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Autore: Everian Every    13/03/2016    5 recensioni
(Per capire meglio gli eventi narrati in questa ff, è necessario aver letto Over Worlds - Total War) (Forte presenza di Autori)
L'Omino di mai, la Follia, ha cacciato con un subdolo stratagemma il Mastro dal suo Mondo, prendendone il controllo. Per poterlo dominare del tutto, ha scatenato l'esercito di Rovine affinché l'Universo fosse raso al suolo, così da poterlo ricreare a suo piacimento.
Per evitare che il Mastro tornasse e lo fermasse, ha rapito una ragazza da un altro Universo ed ora la tiene in ostaggio. Il Supremo non ha tuttavia fatto i conti con un certo gruppo di eroi che faranno di tutto per salvare la loro amica.
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Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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"Quello cos'è?" chiese Lucas, armandosi con il fido fucile di precisione d'oro.
"Sicuramente un cadavere ambulante." disse il Kishin sogghignando.
Lelq scrutò il bestione. Era bizzarro. Gli dava una strana sensazione di disagio che non aveva provato di fronte a nessun'altro suo simile, la prima volta che aveva incontrato quei parassiti.
Indiscutibilmente, sebbene non fosse più grosso o più imponente degli altri. Sembrava anzi uno dei più deboli, eppure... non se lo sapeva spiegare, ma quel coso sembrava molto più cattivo.
Anche Gyber appariva preoccupato. Fissava il nemico mentre un leggero pulviscolo bianco gli danzava intorno.
"Non saprei dire con certezza perché, ma mi sembra molto interessante." commentò Mirrus, poggiando un braccio sulla spalla di Litios, che a sua volta studiava con freddo interesse il mostro.
"Già. Intriga anche me. Vorrei studiarne i resti." commentò Litios stesso, facendo ondeggiare per la sicura una granata all'apparenza comune.
Shruikan storse la bocca in una risata folle.
"Sempre che resti qualcosa da studiare, scienziato della malora!" gridò, lanciandosi contro il bestione, ali e falce sguainati e pronti a far di chiunque un tumulto di brandelli insanguinati.
Gyber lo vide scattare e, allarmato, cercò di fermarlo, ma senza successo.
"Dannazione, BlackClaw! Non andargli contro! Quello non è normale!" gridò con un guizzo di esasperazione negli occhi.
Ma Shruikan non lo sentì. Preso dalla foga, si fiondò sul ciclope con uno slancio pazzesco, roteando su sé stesso per assestare un violento colpo di lama al fianco del nemico, che rimase immobile, incapace probabilmente di cogliere i movimenti troppo veloci del dio della follia.
L'arma cozzò contro la pelle coriacea della Rovina, incidendovi un taglio. Ma non proseguì per più di due centimetri nelle carni del mostro. Shruikan guardò sorpreso la sua arma appena conficcata vicino agli addominali del ciclope. Questi, dal canto suo, non lo degnava di uno sguardo, sovrastandolo di molto. Fissava con il solo, violaceo occhio i suoi compagni, uno ad uno. Sembrava una statua. Era... agghiacciante.
Poi si mosse. Il Kishin se ne rese conto dalle vibrazioni che dal corpo gigantesco si trasmettevano lungo il manico della sua falce.
Strinse di più l'arma, facendo pressione coi piedi per estrarla. Uno schizzo di sangue viola scuro si liberò dalla ferita, evaporando a contatto con il terreno.
"Ma che... Di che sei fatto mostro?" chiese BlackClaw, indietreggiando di un passo per studiare meglio la creatura.
Il ciclope parve scosso da un moto di vita, finalmente, e si raddrizzò. Ora misurava almeno due metri e mezzo. Spostò lo sguardo verso il ragazzo con la falce e aprì lentamente, con un orribile suono di risucchio, una specie di bocca rettangolare, priva di denti, con lembi di pelle che univano le due labbra come colonne che sorreggono un ponte. Dentro le fauci era completamente buio. Ma non un normale buio, causato dall'assenza di luce. Quella cosa che si agitava nelle viscere della creatura era viva! Si muoveva e sembrava fissare con milioni di piccoli occhietti invisibili il ragazzo.
"Analisi:" iniziò il gigante con voce cavernosa. "Kishin millenario, Toklafe di serie D1E32. Livello, sedici punto sette, uno, sette, tre, tre, due, uno per cento. Prognosi: Eliminazione a prescindere dal diritto di causa e insurrezione."
Detto ciò, una luce viola si accese in mezzo alla sua bocca.
Il Kishin la fissò estasiato.
Quello era un suo nemico e lui lo doveva, voleva farlo a pezzi, tuttavia... Quella luce era così bella, così calda e rassicurante che non poteva certo agire contro di lei... Così... Pura...
Lelq si lanciò, seguito da Gyber e Victus. Lucas prese la mira. Bersaglio: l'occhio del ciclope.
Gli altri, colti alla sprovvista, restarono un attimo perplessi da tanta foga. Insomma. Stavano sparando a Kishin! KISHIN! Quello poteva saltare in aria e rigenerarsi come se nulla fosse! Che motivo c'era di tanto scompiglio.
Fu un attimo. Lelq era così vicino al suo compagno! Se solo avesse allungato ancora un po' la mano lo avrebbe preso e tratto in salvo! Ma quella luce gli annebbiava i sensi. Lo confondeva, lo faceva perdere.
E quando udì il sibilo letale e il verso soffocato dell'amico che veniva trafitto al petto dal raggio della morte certa... si sentì piombare addosso il mondo intero.
Sentì gli altri gridare, dietro di lui.
Cadde in ginocchio insieme a Shruikan.
Udì lo scalpiccio dei loro passi, mentre correvano assetati di vendetta verso il mostro.
Ondeggiò come il Kishin, con la bocca socchiusa in un flebile segno di sgomento.
E poi lo vide, troneggiare sul suo amico e compagno. La Rovina alzò un braccio, la mano aperta a rivelare il palmo su cui si era aperta un altra bocca. La luce viola si diffuse intorno al volto girato di Shruikan, come un'aureola infernale.
Lelq pensò che gli si addiceva molto, in fin dei conti.
E infine fu la volta del solito, orrendo sibilo.
Solo che stavolta il suono fu sovrastato da una strana esplosione metallica proveniente dalle sue spalle. Lelq vide l'aria poco sopra la sua testa tremolare e incresparsi in una linea retta, colpendo il ciclope dritto in fronte. Il mostro vacillò, cadendo all'indietro come un blocco di cemento, riuscendo a stabilizzarsi con una spinta dei potenti addominali.
Un filo di fumo partiva dalla fronte, proprio sopra il grosso occhio viola acquoso, ma non sembrava aver riportato danni di alcun tipo. Un secondo suono si udì in lontananza, un fracasso di macerie che cadevano a terra.
Il musicista capì.
Lucas aveva sparato un colpo dritto in testa al bestione per fargli mancare il colpo, dando a lui il tempo per portare al sicuro Shruikan.
Così il colpo della Rovina aveva centrato il soffitto, e il bestione ora sembrava più rintronato di prima. Lelq ne approfittò, come rinunciare ad un'occasione simile, offertagli su un piatto d'argento? Scattò flettendo i muscoli delle gambe e raggiunse in pochi, semplici balzi l'amico. Questi stava inginocchiato con una mano sul petto, in corrispondenza del polmone. Aveva la bocca leggermente aperta e gli occhi sbarrati, ma non sembrava morto, svenuto o che altro. Sembrava più che altro incredulo.
Il ragazzo non perse tempo a far domande e lo prese per poi balzare indietro alla massima velocità che poteva raggiungere, vedendosi sfrecciare in parte doc, Dz e Gyber, tutti pronti e determinati ad abbattere il muro di muscoli.
I due raggiunsero Lucas, intento a ricaricare il fucile con la sua energia.
"Come sta?" chiese Litios che era li in parte, in attesa di ordini da parte del capitano.
"Non lo so. Sembra sia stato colpito al petto, ma se non toglie la mano non possiamo vedere in che punto, di preciso..." spiegò Lelq, venendo ad un tratto interrotto dal mormorio del Kishin.
"Mi ha... mi ha ferito." disse con una lucidità spaventosa "Come diavolo ha fatto a ferire ME?"
Strinse i pugni, raschiando il terreno, mentre dal suo corpo esalava una strana aura nerastra, i suoi capelli fluttuavano e i suoi occhi si riempivano di vene rosse.
Litios gli si avvicinò, prendendogli il polso e scostandolo dal petto con delicatezza. In mezzo alle costole, proprio sopra il cuore, si trovava un foro largo poco più di un centimetro, in cui il sangue no del ragazzo non riusciva a coagulare, lasciando il piccolo traforo intatto. Fortunatamente per Shruikan, il suo potere di guarigione gli aveva permesso di creare una sorta di parete intorno alla ferita, ma non era sufficiente a curarlo del tutto.
"Per fortuna gli ha perforato il polmone e nemmeno in maniera troppo grave. Se avesse colpito il cuore penso lo avrebbe fermato del tutto." commentò Litios, ignorando bellamente lo sfogo del compagno.
Il Kishin lo prese per una spalla e lo scostò senza troppe cerimonie, ergendosi in tutta la sua maestosa crudeltà.
Lelq lo fissò. Se si fosse lanciato in battaglia con il suo solito modo di fare sprezzante e incurante del pericolo, certamente avrebbe rischiato di riportare ferite ben più gravi se non addirittura letali.
"Aspetta, Shruikan, dobbiamo elaborare una strategia." ordinò con tono fermo Lucas, senza distogliere gli occhi dal mostro, che veniva in quel momento bersagliato da una serie di colpi portati dai tre membri della Lucas Force. Questi lo colpivano ripetutamente, in un continuo mordi e fuggi atto a sfiancarlo e a non farsi beccare. Il bestione muoveva goffamente gli arti anteriori cercando di colpirli con le grosse mani, col solo risultato di frantumare il terreno.
"C'è una cosa di cui non riesco a capacitarmi. Che vi fa qui una Rovina? Non dovrebbero essere in grado di entrare nella Cripta, no?" commentò Victus, che se ne stava in disparte a fissare lo scontro. Randor era come svanito.
"Che intendi, Mors?" chiese Litios, cercando di capire quale dei suoi esplosivi fosse il più adatto alla situazione.
"Intendo dire che quel coso, altresì noto con l'epiteto di Rovina, è una creatura ai comandi dei Supremi, molto resistente e forte e con la straordinaria capacità di assimilare i propri simili per aumentare la forza del risultante. Il punto è che il luogo in cui ci troviamo è stato eretto proprio in modo tale da impedire a quelle creature di entrare." spiegò il moro impassibile.
Lelq si morse il labbro.
"E se fosse un Supremo?"
Tutti lo fissarono.
"Intendi dire uno di quei tizi super mega potenti da cui dobbiamo salvare Giuly?" chiese Lucas.
Lelq annuì.
"Si, possibile." si intromise Victus "Ma sarebbe davvero spiacevole. Non devo certo essere io a ricordarti com'è andata a finire contro Alter, giusto? E stavolta non c'è più Nero a difenderci. Sempre che quello non sia proprio il signor Nero."
"No, non può essere un Supremo."
Tutti si voltarono. Randor era apparso dall'ombra del Kishin, con aria cupa.
"E perché no? Insomma, quali altre possibilità ci sono?" esclamò stizzito proprio Shruikan, che smaniava di combattere e quindi voleva concludere il discorso in fretta.
"Molto semplice. Se fosse un Supremo avvertiremmo il suo influsso. Ho eseguito gli ordini di Lucas e ho provato a entrare nella sua mente. Era vuota. Anzi, non c'era proprio o, se c'era, era davvero ben nascosta. Un Supremo avrebbe contrattaccato ad un attacco mentale no? Dopotutto la mente è il loro dominio assoluto, gli intrusi dovrebbero dar loro fastidio. Inoltre se sono così potenti come dite e rappresentano le emozioni e i modi di essere, sicuramente uno di loro avrebbe già influito sui nostri pensieri. Invece non sento alcuna alterazione. Erhm..." bofonchiò il ragazzo, abbassando gli occhi.
"Non fa una piega. Tuttavia non è da escludersi l'ipotesi che quello sia un Supremo e stia giocando con noi. Sono famosi per il loro amore verso il tormento altrui, dopotutto." dichiarò Victus, incrociando le braccia sul petto.
"Proposte per batterlo?" chiese Lucas a quel punto.
Shruikan ebbe un fremito di impazienza.
Un abbastanza malconcio Mirrus fu scaraventato alle loro spalle da una manata a tradimento del ciclope.
"Se non è un Supremo, dovremo distruggere completamente il suo corpo, o andrà avanti a combattere. Non ha poteri rigeneranti, ma è dotato di una resistenza paurosa. Evitate ogni suo attacco. Il più debole potrebbe tramortire un Kaiju. E soprattutto non cercate di parare i suoi raggi speciali. Come abbiamo visto non lasciano scampo a nessuno." disse Lelq, alzandosi e preparando la pistola a pentagramma che portava sempre con sé.
"E se fosse un Supremo?" chiese Litios.
"Allora pregate che un altro Supremo si degni di volerci salvare."
 
Donatozzilla colpì con tutta la sua forza la mandibola del mostro, ma quello non diede segno nemmeno di un minimo fastidio. Spostò l'occhio su di lui e restò immobile, facendosi colpire da un potente pugno di Gyber che impattò sul suo addome.
L'albino strinse i denti, balzando subito lontano, imitato dal mezzo Kaiju. Arrivato a distanza di sicurezza, si massaggiò le nocche in fiamme.
"Colpire quel bestione è come tirare pugni ad un blocco di acciaio. Lui non si fa nulla e noi ci spezziamo le ossa." brontolò Dz, ruotando i polsi per saggiarne la stabilità.
"Analisi." tuonò la Rovina "Elementi in numero nove. Livelli mobili tra Diciassette per cento e Ventiquattro per cento. Possibilità di auto-incremento di un massimo del Venti per cento. Capacità fisiche: elevate. Capacità mentali: elevate. Capacità tattiche: elevate. Capacità di resistenza: elevate. Prognosi finale: Sterminio."
"Ragazzi, non dategli tregua né modo di arrivare a voi!" gridò Lucas, che aveva intuito la prossima mossa del gigante.
Se quel coso aveva degli assi nella manica, si stava preparando a lanciarli. Tutto stava nel capire quali fossero e nel riuscire a intercettarli prima che potessero mietere vittime.
La Lucas Force si sparpagliò per l'ampia sala si pietra, preparandosi a combattere.
Il ciclope era in mezzo.
E poi scomparve.
Nello stupore generale, Lucas mormorò: "Ma cos..." prima di essere colpito dritto nello stomaco.
Il mostro gli era apparso in parte senza che nessuno si accorgesse di nulla. Teletrasporto? Impossibile, non era stata rilevata alcuna traccia magica da parte dei presenti, e molti di loro erano in grado di percepire l'alone di magia che l'incantesimo di teletrasporto lasciava.
Forse si era mosso così rapidamente da risultare impercettibile perfino agli acutissimi sensi del manipolo di eroi? Ma che razza di creatura era, allora? Che fosse davvero un Supremo dotato di poteri straordinari?
Il leader della Lucas Force strinse i denti e strabuzzò gli occhi, ma non cedette. Facendo forza con tutto il suo corpo riuscì a reggere l'affondo micidiale e a incendiare il braccio della bestia prima che potesse staccarsi da lui.
Ma la Rovina era dura a morire, allontanò l'arto dal ragazzo con molta lentezza, senza distogliere lo sguardo da lui, ma prima che Lucas potesse fare alcunché colpì di nuovo, stavolta con una forza almeno dieci volte superiori, piegando il corpo umano come un boomerang. Le fiamme sul braccio colossale si spensero per la velocità dell'attacco, mostrando come non lo avessero nemmeno scalfito.
Questa volta Lucas non riuscì a reggere e si piegò su un ginocchio, poggiandosi al fucile come ad una stampella, aspettando che qualcuno lo aiutasse. Il ciclope, intanto, alzò il braccio per poi calarlo come una mannaia.
Fu allora che Shruikan li raggiunse, colpendo con il manico della falce la testa del bestione, sbilanciandolo in avanti, proprio sopra uno degli aculei di adamantio che Mirrus stava creando giusto in quel momento. Gyber e Litios trassero in salvo il loro capitano proprio un istante prima che l'imponente zampa di un rettile di almeno cento, centocinquanta metri schiacciasse completamente la Rovina al suolo.
Dz ritrasse velocemente il piede, tornando normale in tutta fretta. Il gruppo si riunì.
"Dannazione..." mugolò Lucas, steso a terra da Gyber.
"Gli ha fracassato la spina dorsale. Ci vorrà un po' perché la si possa guarire come si deve." commentò Mirrus.
"Occhio che torna!" gridò Gyber, caricando un King Punch e scagliandolo verso il ciclope che era balzato verso di loro.
Victus si tramutò in nebbia e si lanciò all'attacco, accendendosi di fiamme cremisi e nere lungo il percorso.
Il ragazzo e l'onda d'urto cozzarono a mezz'aria contro il mostro, facendolo sbilanciare e cadere a terra rovinosamente. Shruikan, non ancora sazio di violenza, scattò, scavando dietro di sé un lungo e profondo solco con la punta della falce nera fino a raggiungere il punto di impatto e tirare verso l'alto l'arma con tutta la sua forza, fino a tranciare in due il mostro.
Randor guardò Litios che annuì.
Il primo si dissolse nelle ombre e si attaccò a quella del ciclope, trattenendolo a terra, mentre Litios canalizzava un'ingente quantità di energia in un solo punto, pronto a colpire.
Con un salto si proiettò sopra il bersaglio, steso a terra, e puntò il dito.
"Megalo raggio distruttore." mormorò con freddezza. Dal dito partì un raggio di luce bianca accecante che schiacciò il bestione, sollevando il terreno tutt'intorno a lui.
Un enorme nuvolone di polveri e detriti impediva la vista del bersaglio, tanto da convincere Shruikan a tirare un fendente con la falce. Lo spostamento d'aria fece vorticare la polvere, mostrando il ciclope che teneva per il collo Randor e aveva la bocca aperta.
Lelq capì cosa stava facendo a sgranò gli occhi, partendo alla carica, iniettandosi nel braccio il contenuto di una siringa.
Il mondo si fece più nitido, più lento, più ampio ai suoi occhi.
Sogghignò, lanciandosi all'attacco.
Fu una vera e propria scheggia.
Poco prima che il sibilo indicasse che era troppo tardi, il ragazzo apparve proprio sotto di lui, un pugno caricato indietro come una molla.
"Buongiorno, signore, come posso ucciderla oggi?" gracchiò, prima di alzarsi con un unico, potente sforzo della schiena, tirando il pugno contro il mento grassoccio del mostro, chiudendogli di netto la bocca.
Le fauci si chiusero e il sibilo partì. Un attimo dopo, la testa del ciclope esplose in una coltre di fumo nero. Randor fu lasciato libero e insieme a Lelq fece un balzo indietro, lontano da quella cosa spaventosa.
"Lo... Lo ha ucciso?" chiese timoroso.
Lelq ansimò.
Non ne era sicuro, ma quel colpo avrebbe ucciso di certo anche la bestiaccia. Doveva essere in grado di distruggere OGNI cosa, no? Era morto, doveva esserlo per forza!
Ma un bagliore violaceo in mezzo alla pira di fumo nero e grigio che si alzava dal collo tranciato in due del mostro gli fece morire la speranza in cuore.
"O mio dio, stai giù!" gridò, cercando di buttarsi a terra.
Ma il sibilo lo raggiunse. E un dolore lancinante gli infiammò la spalla.
Vide Randor spingerlo a terra. Il suo sangue che schizzava e poi... buio.
Lucas gridò un ordine, ma non c'era davvero bisogno di dirlo.
Gyber e Dz erano già scattati contro il mostro, Mirrus aveva eretto delle sculture di adamantio per tenergli fermi i piedi e il Kishin si era già preso un impegno per quella serata: pasteggiare con l'anima di quel coso schifoso.
Con un solo volteggio, la falce di Shruikan si schiantò contro il ciclope, mentre Gyber lanciava un King Punch potenziato con tutte le magie distruttive in suo possesso dal capo opposto. Tutto il loro odio, la loro rabbia, la loro sete di sangue intrise i loro attacchi!
E il ciclope non fece altro che alzare le braccia e afferrare ad uno il pugno e all'altro il manico della falce e bloccarli così a mezz'aria.
Intanto Dz avanzava a pesanti passi, ingigantendosi sempre di più, fino a che non sovrastò la scena coi suoi centoquaranta metri di altezza. Sollevò ancora in corsa il pugno e lo schiantò sul ciclope, che lo fissava vacuo.
Per un attimo vi fu uno stallo. Il corpo del Kaiju non lasciava vedere nulla.
"DZ, VATTENE DA LÌ!" gridò Lucas.
"Non... posso... mi ha affer...afferr..." ringhiava quello con aria sofferente.
Poi ci fu u sibilo che raggelò il sangue di tutti.
E poi il braccio di Dz esplose.
   
 
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