non l’avrebbero tradita.
 
“Mio… Mio padre… La mia famiglia è israeliana”
Non sapeva da dove iniziare.
“Mio padre è ancora lì… Perché… Lui è il direttore di un’agenzia importante, ma altrettanto pericolosa”
Si guardò tra le mani… Era sicura di voler continuare?
 
Guardò i volti dei suoi amici. Probabilmente non avevano la minima idea di cosa fosse il Mossad. Poi però, vide scattare uno strano meccanismo negli occhi di Tony.
Forse aveva capito, forse no. Forse aveva paura… O forse solo il fatto che sapeva cosa stava per succedere…
 
Riflettendoci, l’aveva vista in numerose occasioni in cui il suo passato ritornava impetuoso nella sua realtà, ma per qualche assurda ragione, si era decisa solo ora  a parlare. In una serena mattina di Ottobre, in cui tutto stava andando bene, in cui tutti erano felici… Voleva perdere il sorriso così…
 
Ziva continuò ad osservare Tony, poi guardò fuori dalla finestra. Non avrebbe messo in pericolo i suoi amici. Sapere, significava essere coinvolti, ed essere coinvolti, in Israele, portava ad un'unica soluzione: nessuna via di scampo.
 
“Come tutto in Israele, del resto… Ci hanno insegnato a fare attenzione a qualunque cosa, e tenersi sempre pronti”
Decise di salvaguardarli. Erano i suoi amici, e avrebbe fatto di tutto per loro, ora che ne aveva.
 
Così dicendo, si alzò dal suo tavolo, ma la mano di Abby la fermò.
“Ziva…”
 
“È tutto Abby”
La fulminò con lo sguardo. Poi sentì un sospiro… Tony. Si guardarono negli occhi. Parlavano, discutevano animatamente. Solo con degli sguardi.
 
Tim ed Abby assistevano impazienti di sapere chi avrebbe avuto la meglio. Il desiderio di sapere per poter proteggere, o l’imposizione di tacere per poter riparare?
 
 
 
“Entra, Ari”
 
Ari era appena arrivato a Tel-Aviv, ed una scorta l’aveva immediatamente portato dal padre. Entrando nella sede del Mossad, un senso di timore lo attanagliò.
 
Aveva paura di cosa gli avrebbe detto suo padre. Sapeva che aveva a che fare con la sua famiglia, con Ziva, e che lui avrebbe dovuto proteggerla. Ma sapeva anche che il Mossad non si ferma davanti a niente, e se suo padre l’avesse ritenuto necessario, l’avrebbe dovuta mettere fuori gioco.
 
“Figliolo, ti ho convocato perché abbiamo delle novità su Avraham”
Il padre lo invitò a sedersi davanti a lui.
 
“Di che si tratta?”
Chiese tentando di sembrare tranquillo.
 
Un agente del Mossad non ha mai paura di quello che potrà accadere… Ma si trattava della sua sorellina! Come poteva non essere inquieto se la sua piccola Ziva era in pericolo?
 
Il padre lo scrutò negli occhi. Riconobbe in lui quella sensazione di agitazione, poi si alzò, prese in mano un telecomando, e fece comparire su uno schermo davanti a sé delle immagini.
 
“Fareed Avraham, membro di una cellula terroristica di Hamas. È venuto a Tel-Aviv sotto il nome di Michael Rivkin”
Iniziò a spiegare.
 
“Ma questo lo sapevamo già…”
Replicò Ari.
 
Il padre lo osservò, poi proseguì, facendo scorrere delle altre immagini che lo rappresentavano inseguito all’esplosione.
 
“È stato ritrovato, incastrato nel cranio di Avraham, una cimice, che ovviamente è andata distrutta durante l’attentato”
 
“Qual è il senso di portare una cimice addosso? Non avrebbe dovuto darla al suo obiettivo?”
Si domandò il ragazzo.
 
“Infatti apparteneva all’obiettivo!”
Provò a spiegare il padre.
 
“L’unica persona a cui l’avrebbe potuta mettere era Ziva… Ma nell’esplosione era troppo lontana perché gli si conficcasse nel cranio”
 
“Ari… Avraham non sapeva di avere una cimice addosso, perché è stata Ziva a mettergliela”
 
Il silenzio calò  nella stanza. Ziva aveva piazzato una cimice addosso ad un terrorista kamikaze…
 
“Perché l’avrebbe fatto?”
Domandò alla fine.
 
“Questo lo dovrai scoprire tu…”
 
“E mi hai fatto venire fino a qui per dirmi questo?”
Iniziò ad alterarsi il ragazzo, che ancora doveva metabolizzare l’idea che sua sorella non gli avesse mai parlato di quello che aveva fatto.
 
“No Ari! Qualunque fosse stato il motivo… Ora siamo molto più vicini a catturare quella cellula”
Fece una pausa, poi continuò.
 
“Sull’hard-disk del computer di Ziva, troverai tutte le conversazioni che Avraham aveva con i suoi compagni”
 
“Vuoi che spii nel computer di Ziva?”
 
“Non ce ne sarà bisogno… Sono già entrato personalmente nel suo computer, tramite la rete privata che utilizzavamo per le videochiamate, e ho tutto quello che mi serve…”
 
Lo guardò ancora negli occhi, avvicinandosi a lui e prendendo il giovane per le spalle.
 
“Devi prenderli, Ari! Prima che sia troppo tardi”
 
 
 
Perché Ziva non gliene aveva mai parlato? Continuava a domandarsi il perché.
 
Ari stava uscendo dalla sede, per dirigersi a casa, dove ogni volta progettava le sue mosse per le catture di terroristi e criminali, davanti ad un buon bicchiere di Vodka.
 
Un pensiero orripilante gli attraversò la schiena come un brivido. No… Non era possibile… Ziva non poteva… No! Ziva non avrebbe mai tradito il suo paese!
 
 
 
I quattro ragazzi erano rimasti insieme tutto il giorno, e la sera, decisero di andare in un piccolo pub.
 
“Beh ragazzi… Nessuno vuole cantare una canzone al Karaoke?”
Propose Abby, dopo che ebbe finito la sua pizza.
 
“Abby… Non credo di essere portato per cantare!”
Rispose Tim, facendo ridere il resto del tavolo.
 
“Lo sappiamo pivello! Penso che la tua doccia si prepari i tappi per le orecchie ogni volta che tu entri”
Lo prese in giro Tony, ricevendo una smorfia in cambio.
 
“Mh… Perché non canti tu, Tony?”
Lo sfidò a quel punto Ziva.
 
“Mia cara Ziva… La mia voce è pari a quella di un usignolo… Ma sono un DiNozzo… E non canto senza una bella fanciulla che mi accompagni!”
Rispose il ragazzo, rilanciando implicitamente la sfida.
 
“Oh, perché non canti con Abby? Lei non vede l’ora di…”
Il povero Tim, voleva vendicarsi della battuta di prima, proponendogli di cantare, con Abby, che sapeva era sempre pronta per una serata di karaoke, ma quella volta, sembrava diverso…
Ricevette infatti una gomitata in pieno stomaco dalla ragazza, che gli fece andare di traverso il trancio di pizza che stava masticando.
 
McGee la guardò senza capire.
 
“Ehm… No… Ecco io… Ho mal di gola”
Si giustificò la ragazza.
“Perché non canti con Ziva?”
Propose subito dopo con un grosso sorriso in volto.
 
Tony guardò Ziva, e provò a interpretare il suo sguardo, certamente poco accondiscendente.
“Oh, andiamo, mia bella israeliana… Non hai voglia di movimentare un po’ la serata? Non vorrai mica lasciare delusa Abby?!”
La prese in contropiede.
 
Ziva lo guardò, scuotendo la testa e sospirando.
“Te le inventi tutte, DiNozzo!”
 
“Forsa andiamo!”
La prese per mano, e la portò sul palco.
 
Scelsero di cantare una canzone che entrambi conoscevano: A thousand years di Christina Perry.
 
Era la prima volta che Ziva cantava davanti a così tanta gente, e si vedeva che era abbastanza nervosa.
 
Appena vennero suonate le prime note, Ziva si irrigidì. Doveva iniziare lei… Ma aveva paura.
 
Sentì la mano di Tony sfiorare la sua. Si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi.
 
Le ispiravano fiducia… Quella sera c’era qualcosa di diverso in lui… In lei… In loro!
 
“Hearts… Beats… Fasts…”
 
Iniziò a cantare… 3 parole che celavano tutta la sua vita. Aveva un cuore, un cuore che batteva velocemente… Forte… Per tutte le emozioni che ha provato… È assurdo come una canzone possa descrivere così perfettamente una persona in sole tre parole!
 
“Colours and promises”
 
Ricordava le promesse che non erano mai state mantenute. Le promesse di non soffrire mai più, di essere sempre al sicuro… Quella promessa che non sarebbe mai stata sola.
 
“How to be brave”
Aveva affrontato tutto da sola...
 
Poi sentì la sua voce venire in suo aiuto.
 
Ora non era più sola.
 
“How can I love when I’m afraid to fall…”
 
Tony DiNozzo era il farfallone della scuola… Ma mai nessuno era riuscito ad andare oltre… Fino ad ora. Nessuno si era accorto che Tony era solamente spaventato di amare… Amare ed essere ferito.
 
“But watching you alone”
 
No… Ziva non sarebbe mai più stata sola… Ora c’era lui.
 
“All of my doubt suddendly goes away somehow”
 
Ne era certo… Le sarebbe stato vicino per sempre.
 
“One step closer”
 
Le loro voci si unirono in quella frase. Semplice… Ma così veritiera.
 
Si avvicinarono. Si guardarono negli occhi, cercando quel qualcosa che quella sera era diverso.
 
Tim ed Abby guardavano la scena ammaliati, insieme a tutto il resto del pub. Ma ora c’erano solo loro due.
 
“Oh Tim…”
Avevano iniziato a cantare da pochi secondi, e già Abby si stava commuovendo. Dietro tutto quello che vedevano, dietro quegli occhi incatenati gli uni agli altri, dietro quella ragazza così chiusa in se stessa, e quel ragazzo così sfacciato… C’era una storia che era stata scritta solo per loro, da qualcuno che voleva dare una ricompensa a chi aveva vissuto troppe sofferenze.
 
Tim abbracciò Abby… Anche lui iniziava sentire le stesse sensazioni dell’amica… Rimasero abbracciati per tutto il tempo della canzone, ad osservare quella supernova che stava esplodendo davanti ai loro occhi, senza che nessuno se ne rendesse conto.
 
“I have died everyday waiting for you”
 
C’era sempre stato qualcosa che le aveva impedito di essere felice… C’era sempre… O forse il problema, era quel qualcosa che prima non c’era, ma ora sì.
 
“Dariling don’t be afraid”
 
Tony la guardava con uno sguardo dolce, che poche volte aveva in volto.
 
Gli occhi erano tutti su di loro. Tutti avevano la pelle d’oca per i brividi che quella supernova generava.
 
“I have loved you for a thousand years”
 
Forse quel che la spingeva ad andare avanti era la speranza di trovare qualcuno che non la rendesse mai sola… Mai…
 
“I’ll love you for a thousand more”
 
La voce di lei si insinuò delicatamente nel cuore di Tony. Una promessa che gli stava regalando. La promessa che anche lei ci sarebbe sempre stata per lui. La promessa che gli avrebbe insegnato a non aver paura di amare.
 
“Time stands still”
 
Tony cantava e le si avvicinava… Il tempo si era fermato in quel lasso di tempo. Niente aveva più importanza.
 
“Beauty in all she is”
 
Ogni volta che la guardava… Trovava sempre quel qualcosa che non aveva mai visto prima. Una bellezza fatta di semplicità, di tenerezza. Una bellezza che non stava nelle scollature esagerate, o i tacchi a spillo. Una bellezza che viveva nel suo modo di essere. Di essere quello che era… Coraggiosa.
 
“I will be brave”
 
Ora era lei ad avvicinarsi a lui. Sarebbe stata coraggiosa per lui. Avrebbe affrontato la morte ancora se fosse stato necessario.
 
“I will not let anything take away what’s standing in front of me”
 
Ma non avrebbe mai permesso di metterlo in pericolo. L’avrebbe protetto perché era quello che lui ora stava facendo con lei, senza neanche accorgersene.
 
“Every breath… Every hour has come to this”
 
Ed ecco che ancora le loro voci si univano in una melodia mai sentita prima.
 
I ragazzi del pub applaudivano per lo spettacolo che avevano davanti. Abby si lasciò sfuggire una lacrima pensando a tutto quello che celavano quegli sguardi. Storie che nessuno aveva mai raccontato all’altro, eppure sembravano conoscerle già.
 
Tim sentì la lacrima che rigava il volto della sua amica.
 
“Ehi Abby…”
 
“Tim… Questa è un qualcosa di immenso… È…”
Aveva gli occhi lucidi, e non era la sola.
 
Tim la abbracciò, ed Abby si accoccolò nel suo petto con il dorso della mano sotto il mento, mentre il ragazzo le accarezzava a guancia rigata dalla lacrima con il pollice.
 
“One step closer”
 
Le loro mani si stringevano, erano sempre più vicini, meno soli. Incrociarono le dita e continuavano a guardarsi negli occhi come se non ci fosse nessuno.
 
“I have died every day waiting for you”
 
I ricordi dell’esplosione tornavano vividi nella sua mente, e quando Ziva terminò quelle parole, sentì nelle orecchie quello stesso tuono che l’aveva quasi condotta alla morte.
 
Strinse gli occhi. Forte. Come a non voler più rivedere quel momento.
 
“Darling don’t be afraid”
 
Tony le mise una mano sotto il mento, e glielo alzò leggermente, perché lei potesse vederlo, e accorgersi che non era più sola. Che ora c’era lui.
 
“I have loved you for a thousand years”
 
E c’era anche in quel momento! Solo che lei non lo sapeva.
 
“I’ll love you for a thousand more”
 
Toccava a Ziva, ma ormai aveva perso le parole, e continuò Tony, per assicurarle che ci sarebbe stato anche in futuro.
 
“All long I believed i would find you”
 
La risposta presto arrivò.
 
Ziva ci aveva creduto. Sin da quando era una bambina, sapeva che avrebbe trovato la felicità.
 
“Time has brought your heart to me”
 
E proprio perché ne era convinta, il destino l’aveva accontentata.
 
“I have loved you for a thousand years”
 
Ziva continuò a cantare, appoggiando delicatamente una mano sul suo petto e guardandola fissa. Guardando il suo cuore. Sin da sempre, era il principe che nei suoi sogno veniva a salvarla e a portarla via da quell’orrore che tutti i giorni vedeva.
 
“I’ll love you for a thousand more”
 
Non lo avrebbe mai perso.
 
Tutti continuavano ad applaudire, mentre la musica li avvolgeva.
 
“Sono bellissimi”
Commentò McGee.
 
Abby lo guardò e sorrise.
 
“Quanto ci impiegheranno per te?”
 
Tim si mise a ridere rispondendo con una semplice occhiata maliziosa.
 
“One step closer”
 
Tony riprese a cantare.
 
“One step closer”
 
E Ziva lo seguì.
 
“I have died everyday waiting for you
Darling don't be afraid I have loved you
For a thousand years
I love you for a thousand more”
 
Continuarono insieme. E avrebbero finito insieme. Ziva si portò la mano intrecciata a quella di Tony sul petto. Tony si avvicinò, sfiorandole una guancia con il dorso della mano, mentre insieme cantavano. La guardava con occhi doversi, luminosi.
 
“And all along I believed I would find you
Time has brought your heart to me”
 
Ziva appoggiò la testa sul petto di Tony che la strinse forte a sé, mentre insieme intonavano le ultime note della canzone.
 
“I have loved you for a thousand years
I love you for a thousand more”
 
Sugellarono così la promessa che ci sarebbero sempre stati l’uno per l’altra.
 
Rimasero in quella posizione, mentre anche la musica terminava, e quando niente più suonava, Tony e Ziva si guardarono negli occhi, scoprendovi un mondo.
 
Tutti si alzarono ad applaudire. Abby e McGee erano felici e per la gioia, il ragazzo abbracciò Abby da dietro, lasciandole un tenero bacio sulla guancia. Lei lo guardò e sorrise.
 
Tony e Ziva si guardarono per qualche altro istante, finché il ragazzo prese la parola.
 
“Beh… Mi compiaccio David… Sai cantare… Discretamente bene”
Disse un po’ impacciato, riacquistando subito il suo modo di fare.
 
“Anche… Anche tu”
Rispose Ziva, senza smettere di guardarlo in quel modo.
 
In un attimo le tornò in mente la sorella. Solo lei l’aveva vista cantare. Quanto le sarebbe piaciuto prendere parte ad un musical a scuola… Ma suo padre glielo aveva sempre impedito.
 
“Apparire su un palco… Esporsi più di quanto già non lo siamo!”
Diceva sempre.
 
Tony notò il suo sguardo cambiare, e senza dire niente, le prese di nuovo la mano, e la fece scendere dal palco.
 
“Wow ragazzi… È stato emozionantissimo!”
Commentò subito Abby abbracciando Ziva istintivamente.
 
“Concordo pienamente!”
Sorrise Tim.
 
 
 
“Ehi…”
 
La serata era trascorsa splendidamente, fra risate, scherzi, battute.
Ad un tratto però Ziva sentì il bisogno di uscire dal locale per prendere una boccata d’aria.
 
Era appoggiata con i gomiti ad una ringhiera, quando Tony comparve alle sue spalle.
 
“Posso stare un po’ qui?”
Chiese, e senza aspettare una sua risposta, si appoggiò di spalle, con i gomiti alla ringhiera.
 
“È proprio bello stare qui… Si insomma… Un panorama mozzafiato…”
Disse facendo ridere Ziva.
 
“Dico sul serio… Quei cassonetti della spazzatura sono la fine del mondo!”
Continuò a farla ridere, voltandosi e mettendosi nella sua stessa posizione.
 
“Direi che è il caso di andare dentro… O come dici tu, Abby e McGee si faranno dei film su di noi”
Concluse subito Ziva.
 
“Veramente li ho lasciati soli apposta… Ho la sensazione che il pivello si sia reso conto solo ora della ragazza che ha accanto…”
Rispose lui malizioso.
 
“Che intendi dire?”
Si incuriosì lei.
 
Tony la guardò. I suoi occhi color cioccolato, si confondevano con il buio della sera.
 
“Li conosco da praticamente sempre… Fidati, tra quei due è nato qualcosa… Solo che è nato… Un migliaio di anni fa”
Pronunciò le ultime parole lentamente, facendo riferimento alla canzone che avevano cantato.
 
“Ti va di fare una passeggiata?”
Le domandò subito dopo.
 
“Si, ma non tra i cassonetti della spazzatura”
Rispose lei ridendo.
 
 
 
Stavano camminando in un parco, illuminato dalla tenue luce di un lampione, attraverso fiori di tutti i tipi.
 
“Tu credi nelle anime gemelle, Tony?”
Gli domandò.
 
“Dipende da cosa intendi”
Fu la sua risposta.
 
“Cosa intendi?”
Continuò.
 
Ziva lo guardò, e non disse nulla.
 
“A cosa hai pensato quando è finita la canzone?”
Voleva farle quella domanda da subito, ma capiva che serviva intimità.


“Niente…”
Mentì, mentre continuava a camminare guardando per terra.
 
“Ehi!”
Tony si fermò, e la prese per un braccio.
 
“A me puoi dirlo…”
 
Lo sapeva che poteva dirglielo, ma non voleva. Non voleva metterlo in pericolo! E soprattutto, non voleva che lui si spaventasse e andasse via per sempre.
 
“Ziva…”
Alzò entrambe le sopracciglia,  cercando il suo sguardò.
 
Ziva lo osservò, e vide due smeraldi brillare nel buio. Qualcosa le diceva che forse era arrivato il momento di parlare!
 
“Sediamoci…”
Le propose.
 
Poi si sedettero su una panchina e lei iniziò a parlare.
 
“Mio padre vive in Israele… Lui… Lui…”
 
Adesso o mai più.
 
Alzò lo sguardo… Se avesse avuto paura, quegli occhi sarebbero stata l’ultima cosa che avrebbe visto di lui.
 
“È il direttore del Mossad”
 
Ziva cercò di capire quello che passava per la mente del ragazzo…
 
“Aspetta… Cos’è il Mossad?”
Domandò alla fine, sdrammatizzando la situazione.
 
Ziva sorrise, ma sapeva che probabilmente avrebbe perso quel sorriso entro poco.
 
“Hai presente i servizi segreti? Ecco, ora immagina più servizi… E più segreti…”
Fece una pausa.
“Molti più segreti!”
 
“Aspetta! Aspetta! Il Mossad, quel Mossad?”
 
Ziva annuì. Non sapeva cosa aspettarsi.
 
“Vuoi dirmi che quindi tu facevi quelle missioni sotto copertura, e poi quelle super mosse da agente… Del Mossad?”
 
Ziva sorrise, notando che Tony non sembrava del tutto disgustato.
 
“Si più o meno quello è il Mossad… Però, io ancora non ne facevo parte… Ufficialmente… Mio padre ha iniziato l’addestramento da quando avevo 12 anni”
Spiegò.
 
“Ecco dove hai imparato tutte quelle mosse!”
Disse sorpreso.

Ziva si sarebbe aspettato tutto, ma non questo… Però ne era felice.
 
“Quindi tuo padre è il direttore del Mossad, e tu non volevi dirci niente?!”
Abby e McGee erano dietro di loro.
 
Ziva si voltò di scatto… Non doveva andare in quel modo.
 
“Ragazzi, io…”
 
“No Ziva… Non c’è niente da dire…”
Rispose una Abby molto seria,
 
“Avresti dovuto dircelo subito!”
Continuò McGee.
 
“Ragazzi io, l’ho fatto solo perché era meglio se…”
 
“Così almeno ci avresti insegnato qualche super mossa!”
Disse elettrizzata la Abby, facendo ridere Tony e McGee e lasciando Ziva di sasso.
 
“Voi… Voi volete ancora essere miei amici?”
Si meravigliò, guardandoli tutti e tre.
 
“Ma che razza di domande sono, Ziva?! Abbiamo detto che saremmo stati tuoi amici sempre… E così sarà!”
Rispose prontamente McGee.
 
“Non saranno certo un paio di pistole e qualche addestramento da killer a farci paura…”
Rispose Tony ridendo.
 
“Ragazzi, ma è pericoloso! È per questo che non ve lo volevo dire… Perché…”
Era felice che i suoi amici si dimostravano tali anche in occasioni del genere, ma non li avrebbe esposti più di quanto avesse già fatto, raccontando di Avraham!
 
“Ziva… Ora noi siamo la tua famiglia, e lo saremo per sempre! E ci aiuteremo a vicenda… Sempre!”
Le disse seria Abby.
 
Ziva non volle replicare… Se mai avessero dovuto sapere qualcosa in più, lo avrebbero saputo. Ma non ora.
 
Si abbracciarono tutti e 4, per poi tornare nel Pub e concludere la serata serenamente.
 

 
NOTA DELL'AUTRICE
Ciao a tutti... E allora finalmente ecco il quinto capitolooooo! Devo proprio dire che scrivendo il momento della canzone, mi sono emozionata io stessa. Spero di avervi trasmesso le stesse sensazioni che ho provato io, e soprattutto spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Ma andiamo a vederlo nel dettaglio.
Allora Ari va in Israele, e scopre che Ziva le ha nascosto qualcosa su Avraham... Ma... Ancora non abbiamo capito chi sia questo Avraham... Lo scopriremo presto!
Poi finalmente Ziva si è aperta con il Tony, e i suoi amici... E poi chissà, magari un giorno racconterà anche la sua storia...
Infine... Tony e ziva che cantano insieme sono davvero emozionanti! È scoppiata la famosa scintilla... Ma quanto ci metterà a prendere fuoco? Presto speriamo!

Questo era principalmente un capitolo di passaggio per alleggerire l'angst che presto arriverà... Quindi ve lo dico da subito... Preparatevi a tanto tanto fluff, ma anche un po' di angst!
Buona notte a tutti!
Baci,
Gaia.
   
 
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