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Autore: SpaceDementia    29/03/2009    3 recensioni
Sento le lacrime calde confondersi con l'acqua e vorrei che tutto scivolasse con essa, tutto il dolore, tutto il rammarico, tutta la sofferenza ma non succede.
Chiudo gli occhi e mi poggio al muro lasciandomi andare fino a sedermi sul fondo bianco.
E mi lascio andare a un pianto disperato. Lascio che il dolore diventi parte di me, che si fonda con il mio sangue, con la mia anima. Lascio che i singhiozzi mi attraversino il corpo.
E grido il suo nome.
Grido che lo amo.
Grido che lo rivoglio con me.
Ma per quanto io possa urlare e disperarmi, lui, non tornerà mai indietro.
La pellicola della nostra vita non potrà essere riavvolta.
E' finita. [Frerard]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Gerard Pov


Questa mattina ho acceso il computer, facendo partire una delle mie playlist.
Un caro motivetto allegro ha cominciato a diffondersi nel salotto vuoto, strappandomi quasi un sorriso. Ma quei due pochi minuti sono stati subito rimpiazzati da amare note.
Sulla musica di Debussy la mia mente per la millesima volta ha cominciato a vagare, tornando al giorno in cui le sue labbra, per la prima volta, sono diventate mie.
E solo mie.


-Credi ci sia del bene al mondo?- la calda e bassa voce di Frank attira la mia attenzione. Mi volto a guardarlo, nell’oscurità di questa notte. Ed è strano, o forse no, il mio cuore pere un battito.
L’argentea luce lunare illumina flebilmente il suo viso, rendendo la pelle liscia come seta simile a fragile porcellana.
Dillo, Gerard Way. Dillo.
Scuoto il capo ammonendo la vocina nella mia testa, che da giorni non fa che torturarmi.
-Bhe, credo che se non ci fosse del bene, io non sarei qui. – volta il capo, guardandomi con quei suoi occhi nocciola. Il suo sguardo incatena il mio, vorrei sfuggirgli ma non ci riesco, forse perché, in fondo, non voglio.
-Che intendi?- corruga la fronte. Apro al bocca per rispondere, ma da essa non esce alcun suono, in realtà non so di preciso cosa dire.
-Ecco… - aggrotto le sopracciglia cercando la parole giuste per esprime ciò che sento. –L’essere qui con te, ora, implica del bene. Se non ci fosse del buono io non sarei semplicemente qui, a parlare con te. Se in te, in me, in quello che ci circonda non ci fosse del bene, non saremmo qui. – annuisco alle mie stesse parole, soddisfatto di tale risposta.
Lui sorride, sorride come forse non ha mai fatto. Un sorriso che i miei giovani occhi non hanno mai avuto l’occasione, la possibilità o la fortuna di ammirare. Illuminato dalla fredda luce della luna, lasciando in penombra una parte di quel viso d’angelo.
Dillo, Gerard Way. Dillo.
Dire cosa?
Che lo ami.
Io non lo amo.
Allora perché il tuo cuore batte così forte, Gerard?
Io… io…
Ed ecco che non che rispondere, o meglio non voglio ammetterlo.
Lo ami.
E sento la testa girarmi e la forze venirmi meno. Mi lascio cadere sul verde prato su cui siamo seduto da quasi un’ora. Fisso le stelle sopra le nostre teste.
-Tutto okay?- sento la sua voce preoccupata farsi più vicino.
-Si, si. – mormoro cercando di concentrare la mia attenzione su un oggetto, quell’attenzione che solitamente siamo dediti a dedicare alle cose più banali, quando dentro di noi si fa sempre più forte la consapevolezza di un sentimento a lungo celato o ignorato.
Sospiro, capendo, ammettendo ciò che il mio cuore canta in una soave melodia.
Bene, amicizia, felicità, allegria… amore.
Lo sento stendersi accanto a me, il suo leggero e constante respiro fa aumentare il battito del mio cuore.
Amore.
Amore.
-Gerard?- la sua voce tremante attira la mia attenzione e mi costringe a voltarmi.
E tutto avviene troppo in fretta. Nulla era stato calcolato, forse sognato, ma nulla previsto.
Se sue labbra si plasmano delicatamente sulle mie, che si inebriano di quel dolce sapore di menta, dovuta alla caramella da me offertagli. Le sua mani piano prendono confidenza col mio viso, mentre poso la mia sulla sua vita, attirandolo piano a me.
E i nostri cuori quasi battono all’unisono.
E nulla conta più.
E nulla più mi stringe lo stomaco in una dolorosa morsa.
Il bene?... il mondo è circondato dal bene.
Amore.
Si, amore.

Ho preso la giacca e mi sono ritrovato qui, davanti a questa casa.
Fisso la finestra, fisso le sagome che si muovono oltre essa.
Sei tu Frank? Hai giù qualcuno che sostituisca quel tuo vuoto? O è solo Jamia?
E’ una donna, lo vedo. Lunghi capelli si muovono sulla sua schiena.
Lo vedo, non è un uomo.
Sospiro.
Cosa fai qui Gerard?
Metto in moto la macchina, poggiando definitivamente lo schienale al sedile.
Entra. Lui ti attende.
Lui… lui attende… la libertà.
No.
Lasciami in pace.
Non puoi scappare per sempre, Gerard Way.
Scappare da chi?
Da… te stesso.

 

Frank Pov

-Frank, puoi per favore portarmi la tazza in cucina? Io piego la biancheria intanto. – roteo gli occhi, sorridendo a Jamia che comincia a darmi ordini.
-Sissignora. – dico portandomi una mano sulla fronte. Ridacchia e mi dirigo verso la cucina, ma qualcosa attira la mia attenzione: una macchina sul vialetto parte. Una macchina nera, la sua macchina. Sento le gambe cedermi e per miracolo riesco a restare in piedi. Il mio cuore perde battiti mentre un lo i bordi dello squarcio, che tempo fa si è aperto nel mio petto, cominciano a bruciare.
Ed è come se quel buco mi risucchiasse piano, portandosi via la mia anima.
Col respiro accelerato mi dirigo fuori, aprendo con violenza la porta.
Il leggero vento mi accarezza il viso e mi scompiglia i capelli, mentre guardo la macchina andare via.
E torno con la mente ai quei momenti duri e difficili. A quando lui… quando per futili motivi piansi sulla soglia di questa casa.


-Ehi, guardami. – alzo lo sguardo incontrando il suo sguardo, puntando i miei occhi nei suoi resi scuri dalla coltre di nuvole addensata sulle nostre teste. –Sciocco, smettila di piangere. – dice in un risolino, asciugandomi con la mano la lacrime che solitaria mi riga il viso.
-E tu smettila di chiamarmi sciocco. – mugugno guardando in basso.
-Se lo sei cosa ci posso far io?- dice circondandomi le spalle con le braccia, tenendomi stretto a se.
E vorrei non mi lasciasse più andare via.
Volere via con lui, verso spazi infiniti. Direi che mi basterebbe volare con lui e basta.
-A che ora hai l’aereo?- sussurro poggiando la guancia sul suo petto.
-Un’ora circa. – dice guardando l’orologio.
-Non andare. –  gli sussurro all’orecchio, baciandogli poi  l pelle sotto l’orecchio.
-Piantala. Sai che devo. Ti farei venire con me, ma sarebbe come darti in pasto ai leoni e sai che sarebbe un vero peccato, no?- rispose accarezzandomi i capelli e guardandomi in viso.
-Ma io li ucciderei i leoni. – rispondo solenne gonfiando appena il petto.
-Se tu uccidessi le mie zie non credi che la polizia non se sarà molto contenta?- chiede ridendo. Sbuffo, buttando fuori l’aria che avevi inspirato per apparire più muscoloso.
-Okay. – sospiro, rassegnato.
-E poi sono solo due settimane. -
-Due lunghe settimane, da solo. -
-Mio fratello ti terra compagnia. -
-Tuo fratello mi manderà al manicomio. -
-Se non ci sono finito io, non ci finirai tu. -
-Certo, certo. E’ quello che credi tu. – rispondo roteando gli occhi e facendolo ridere.
-Non cambierai mai, eh?- sussurra baciandomi la fronte.
-Se cambiassi mi ameresti ugualmente?-
-Sempre, dolce sciocco Frank. – sussurra sulle mie labbra prima di farle, per istanti infiniti, sue.
-Tonerò presto. – sussurra accarezzandomi la guancia.
-Okay. – guardo i suoi occhi, così belli e sinceri.
Mi ami, Gerard Way?
-Dimmi che mi ami. – un angolo delle sua bocca si solleva verso l’alto.
-Ti amo. Ti chiamo quando arrivo. -
Annuisco con il capo mentre lo guarda salire nella macchina nera.
-Non tradirmi. – dico alzando di un paio di ottave la mia voce per farmi sentire dal portico. Sale in auto, chiudendo la porta.
-Ti ricordo che vado dalle mie zie e dalle loro amiche ultra sessantenni, in un paesino sperduto fra le montagne Frank. – dice scuotendo il capo.
-Certo, certo. – borbotto mentre mi saluta con la mano. Rispondo con allegria al sorriso che compare sul suo volto. Quel magnifico sorriso che riserva solo a me, e nessun altro.
Quel sorriso che gli illumina come non mai gli occhi, rendendoli simili a stelle luminose nel cielo notturno.
E guardo la sua auto andare via, mentre il vento si insinua fra i miei capelli, delicatamente, mentre accarezza ogni centimetro scoperto di pelle.
Quel vento che mi passa accanto e che piano raggiunge colui che ha rubato il mio cuore.


Con occhi sgranati lo guardo andar via.
Siamo stati davvero così, amore mio? Ci siamo davvero amati tanto?
Ed ora? Ti guardo andar via e in cuor mio vorrei rincorrerti.
Oh Gerard… cosa ci è accaduto?


William Shekespeare diceva: Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l`altro s`allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai ; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
Miei cari amici, se il nostro amato autore avesse avuto torto i loro cuori non avrebbero battuto ancora all’unisono.
L’amore che li legava era qualcosa che andava oltre lo scibile, oltre ogni cosa. Oltre i fragili cuori umani, qualcosa che non poteva essere visto ne udito, un qualcosa che poteva essere solo sentito.
Una dura forza che legava invisibilmente quei due fragili corpi umani, legandoli fra loro per sempre.
Si, amici.
Loro si amavano. Si erano amati ed ancora si amavano.
Ma chi sono io per dirlo?
Oh… io sono solo un narratore, amante dell’amore e della vita.



 

Eccomi qui gente, con estremo ritardo.
Purtroppo l’organo della mia immaginazione si è prosciugato ç_ç
Quindi chiedo ancora umilmente perdono.
Ultimamente sono abbastanza ispirata e penso di postare presto il capitolo di un’altra fic o quando di questo!
Bhe, spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto!

_omfg_ : ciao! Sono felicissima di sapere che il capitolo precedente ti sia piaciuto, non sia quanto! Grazie per la recensione, mi ha fatto molto piacere! Anche qui un enorme ritardo ma come ho già detto la mia ispirazione si è andata a far benedire. Spero ti sia piaciuto questo, a presto!
jessromance: Jèje, Mignolo! Ciao! Eccomi qui, cavolo perdonami il ritardo! Sono felicissima di sapere che il capitolo recedente ti sia piaciuto, non sai quanto! E preso anche questo! Anche io preferisco Gee/Frank… si vede per caso? A presto Mignolo, ti voglio bene!
FuckingChemicalGirl: ciao! Cavolo, perdonami il ritardo! Qui ho cercato di usare ricordi non tristi, e spero ti sia piaciuto, lo spero con tutto il cuore. Mi fa piacere sapere che ne pensi! A presto bella! =*
ElfoMikey: honey! Te lo aspettavi, eh? Te lo aspettavi? Non so come ma questa mattina ho deciso che era giunto il momento di aggiornare questa fiction, e l’ispirazione diciamo pure che me lo ha permesso! Anche qui ho inserito la tu amata Jamia! Spero ti sia piaciuto questo! XD Ti voglio bene, Honey. Alto fino alla luna e grande quanto il mare!
MickyA: ciao, bella! Si, in parte la penso come te riguardo i ricordi. Dio, non sai quanto mi abbai fatto piacere leggere la tua recensione. Sapere che la mia fic ti piaccia è davvero importante per me, non sai quanto! E spero di non averti delusa con questo! A presto! (devo ancore recensire al tua storia, pessima lettrice ç_ç)

Qui è tutto, alla prossima gente!


 
  
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