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Autore: aaannacolli    14/03/2016    2 recensioni
E se Draco Malfoy si fosse innamorato durante il suo quinto anno ad Hogwarts di Hermione Granger? E se fosse subito passato dalla "parte giusta" prima della Seconda Guerra Magica voltando le spalle alla sua famiglia?
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Magica. E' la mia prima fanfiction (ovviamente una Dramione), quindi recensite in tante, spero possa piacervi
Dal testo: "Non sento niente, non vedo niente se non lei, che ricambia il mio sguardo. Ma non è il solito sguardo carico di odio e rancore però, è uno sguardo curioso, e in effetti non la biasiamo: che diamine ci faccio tutto sporco e gravemente ferito all'interno della mia stessa casa?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Non riesco a muovermi, i miei piedi sono incollati al pavimento e il mio corpo rigido non risponde ai comandi del mio cervello.
Mi guardo intorno e capisco che mi trovo nel salone del Manor, l’atmosfera lugubre e il silenzio intorno mi mettono ansia e comincio ad ansimare, mi sento soffocato.
Poi scorgo dall’altra parte della stanza una figura in piedi e un’altra distesa a terra. Quest’ultima cerca di alzarsi, di scappare, ma la figura che è in piedi glielo impedisce. Guardando meglio mi rendo conto che si trattano di Bellatrix ed Hermione.
Vedo mia zia che mi guarda e ghigna, poi si volta verso Hermione e comincia a torturarla senza sosta.
Io mi sgolo, mi dimeno ma non serve a niente, sento solo le sue urla che gridano il mio nome.
E mi sveglio proprio grazie a lei che urla il io nome.
-Malfoy! Malfoy svegliati! DRACO SVEGLIATI-
Mi sollevo di scatto dal letto e sento una fitta terribile di dolore all’addome a causa del brusco gesto.
Il mio cuore batte come un tamburo, tremo e ansimo.
Mi calmo solo quando sento la sua mano carezzarmi lievemente il braccio sinistro in un movimento ritmico che, in parte, calma i battiti del mio cuore.
-Era solo un brutto sogno.-
La sua voce è poco più di un sussurro ma mi dà la forza di guardarla negli occhi. Tremo ancora, ma ho smesso di ansimare.
-Lo so, Lo so.-
Rimaniamo a guardarci ancora per qualche secondo finchè non mi riprendo completamente, riuscendo di nuovo a parlare.
-Ti ho svegliata?-
-No tranquillo, ero già in piedi.-
Guardo fuori dalla finestra e vedo che fuori è ancora tutto buio.
-Ma che ore sono?-
-Penso una cosa come le tre del mattino.-
-Oh bene.-
Mi sorride, ma sembra preoccupata.
-Malfoy a proposito della missione..-
-Granger lascia stare, non mi farai cambiare idea.-
-No aspetta, non puoi andare da solo alla Gringott, è troppo rischioso e non sei nelle condizioni di farlo. La tua ferita non si è ancora rimarginata, ho usato almeno tre pozioni diverse per farla cicatrizzare ma non sono servite a niente. Guarda che me ne sono accorta che mangi di meno e dormi poco. Non so cosa avesse quel pugnale, ma ti sta indebolendo e da solo non puoi farcela. Non ti sto dicendo di non fare niente, so che sarebbe inutile, ma lascia che qualcuno ti aiuti.-
-Granger nessuno mi può aiutare in questa situazione. Perché non possiamo fare come stabilito? Te, Potter e Weasley tornate ad Hogwarts per trovare il diadema e io vado alla Gringott. I Folletti non sanno che ho voltato le spalle a Voldemort e in più c’è Unci unci con me, è più semplice di quanto sembri.-
-No ascolta, metti che qualcosa va storto..-
-Ma perché lo fai?-
-Cosa?-
-Perché ti preoccupi tanto per me?-
Sussulta un attimo di fronte alla mia domanda, ma risponde quasi subito.
-Perché non voglio che tu muoia.-
La guardo negli occhi e vedo che è sincera, sospiro rassegnato.
-E quindi a cosa avevi pensato Miss So-Tutto-Io?-
Mi incenerisce con lo sguardo e io le sorrido amabilmente.
-Quando il lampadario è caduto addosso a Bellatrix la sua bacchetta è volata di fianco a me e l’ho presa prima che ci smaterializzassimo.-
- E quindi?-
-E quindi ci ho trovato un suo capello attorno.-
Non capsico subito le sue intenzioni, ma appena mi rendo conto di quello che vuole fare scatto subito.
-No, no e poi no. No Granger toglitelo dalla, sul serio, archivialo.-
-Malfoy è perfetto, pensaci bene, così ci sono molte più probabilità di successo, non c’è rischio praticamente.-
-Granger il rischio c’è e io non ho nessuna intenzione di fartelo correre. Vai dirla a Potter e Weasley la tua idea, vediamo come reagiscono.-
Comincia ad arrabbiarsi, lo vedo dalla rughetta che si forma in mezzo alle sue sopracciglia.
-Ma cosa cambia se vado in una scuola piena di Mangiamorte o in una camera blindata della Gringott, eh? Tanto oramai si rischia la morte ovunque, si ha solo la possibilità di scegliere come morire e dato che stiamo parlando della mia di vita, ho fatto la mia decisione.-
-Granger ti prego non te.-
Incrocio i miei occhi ai suoi, ma non appena incontro il suo sguardo mi rendo conto che è una battaglia persa.
-Niente potrà farti cambiare idea, vero?-
Scuote la testa.
-Assolutamente niente.-
Sbuffo rassegnato e mi appoggio alla tastiera del letto, chiudo gli occhi e mi massaggio con le dita le tempie.
-Sei impossibile.-
Non posso vederla, ma sono quasi sicuro che sta sorridendo. Poi interrompe il silenzio che si era creato.
-Malfoy, la ferita si è riaperta.-
-Mmh? Cosa?-
-La ferita. Devo rifarti il bendaggio.-
Guardo in basso e vedo che ha ragione, il sangue ha trapassato le bende macchiandomi la maglietta del pigiama.
-Merda.-
Si alza e si dirige a prendere tutto il necessario per curarmi. Intanto mi tolgo la maglietta e le bende e con queste cerco di fare un tampone per placare l’emorragia.
Rientra nella stanza con le braccia cariche di fiale di diversi colori e garze bianche.
Mi ordina di distendermi e lo faccio. Sposta dal taglio il tampone improvvisato e comincia ad armeggiare con le sue pozioni per trovare quella giusta.
Durante tutta questa operazione mi ritrovo ad osservare ogni singolo tratto del suo viso: gli zigomi alti, il naso all’insù, gli occhi color nocciola dalle lunghe ciglia, il ciuffo ribelle che le ricade sul viso e la bocca carnosa, tormentata dai piccoli morsi che continua a darsi, facendomela desiderare ancor di più.
-Malfoy.-
-Mmh?-
-Smettila di fissarmi.-
-Ma non ho niente da fare.-
Si infastidisce dal mio tono malizioso.
-Allora trovati qualcosa da fare.-
Sorrido, perché mi rendo conto che è a disagio per il fatto che non indosso la maglietta. Sono consapevole di avere un bel corpo, gli allenamenti di Quiddich hanno dato i loro frutti, ma sinceramente non me ne è mai fregato granchè. Ma se c’è di mezzo Hermione allora è tutto un altro discorso.
-Granger tutto bene?-
-Si Malfoy, ora stai zitto.-
-Hai caldo?-
-Che?-
-Hai le guance rosse.-
Arrossisce ancora di più.
-Io non ho le..-
Le sorrido maliziosamente e lei assottiglia gli occhi, che diventano due fessure.
-Togliti quel sorriso dalla faccia, idiota.-
Prende in mano una boccetta contenente un liquido viola e la stappa.
-Questo brucerà  un po’.-
Così dicendo ne versa alcune gocce sulla ferita, che comincia a bruciare in maniera insopportabile, come se stesse andando a fuoco.
Mi irrigidisco le afferro la mano in un gesto involontario, stringendola. Non appena il dolore comincia ad affievolirsi mi rendo conto di della cosa e mollo subito la presa.
-Sc-scusa, non so cosa mi sia preso.-
-Adesso chi è che è arrossito?-
-Touchè, frecciatina degna di un Serpeverde.-
Storce la bocca in segno di disgusto e io scoppio a ridere.
 Non che ci sia qualcosa di particolarmente divertente, ma ora che sono qui, con lei, dentro questa stanza, è come se la guerra, gli Horcrux, Voldemort e tutto il resto non esistessero. Qui e ora io sono felice.
Ride anche lei, e non posso fare a meno di notare quanto sia bella, coi capelli in disordine, gli occhi che brillano e la bocca che sorride.
-Grazie Draco.-
Il mio cuore manca un battito non appena sento la sua voce dire il mio nome, ma riacquisisco il controllo.
-Di cosa?-
-Per avermi salvata al Manor, so che non ne vuoi parlare, ma voglio solo ringraziarti.-
Annuisco.
-Non c’è di che.-
Rimaniamo ancora per qualche secondo a guardarci, poi lei si riscuote.
-Ora stai fermo che ti fascio per bene.-
Le dò una mano a far passare le bende anche dietro la schiena, prendo una maglietta pulita, la indosso e l’aiuto a riordinare le sue cose e a metterle da parte.
Non appena finiamo di mettere a posto, parla di nuovo.
-Malfoy?-
-Si, Granger.-
-Posso rimanere qua stanotte?-
Una scarica elettrica passa attraverso tutto il mio corpo, ma cerco di rimanere impassibile.
-D’accordo, ma perché?-
-Non ce la faccio a dormire da sola, non stanotte.-
Annuisco comprensivo, capisco ogni suo timore e ogni sua paura.
Ci distendiamo tutti e due sul letto, uno da una parte e l’altro dall’altra. Siamo tutti entrambi praticamente ai limiti opposti del letto, e non è esattamente la posizione più comoda per dormire.
Dopo un po’ che cerco di trovare una posizione comoda, mi spazientisco.
-Al diavolo.-
Mi giro e mi stringo a lei per stare più comodo. Asseconda i miei movimenti e si volta e appoggiando la sua guancia sul mio petto. Sposto il braccio in modo da cingerle il corpo e lei fa lo stesso, accovacciandosi tra le mie braccia. Ora sta bene.
-‘Notte Draco.-
E’ il sussurro più dolce del mondo e mi ritrovo a sorridere come un idiota.
-‘Notte Hermione.-
 
La mattina dopo mi risveglio e lei non c’è. Un senso di vuoto mi pervade, non è possibile che qualsiasi cosa faccia mi condizioni l’umore a tal punto.
Mi tiro su e mi siedo sul bordo del letto, poi mi alzo faticosamente ed esco dalla stanza. Sento delle voci alte che discutono provenienti dal primo piano. Lentamente scendo le scale finchè non mi ritrovo nel salotto di Villa Conchiglia, dove il Trio delle Meraviglie, Luna Lovegood, Dean Thomas, Bill Weasley e Fleur Delacour stanno discutendo animatamente.
Nessuno si è ancora accorto della mia presenza e ne approfitto per capire di cosa stanno parlando. Weasley sembra piuttosto arrabbiato.
-Hermione ma che ti viene in mente, non puoi andare con lui, è pericoloso e noi non possiamo farcela senza di te. Cosa dovremmo fare, eh? Lasciarti andare così? Senza avere tue notizie? Non se ne parla.-
-Ronald non sei tu a dover decidere cosa è non è meglio per me, la mia decisione l’ho presa e poi ho già trovato un modo per comunicare tra di noi.-
-Ron se lei vuole così non ha senso ribattere, è l’unica tra di noi con un minimo di giudizio, vi prego basta litigare.-
-Harry siamo sempre stati noi tre, non ci siamo mai separati. Non sappiamo neanche come arrivarci ad Hogwarts, senza di lei che speranze abbiamo?-
La voce di Bill interrompe la loro discussione.
-Un modo per entrare in realtà ci sarebbe.-
Tutti si girano verso di lui incuriositi, ma prima che possa dire la sua idea io lo anticipo.
-L’Armadio Svanitore.-
I presenti si voltano nella mia direzione, rendendosi conto finalmente della mia presenza. Hanno dei visi perplessi, così mi spiego meglio.
-E’ un oggetto usato per spostarsi da un posto all’altro senza usare la magia. Ce ne sono due ovviamente, ma è un idea folle, troppo pericoloso.-
Potter mi guarda interrogativo.
-E perché?-
-Uno si trova nella Stanza delle Necessità, ma l’altro da Magie Sinister, chiunque vedesse i vostri volti in quella parte di Londra vi consegnerebbe subito ai Mangiamorte.-
Weasley sembra interessato all’oggetto in questione.
-Potremmo usare la Polisucco, possiamo essere chi vogliamo eccetto  noi, giusto?-
-Direi di si, ma una volta ad Hogwarts? A quanto ho sentito è piena di Mangiamorte.-
-Beh, una volta lì dobbiamo cercare un diadema perduto che Harry crede possa essere un potenziale Horcrux, direi che aver trovato un modo per entrare dentro la scuola è già qualcosa.-
La voce sognante della Lovegood interviene nella conversazione, e per una volta dice qualcosa di sensato.
-Ad Hogwarts buona parte degli studenti delle case Grinfondoro, Tassorosso e Corvonero agiscono segretamente alle spalle dei Mangiamorte aiutando i ragazzi più in difficoltà, la maggior parte di loro alloggia nella Stanza delle Necessità.-
La guardiamo tutti sbalorditi, poi Hermione interrompe il silenzio.
-Luna e tu come fai a saperlo?-
-Me l’ha detto Dobby, mi ha detto anche che c’è un altro modo per entrare all’interno della scuola.-
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo, poi mi volto verso di lei e le sorrido amabilmente.
-Illuminaci allora.-
Le si anima lo sguardo e rincomincia a parlare, spensierata.
-C’è un pub ad Hogsmead chiamato “Testa di Porco” e il proprietario è il fratello di Silente, Aberforth. Lui aiuta gli studenti di Hogwarts inviando viveri, cure e tutto il necessario per sopravvivere attraverso un passaggio che porta direttamente nella Stanza delle Necessità.-
Weasley la guarda sbalordito.
-Ma che diamine stavi aspettando a dircelo?-
Si guarda intorno con gli occhi sgranati dallo stupore.
-Sembravate così impegnati, non volevo disturbarvi..-
Hermione le rivolge un sorriso dolce.
-Non fa niente Luna, sei stata utilissima.-
Lei ritorna di nuovo felice e comincia a giocherellare coi capelli. Bene. La Lovegood è sistemata.
Hermione poi ritorna a rivolgersi a Potter e Weasley.
-Sentite ragazzi, lo so che è difficile separarci, ma è la cosa più giusta da fare, se vado con lui avremo più chance di farcela, oramai avete il sentiero tracciato. Ci rivedremo tutti quanti ad Hogwarts. Andrà bene, ve lo prometto.-
Potter annuisce grave e leggo negli occhi di Weasley la rassegnazione, nessuno potrebbe farle cambiare idea.
Poi tira fuori dalla sua inseparabile borsa una scatola blu, grande più o meno come un pugno e la mostra ai suoi due amici.
-Questo è una specie di fuoco portatile. E’ artificiale, l’ho ideato io, quindi non è rintracciabile, ne avremo uno anche io e Malfoy. Funziona come un normale fuoco da comunicazione, ma per precauzione preferisco usarlo solo in casi di estrema emergenza, intesi?-
Così dicendo toglie il coperchio sprigionando un piccolo fuocherello celeste per farlo vedere a tutti, poi richiude la scatola e la porge ai due.
-Mi raccomando state attenti.-
Li abbraccia e mi rendo conto di quanto siano legati e indispensabili l’uno per l’altro. Weasley però rimane un babbeo.
Bill si alza dalla poltrona sul quale era seduto schiarendosi la voce.
-Bene ragazzi, quando avete intenzione di partire?-
Scambio uno sguardo di intesa con Hermione, poi mi rivolgo a Bill.
-Il prima possibile direi.-
Annuisce e mi sorride.
-Volete qualcosa per il viaggio?-
Qui interviene Hermione.
-Si grazie, del cibo e tante bende.-
Sorrido, ci sarà da divertirsi.
L’ora che segue è caotica e nell’aria sembra quasi di sentire l’odore dell’eccitazione e dell’ansia. Tutti vanno da una parte all’altra della casa per prepararsi al viaggio imminente che stanno per compiere: chi fa le valigie, chi riordina la camera, chi prende le scorte e chi si aiuta a vicenda.
Nonostante sia consapevole del fatto che ognuno di noi rischia moltissimo, mi piace quest’atmosfera dove tutti si aiutano e collaborano, felici del fatto che, nel loro piccolo, stanno contribuendo a qualcosa di grande.
I primi a partire sono Weasley, Potter, la Lovegood e Dean Thomas, li salutiamo un’ultima volta prima di vederli sparire smaterializzati.
Poi è il turno mio, della Granger e di Unci unci che non si è ancora staccato dalla spada di Godric Grinfondoro. Ci voltiamo verso Bill e Fleur e li abbracciamo forte ringraziandoli della loro ospitalità. Poi Hermione tira fuori un’altra scatola e gliela consegna, sorridendo.
-Nel caso aveste bisogno di aiuto, non si sa mai.-
Bill la prende e la ringrazia.
-Buona fortuna ragazzi, spero di rivedervi.-
Gli stringo un’ultima volta la mano.
-Anche io Bill, buona fortuna anche a voi.-
Poi mi volto verso Hermione e le prendo la mano guardandola negli occhi.
-Sei pronta?-
-Si, sono pronta.-
 
 
   
 
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