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Autore: _happy_04    14/03/2016    4 recensioni
Conan è arrivato alla soluzione del caso, ed è pronto per mettere fine ai giri dell'Organizzazione Nera, ma c'è un imprevisto: Vodka è andato da Ai per farla tornare tra i corvi... la ragazza accetterà? Questo potrebbe essere il capolinea per il Detective dell'Est...
--tratto dal testo--
"Io non le do' mai retta, ma la mia vocina interiore mi dice che stavolta sarà diverso, che stavolta ci sarà un motivo in più per contrastare e rischiare. O per accettare e tornare al lato oscuro. O forse, più semplicemente, voglio smettere di cercare di mimetizzarmi nel bianco del foglio nonostante io sia il nero di seppia. Forse voglio solo rassegnarmi al fatto che il nero non viene più via dal cuore."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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  1. La prima Sfida

 

[(Shinichi)]

 

Il ritorno di Shiho è stato strano. Ormai erano quattro anni che stava dal lato dei Corvi, e ora, di punto in bianco, ritorna di qua. Fino a del tempo fa era una delle mie migliori amiche, m ora, mio malgrado, mi ritrovo a dubitare di lei. La paura che stia facendo il doppio gioco, per quanto io tenti di scacciarla, è altissima, e mi attanaglia perennemente la mente e il cuore.

Poi però mi ricordo, per qualche motivo, che dobbiamo organizzarci un attimo, per esempio per i turni di ronda, i letti, e tutto il resto, insomma. Quando ci ritroviamo tutti insieme nell'ambiente centrale della tenda, tutti mi fissano, in attesa di un giudizio. Cosa che trovo piuttosto strana. “Cosa... cosa...?”

“Dobbiamo decidere come organizzarci, Shin.” dice Kazuha, e fin qua ci arrivo anch'io. Solo... “Lo so questo, ma non capisco perché steste aspettando me!”

“Ovvio, sei tu il leader!”

Il mio cervello ci mette un po' ad elaborare la notizia. Cioè... leader? Credo di avere qualche problemino alle orecchie. “Leader?”

“Ovvio, Kudo, tu sei quello che ci è dentro fino al collo!” risponde Heiji, dandomi una pacca sulla spalla. “Grazie per l'incoraggiamento esemplare, Hattori...”

“Di niente!”

Credo che abbia afferrato benissimo il sarcasmo, solo che vuole canzonarmi ancora un po'.

Per un attimo ho l'istinto di dirgli che anche Shiho ci è dentro fino al midollo, anche più di me, poi però i miei sogni più brutti mi assalgono di nuovo la mente, e mi decido ad accettare il ruolo che mi hanno affibbiato.

“Okay, ehm... partiamo dalle sistemazioni per la notte...”

Un po' per volta, riusciamo ad organizzare tutto, anche per quanto riguarda i due letti mancanti.

Durante la discussione, noto che Shiho continua a lanciarsi occhiate intorno, agitate ma anche attente. Il filo di matita nera che ha applicato intensifica ancora di più gli sguardi che lancia per la tenda, facendola apparire ancora più attenta. Per un attimo mi dimentico di quello che ho intorno, aggredito di nuovo dai miei dubbi su di lei, ma, grazie a uno scossone di Heiji riesco a riprendere il controllo di me stesso.

Poi però, all'improvviso, un tacco batte sulla tavoletta di legno che abbiamo sulla soglia, e, alzando gli occhi, ci troviamo davanti una donna dai corti capelli neri, biondi come l'oro, con un'ala di farfalla disegnata con il trucco sotto l'occhio sinistro e gli occhi grigi accesi di una luce folle. “Buongiorno, ragazzini. Siamo qui perché abbiamo una sfida da offrirvi: due contro due. Per stavolta saremo così clementi da lasciar scegliere a voi i vostri sfidanti. Ci vediamo stasera alle sette.” annuncia la donna, senza neanche aspettare una risposta prima di andarsene.

“Chianti...” sibilo, guardandola andare via nel suo vestito rosso vino.

“Pazzesco!” esclama intanto Heiji, nervoso. “Neanche il primo giorno è trascorso, e già ci chiedono una sfida! Roba da matti!”

“Calmati, Heiji...” gli sussurra Kazuha, prendendogli la mano. Lui tira un respiro profondo, insieme alla ragazza, poi tira un sospiro sollevato.

“Chi ha un'idea per offrirsi?” chiedo, tanto per prendere un'iniziativa. Inutile dire che tutti alzano il braccio, ad eccezione di Shiho, che invece prende ad agitarsi sulla sua sedia, risvegliando i miei dubbi. Lei incrocia il mio sguardo per un attimo, poi però lo abbassa, non so se per vigliaccheria o per cos'altro.

Un colpo di Ran, forse accidentale, mi risveglia dai miei pensieri. Si accende tutta una discussione su chi far rimanere alla tenda, ma alla fine si decide per me e per Heiji. Mitsuhiko ha da ridire su questo, ma poi accetta il rifiuto e si rassegna per andare la volta successiva.

 

[(Heiji)]

 

E così, alla fine, la sfida la faremo io e Kudo. Sono agitato, anche se non lo ammetterei mai davanti agli altri. Insomma, siamo qui da poche ore e già rischiamo la vita.

Solo per preparare le pistole ci mettiamo mezz'ora: io non ho mai preso in mano un'arma da fuoco prima d'ora (se non sono validi i fucili del tiro al bersaglio del luna park), e, anche se Kudo si è ritrovato a sparare un paio di volte, non gli era mai capitato di dover caricare una pistola, e qui non c'è neanche una schifezza di libretto di istruzioni. Insomma, brancoliamo nel buio.

Alla fine, però, dopo aver sprecato almeno una decina di proiettili e parecchi chili di polvere da sparo, riusciamo a mettere insieme una pistola caricata bene, o, almeno, in modo decente.

Così, alle sei e mezza siamo quasi pronti per uscire dalla tenda per la sfida. Il cuore va a mille dentro il mio petto, e, dalla sua espressione capisco che anche Kudo non sta tanto meglio.

Ma quella che sembra più preoccupata di tutti (o almeno ai miei occhi) è Kazuha, che mi fissa con le lacrime agli occhi, neanche stessi per partire per la guerra. Mi avvicino, piano. “Ehi, piccola, cosa c'è?”

Kazuha mi guarda per un attimo, poi si getta sul mio petto, stringendomi forte. “Ho paura, Heiji. Io sto morendo di paura, qui.” sussurra, tra i singhiozzi. Mi è subito tutto chiaro, così le circondo il busto tremante con le braccia, facendole bagnare di lacrime la mia camicia. “Stai tranquilla, Kazuha. Abbiamo passato di peggio, noi due, vedrai che ce la caveremo anche stavolta. Tu, solo, fidati di me.”

Le sollevo la testa, premendo le mie labbra contro le sue, forte, come se non ci dovessimo mai più staccare.

“Hattori, è il momento.” chiama Kudo, dietro di noi. Con amarezza, mi stacco da Kazuha, fissandola negli occhi. “Ora vado, ma tu non ti preoccupare.”

Faccio per andarmene, ma lei mi richiama un'ultima volta. Mi volto verso di lei. “Ce l'hai il portafortuna, vero?”

Mi porto una mano al petto, battendocela sopra, sforzandomi di sorridere, poi mi dirigo fuori, dietro al mio amico.

 

[(Heiji)]

 

Fuori dalla tenda, oltre a quella della Banda dei Neri o come cavolo si chiama, c'è... beh, un cavolo. Per intenderci, niente di niente, neanche una pianta mezza morta. Zero di zero.

“Hai paura, Hattori?” chiede Kudo, all'improvviso, prendendomi completamente alla sprovvista. Lui guarda l'orizzonte, al di là di tutto questo, il ciuffo ribelle che danza nel vento.

Non posso rivelargli la verità, perché io ho paura, in realtà. “Chi, io? Certo che no!”

“Io sì.” lo dice molto francamente, senza smettere di guardare il cielo. Poi però abbassa lo sguardo verso di me. “Io ho paura.”

Lo fisso, stupito. Non è da lui confessare le sue paure, eppure ora lo sta facendo apertamente. “Sai, è da tanto che temevo arrivasse questo momento, la resa dei conti, il momento in cui avrei dovuto mettermi allo scoperto.”

“Eh, guarda che questo è solo l'antipasto: la resa dei conti è ancora lontana!” rispondo, riuscendo chissà come a sorridere.

“Sarà...” dice, perdendo di nuovo lo sguardo nel cielo.

Poi, all'improvviso, dalla tenda avversaria escono due uomini, uno grosso ma non molto alto e uno smilzo, con uno strano berretto e ciuffi di capelli che sbucano da sotto a esso. Sarebbe buffo, se non fosse vestito tutto di nero e non avesse un'espressione fredda e senza sentimenti. Entrambi hanno in mano dei revolver semplici e piuttosto rozzi, ma non per questo meno temibili.

“E così siete già qui.” ghigna il primo, facendo roteare la rivoltella su un dito.

Anche noi, in istinto di difesa, alziamo le pistole, preparandole a sparare. Gli uomini devono averlo preso come un segno di sfida, perché iniziano subito a fare il conto alla rovescia di passi indietro, per poi voltarsi e sparare. Dalla tenda, tutti i nostri amici ci guardano, con il fiato sospeso gli occhi dilatati. Kazuha stringe la mano a Ran, con le lacrime agli occhi, che incontro per un attimo, giusto il tempo di inviarle uno sguardo rassicurante.

Al sette, però, Ran lancia un urlo improvviso, avvertendo Shinichi di qualcosa dietro le sue spalle. Lui si volta appena in tempo per evitare di prendere nella pancia un proiettile sparato prima del decimo passo dall'uomo smilzo, che però lo prende di striscio al braccio destro. Shinichi urla il fallo, rispondendo con un colpo forse sparato alla cieca, che riesce a colpire il malfattore di striscio anche lui, ma al fianco, che fa dieci volte più male: l'uomo si stringe il busto, imprecando tra i denti, e ricomincia a sparare a raffica, anche se finisce i colpi disponibili tutti adesso. Dalla tenda tutti lanciano esclamazioni di sorpresa e preoccupazione, ma tra tutti prevale il grido disperato di Kazuha, anche se non capisco il motivo. Poi mi guardo il busto, sentendo fitte dolorose un po' ovunque, e capisco il motivo di tutta quella agitazione: i colpi alla cieca di quel tizio hanno colpito tutti me, quasi tutti di striscio, addirittura uno mi ha attraversato il braccio sinistro, e ora mi fa un male terribile tutto il corpo. Shinichi mi fissa, stranito e scioccato, ma io lo guardo, cercando, per quanto possibile, di tenermi dritto, e mi sforzo di fargli un sorriso. “Sta' tranquillo, Kudo. Ora però finiamo quanto più in fretta possibile questa faccenda.”

Così, come se avessimo preso mezz'ora per coalizzarci, io e Shinichi cominciamo a sparare a raffica, infierendo al nostro unico avversario rimasto quanti più colpi di striscio possibili, ma uno lanciato da Shinichi lo colpisce nel ginocchio destro, attraversandolo da parte a parte.

Scioccati, i due sfidanti si allontanano, sorreggendosi l'uno all'altro.

“La prima sfida è nostra!” esclama Shinichi, porgendomi la mano. Faccio per prenderla, ma una fitta al busto mi fa crollare in ginocchio. Sento, un po' appannati, gli urli della squadra, ma soprattutto il pianto di Kazuha mi trafigge le orecchie, avvicinandosi sempre di più: in pochi istanti lei è accanto a me, inginocchiata anche lei, che mi abbraccia, piangendo sulla mia spalla. Si starà sporcando tutta di sangue, ma sembra non fregargliene niente.

“Non piangere, Kazuha, ti prego...” sussurro, con le ultime forze che mi rimangono.

Un'altra fitta improvvisa. Il mondo mi si spegne davanti agli occhi, e io scivolo nel buio.

---------Angolo dell'autrice---------
Ciao a tutti!
rieccomi con un nuovo capitolo della storia!
volevo ringraziare un attimo Miss All Sunday e The_Malevolent_Girl, che hanno commentato sempre questa storia, quasi dall'inizio fino a qui!
comunque, spero che il capitolo vi piaccia!
bacioni!!!
<3, _happy_04

   
 
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