Buona lettura!
*Act V*
–
Friday: hot; burning fire –
Hermione aveva la gola secca. Per quanto tempo aveva parlato?
Aveva raccontato tutto, ogni cosa, ogni emozione, finalmente aveva aperto il suo cuore.
«Quindi... Malfoy.»
«Ti dà fastidio?»
Harry soppesò quella domanda. Gli dava fastidio che fosse proprio
Malfoy? No, a dire il vero no, perché la guerra aveva fatto tabula rasa sotto
molti aspetti. Le persone erano cambiate così tanto, chi era sopravvissuto
aveva avuto una seconda possibilità.
Chi era lui per negare a Draco Malfoy la sua?
«No» rispose sinceramente, «ma sono stupito, non immaginavo che
lui fosse.... come dire...»
«Profondo» disse Hermione. «Maturo. Sensibile. Attento.»
«Già.»
La guerra aveva cambiato tutto.
«Grazie per essere andato da Ron.»
Harry scosse la testa e strinse la sua mano. «Non preoccuparti,
con me e Ginny sul collo si riprenderà in un attimo.»
Hermione sorrise al tentativo dell’amico di consolarla. La prima
cosa che aveva fatto appena uscita dalla Tana era stata chiamare Harry e dirgli
del suo incontro con Ron. Gli aveva dato qualche informazione, ma il racconto
per intero aveva deciso di farlo di persona.
«Cosa farai ora? Hai già sentito Malfoy?»
«Ci vediamo venerdì.»
«E...?»
Hermione alzò le spalle. «Sarà quel che sarà.»
«Vuoi dire che non sai se dopo tutto questo starete insieme?»
chiese Harry, incredulo.
«Il fatto è che non posso stare con Ron in ogni caso. Potrei
perderli entrambi, lo so... e ho già accettato questa evenienza.»
«Ma così tu...»
Gli strinse la mano. «Avrò fatto la scelta giusta e per me sarà sufficiente.»
Harry capì che non era il caso di continuare a pressare l’amica su
quel punto; era evidente che lei fosse in ansia, anche se non voleva darlo a
vedere.
«Hai sentito i tuoi genitori?»
«Non ancora.»
«Cosa gli dirai?»
Hermione accennò un piccolo sorriso. «Che sono tornata.»
Questa è l’ultima volta che ci
vediamo lontano dagli occhi del mondo.
Hermione aveva quel pensiero in mente mentre osservava Draco
raggiungerla.
Si erano dati appuntamento appena fuori Hogwarts, in una zona
boscosa che solo gli escursionisti frequentavano. Il sole filtrava attraverso
le fronde degli alberi, illuminando tutto di bianco e di verde.
Era un luogo di pace.
Draco si fermò a tre metri da lei, le mani nelle tasche dei jeans
e l’espressione neutra. Era in attesa.
Vide i suoi occhi osservarla, studiare il suo abbigliamento e i
suoi accessori. Vide il momento in cui Draco notò l’assenza di qualcosa.
«Non porti più il suo ciondolo.»
Hermione scosse la testa. «Già.»
Un rapido sguardo al polso sinistro.
«Ma porti ancora il mio bracciale.»
Hermione sorrise. «Già.»
«È un messaggio?»
«Era l’unico modo, l’hai detto tu.» Gli rivolse un piccolo
sorriso. «Mi dispiace di averci messo così tanto tempo.»
Fu lui a scuotere la testa ora. «Lo sai che non ti ho mai chiesto
di lasciarlo per me.»
«È vero, ma dovevo farlo in ogni caso per me stessa.» Il cuore
iniziò a martellarle nel petto. Draco poteva sentirlo?
«Quindi... se io ora ti mandassi al diavolo, a te andrebbe bene lo
stesso?»
Ti prego, non farlo.
«Sì.»
Un ghigno.
«Wow, finalmente sei cresciuta.»
Hermione chiuse gli occhi e prese un lungo, profondo respiro. Aveva
affrontato la vetta più alta e difficile – Ron. Aveva tirato fuori tutto ciò
che aveva nell’anima. Si era confidata con i suoi migliori amici.
Aveva già preso la decisione più dolorosa. Poteva farcela, poteva
affrontare anche quello... era preparata, no?
«Se è troppo tardi per te, capirò. Hai ragione. Sono stata egoista
e una parte di me vorrebbe esserlo anche oggi.»
Draco fece un passo avanti e lei trattenne il respiro.
«Forse dovresti.»
Osservò di nuovo la treccia di cuoio marrone. Non l’aveva mai
tolto e per lui era un segno più che evidente. Aveva atteso
con ansia il giorno in cui l’avrebbe vista senza il suo cuore al polso... ma
quel giorno non era mai arrivato, perché Hermione l’aveva sempre portato con sé.
«Non hai idea di come sia stare con me» sussurrò, tornando a guardare
i suoi occhi, «potremmo durare solo cinque minuti.»
«Ne sarà valsa la pena» rispose lei in un sussurro simile al suo.
Il volto di Draco cambiò espressione e mostrò tutta l’incertezza
che provava il ragazzo. La paura di essere rifiutato di nuovo, di aver atteso
invano – di non poter più avere la forza di rimettere in sesto la sua anima.
«Mi hai teso la mano tanto tempo fa e io ti ho teso la mia» disse
Hermione poco dopo. «Ci siamo tirati fuori a vicenda, ci siamo aiutati e... e neanche lo sapevamo.»
Lui accennò un sorriso. «Eravamo dei ragazzini che avevano giocato
a un gioco troppo grande per loro.»
«Hai ragione... e hai ragione anche quando dici che non ho idea di
come sia stare con te, ma io...» si portò una mano al petto. «Io lo sento qui dentro, Draco, e so che lo senti
anche tu. È qualcosa che va oltre, che non si può spiegare a parole.»
«Perché ci hai messo così tanto, Hermione?»
Aveva la voce rotta.
«Perché avevo troppa paura... ma non riuscivo a lasciarti andare.»
Erano a poco più di un metro di distanza, l’emozione riempiva l’aria
intorno a loro. Non volevano più avere paura.
«Basta ricordi» Draco scosse la testa, «basta flashback. Non posso
più vivere nel passato.»
«Io sento che è la cosa giusta.»
«Io l’ho sempre sentita.»
Hermione sorrise, gli occhi colmi di lacrime – sarebbero state di
gioia o di dolore?
«Beh, non posso essere sempre la prima in tutto, no?»
Draco ridacchiò a quelle parole, poi tornò serio e la fissò negli
occhi. Era lì, la sua Hermione, la ragazza in pezzi che aveva conosciuto sei
anni prima e che si era rimessa in piedi accanto a lui.
«C’è una cosa che voglio provare.»
«Cosa?»
Prese la sua mano – la sinistra – nella sua e strinse appena. Entrambi
trattennero il respiro.
«Non so spiegarlo a parole, Hermione.»
«Allora fallo con il cuore.»
Tirò appena, una piccola pressione, un movimento leggero e lei finì
tra le sue braccia. La sentì inspirare forte e rilasciare tutta la tensione che
aveva provato finora – da quando si erano lasciati l’ultimo giorno di scuola.
La sentì piangere.
«Spero non siano lacrime tristi» scherzò.
«Mi sei mancato.»
Baciò i suoi capelli e la strinse. «Tu di più.»
Rimasero immobili a lungo senza dire una parola. Hermione stava
stropicciando la stoffa della sua camicia candida; Draco la stringeva con l’intenzione
di non lasciarla mai andare.
«Cosa facciamo adesso?»
Una mano risalì dai fianchi al volto della ragazza, che si fece
indietro quel poco che bastava per guardarlo in viso. Era lui, il suo Draco, lo
stesso ragazzo strano e imprevedibile che aveva conosciuto sei anni prima –
quando il suo mondo era in pezzi e l’unico vero aiuto era arrivato dalla
persona più impensabile.
«Adesso, fammi fare questo...»
Il cuore di Hermione esplose.
Le labbra di Draco toccarono le sue con inaspettata delicatezza –
stava tremando, tremavano tutti e due.
Per la prima volta dopo tanto tempo, si sentiva viva.
«Quante donne hai amato prima di me?»
«Nessuna.»
«E dopo di me?»
«Nessuna.»
«Devo ancora dirlo ai miei genitori» disse Hermione svariati
minuti dopo, ancora stretta a lui. «Non sanno della rottura con Ron, anche se
sospetto che non ne saranno così dispiaciuti.»
«Mia madre sarà felice di non vedermi più vagare in giro per il
Manor come un’anima in pena.»
Hermione cercò di nuovo la sua mano e Draco intrecciò subito le
dita con le sue.
«Nonostante tutto, non ho mai smesso di crederci.»
«Credo che un po’ mi dispiaccia per Weasley. Come l’ha presa?»
Abbassò gli occhi. «In modo maturo.»
Due dita sotto il mento le fecero rialzare il capo. «Hai fatto la
cosa più giusta per lui, non dimenticarlo.»
«Fa male» piagnucolò, «Credevo di aver già fatto la cosa giusta
anni fa.»
«Giusta per gli altri, ma non per te. Non per noi.»
«Quindi c’è un noi?» lo
provocò. «Non mi vuoi mandare al diavolo?»
Un ghigno divertito – il suo preferito. «Oh, lo farò, stanne
certa. Lo farò ogni volta che ti comporterai da saputella.»
«E io lo farò ogni volta che ti comporterai da ragazzino viziato.»
«Ci conto.»
Si chinò per rubarle un bacio e la tirò appena per dirigersi verso
il sentiero.
«Possiamo mostrarci al mondo, adesso?»
Hermione sorrise e sentì il cuore leggero. Stava male, era
innegabile; le sarebbe servito molto tempo per superare la rottura con Ron,
riacquistare un rapporto d’amicizia con lui e integrare Draco nella sua
quotidianità. Era ciò che aveva cercato di evitare a lungo, ma che in realtà
era inevitabile.
«Sì.»
Era istinto. Non si poteva spiegare a parole, perché non avrebbe
mai trovato le parole giuste per esprimere le emozioni che provava dentro di sé
– le stesse che vedeva riflesse negli occhi di Draco.
Lui le sorrise ed Hermione sentì di nuovo quel legame, quell’istinto,
quella spinta che l’aveva condotta a lui.
«Ehi.»
«Sì?»
Rispose al sorriso e gli mostrò la propria anima con uno sguardo. C’era
così tanto da scoprire l’uno dell’altra, ma lei si sentiva tranquilla,
fiduciosa. Sarebbe andato tutto bene – sarebbero rimasti insieme ora, ne era
certa.
«Ti amo.»
Avevamo smesso di essere due
persone distinte, per diventarne una terza creata dal nostro amore.
Note:
«Quante donne hai amato prima di me?»
«Nessuna.»
«E dopo di me?»
«Nessuna.»
Tristano e
Isotta
«Avevamo smesso di essere due persone distinte, per diventarne una
terza creata dal nostro amore.»
I Ponti di
Madison County
Dunque, eccoci. Ringrazio chi è stato con me in questo
breve periodo e ringrazio in anticipo chi arriverà in futuro.
Grazie per essere stati con me e per le
splendide recensioni che mi avete scritto.
♥