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Autore: Hermione Weasley e Nightmare    21/03/2005    5 recensioni
"E anche se tutto andava male, anche se non vedeva più la luce da tanto tempo… lei avrebbe continuato a vivere. Non avevano importanza quelle mani profane sul suo corpo. Non avevano importanza le sue lacrime quando entravano selvaggiamente in lei. Non avevano importanza le parole di quell’uomo che con quelle frasi voleva piegarla al suo volere. No, non si sarebbe piegata."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dedico questo capitolo alla mia ballerina preferita che oggi compie gli anni

Dedico questo capitolo alla mia ballerina preferita che oggi compie gli anni!

 

Ehilà! Tocca già a me, eh!

Prima di tutto volevo sottolineare il fatto che Nightmare, non scrive affatto peggio di me, anzi. Siamo semplicemente due generi diversi, no Fede?

A parte questo.

La proposta di una FF insieme è stata mia (ancora mi chiedo perchè l'ho fatto...scherzo :P ) e quindi eccomi qui a dare il mio contributo. Questo capitolo è diverso da tutti quelli che ho scritto, l'influenza di Federico è veramente evidente. Spero che vi piaccia comunque!

 

Questo è il secondo capitolo, il prossimo è tutto di Night!

Buona lettura!

Un baciotto

Hermione Weasley

 

Siamo ancora noi

 - Spezzata -

Vola alto solo chi osa farlo.

 

2° Capitolo

Spezzata

 

*** *** ***

Open your eyes and look outside, find a reasons why.

You've been rejected, and now you can't find what you left behind.

Be strong, be strong now.

Too many, too many problems.

Don't know where she belongs, where she belongs.

She wants to go home, but nobody's home.

It's where she lies, broken inside.

With no place to go, no place to go to dry her eyes.

Broken inside.

Her feelings she hides.

Her dreams she can't find.

She's losing her mind.

She's fallen behind.

She can't find her place.

She's losing her faith.

She's fallen from grace.

She's all over the place.

 

Apri gli occhi e guarda al di fuori, trova la ragione del perchè.

Sei stata respinta, e ora non riesci a trovare quel che hai lasciato

indietro.

Sii forte, sii forte ora.

Tanti, tanti problemi.

Non si sa a cosa o a chi lei appartenga.

Vuole andare a casa, ma non c'è nessuno.

E' li che lei si riposa, a pezzi nel profondo.

Con nessun posto dove andare, nessun posto dove asciugarsi le lacrime.

A pezzi nel profondo.

Nasconde i suoi sentimenti.

Non trova i suoi sogni.

Sta perdendo la testa.

E' rimasta indietro.

Non riesce a trovare il suo posto.

Sta perdendo la speranza.

Ha perduto la grazia di Dio.

Lei è dappertutto...

 

( Nobody's Home - Avril Lavigne )

 

*** *** ***

 

18 Gennaio. Notte. Ore 02:34

Obscure Cave

Freddo, che s’ insinua tra le ossa, che ti gela il cuore.

Odio, che ti annebbia la vista, t’intorpidisce i sensi. Ti acceca.

Che senso ha vivere chiusa tra quattro mura? Che senso ha vivere la propria vita, se così si può chiamare la mia misera esistenza, attraverso ricordi, parole, sussurri, così lontani da questi giorni?

Riuscire a vedere il cielo, solo attraverso il ricordo dei suoi occhi. Che senso ha vivere per morire ogni giorno? Ogni sera muoio e tutte le mattine rinasco contro la mia volontà, vivere per soffrire, soffrire per vivere.

I ricordi di tutto ciò che mi hanno portato a questa situazione, sono ancora vivi nella mia testa, si ripetono ogni maledetto giorno che passa, ogni misera ora che scocca, ogni minuto che scorre via in silenzio. Si, perchè in fondo io vivo nei ricordi, nei miei ricordi, dopo tanto tempo il mio corpo non mi appartiene più, mi è estraneo, passatempo di qualche bastardo in cerca di piacere, piacere perverso. Ma ormai, non piango più, non urlo più, non mi oppongo più.

Mi sono arresa?

Forse.

Le mie sono forse lacrime di dolore, di sofferenza?

No, le mie sono lacrime di rabbia, lacrime di odio. Si, odio. Non pensavo che avrei mai potuto provare una cosa del genere, eppure, lo sento qui, che mi avvelena il cuore, che mi istiga, che mi seduce con il suo oscuro sussurro.

Ma ho forse ceduto? Ho mai implorato quegli uomini, perchè la morte sopraggiungesse?

No.

L'ho desiderata, tanto, la morte. Che mi avvolgesse nel suo sonno ovattato e eterno, senza più dolore, senza più sofferenza, senza più violenze. Ma non l'ho mai chiesta, mai.

Ma in me si è insinuato un pensiero. Un pensiero di speranza direte voi. Bè… all'inizio poteva essere anche così, ma adesso non è questo che mi manda avanti, oh no. E' il desiderio di vendetta. Dolce vendetta. Nelle mie giornate vuote mi perdo nei miei pensieri, vendetta e odio ne sono lo scenario. Desidero, voglio vendetta.

Io vivo, sopravvivo sperando che un giorno io possa ammazzarli tutti questi bastardi. Uno per uno, senza esclusione di nessuno, e farli soffrire così come loro hanno fatto soffrire me, li voglio sentire urlare, contorcersi ai miei piedi, negar loro quella pietà che mi hanno sempre rifiutata.

Ed è questo che ogni volta mi aiuta a non pensare, negli attimi in cui, loro si divertono con me, mi estraneo dal mio corpo, mi allontano con l'anima, con il pensiero, e desidero vendetta, solo vendetta.

E quando mi lasciano, soddisfatti, ansanti, appagati, rimango sola, con me stessa, come sempre.

Ed è in quei momenti che provo un ribrezzo incontrollabile per me, per il mio corpo. Mi odio, mi detesto. Sola ogni giorno, respirando polvere, tentando di ricordare di che colore fossero le colline, e la sensazione del vento sul viso.

Solo buio, buio e polvere, polvere e rimembranze, rimembranze e dolore, tutte in un assurdo circolo di sofferenza. E poi all'improvviso, mi sovviene il suo ricordo.

Lui.

E' stata l'ultima persona che ho visto. Lui, che mi è stato sempre vicino, non è riuscito a salvarmi da coloro che ci muovevano guerra contro. O forse sono io che non mi sono lasciata salvare? Con quanta caparbietà mi sono ostinata a voler partecipare alla guerra, quanta? Oh ma ero diversa allora, piena di vita e di speranze, di sogni...

Adesso non ne ho più, sono grigia, fredda. E lui? Me lo tolgo dalla testa senza troppe cerimonie, non sarà di certo stato ad aspettare me, ad aspettare che un fantasma potesse ritornare dall'Inferno...o dal Paradiso...non lo so.

Ma non sempre riesco a dimenticare quegli occhi, il mio cielo.

Quel giorno fu un caos. Ci dividemmo. I vari corpi di Auror combattevano a marce serrate contro i Mangiamorte, e con loro, noi. Piccoli eroi, forse troppo desiderosi di combattere, troppo ingenui per capire che certe cose non finiscono mai nel migliore dei modi.

Eravamo insieme noi tre. Come sempre. Un incantesimo, un botto, un' esplosione. Ricordo di essere stata sbalzata lontano da loro. Caddi riversa su un cadavere. L'odore di sangue sulle mie mani, e le pupille vuote che mi fissavano.

Li persi di vista. Non li trovavo più.

Cominciai ad avanzare da sola, con le mie sole forze. E poi...

Qualcuno mi afferrò da dietro. Mi strinse i polsi dietro la schiena. Ricordo la sensazione. Chiusi gli occhi cercando di trovare una soluzione logica, come avrei fatto una volta. E quando li riaprii mi trovai davanti ad un intero schieramento del corpo Auror del Ministero della Magia. Ma non ci fu niente da fare. Vennero uccisi tutti uno ad uno.

I Queen, coloro che difendevano più strenuamente la nostra vita, i nostri ideali, accerchiarono un esiguo numero di Mangiamorte tra i quali il mio sequestratore. Una strana sensazione di caldo mi invase le membra quando vidi Lui tra la folla che ci stava attorno. E poi niente. Un'esplosione, altri morti, altri cadaveri, altro sangue umano, versato per una guerra che sarebbe finita alla pari. Non Lo rividi più. Quel che so per certo è che mi credono morta.

Per il mondo, io non esisto.

18 Gennaio, Mattina. Ore 10:06

Obscure Cave

Mi passo la lingua sulle labbra. Sento il sapore del sangue.

Chiudo gli occhi. Respiro.

Ho la gola arida.

Deglutisco, rannicchiandomi nell'angolo più buio.

Mi passo una mano sul torace.

Un taglio. Un profondo taglio. Ha smesso solo qualche minuto fa di sanguinare. Sono tutta sporca.

Mi viene da ridere.

La mia gelida risata rimbomba tra le pietre, nel buio.

Sto impazzendo. Non è incredibile?

Rido ancora.

Mi sale un groppo alla gola. Sto per piangere? No.

Non le sento uscire, le lacrime. Sono bloccate, ferme, ghiacciate, lì.

Appoggio la testa sulle ginocchia tentando di calmarmi. La mano che si stringe attorno al collo. Altre cicatrici, altri tagli, altro sangue...sento un sottile strato di cordicella sotto le dita.

Ah.

Mi dimentico spesso di averlo. Alzo gli occhi, sfilandomi la collanina.

Un angioletto mi fissa.

E' d'argento. Ritratto in atto di pregare. Le ali spiegate come in procinto di spiccare il volo. Lui che può farlo. Sorrido mestamente al ricordo.

Era Natale quando lo vidi per la prima volta. Si, era in una scatolina di velluto azzurro, avvolto nel cotone rosato. Gli sorrisi. Un angelo mi aveva regalato un angelo.

Lo rimproverai per avermi fatto un regalo del genere, lui non poteva permetterselo. Non sono gingilli d'oro o d'argento a rendermi felice. Sapeva che sarebbe bastata solo una parola a farmi sorridere se detta da lui.

Ma non riesco a disprezzare un tale regalo. E' il mio...angelo. Si, che vola per me.

Un rumore, il cigolare di una porta.

Scatto in piedi infilando la catenina sotto la tunica.

Non è possibile, è troppo presto.

Il buio mi avvolge. Qualcuno sta venendo qui. Da me. Hanno forse deciso che il dolore inflittomi le sere è troppo poco? Non basta più? Anche la mattina, adesso?

Lo stridere del metallo sulla pietra, la flebile luce di una candela mi raggiunge. Chiudo gli occhi. Non sopporto la luce, non più ormai.

Tento di abituarmi. Gli occhi mi fanno male.

Un uomo di media statura mi guarda. Un ghigno sulle labbra. Folti capelli castani, sporchi, unti. Barba incolta gli cresce sulle guance gonfie, una profonda cicatrice gli attraversa la palpebra destra.

Bastardo.

Nella mano sinistra, un candelabro a tre braccia. Solo una candela è accesa, quella di sinistra, le altre due sono solo piccoli mozziconi di cera.

   « Bè? » chiedo piatta.

   « Sta' zitta »

Stringo le labbra. Uno scintillio attira la mia attenzione. Come se fossi una gazza ladra, cerco con gli occhi la fonte di quel barlume.

Lo vedo.

Un pugnale, stretto nella cintura dell'uomo.

Deglutisco, elaborando velocemente.

Potrei...

    « Hai visite » dice all'improvviso il Mangiamorte.

Faccio una smorfia.

    « Visite? » chiedo senza dare troppo peso alle sue parole. -E chi sarebbe? »  tengo lo sguardo fisso sul pugnale.  

Sto bene attenta a non attirare l'attenzione dell'uomo. Ma sarebbe difficile che riesca a notare la direzione del mio sguardo, sono avvolta dalla penombra.

    « Qualcuno ti vuole bene qui »sghignazza rude.

Sento una fitta allo stomaco.

Come può dire che qualcuno mi vuole bene? Schifoso!

Tutti coloro che mi vogliono bene mi credono morta, pregano sulla tomba di nessuno!

Dopo tutti questi anni di supplizio, come fa a dire che qualcuno mi vuole bene?

Ecco, lo sento. L'odio, mi scivola dentro.

Scatto verso di lui, tendo la mano verso la cintura, la serro contro l'impugnatura del pugnale. Lo sfodero e mi allontano di un passo dall'uomo.

Ce l'ho.

Mi guarda con aria interrogativa.

Lancia un'occhiata incredula alla sua cintura e poi torna a fissarmi.

Fa una smorfia.

     « Schifosa puttanella... »

Mi si avventa contro. Mi stringe le mani attorno al collo. Mi preme contro il muro, il suo alito fetido sulle labbra.

Stavolta sarà diverso.

Mi sporgo in avanti, serro la presa sul manico. E poi lo sento...

Il sangue che mi scorre caldo sulle mani. Per la prima volta, dopo tanti anni, quello non è il mio sangue. Sento un qualcosa scattare in me. Un suono strozzato abbandona le labbra dell'uomo. I suoi occhi hanno un sussulto. Il candelabro cade a terra con un tonfo sordo. La candela si spenge e con essa anche la mia ragione.

Estraggo la lama dal ventre dell'uomo. Sento l'odore del sangue, mi annebbia i sensi.

Senza pensarci affondo ancora una volta il metallo, il gelido metallo...

Ancora...e ancora...e ancora...

Ad ogni colpo, sento qualcosa rompersi dentro di me, ma non me ne interesso. Alla decima coltellata spingo il corpo esanime dell'uomo lontano da me. Lascio cadere il coltello.

Mi passo una mano sullo fronte. Mi lascio scivolare lungo il muro, finché non tocco terra.

Odore di sangue, le mie mani sporche.

Ho ucciso. Ho ucciso un uomo. Ho spezzato una vita.

E all'improvviso sebbene la cosa mi abbia fatto stare meglio prima, sento un peso immenso cadermi sul petto, con un cupo tonfo.

Ho ucciso.

Voglio piangere.

Posso piangere.

Devo piangere.

DEVO PIANGERE! IO DEVO PIANGERE!

Afferro il candelabro e lo scaravento contro il muro. Va a schiantarsi a pochi centimetri dalla porta aperta.

Non sento le lacrime scendere, non scendono, non ci sono.

Non riesco.

Sono vuota.

Inizio a tremare.

    « Interessante »

Una voce fredda e tagliente mi costringe ad alzare lo sguardo. Non vedo il viso del mio interlocutore. Ne distinguo la sagoma. Alto, magro, capelli lunghi.

Tasto la pietra, in cerca del pugnale. Invano.

    « Non serve » mi dice ancora.

Lo guardo ancora.

    « Che vuoi? »

La mia voce esce più ferma e sicura di quello che pensassi.

Io non sento niente.

Non sento niente.

Niente.

    « Sono venuto a farti un'offerta »

Sento il mio cuore...no, non ho più un cuore.

   « E sarebbe? » chiedo di nuovo alzandomi in piedi.

   « Ti offro » vedo...due occhi neri come la pece, occhi di corvo che mi fissano « la libertà. »

Non esulto, non gioisco. Dopo tanti anni, mi sembra impossibile. La libertà?

E in cambio di cosa? Del mio corpo? Del mio sangue?

Per quale fottutissimo motivo vuole darmi la libertà?

Mio malgrado diffido da lui.

    « In cambio di cosa? »

Una risata agghiacciante.

    « Di un'assassina »

__________________________________________________________________________

 

Ed ecco qua! Spero che non sia stato troppo noioso arrivare fino qua.

Via, siccome oggi mi sento buona renderò la conclusione il più breve possibile.

 

Ringrazio da parte mia e di Nightmare tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo!

Grazie, grazie, grazie!!!

 

Cedo il testimone a Nightmare, sono sicura che saprà regalarvi un capitolo stupendo (come sempre d'altronde)

 

Su su, se siete arrivati sin qua potete anche lasciarci una recensione...anche piccola piccola dai!!!

^_^

 

Se vi va di leggere ricordate che c'è ancora

Let Love Be Your Energy

in corso.

 

Un baciotto! Alla prossima!

Hermione Weasley

 

We could be heroes

just for one day

 

  
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