Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Elenie87    14/03/2016    13 recensioni
Dopo la morte dei genitori di Kagome, a causa di un incidente, la famiglia NoTaisho accetta di prendersi cura della bambina e crescerla come figlia loro. Per Inuyasha essere il fratello maggiore acquisito di Kagome è motivo di orgoglio: lei è piccola, indifesa e cosa più importante vede in lui tutto il suo mondo. Il loro rapporto è profondo, speciale e sembra indistruttibile. Almeno sino a quando la piccola Kagome non cresce e.... il mondo idilliaco di Inuyasha non viene travolto da qualcosa di completamente inaspettato: l'amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Kagome, Miroku | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
CAPITOLO 1 - SE NON PUOI UCCIDERLA... AMALA
 
 
 
Fratelli e sorelle sono vicini come mani e piedi.
(Proverbio vietnamita)
 
 
 
Mi sveglio di soprassalto ben consapevole di chi è il colpevole del mio quasi infarto.
Mormorò una parolaccia, voltandomi verso la sveglia e sbirciando da un occhio. Le 04:30!
Sbuffo mentalmente, mentre sento qualcuno di ben noto gattonare sopra le coperte ed arrivare vicino al mio orecchio.
Fingo di essere ancora addormentato, benché alle mie labbra sfugga un ghigno.
-Fratellone, dormi?- mi domanda il piccolo vulcano.
Ed ha anche il coraggio di chiedermelo, dopo essere saltata sul letto con tanta delicatezza?
Apro un occhio, borbottando un "ora no", e guardo questo ammasso di tenerezza di cinque anni osservarmi con aria colpevole.
-Kagome, il gallo canta tra mezz'ora, assieme alla mia sveglia. Mi spieghi cosa diavolo ci fai tu, invece, sveglia così presto?- chiedo girandomi verso di lei.
-Ho fatto un brutto sogno- ammette mettendo il broncio.
Sospiro. Ma cosa mi tocca fare da cinque anni a questa parte?
-E fagottino, cosa ti ha detto tuo fratello, in merito ai brutti sogni?- le chiedo, ricordandole la mia cantilena, che ripeto ogni sacrosanta sera mettendola a letto, nella speranza di evitare notti in bianco.
-Che non devo avere paura, perchè nel momento in cui mi sveglio spariscono per sempre- dice lei.
Peccato che sia furba, sta volontariamente omettendo un pezzo del mio discorso.
-E poi?- chiedo incalzandola a continuare. Eh no, pupattola, non mi freghi con i tuoi occhioni azzurri.
-Non mi ricordo- dice ghignando, facendo una smorfia di timidezza, portandosi una manina alla bocca per nascondere un sorriso.
Brutta peste!
-E poi?- ripeto, fingendo un tono arrabbiato.
Lei mette il broncio e va avanti.
-Che si rimane nel proprio letto perchè bisogna superare le proprie paure- peccato che non lo fa praticamente mai. Viene sempre ad infilarsi nel mio letto a qualsiasi ora della notte. Ammetto che, da una parte, ciò mi fa sentire infinitamente felice nel sapere che mia sorella mi adora ed in un momento di difficoltà preferisce correre da me piuttosto che da mamma e papà, ma dall'altro.... diavolo, voglio dormire! E lei si prende tutto il MIO letto, appiccicandosi a me come una cozza!
-Mi mandi via?- mi chiede con una vocina che farebbe sciogliere persino il cuore più gelido.
Sospiro, tanto non ho la forza di rispedirla al mittente.
-Vieni qui- le dico alzando la coperta con una mano, lei ride contenta fiondandocisi sotto e accoccolandosi al mio petto.
-Fratellone, sai che prima di fare il sogno brutto, ne ho fatto uno bello?- mi dice con aria di chi la sa lunga.
-Davvero?- bisbiglio, mentre mi impegno per cercare di dormire l'ultima mezz'ora, prima di iniziare una lunga giornata di lavoro con il bestiame in groppa a Kirara.
-Sì! Ho sognato che ero grande come te, e che tu mi abbracciavi forte forte, e poi facevamo come la mamma e papà!-
Beata lei che è tutta contenta. Io ho solo sonno.
-Mmh, ah sì? E come fanno mamma e papà?- mormoro distrattamente. Voglio dormire, Kagome!
-Ma sì, lo sai anche tu. Quando si danno tanti baci sulla bocca!-
Un momento. CHE COSA?!
Mi risveglio di colpo, e con un gesto secco tiro via le coperte, poi la guardo con un'espressione stupita.
-Kagome, ma che stai dicendo?! Io sono tuo fratello, non puoi darmi i baci come fanno mamma e papà!- la sgrido, forse un pò troppo duramente. Ma che cavolo,ci sono rimasto secco sentendo quelle parole!
Gli occhioni azzurri si riempiono di lacrime ed io mi sento colpevole come mai in vita mia.
-Perchè?- chiede tirando su col naso -Non mi vuoi bene? Non vuoi sposarmi, quando divento grande?-
Divento rosso come un peperone e non so se sia più per l'assurdità di questo discorso, o perchè davvero mia sorella, a soli cinque anni, stia riuscendo a mettermi in imbarazzo.
-Ka-Kagome, ascolta. Certo che ti voglio bene, ma i fratelli non possono sposarsi, capisci? E' una cosa.. da adulti, ecco, la capirai quando crescerai-
Lei mi guarda poco convinta.
-Ma io non sono davvero tua sorella- mormora, ed il mio cuore manca un battito.
-Cosa?-  sussurro, più a me stesso che a lei. E' la prima volta che lo dice e non mi piace per niente.
Kagome mi guarda triste.
-La mamma ogni tanto mi mostra la foto della mia mamma e del mio papà.. quelli veri, e mi dice che non devo mai dimenticarli perchè sarebbe una cosa sbagliata- spiega, e dentro di me si muove un affetto mai provata prima.
-Anche se ... io vorrei davvero essere tua sorella- mormora puntando i suoi occhietti sulla coperta.
Sento una stilettata al cuore vedendo tanta tristezza nei suoi occhi.
-Fagottino, questo sai che è impossibile. Ma questo non vuol dire che tu,nel mio cuore, non sia mia sorella- le dico sorridendo e facendole una carezza sui capelli.
Lei mette il broncio e sbuffa. E adesso cos'ha?
-Che c'è? Non sei contenta?- le chiedo fissandola stranito.
-No! Perchè non vuoi sposarmi!-
Ma cosa..! Sono finito per caso sulla Luna?! Ho una sorella di cinque anni completamente impazzita che vuole sposarmi ma allo stesso tempo vuole essere mia sorella!
-Kagome- inizio serio, provando ad impiegare il tono che utilizzo quando voglio farle capire che la situazione non sta promettendo nulla di buono, ed infatti la vedo irrigidirsi. 
-Sappi che se non la smetti con questo argomento, da oggi non salirai più su Kirara, intesi?-
Lei si morde il labbro e poi prende nella manina il mio pigiama.
-Ok- mormora. Quando fa così sembra quasi che abbia paura che scappi via.
Il bip-bip alle mie spalle mi fa capire che la mia mezz'ora di sonno è andata a farsi benedire.
Sospiro e faccio per alzarmi da letto, quando Kagome mi si lancia addosso sbilanciandomi all'indietro.
-Ehi, ma cosa fai? Andiamo, Kagome, non fare così- dico esasperato, ma lei non accenna a volersi staccare.
-Ti voglio tanto bene. Anche se tu non mi vuoi sposare- dice con la faccia dentro al mio petto.
Provo a rimanere serio, ma dopo due secondi la dolcezza di Kagome ha la meglio e scoppio a ridere prendendola in braccio, avviandomi verso il piano di sotto.
-Anche io ti voglio bene, fagottino- le dico.
Già, almeno tanto quanto ti sopporto di prima mattina!
 
Sto radunando il bestiame da quattro ore ed il sudore mi fa appiccicare i capelli alla fronte.
Nonostante siamo in pieno inverno, quando si lavora con le mucche, dopo un pò si inizia ad avere un caldo del diavolo.
Mi allento la giacca, mentre mi sento chiamare da un amico e collega.
-Inuyasha! E' ora di pranzo, tua madre mi ha mandato ad avvisarti- dice Miroku raggiungendomi in sella a Kazaana.
-Oh, di già?- mormoro osservando il sole del mezzogiorno.  -Meglio così, sto morendo di fame-
Miroku mi sorride e ci avviamo insieme in groppa ai nostri cavalli verso il cuore del ranch.
-Stai studiano per l'esame? Anche se i professori ci lasciano lavorare quando c'è bisogno, non ci fanno sconti quando si tratta di dare il voto- mi dice lui.
Io sbuffo. Odio la scuola. La frequento solo per prendere il diploma, ma il mio futuro è seguire le orme di mio padre e lavorare qui. Amo la mia terra e tutte le sue mille sfaccettature.
-Sì, sì. La mamma e Kaede mi aiutano, ma a me basta prendere la sufficienza- asserisco.
Miroku ride e mi da una pacca sulla spalla. Lui è il mio migliore amico da sempre, siamo cresciuti insieme. Suo padre è un dipendente del mio, e conseguentemente tra noi è nato un legame che dura da quando abbiamo iniziato a gattonare.
-A proposito, ho sentito che oggi pomeriggio verrà a trovarti Kikyo- mi dice ed io mi sento arrossire.
Kikyo è una nostra compagna di classe ed è... bellissima. Credo mi faccia la corte, ed a me la cosa non dispiace per niente. Anzi... ultimamente ho iniziato a fantasticarci su e per la prima volta sento il desiderio di un contatto fisico con una ragazza. Mi piacerebbe provare a baciarla e scoprire cosa si prova ma.... so tutto di cavalli, bestiame, campi da coltivare e recinti da sistemare, quanto alle ragazze...
Lei è sofisticata e probabilmente anche un pò viziata; vive in questo paesino sperduto e dimenticato da Dio e spesso la sento parlare di andarsene e diventare qualcuno in una grande città.
-Già-  mi fingo disinteressato alla cosa. Non voglio che si capisca che lei mi piace.
-Pensi di fartela?- esordisce lui, ed io quasi cado dalla sella.
-I-idiota! Ma come ti vengono certe idee?!- sbotto rosso più che mai in viso, e Miroku scoppia a ridere.
-Credi davvero di farmi fesso? Ti si legge in faccia quanto Kikyo ti piaccia. Ogni volta che c'è lei, la segui con lo sguardo, assumi un'espressione da tale pesce lesso...-
Davvero? Ed io che credevo di essere impassibile.
Sbuffò e faccio finta di guardare altrove.
Nel frattempo siamo arrivati a casa e l'immagine di Kikyo viene sostituita temporaneamente da una più allettante: cibo!
 
Entro in cucina e trovo Kagome seduta al tavolo assieme a mamma e papà.
Ridacchio, nel vederla illuminarsi appena varco la porta, con la bocca piena e tutta sporca di sugo.
-Inmymshma- mi saluta , ed io le scocco un'occhiata che già sa che significa. Tempo zero mastica e deglutisce e ripete il saluto.
-Inuyasha, sei tornato-
Sorrido e le scompiglio i capelli, poi mi tolgo il capello e mi siedo affianco a lei.
-Dovevo pur mangiare, fagottino- dico mentre mi verso da bere.
-Figliolo, abbiamo sistemato parte della recinzione a sud stamane, ma se vieni a darci una mano riusciremo a finire per il tramonto- mi dice mio padre, ed io annuisco.
-A..a proposito di questo papà… ti dispiace se… mi prendessi un’ora di pausa questo pomeriggio? Ecco… una mia compagna di classe viene qui e..- inizio balbettando.
Mia mamma ridacchia ed io arrossisco.
-Una compagna di classe carina?- mi chiede ed il mio colorito rosso sulle guance peggiora.
-M-mamma…-
Mio padre si alza per prendersi una birra dal frigo e nel tragitto  mi da una pacca sulla spalla. Immagino sia un “sì”.
-Come si chiama la fanciulla?- chiede mia madre.
-Kikyo- rispondo tentando di ridarmi un tono.
-Le chiederai di uscire?-
Tossicchio un po’, muovendomi sulla sedia a disagio.
-Forse- dico.
Ad un tratto sento qualcosa tirarmi la manica della camicia e mi volto.
Vedo Kagome con un visetto imbronciato.
-Che c’è?- le chiedo.
-Cosa vuol dire che esci con una fanciulla? E’ come quando la Sirenetta esce con il principe? E poi la devi baciare?- chiede, ed io quasi mi soffoco con la saliva.
-K-Kagome questi non sarebbero affari tuoi- balbetto. –Co-comunque qualcosa del genere-
Lei sgrana gli occhi sorpresa, poi si riempiono di lacrime.
-Sei cattivo- mormora scendendo dalla sedia e scappando via dal soggiorno.
-Ma che ho fatto?-
Sento mio padre sospirare e poi borbottare.
-Beh, che diavolo, mia figlia è in pieno complesso Edipico (*) con suo fratello invece che con suo padre-
Mia madre scoppia a ridere.
-Non essere geloso caro, sai quanto Kagome voglia bene ad Inuyasha-
Io li guardo stranito, poi arrossisco capendo il senso del discorso; sbuffando mi rimetto il cappello in testa e faccio per uscire anche io.
 
Il momento dell’appuntamento arriva in fretta e mi sento agitato come mai nella mia vita.
Lei mi piace da morire.
Dopo essere passato da casa a rinfrescarmi mi avvio verso l’ingresso del ranch e quando sono quasi arrivato la scorgo.
Sento il cuore galopparmi nel petto, mentre i miei occhi mangiano la sua figura esile, i suoi lunghi capelli neri raccolti in una treccia laterale ed il suo fisico fasciato nel cappotto invernale.
“Bella”
La mia mente non fa che ripetere questa parola.
Deglutisco mentre la raggiungo, pregando di non fare figure del cavolo e riuscire ad invitarla decentemente ad uscire con me.
Lei mi vede e sorride. O dei, aiutatemi. Quel sorriso potrebbe illuminare a giorno anche la notte più buia.
-Che scemenza...- borbotto.
Sembro improvvisamente un poeta sfigato, di quelli che insegnano a scuola. Come diavolo si chiamava quell’idiota? Ah sì, Leopardi.
-Ciao- le dico mettendomi le mani in tasca. Devo nasconderle, perché credo mi stiano tremando le dita per l’emozione.
-Ciao, Inuyasha. Stai molto bene vestito da… cowboy- appura lei ed io arrossisco.
-A-ah, grazie. Anche tu stai bene… così- riesco a sbiascicare.  
Inuyasha 0 - Deficienza 1
-Non mi presenti?- mi chiede ed io ho paura di essermi perso qualcosa non capendo il significato di quella domanda..
-In.. in che senso?- le chiedo.
Kikyo indica un punto in basso, dietro di me. Mi volto leggermente e per poco non cado all’indietro.
-Ka-Kagome, ma cosa diavolo ci fai qui?- sbotto vedendo mia sorella semi-nascosta dietro la mia gamba. Quando cavolo è arrivata?!
Kagome sta fissando Kikyo con un’espressione che non promette nulla di buono.
Conto fino a trecento per non cedere all’istinto di rispedirla in casa con uno sculaccione.
-Ehi, si può sapere cosa fai qui?- le chiedo nuovamente, accovacciandomi di fianco a lei.
Kagome mi guarda e pare ancora offesa. Porca miseria, ma perchè mia sorella deve rompere in questi momenti!
-Tu sei Kikyo?- chiede diretta a lei e mi pare di sentire un sasso cadere sopra la mia testa.
Ha appena fatto intendere che ho parlato di lei. Fantastico.
Kikyo annuisce.
-E tu come ti chiami?-
Kagome mi si attacca al braccio.
-Kagome- mormora.
-Sei un’amica di Inuyasha?- chiede la mia compagna di classe.
Kagome scuote la testa.
-Sono sua sorella- risponde lei e vedo Kikyo guardare per un istante basita prima me e poi Kagome.
-Strano, non sapevo che Inuyasha avesse una sorella. Non vi somigliate-
Mi irrigidisco immediatamente nell'udire quell'affermazione ed avverto la mano di Kagome stringere forte il mio braccio.
Inconsciamente fulmino Kikyo con lo sguardo.
-Si beh, è una storia lunga- liquido il discorso, ma mia sorella punta lo sguardo a terra e pare essere sull’orlo del pianto.
Mi massaggio un attimo la tempia, poi mi volto verso Kagome e la prendo per le spalle.
-Ehi, fagottino. Ti va di prepararmi una cioccolata con la mamma?- le dico e lei tira su col naso ma mi regala un sorriso che mi riscalda il cuore.
-Bene, allora corri, arrivo in un attimo-
Kagome annuisce e si avvia veloce verso casa.... non prima di aver fatto una simpatica linguaccia alla mia compagna.
-Impertinente..- la sento bisbigliare, ma fingo di non aver udito.
La tengo d’occhio sino a quando non la vedo entrare, poi mi volto verso Kikyo furente.
-Potevi evitare- le dico e lei capisce subito l’antifona.
-Beh, mi spiace, mi è venuto spontaneo. Cos’è, adottata?- mi chiede quasi con tono annoiato e non capisco minimamente il motivo di tale atteggiamento.
-Ci è stata affidata- sibilo scocciato e lei mi si avvicina poggiandomi una mano sul petto. Rimango sbigottito da questo improvviso cambio di rotta e sussulto nel sentire il suo alito caldo vicino alle mie labbra.
-Scusa, sono stata una sciocca. Pace fatta?- sussurra, ed il mio corpo reagisce istantaneamente.
Non so come ma… è riuscita a mutare in un istante la rabbia in eccitazione. Dannazione, le strapperei questo cappotto di dosso…
La prendo per i fianchi e l’attiro a me.
-Pace fatta- bisbiglio, poi vedendo che lei non si scosta la bacio assaporando per la prima volta il sapore della sua bocca. Lei sospira e si abbandona al bacio, causandomi mille brividi lungo la schiena.
-Ci vediamo domani, Inuyasha- mormora staccandosi delicatamente da me, ed io annuisco inebetito.
Credo proprio di essere cotto a puntino.
La guardo allontanarsi, poi fischiettando felice mi avvio verso casa.
Il mio primo bacio. Niente male come inizio.
 
Quando rientro a casa, dopo il lavoro alla recinzione, è ormai buio da qualche ora. La riparazione ha richiesto molto più tempo del previsto ed io sono seriamente stanco morto.
Entro in soggiorno e mi tolgo il cappello; l’occhio mi cade sull’orologio.
-Accidenti, se è tardi- mormoro. Sono le otto e mezza.
-Giovanotto, la cena è nel frigo- mi dice Kaede, passando per il corridoio.
-Grazie- le rispondo, ed intanto sento il mio stomaco brontolare.
Faccio per riscaldarmi il piatto quando mi accorgo che n'è in soggiorno n'è in cucina c'è nessuno.
Ma dove sono tutti? Mi avvio verso le camere, ed ecco infatti la mia famiglia raccolta in camera di Kagome.
Lei è nel lettino, abbracciata al suo pupazzo, mamma e papà sono seduti sul letto e le stanno  augurando la buona notte.
-E la mia storia?- chiede mia sorella.
Ridacchio tra me e me. Ci avrei scommesso.
Mi appoggio allo stipite della porta a braccia conserte con un mezzo sorriso.
-Vuoi leggergliela tu, Izayoi? Io intanto vado di sotto, mi pare di aver sentito nostro figlio rientrare- dice mio padre.
Mia mamma annuisce.
-Mamma, se Inuyasha è tornato può leggermela lui?- chiede Kagome, ed io sorrido ancora di più entrando nella cameretta.
-Viziata- mormoro, attirando su di me i loro sguardi.
Il viso di Kagome si illumina, poi esce dalle coperte e mi salta in braccio.
-Fratellone!- urla stringendosi a me.
-Ben tornato, tesoro- dice mia mamma ed io ricambio il saluto dandole un bacio sulla guancia.
-Ci penso io, qui- le dico, mentre rimetto la piccola nel lettino.
-Coraggio, fagottino, è ora di dormire- asserisco, mentre i miei genitori escono dalla cameretta.
Kagome sbuffa.
-Ma io non ne ho voglia!-
-Non volevi ti raccontassi una storia?- chiedo per ingraziarmela e lei prontamente annuisce mettendosi buona.
-Allora vediamo...- inizio schiarendomi la voce  -C'era una volta una bellissima bambina di nome Kagome...-
La vedo ridacchiare e le sorrido, poi vado avanti inventando una qualche incredibile avventura che la vede protagonista.
-....e così Kagome tornò a casa dalla sua mamma felice-
La peste sbadiglia ed io le faccio un buffetto sulla guancia.
-Ora dormi- bisbiglio e faccio per alzarmi ma lei mi trattiene con una mano.
-E se faccio brutti sogni?- mormora assonnata, ed io alzo gli occhi al cielo.
-Non dirmi che non ti ricordi cosa ti dico sempre- le dico e lei ridacchia scuotendo la testa.
Ha solo cinque anni e già riesce a prendersi gioco di me. Fantastico.
 -Bene...allora... per questa volta te lo ripeterò: non devi avere paura perchè quando ti sveglierai spariranno. E quindi, signorina, vedi di rimanere nel tuo letto questa notte- 
Lei mi regala un sorriso e poi si alza per scoccarmi un bacio sulla guancia.
-Per questa notte, te lo prometto- mi sussurra all'orecchio. Mi mordo una guancia per non scoppiare a ridere.
Già, per questa notte!
Mi alzo e mi fermo sulla soglia, osservando Kagome sbadigliare e chiudere gli occhi.
Sospiro, poi pian piano chiudo la porta e mi avvio al piano di sotto.
Mentre scendo le scale, come un flash mi viene in mente la frase di Kikyo e mi sento nuovamente infastidito.
Qualcosa mi fa ritornare verso la cameretta di Kagome e senza far rumore apro un piccolo spiraglio, quel tanto che basta per vedere il volto della piccola sereno ed addormentato, con un candido sorriso che mi scioglie il cuore.
Ed è vedendo quel sorriso che mi rendo conto con maggior fermezza che non importa che Kagome sia o no mia sorella di sangue.
Lei è, e sarà sempre, la cosa più importante di questo mondo.




-----
Ci siamo!^^ Ce l'ho fatta eh :) Dunque, che ve ne pare dei nostri due protagonisti? Spero di averli resi bene, Inuyasha in pieni ormoni adoloscenziali e la nostra Kagome ingenua e spensierata, in adorazione del suo fratellino.
Bene, se questi due sin ora vi sono piaciuti dal prossimo capitolo si avrà un primo cambiamento in quanto l'età dei personaggi si alzerà notevolmente :)
Spero di non avervi deluso e di avervi strappato un sorriso :) Abbiate pietà di me :P Un abbraccio! Manu

(*) In merito al complesso Edipico, per chi non sa cos'è vi riporto la spiegazione in breve:  ll complesso di Edipo è un concetto originariamente sviluppato nell'ambito della teoria psicoanalitica da Sigmund Freud,  per spiegare la maturazione del bambino attraverso l'identificazione col genitore del proprio sesso e il desiderio nei confronti del genitore del sesso opposto. Il complesso edipico indica un insieme di desideri sessuali ambivalenti che il bambino prova nei confronti delle figure genitoriali. Relativamente alle fasi dello sviluppo psicosessuale, esso insorge durante la fase fallica (3 anni) e il suo superamento introduce al periodo di latenza (6 anni). Si tratta di un atteggiamento ambivalente di desiderio di morte e sostituzione nei confronti del genitore dello stesso sesso e di desiderio di possesso esclusivo nei confronti del genitore di sesso opposto. Questi sentimenti sono non solo ambivalenti ma anche vissuti negativamente (in maniera opposta), cioè i ruoli dei due genitori (amato e odiato) si scambiano alternandosi.



 
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Elenie87