Dedico
questo capitolo a Silverwings… che è tornata finalmente.
Eccoci qua!
Non vedevate l’ora, dite la
verità! I due pazzi che scrivono insieme, che meraviglia!
Ok, non andatevene… non
ancora almeno. Dobbiamo raccontarvi una storia, una delle nostre storie. Potrà
piacervi, potrà disgustarvi… come meglio crederete. Ma è venuto fuori così
questo capitolo, senza uno schema preciso… E pensare che volevo scrivere con un
po’ più di romanticismo, stavolta! ^_^ Ma come al solito la mia vena macabra e
malinconica, ha preso il sopravvento e… è venuto fuori questo. Del resto i
capitoli romantici sono una priorità della nostra cara Hermione Weasley…
lasciate i capitoli tristi allo Zio Night, ok? ^_^
Ed
è così che ha inizio il nostro cammino insieme. Stavolta è il mio turno, la
prossima volta toccherà a Hermione Weasley, che alzerà il livello senza dubbio
^_^, e così proseguiremo insieme fino alla fine… lasciatevi portare per mano,
per una volta. Non abbiate fretta, pazientate.
E
con Passi nel buio, cominciamo a camminare…
Buona
lettura
SIAMO
ANCORA NOI
- Passi
nella notte -
Molti
uomini si sono trovati a vagare per strade, senza accorgersi di dove stavano
andando. Molti uomini si sono lasciati trasportare dall’istinto. Molti uomini
hanno perso la via ancora prima d’averla trovata. Ma per quegli uomini non ha
importanza avere una metà precisa… basta solo camminare nella notte.
1°
capitolo
Passi
nella notte…
*** *** ***
My shadows the only one that walks beside me
My shallow hearts the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
'Till then I'll walk alone
La
mia ombra è l'unica che mi sta vicino.
Il mio cuore dissanguato è l'unica cosa che pulsa.
In certi momenti desidero che qualcuno là fuori mi trovi,
ma sino ad
allora, continuerò a camminare da solo…
(Boulevard
of Broken Dreams – Green Day)
*** *** ***
L’uomo
è stanco.
Sa
di dover camminare ancora molto prima di arrivare al rifugio, ma non gli
importa. Le energie rimaste sono tutte concentrate per quell'unico scopo:
arrivare a casa.
L’uomo è stanco e si guarda
intorno… carcasse e rifiuti per terra. Sacchi maleodoranti e un vicolo a pezzi.
Ha fatto un buon lavoro, verrà ricompensato. Sa di aver commesso un crimine, ma
non gli importa. Una cosa di poco valore, che rilevanza ha?
L’uomo
è stanco, e tira dritto. Sente un ululato nella notte, i passi di qualcuno che sì
avvicina… che lo stiano seguendo? La paura s’impossessa di lui. Inizia a
correre…
L’uomo
è stanco, ma non ha importanza. Il frusciare ritmico di qualcuno che si
avvicina, i passi leggeri e precisi sulla neve appena caduta… svolta, prende
vie che nemmeno conosce e si perde nell’oscurità. Sa di dover correre veloce o
verrà preso.
Non
può permetterselo.
L’uomo
è stanco e il suo respiro si fa irregolare. Sente mille occhi che lo scrutano e
lo seguono, lentamente. Inizia a sudare freddo… “Lasciatemi in pace” grida, ad
una notte che non lo ascolta. Non sa di aver firmato la sua condanna, non
capisce cosa sta facendo…
Estrae
la pistola e prende un nuovo caricatore. Sente i passi sempre più vicini. Uno
scandire lento e preciso, l’appuntamento con il destino… i passi si fanno
sempre più rumorosi sulla fredda neve d’inverno, ma non vede nessuno.
Aspetta.
L’uomo
è stanco e ha paura. I suoni della notte si fanno di colpo più vivi. Si guarda
intorno al minimo rumore, scatta al primo alito di vento. Guarda e scruta, in
una notte che non gli appartiene… poi, ad un tratto, il silenzio.
I
passi svaniscono… la paura si dirada. La notte non gli fa più così terrore, e
od ogni cosa sembra tornare al proprio posto, vittima di uno strano gioco che
viene chiamato vita… Che sia stato tutto frutto della sua immaginazione?
L’uomo
sorride.
Pensa
di essere al sicuro. Ripone la pistola dentro la giacca e attende… sì, si è
immaginato tutto. Che sciocco che è stato.
L’uomo
è stanco, ma è tranquillo adesso. Riprende lentamente il cammino senza
guardarsi indietro. Non manca molto al suo rifugio. Una serata piacevole
l’attende… perché darsi pensiero?
Inizia
a percorrere l’ultimo tratto di salita che lo separa da casa. Inciampa nella
soffice neve chiara e ci ride sopra. È stata una buona giornata, dopotutto… ma
non si rende conto che potrebbe essere l’ultima.
L’uomo
è quasi arrivato… ma qualcosa lo blocca.
Una
mano decisa si poggia sulla sua spalla e gli sbarra il passo. Sente le gambe
molli, e il coraggio svanire a poco a poco… suda freddo e non si volta. Ha
paura di quello che potrebbe vedere… ha paura di quello che potrebbe sentire.
L’uomo
trema e decide di affrontare la paura.
Si
gira… e poi il buio.
Il peso
della coscienza che cade su di lui. Sa di aver commesso un crimine, ma che
importanza ha?
Passi
sicuri e spediti tornano indietro… il destino ha effettuato il suo corso.
Un
corpo senza vita sulla neve…
L’uomo è
morto.
16 Gennaio. Mattino. Ore
05.13
Casa di Ron
Odio
svegliarmi la mattina presto.
È una cosa che non sopporto, non ci riesco… credete che
sia bello, ogni mattina, alzarsi al solo rumore di quella dannata sveglia? È un
qualcosa di tremendamente infernale quell’aggeggio. Inizia a suonare in maniera
assordante, a tal punto da scatenare proteste persino nei miei vicini, e non la
smette più per buoni cinque minuti… e non si può bloccare. È terrificante.
Considerate
le mie ragioni, allora… sono ormai sette lunghi anni che mi sveglio a questo
modo.
Alzarsi,
già di per sé, è qualcosa che nessuno di voi vorrebbe mai fare… abbandonare il
tepore del letto, il calduccio delle coperte per andare a lavoro? Ma chi me lo
fa fare! Ma poi prevale la coscienza e iniziamo a mettere il primo piedino
fuori dal letto. Quando entra in contatto con il freddo pavimento di casa,
allora possiamo dire d’essere pronti per la nuova giornata.
Odio
svegliarmi la mattina presto… e lo faccio da molti anni ormai.
Sempre
con occhiaie pesanti e con una voglia matta di ritornare sotto le coperte, ma
lo faccio…e devo dire che nei primi tempi, ero particolarmente restio ad
intraprendere una carriera del genere, così priva d’ore di sonno e così piena
di turni di notte. Ma adesso, con giorni e giorni d’esperienza alle spalle,
posso dirmi abbastanza soddisfatto della mia vita. So che manca ancora
qualcosa… ma non ho tempo e voglia di parlarne, al momento. Non ci riesco a
quest’ora del mattino…
La
sveglia emette il suo ultimo stridulo acuto e poi tace…
Che
sensazione magnifica… non so se ha voi capitano mai cose del genere, ma posso
assicurarvi che sentire quella sveglia smettere di suonare, è per me qualcosa
di terribilmente appagante. È un po’ come quando si corre tanto, faticando, e
dopo abbiamo un’impellente bisogno di una doccia. Trovarsi sotto i suoi getti
caldi e rilassanti fa terribilmente piacere… con la sveglia è così. Quando
finisce la sua atroce cantilena, ti senti in pace con il mondo…
Vi
chiederete, e a ragione, perché non me ne sia ancora sbarazzato. Vi chiederete
perché io non l’abbia semplicemente presa a martellate e chiasso finito.
Vi
chiederete molte cose… ma io posso solo dirvi che non potrei mai separarmi da
essa.
Mai.
Non
che l’idea non mi sia passata di mente, lo ammetto… un pensierino ce lo avevo
pure fatto. Ma quando arrivavo a metterlo in pratica, la mano si bloccava e un
tremendo senso di colpa si attanagliava a me. Oggi, non ho più di questi
problemi: mi alzo, aspetto che finisca di “cantare”, e inizio a vivere…
Semplicemente
mi sono abituato all’idea di averla sempre lì con me, schiamazzi a parte… gli
unici che non si sono abituati sono i miei vicini, ma questo è un discorso che
tralascerei… non posso separarmene. È troppo importante.
Cosa
avrà mai di speciale questa sveglia? Dite la verità, ve lo state chiedendo già
da un po’…
Semplicemente
non posso separarmi dall’ultima cosa che mi è rimasta ancora di lei… non ci
riesco. È più forte di me. Solo gli sciocchi si fanno influenzare da certe
cose, ma in questo momento non ho nessun motivo per non esserlo.
Sono
uno stupido, lo so.
Ma
la speranza che in questi anni mi ha accompagnato, il desiderio di poterla
rivedere almeno una volta, solo una volta… a poco a poco si sta affievolendo
per lasciare il posto ad una quieta agonia… una lunga e quieta agonia.
È
scomparsa.
Non
si sa il come e non si sa il perché… non abbiamo un minimo indizio, una sola
traccia… niente di niente. Se n’è andata ed è svanita nel nulla… senza un
saluto, senza un abbraccio… senza sapere di ferire una persona che le è stata
sempre accanto. Senza sapere di ferire me.
Ricordo
ancora il giorno in cui divenni partecipe di quell’atroce verità.
Ricordo
le facce sconvolte dei miei genitori, il tremolio ritmico di Ginny…
Ricordo
una strada buia. Ricordo la pioggia che cadeva sul mio viso affranto…
Ricordo
quella precisa bottiglia di whisky che mi sono bevuto, vagando come un uomo
senza metà per vicoli oscuri…
Ricordo…
e mi fa male.
Ma
non devo pensarci più di tanto, ormai. È andata, devo farmene una ragione…
Inizio
a prepararmi la colazione con particolare maestria. Devo fare presto. Il lavoro
mi attende.
Non
posso permettermi di arrivare ancora una volta in ritardo, dopo la mia ultima
convocazione ufficiale… semplicemente mi sono giocato il bonus. E non mi sarà
permesso di sbagliare ancora.
Liam
me lo ha detto chiaro e tondo: “Se arriverai anche solo un secondo dopo il
raduno, comincia già a fare le valigie, Weasley” e se n’era andato senza dire
nient’altro, come spesso faceva. Era un tipo apposto, Liam. Credeva in quello
che realizzava e ci metteva l’anima. Alcuni pensavano che fosse solo un
presuntuoso bastardo che si atteggiava a generale… ma lui non si atteggiava a
generale, lui lo era…
Per
quanto mi riguarda, ha sempre fatto una buon’impressione su di me, influenzando
la mia vita di recluta in maniera determinante… quando sono salito di grado i
nostri contatti giornalieri sono diminuiti considerevolmente, ma non manca mai
di farmi, quando mi vede, la sua strigliata quotidiana…
È uno che non scherza, il
generale Liam… e non vi auguro di trovarvi sotto i suoi colpi, come a me è
capitato, perché se lo vorrà potrebbero essere gli ultimi. È di una potenza
mostruosa, ineguagliabile… quando combatte si estrania da tutto e diventa una
belva. Una belva in cerca di sangue… di quel sangue che, con estrema codardia,
gli è stato sottratto.
Non
ha passato una vita facile.
Molti
se lo scordano, restando abbagliati dalla luce della sua fermezza e dal suo
spirito battagliero, ma non dovrebbero. Ha perso molto, in questa dannata
guerra…
È
rimasto solo… e non è facile tirare avanti nelle condizioni in cui si trova. Io
non so se ci riuscirei. Non so se avrei ancora la forza di alzare la testa dopo
tutte le umiliazioni, i dolori, le torture… non so se riuscirei a guardare
ancora in faccia un essere umano, dopo aver visto con quanta leggera barbaria
la sua vita è stata stroncata. Distrutta, spezzata… un angelo caduto, le ali
divise in due da una fitta lancinante, in un eterno dolore che rappresenta il
silenzio… è l’uomo ha fatto tutto questo. Ha distrutto dove con così tanta
fatica era stato creato. Ha diviso un legame indissolubile per lasciare il
vuoto. Ha portato la morte dove la vita scorreva leggera, in un limbo di pace
dal quale non si vuole uscire.
I
Mangiamorte sono anche questo.
Non
vedono la purezza di un bimbo appena nato, ma ne vogliono il sangue indifeso
per cibarsi nella loro famelica corsa al potere. Non provano pietà. Non sentono
ragioni… sono automi creati, formati, educati per un unico scopo: cancellare la
vita, in ogni sua forma.
Non
si piegano al dolore. Non si scompongono se vengono colpiti e continuano la
loro folle marcia verso la morte. Non si curano dei sentimenti e delle
emozioni… sono vuoti. Gusci vuoti in attesa di essere saziati.
I
Mangiamorte sono anche questo.
Ma,
essenzialmente, tutto ciò è dovuto ad una e ad una sola cosa: la loro cecità.
Sono ciechi.
Non
vedono quando dovrebbero vedere. Non provano strazio alcuno nel togliere una vita
ad una persona. Non vedono… sono ciechi.
Proprio
come Liam… anche se in forma diversa.
Liam…
il nostro generale.
E
ancora oggi non mi sono abituato all’idea di vederlo in questo stato. Lui che
più di tutti sapeva emanare energia da quegli occhi così carichi di fiero
orgoglio. Lui che avevo visto pericoli lontani quando altri non ne avevano
ancora avuto il cauto sentore. Lui che mi aveva guardato con sincero dispiacere
e una buona dose di decisa determinazione, il giorno più brutto della mia vita.
Il giorno della sua scomparsa…
E
in un momento come un altro, in quel tremendo venerdì di luglio, si era
ritrovato cieco… isolato da un mondo per il quale aveva combattuto. Scacciato
da una realtà che gli apparteneva di diritto.
Fu
un colpo tremendo, per tutti.
Quel
giorno, che verrà ricordato nei libri di Storia della Magia come il giorno nel
quale avvenne il più grande genocidio di massa dell’intero globo magico,
resta ancora una macchia indelebile che non sono riuscito a cancellare. Una
ferita profonda che ha segnato un’epoca che ancora oggi fa fatica a rialzarsi…
uno sterminio indiscriminato, un atto di pura vandalia…
Un
popolo.
Un
popolo che ha retto le ultime difese prima dello scontro. Un popolo che ha dato
la sua vita per consentire ancora agli altri di sperare… Il popolo che
con estremo coraggio ha consentito la ritirata alle Avantgardes…
Nessuno
li ha mai ringraziati abbastanza per il loro sacrificio… nessuno li ha mai
ricordati abbastanza.
Ma
io non mi scorderò mai delle nobili gesta dei Queen… e del loro
ultimo grido di battaglia…
Il
cercapersone inizia a vibrare in maniera fastidiosa dentro la tasca leggermente
sfilacciata della divisa.
Chac
mi sta aspettando…
Ore 05.59
Quartier Generale
Un minuto.
Un minuto ancora e tutta
l’ira di Liam si riverserà su di me, come se non attendesse altro… corro per
uno stretto corridoio illuminato da torce, alcuni quadri ad olio appesi alle
pareti e un’insopportabile aria viziata che mi da letteralmente alla nausea…
dietro posso sentire il respiro irregolare e affannato di Chac, che come al
solito ha deciso di aspettarmi fino all’ultimo. È un buon amico, Chac.
Io non so se, ogni giorno,
riuscirei a fare altrettanto per lui.
Distinguo un brusio
concitato arrivare dal salone laterale. L’ora del raduno sta per scoccare e
ormai sono tutti riuniti in attesa di iniziare una nuova giornata lavorativa. O
meglio, quasi tutti sono riuniti… come al solito sono in ritardo…
Venti secondi.
Possibile che ogni volta
debba sempre ritrovarmi in queste condizioni? Chac arranca nella mia scia e
sembra perdere colpi, ma non molla. Non è da lui. Sarebbe tutto così facile se
ci lasciassero smaterializzare, basterebbe un secondo. Ma una barriera magica
molto potente, come quella che una volta avevamo anche a Hogwarts, ci impedisce
questo particolare privilegio, per cui ogni mattina… Ogni santa mattina, mi
ritrovo a fare questi sprint che se rafforzano il fisico, di sicuro mi lasciano
anche una consistente e fastidiosa fitta al petto. Insopportabile.
Dieci secondi.
Ormai penso di avercela
fatta. Sento il brusio dietro la gigantesca porta delle Rifondazione, farsi
sempre più vicino e distinto. Spalanco con forza l’entrata e sono finalmente
arrivato. Chac è dietro di me, c’è l’ha fatta anche lui. Anche questa volta…
I presenti si voltano verso
di noi, incuriositi dal quanto mai eccessivo sbattere della porta alle nostre
spalle, assumendo espressioni più o meno contrastanti: dalla fila dei
Progressisti salgono alcune calde risate e posso vedere distintamente il
colonnello Brave alzare il pollice alto verso la mia posizione; alla mia
destra, nel reparto dei Rivoluzionari, sento distintamente il classico è sonoro
fischio di Clear che si perde nel vociare dei compagni; al centro, dove la
tanto odiata e stimata fila dei Conservatori tiene raccolta, posso distinguere
chiaramente occhiate di disappunto e un imperturbabile maggiore Stiff che ci
squadra con una fastidiosissima aria di sufficienza…
E poi c’è lui.
Il ghigno sul suo volto è
evidente. Un sorriso esce spontaneo dal suo viso tormentato. Cosparso da
un’infinità di cicatrici da fare invidia persino all’ormai defunto e compianto
“Malocchio Moody”, richiama in me ancora una certa tranquillità d’animo.
Sicurezza… una parola che nel mondo in cui siamo costretti a vivere, si sente
sempre più flebilmente. Una parola, che presto o tardi, verrà dimenticata e
scacciata da un mondo che non ha più bisogno di lei.
Una parola che siamo tenuti
ad onorare ma che sempre di più sfugge al nostro controllo.
« Grazie per averci
onorato della sua presenza, tenente Weasley… » il suo tono era scherzoso e
gioviale, ma lasciava trasparire anche una decisa nota di severità nascosta. Un
secondo di più e sarebbero stati guai veramente grossi. « E anche lei maggiore
Meek, si segga o potrebbe morire di infarto da un momento all’altro… » aggiunse
il generale scatenando le risate della fila dei Progressisti e l’imbarazzo
evidente del povero Chac in evidente affanno fisico, che come unica colpa aveva
soltanto l’avermi aspettato un momento di troppo.
Ci sedemmo e…
Così ha inizio la mia
giornata da molti anni a questa parte… non vi serve sapere altro. Non è
necessario che veniate a sapere dei nostri compiti, della nostra
organizzazione, del nostro modo di fare… non ha assolutamente alcuna rilevanza.
Non vi racconterò la mia classica giornata lavorativa, e le mille peripezie che
vi sono in essa svolte… non vi serve saperlo.
Posso solo dirvi che vivere
così è come essere di nuovo in famiglia; essere appoggiati nelle proprie scelte
e prendere decisioni che possono salvare vite umane; ricevere un sorriso una
volta ogni tanto; vedere negli occhi delle persone ancora un briciolo di
speranza… io non ho bisogno di altro in questo momento.
Ed è per questo che sono
entrato nel corpo più spregiudicato della Rifondazione: sono diventato un avantgarde
e nulla potrà farmi tornare indietro. Niente e nessuno potrà distogliermi
dal portare a termine il mio compito… lottare, fino alla fine se necessario,
per portare la suprema Luce dove nessuna luce risplende più. I vigliacchi non
sono ammessi. I codardi vengono cacciati. Le spie vengono uccise.
E vi sembrerà strano che io
vi dica queste cose. Ma la realtà è immutabile ed è l’unica cosa che mi tiene
ancora in vita, quando nulla più mi è rimasto…
Io sono solo…
Ma quando sono con loro… non
lo sono più.
17
Gennaio. Ore 3.00
Obscure
Cave
Una figura scura rivolta a
terra, come un straccio… come qualcuno che non ha più la forza di vivere.
Attorno a lei soltanto
fredde mura di cemento e una sensazione di impotenza, di chi non ce la fa più.
Sono mesi, forse anni, che si trova in questa situazione… non può fuggire, non
può scappare… non può morire. Viene tenuta in vita esclusivamente per un
perverso gioco, per una stupida e fiera rivalsa… Il volto di quegli uomini che
la violentano, che la torturano… che non le lasciano campo ad altro se non la
sofferenza, si perdono in una notte che non sa dare risposte e che alimenta
solo domande.
Non è forse meglio la morte
di questo?
Sarebbe un premio troppo
grande da soddisfare, una cupa e pallida illusione di chi si attacca a tutto
pur di continuare ad esistere. Cosa può fare, altrimenti? Non esiste sbocco,
via d’uscita… non ci sono amici che la possono trovare. Non ci sono modi per
continuare a sperare. C’è solo l’attesa.
Straziante, assolutamente
inaccettabile e incredibilmente lunga… c’è solo l’attesa, di chi spera in un
cambiamento che non verrà. C’è solo una speranza, di quando le cose si fanno
insopportabili e nulla a più senso. C’è solo l’attesa di chi attende la morte.
La figura striscia sul
pavimento sporco di sangue… il suo sangue. Quello che con tanta leggerezza le è
stato strappato. Emette un impercettibile sospiro, come a volersi ricordare di respirare.
Striscia su quel pavimento che ha ospitato gli atti perversi di uomini, che non
hanno identità… che non hanno volto.
Le parole di quell’uomo, che
ha visto una volta sola ma che riecheggia nei suoi incubi più duri, le
rimbombano nel cervello, stordendola… una cantilena insopportabile che non le
dà pace e che non la lascia respirare.
« Tu sei mia. E il tuo amichetto, non verrà a salvarti… »
E poi quella risata. Gelida,
agghiacciante… una risata senza gioia, che si nutre della disperazione e della
sofferenza altrui. Quella risata che l’accompagna nel triste regno degli
incubi, guidandola quando non ce ne sarebbe bisogno…
« Il tuo amichetto non verrà a salvarti »
Poteva perdere anche
quell’ultima speranza? Aveva il coraggio di abbandonarsi completamente
all’oblio, senza provare né dolore né gioia? Sarebbe stato comodo… molto
comodo. Spegnere la luce e dire basta. Sarebbe stato tutto più semplice, ma non
sarebbe stato da lei…
E anche se tutto andava
male, anche se non vedeva più la luce da tanto tempo… lei avrebbe continuato a
vivere. Non avevano importanza quelle mani profane sul suo corpo. Non avevano
importanza le sue lacrime quando entravano selvaggiamente in lei. Non avevano
importanza le parole di quell’uomo che con quelle frasi voleva piegarla al suo
volere.
No, non si sarebbe piegata.
Il ricordo di lui, ogni
giorno sempre più debole e forte allo stesso tempo, la convinceva ancora a
resistere. E lei sapeva che un giorno o l’altro l’avrebbero salvata, non come
ma lo sapeva.
E con quell’unica luce
continuava a aspettare.
E poi… passi. Passi nella
notte che si fanno più vicini. Un uomo dalla corporatura robusta si fa avanti
alla luce febbricitante di una bacchetta. Oggi è il suo turno… lo sguardo
famelico di chi a perso la ragione. Il sudare disgustoso di chi si eccita per
così poco. Oggi è il suo turno e non sentirà ragioni… non esiterà a picchiarla
se si lamenta. La prenderà a poco a poco, infamando il suo corpo ormai
distrutto… nell’animo, nella ragione.
Oggi è il suo turno, e
domani toccherà a qualcun altro…
Ma lei vede ancora quella
luce. E in fondo, sì sa…
La luce più grande è in
ognuno di noi.
Ringrazio
infinitamente chi ha letto fino a qui, vi ringrazio davvero. Questo è solo un
progetto in via di sviluppo. Un’idea… l’idea di scrivere insieme. E se vorrete
lasciarci impressioni e recensioni, noi saremo ben felici di leggerle. Ve lo
assicuro!
Appunto
personale: ringrazio tutti quelli che hanno letto e commentato “Lettera
dall’inferno”, vi adoro!Mi spiace non poter scrivere un ringraziamento
personale per tutti, stavolta. Ma non ne ho proprio il tempo, caspita! Grazie,
grazie, grazie! ^_^ Non posso che dirvi questo!
Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta dolo
per lui. Si chiama disperazione. L’anima è piena di stelle cadenti.
Victor
Hugo – L’uomo che ride
Nessuno può possedere completamente un altro perché nessuno può
darsi interamente.
Octavio
Paz – Passione e lettura
Dobbiamo essere contenti di morire, se non possiamo vivere come
uomini o donne libere.
Gandhi
– Antiche come le montagne
Iniziative: è stato aperto da qualche
mese un carinissimo forum di Harry Potter. Abbiamo un gioco di ruolo, lo
smistamento, e ogni settimana chi troverà la soluzione all'indovinello che l'Amministratore
propone vincerà avatars, gift e animazioni riguardanti chiaramente Hp! Abbiamo
bisogno di nuovi iscritti per entrare nel vivo del gioco. Quindi, perché non ci
fate un salto? Ci farebbe davvero molto piacere.
È stato aperto da pochi giorni anche un altro forum! Non che io
condivida i principi morali di questo sito, ma visto che è stato creato da 3
delle mie più care amiche, mi sembrava giusto segnalarlo!
Solo per chi odia, disprezza, ritiene indegna di ruolo di attrice…
Emma Watson!
Per coloro che volessero contattarmi, per parlare del forum o di
qualsiasi altra cosa, accludo il mio indirizzo e-mail e il mio indirizzo MSN:
Harry Potter e la
Stella di luce
L’attimo prima del
volo…
Behind Blue Eyes
Lettera dall’inferno
E
quindi mi trovo qui, a pubblicizzare i miei lavori! Per coloro che non avessero
ancora letto queste storie, e per coloro che vogliono leggere qualcos’altro
scritto da me, eccovi sopra indicati i titoli delle mie fanfiction.
Per
maggiori comodità andate sul mio account, se volete leggerle!
E
ricordate una recensione, è sempre gradita… ^_^
Vedete
quella scritta blu? Quella in basso? Bene, cliccate e recensite!
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