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Autore: DauntlessBadWolf    15/03/2016    2 recensioni
Secondo la mitologia greca, in origine gli umani avevano quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere Zeus li divise in due esseri distinti, condannandoli a spendere le loro vite in cerca della loro metà.
“Dopo aver servito l’ultimo cupcake Dean alzò la testa e vide uno strano ragazzo rimasto imbambolato davanti all’ingresso. Alcuni tavoli erano vuoti, ma allora perché non si metteva seduto?
Aveva per caso bisogno di un invito scritto?
Forse era uno di quelli che si aspettava che qualcuno gli mostrasse un tavolo libero. Lui non gli avrebbe mostrato un bel niente, non veniva pagato abbastanza per prendere iniziative e fare qualcosa che non fosse compreso nelle sue mansioni!”

|Soulmates!AU|
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo:Like Coffee and Donuts
Titolo capitolo: (500) Days of Castiel
Fandom: Supernatural
Rating: Giallo
Genere:Romantico
Avvertenze: AU, Soulmates, probabili OOC, fluff -solo per questo capitolo-
Beta: BalderMoon
Trama:Secondo la mitologia greca, in origine gli umani avevano quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere Zeus li divise in due esseri distinti, condannandoli a spendere le loro vite in cerca della loro metà.
“Dopo aver servito l’ultimo cupcake Dean alzò la testa e vide uno strano ragazzo rimasto imbambolato davanti all’ingresso. Alcuni tavoli erano vuoti, ma allora perché non si metteva seduto?
Aveva per caso bisogno di un invito scritto?
Forse era uno di quelli che si aspettava che qualcuno gli mostrasse un tavolo libero. Lui non gli avrebbe mostrato un bel niente, non veniva pagato abbastanza per prendere iniziative e fare qualcosa che non fosse compreso nelle sue mansioni!”

|Soulmates!AU|
Note: (500) Days of Summer -titolo originale del film- in italiano (500) Giorni Insieme è un film del 2009 diretto da Marc Webb e vede come protagonisti Zooey Deschanel e Joseph Gordon-Levitt.
Lo spin-off su Benny e Balth è ancora ai voti, quindi ditemi cosa ne pensate su una piccola serie su loro due!


 




“Un giorno, qualcuno, entrerà nella tua vita
e ti farà capire perché non ha funzionato con nessun altro”



Le labbra di Castiel erano secche e ruvide, ma nonostante tutto Dean aveva continuato a baciarle come se la sua vita adesso dipendesse solo da quello. Una mano andò a posarsi delicatamente sulla guancia del ragazzo e il gesto gli venne così naturale che per un istante si 'spaventò': da quando baciare un ragazzo era diventato così spontaneo per lui?
Non credeva potesse essere una cosa che sarebbe potuta piacergli e invece, eccolo lì, nella rimessa di Bobby a baciare il suo collega di lavoro che era, allo stesso tempo, la sua anima gemella -'il classico cliché' si ritrovò a pensare notando che ultimamente la sua vita aveva preso la piega di una smielata commedia romantica- .
Ogni volta che le sue labbra toccavano quelle di Castiel si riprometteva di staccarsi, si diceva che ne aveva 'assaggiato' abbastanza, ma sapeva che era inutile mentire a se stessi e che niente avrebbe potuto fargli smettere di baciare quelle labbra. Ogni contatto gli riportava alla mente ricordi lontani, ingialliti dal tempo, come se avesse sognato quelle labbra per tutta la sua vita.
Baciare le labbra di Castiel era piacevole come ottenere qualcosa che si desiderava da tanto tempo, come qualcosa che si era faticato per ottenere.
Si era piacevolmente stupito di come non avesse opposto resistenza, sembrava essersi rilassato e si era stretto un po' a lui. Sapeva che quello che stava facendo era sbagliato, che baciare Castiel era stato un grande errore, ma era come se qualcuno lo avesse spinto su quelle labbra che, infondo, non erano niente di speciale, ma per Dean era stato come entrare in Paradiso. Tutti i suoi problemi avevano iniziato a scivolargli addosso e desiderò bloccare quell'attimo per godersi appieno ogni singolo dettaglio di quelle ruvide labbra.
Nonostante avesse voluto continuare a baciarlo non potevano stare là tutto il giorno. Prima o poi Bobby sarebbe tornato e non sarebbe stato felice di vederlo appiccicato ad un ragazzo, anche perché quel ragazzo era un loro cliente e non si 'fraternizzava' mai con i clienti, ancora Dean si ricordava della sfuriata che l'uomo gli aveva fatto quando aveva scoperto della sua scappatella con una cliente che aveva portato a riparare una Camaro rossa. Tuttavia era veramente difficile dire basta, come si poteva diventare dipendenti da una cosa dopo pochi secondi che la si era provata?
Non era neanche sicuro che fosse possibile una cosa del genere.

Castiel si allontanò di poco dalla sue labbra e gli posò una mano sul petto come se avesse voluto allontanarlo, ma a giudicare dalla sua espressione, non doveva essere molto convinto di quel gesto. Aveva volto lo sguardo altrove e sembrava essere veramente preoccupato, poi riportò lo sguardo su di lui e i loro occhi si incrociarono.
Dean non sapeva cosa volesse dire quello sguardo, non riusciva a capire il perché di tutta quella preoccupazione sul suo volto: perché lo stava guardando in quel modo, cosa stava cercando di dirgli?
-Forse è meglio che vada.- Aveva sussurrato Castiel come se qualcun altro avesse potuto sentirlo e giudicarlo per quelle parole.
Nonostante quell'invito la mano del ragazzo era ancora sul suo petto e aveva iniziato a stringere, leggermente, la sua maglietta. Non voleva andarsene, la cosa era ben chiara, ma era anche evidente che se fosse restato non sarebbero rimasti lì a chiacchierare come due amici. Non voleva lasciarlo andare via, ma sapeva che qualsiasi cosa avesse detto Castiel non lo avrebbe ascoltato, ancora si chiedeva come era riuscito a baciarlo senza che protestasse, forse, era meglio lasciarlo stare e fingere, per ora, che niente fosse accaduto.
Si allontanò di qualche passo schiarendosi la voce cercando di non far trasparire il suo imbarazzo.
-Certo, finisco di ripulire la macchina e ti rendo le chiavi.-
Quello non era certo il modo e sopratutto il luogo in cui aveva immaginato di baciare la sua anima gemella. Non fraintendete Dean Winchester non aveva mai fantasticato sul quel momento, o almeno non quanto altre persone -gli era capitato di immaginarselo un paio di volte da ubriaco- solo che credeva sarebbe stato diverso; l'officina di Bobby era l'ultimo posto in cui si sarebbe mai aspettato di baciare la sua anima gemella.
Da bambino aveva sentito spesso i suoi genitori parlare del loro primo bacio e, ai suoi occhi, era apparso tutto così magico allora, ed così era cresciuto con il mito dei suoi genitori e tutte quelle stronzate da commedie romantiche e per tutta la sua infanzia aveva sperato in qualcosa di simile per lui. Non era proprio sicuro di poter definire 'magico' il suo incontro con Castiel -aveva sbagliato a leggere il suo nome storpiandolo in Asstiel- e di certo neanche i momenti successivi sarebbero potuti essere descritti con quell'aggettivo. Più di una volta aveva avuto l'impressione che Cas si sentisse come un uccello in gabbia.
Forse non erano semplicemente destinati a stare insieme e lui aveva frainteso tutto, come al suo solito. Tutta quella storia dell'anima gemella gli aveva fatto perdere il suo buon senso, spingendolo a fare cose che mai si sarebbe sognato di fare con altre persone.
Capita, delle volte essere anime gemelle non vuol dire essere destinati a stare insieme.

Si allontanò di qualche passo dal ragazzo per ultimare la macchina, di tanto in tanto gli capitava di alzare lo sguardo verso di lui e desiderò sapere cosa stesse passando per quella sua 'testolina'. L'espressione preoccupata era sparita dal suo volto ed era apparsa quella neutra di sempre che lo faceva sembrare perennemente arrabbiato con il mondo. Lo aveva visto toccarsi il polso un paio di volte e, se non ricordava male, era lì che c'era la storpiatura del suo nome.
Per completare il lavoro gli ci vollero pochi minuti.
Chiuse, cercando di fare attenzione, il cofano della macchina e si pulì le mani sporche sopra i pantaloni guardando, soddisfatto, l'auto che aveva appena riparato. Completare un lavoro lo faceva sempre sentire bene.
Si voltò verso il suo collega e lo vide impegnato a scrivere al telefono.
-Scrivi alla tua ragazza, Cas?- Gli chiese lasciandosi sfuggire una leggera risata.
Se doveva far finta che quel bacio non fosse mai accaduto si sarebbe concesso qualche battuta per alleggerire la situazione. Castiel si voltò verso di lui alzando un sopracciglio, come se avesse voluto chiedergli di cosa stesse parlando.
-E' mio fratello, Gabriel, voleva sapere quando sarei tornato a casa.-
Detto questo mise in tasca il telefono.
-Gabriel come il personaggio di The Walking Dead?-
Era quasi sicuro di aver fatto irritare leggermente Castiel con quell'affermazione, ma se non altro lo aveva visto cambiare espressione e per un istante gli venne voglia di toccargli una guancia, esattamente come aveva fatto poco prima e sorridere di quell'espressione imbronciata, ma decise che era meglio evitare, non voleva incasinare ancora di più la situazione, così si limitò a restituirgli le chiavi della macchina.


 

“La connessione che si ha con un'anima gemella
è la più inspiegabile connessione che mai potremo sentire nella nostra vita.
La cosa più affascinante delle anime gemelle
è che si connettono come magneti e immediatamente
stabiliscono una profonda connessione che li legherà per il resto delle loro vite.”



Castiel teneva le mani salde sul volante della sua macchina. Aveva lasciato l'officina di Bobby da qualche minuto e si era lasciato alle spalle Dean e tutto quello che era successo in quella rimessa. Come aveva potuto permettere che tutto quello accadesse?
E dire che sarebbe bastato veramente poco per evitare quell'errore. Ma cosa gli era saltato in mente?
Meno cercava di pensarci più non riusciva a togliersi dalla testa Dean e quel maledetto bacio. Non sapeva come interpretarlo, o meglio lo sapeva, ma non voleva accettarlo. Non credeva che una cosa simile gli sarebbe mai potuta accadere, lui che non aveva mai desiderato incontrare la sua anima gemella, lui che non credeva a simili storielle invece si era ritrovato prigioniero di quella situazione senza neanche sapere come ci fosse finito. Quello non era stato il suo primo bacio e sapeva perfettamente cosa significasse un'effusione di quel tipo, insomma, non era certo un esperimento di Dean per vedere se gli piaceva baciare i ragazzi, anzi, sembrava abbastanza sicuro di quello che che stava facendo e, istintivamente, si portò una mano sulla guancia come se la mano del suo collega fosse ancora lì.
Era confuso e stanco, voleva tornare a casa e seppellirsi sotto le coperte del suo letto. Se solo quel giorno non si fosse presentato al colloquio, se solo non si fosse chiesto il nome di quel cameriere. Perché la sua vita doveva essere sempre così complicata?
Non chiedeva molto, solamente di essere lasciato in pace dalla sua anima gemella. Non aveva chiesto lui di nascere con quella parola sul polso! Alcune volte, da ragazzo, aveva desiderato di nascere senza alcuna frase e di essere libero da quella 'maledizione' che ti costringeva a cercare l'altra metà della mela. Eppure, nonostante il suo odio per la storia delle anime gemelle non era riuscito a sottrarsi da quel bacio. Gli doleva ammetterlo, ma gli era piaciuto e interromperlo gli era costata molta fatica. Non era stato come baciare un perfetto sconosciuto, anche se Dean lo era, ma era stato come baciare qualcuno che si conosceva da una vita, qualcuno a cui eri sicuro di poter donare la tua fiducia perché sai che non l'avrebbe tradita. Era stato come baciare qualcuno che avevi sempre cercato nei volti degli altri e che finalmente avevi trovato.
Arrivato a questo punto neanche lui sapeva come avrebbe dovuto sentirsi. Avrebbe dovuto dare una possibilità a Dean oppure avrebbe dovuto tener fede alla sua idea?

Si era fatto buio.
Parcheggiò l'auto sotto casa e si abbandonò completamente sul sedile della vettura portando lo sguardo verso l'alto. Forse avrebbe dovuto chiamare davvero Gabriel per spiegargli cosa gli stava capitando. Dean stava demolendo, pezzo per pezzo, la vita che si era costruito, tutte le sue certezze avevano iniziato a vacillare e non era sicuro che avrebbe tenuto federe alla sua idea ancora per molto.
Allungò una mano verso la manopola della radio e alzò di poco il volume della musica, gli era sembrato di riconoscere le parole di quella canzone, anche se era sicuro di non averla mai sentita prima di allora.
-Does the feeling …. so right.- Aveva iniziato a borbottare strascicando qualche parola. -I'm all out of love.- Continuò sovrappensiero prendendo il suo telefono per controllare i messaggi.
Aveva lasciato suo fratello in sospeso quel pomeriggio, chissà cosa aveva pensato, ma ora come ora non riusciva a rispondere al messaggio, le parole di quella canzone continuavano a ronzargli in testa come un disco rotto, odiava quella sensazione. Aveva iniziato a tenere il tempo battendo le mani sul volante della macchina e aveva chiuso gli occhi come se questo avesse potuto aiutarlo a ricordare meglio le parole della canzone. -I'm so lost without you...I know you were right … - Smise subito di cantare quando sentì qualcuno battere contro il finestrine del passeggero, probabilmente aveva alzato troppo la voce e qualcuno fuori lo aveva sentito, gli capitava spesso ultimamente. Riaprì gli occhi, abbassò lo sguardo e si voltò verso il suono e vide Balthazar agitare una mano con foga in segno di saluto. Roteò gli occhi, spense la radio abbassando il finestrino.
-Cassie, quando mandano in onda il tuo provino di X-Factor? Sai non vorrei perdermelo.-
Detto questo iniziò a ridere di gusto.
-Balthazar...- Mormorò Castiel in tutta risposta.
-Cosa ci fai ancora in macchina? Vieni a casa, c'è anche Benny.-
C'è anche Benny”, se il coinquilino di Dean era con Balthazar...non voleva neanche pensarci. Tolse le chiavi dal quadro della macchina, afferrò la sua tracolla e scese sperando, fino all'ultimo secondo, di non vedere il volto del suo collega.
Con molto sollievo notò l'assenza di Dean, probabilmente, Benny e Balthazar volevano chiarire meglio la questione di essere 'anime gemelle', cosa che avrebbero dovuto fare anche lui e Dean.

Una volta in casa Balthazar aveva preparato del tea, mentre lui aveva iniziato a discutere di filosofia con Benny. Non era certo un argomento in cui Castiel era ferrato, ma il ragazzo aveva fatto di tutto per rendergli le cose il più comprensibili possibile, come faceva ad andare d'accordo con Dean? Sembravano provenire da due mondi completamente diversi.
La serata era passata in modo tranquillo, Benny era una persona di ottima compagnia ed era evidente la connessione che c'era fra lui e Balthazar. Non sembrava la classica connessione che poteva esserci fra due persone 'innamorate', era qualcosa di diverso, qualcosa che andava ben oltre.
-Castiel...Castiel.- Aveva iniziato a ripetere Benny.
Cas, che nel frattempo aveva iniziato a sfogliare distrattamente una rivista, alzò lo sguardo verso di lui inclinando appena la testa di lato non capendo perché l'altro avesse iniziato a ripetere il suo nome.
-Ora che ci penso ho già sentito questo nome.- Il ragazzo assunse un aria pensierosa e si grattò distrattamente il collo arricciando appena le labbra. -Dean, ha quel nome tatuato sul polso!-
Castiel sentì subito lo sguardo di Balthazar su di sé insieme a quello di Benny, preferì non guardare nessuno dei due in particolare, non era sicuro che avrebbe potuto reggere un confronto, almeno non quella sera, non dopo aver baciato Dean.
-Castiel...è un nome comune.-



“La tua anima gemella non è qualcuno che entrerà nella tua vita in modo pacifico.
E' qualcuno che ti farà porre delle domande, qualcuno che cambierà la tua vita.
Sarà una normalissima persona che rivoluzionerà il tuo mondo in un secondo”



Dean sorseggiò un po' di caffè prima di addentare la sua ciambella.
Benny dormiva ancora. Ieri sera era tornato tardi a casa, chissà cosa aveva combinato con il coinquilino di Castiel, non ci voleva neanche pensare, non erano affari suoi. Era comunque strano non averlo seduto al tavolo con lui, ormai ci aveva fatto l'abitudine e poi gli piaceva sentirlo mentre brontolava come un vecchietto contro il telegiornale 'le tasse sono troppo alte e loro pensano a quelle sciocchezze'.
Appena finito di mangiare prese la sua giacca e uscì dall'appartamento avviandosi verso la sua macchina per andare a lavoro. Se ieri si sentiva un po' in colpa per aver baciato Castiel oggi ne era quasi orgoglioso, se avesse potuto lo avrebbe gridato al mondo. Era contento di quello che aveva fatto e se fosse tornato indietro avrebbe ripetuto quel gesto, forse Cas non la pensava in quel modo, ma non gli importava. Lui era felice di averlo baciato perché aveva realizzato che, tutto sommato, fra loro c'era un qualche tipo di connessione, tutto stava nello stabilire di quale tipo fosse.

Il viaggio in macchina gli era sembrato un po' strano senza Castiel seduto sul lato del passeggero, aveva iniziato ad abituarsi alla sua silenziosa presenza e poi era sempre bello vedere la sua espressione contrariata quando saliva sull'Impala, gli rallegrava la giornata.
Entrò nel locale di Ellen annunciandosi con un sonoro 'Buon giorno'. La padrona del caffetteria era dietro la cassa con un blocchetto in mano e Jo stava togliendo le sedie dai tavoli, si aspettò di vedere Cas pulire le vetrine come la scorsa mattina, ma non c'era traccia do lui, probabilmente era un po' in ritardo visto il traffico che c'era quella mattina.
Prese una scopa e iniziò a spazzare alzando, di tanto in tanto, lo sguardo verso la porta d'ingresso aspettando di vedere il suo collega entrare, ma niente.
Arrivarono i primi clienti che ordinarono un paio di caffè e ancora Castiel non si era fatto vedere, ma dove era finito?
-Jo, sai dov'è Castiel?- Chiese appoggiandosi al bancone, volgendo uno sguardo alla sala.
Jo era impegnata a preparare un paio di cappuccini e la macchina del caffè sembrava non voler collaborare.
-Non lo so.- Iniziò la ragazza. -Mi ha chiamato stamattina e ha borbottato qualcosa.- La giovane si voltò verso di lui. -Hai presente no ... quando le persone borbottano per pensare ad una scusa? Ha 'detto' che gli avevano spostato di mattina delle lezioni importanti all'Università e che sarebbe potuto venire a lavorare solo il pomeriggio.-
Sospettava che sarebbe successa una cosa del genere, insomma, chi vorrebbe mai incontrare una persona che ha baciato per 'sbaglio' il giorno dopo averlo fatto?
Dean concluse che tutto ciò che gli restava da fare era continuare il suo lavoro, quella non era certo la prima volta che veniva rifiutato, non sarebbe morto senza di lui e quindi non aveva scuse per ciondolare alla ricerca del suo collega.

Castiel, quella mattina, si alzò leggermente più tardi del solito e, prima di recarsi in cucina, si era seduto alla sua scrivania e aveva iniziato a sistemare le foto che aveva sparso in giro, le chiuse tutte in una cassetta e la ripose con cura nel secondo cassetto della scrivania e si alzò uscendo dalla sua stanza.
Si passò una mano fra i capelli tirandosi su gli occhiali. Varcò la porta della cucina e trovò Balthazar seduto al suo posto con Titanic seduta sulle sue gambe. Perché quella scena gli ricordava tanto quella di un film?
-Castiel, un nome comune, eh?- Disse Balth con tono ironico.
-Balthazar ...-
-Castiel, io so da dove viene il tuo nome.- Quel tono di voce gli ricordò molto quello di sua madre quando stava per sgridarlo. -E anche lì per trovarlo devo sfogliare un bel po' di pagine, quindi non dirmi che Castiel è un nome comune.- Balthazar poggiò la povera gatta a terra, la quale sembrò molto felice di liberarsi dalla presa del padrone. -Come faceva Benny a conoscere già il tuo nome?-
-La sai la storia no?- Rispose Castiel serio avviandosi verso il frigo per prendere il latte.
Balthazar si alzò dalla sedia e lo precedette al frigo. -Voglio sentirla da te.-
L'ultima cosa che voleva fare era raccontare tutto al suo coinquilino. Stava ancora cercando di capirci qualcosa per conto suo, non era sicuro che sarebbe stato in grado di esporre il suo problema, sempre se problema si poteva definire la propria anima gemella.
-Preferirei non parlarne.- Continuò serio. Non avrebbe detto una parola neanche sotto tortura.
Balthazar si passò una mano sul volto lasciandosi andare ad un lungo e sonoro sospiro, aveva capito che non avrebbe ottenuto neanche un'informazione.
-Sai, Castiel, dovresti lasciarti andare.-
Detto questo il suo coinquilino, seguito dalla gatta, uscì dalla cucina. La faceva facile, lui non aveva baciato Benny in una rimessa non sapendo neanche perché lo aveva fatto. Perché la sua vita doveva essere sempre così...complicata?
Forse Balth aveva ragione, forse se si fosse lasciato un po' andare avrebbe potuto evitare situazioni imbarazzanti o sgradevoli con Dean. Ormai era inutile pensare a cosa avrebbe o non avrebbe dovuto fare, non poteva certo tornare indietro e ricontrarre Dean per la prima volta.
Il pensiero del suo collega gli fece tornare in mente quel bacio. Aveva sentito un forte odore di olio per motori, ma tutto sommato non gli aveva dato fastidio, si era anche un po' preparato ad un simile odore, certo non si aspettava che Dean profumasse di rose fresche. Se fosse stata un'altra circostanza, forse, sarebbe rimasto qualche istante di più con lui, giusto per capire meglio cosa fare, ma quel bacio invece che migliorare la situazione l'aveva solamente resa più confusa ai suoi occhi.

Era pronto per uscire. Aveva preso tutto, o almeno così credeva, ma non aveva tempo per ricontrollare di nuovo la tracolla. Stava facendo tardi a lezione e sicuramente avrebbe trovato un bel po' di traffico. Velocemente prese le chiavi della sua auto dalla ciotola vicino alla porta e quando se le ritrovò in mano notò un particolare che ieri non aveva visto: c'era un nuovo portachiavi. Alzò leggermente il mazzo di chiavi per osservare il nuovo ninnolo e notò che erano delle piccole ali nere,un po' ammaccate, ma tutto sommato erano veramente graziose. Accennò un leggero sorriso. Doveva essere stato Dean ad aggiungerlo, pensò che fosse stato un gesto carino, insomma, era riuscito a strappargli un sorriso. Strinse le chiavi ed uscì di casa stranamente contento e tutto grazie a quelle piccole ed innocenti ali nere.


 

“ -Come saprò chi è la mia anima gemella?-
-Lo saprai rischiando- Disse Wicca a Brida.
-Lo saprai rischiando di fallire e di essere deluso,
ma non cessare mai la tua ricerca. Se continuerai
a cercare alla fine trionferai-”



Prima di lasciare l'Università, quel pomeriggio, Castiel si era fermato un po' in biblioteca per studiare. Non voleva tornare a casa rischiando di imbattersi in Balthazar, era sicuro che sarebbero tornati su quel discorso e per il momento era deciso a non volerne parlare. Prima, avrebbe dovuto chiarire le cose con se stesso, capire se doveva dare una possibilità a questa sua anima gemella e solo allora ne avrebbe potuto discutere con Balthazar.
Quando salì in macchina posò la sua tracolla e un libro sul sedile del passeggero, era contento di essere riuscito a portare indietro quell'enorme libro sul manierismo, almeno adesso il suo zaino pesava meno.
Guardò distrattamente l'orologio rendendosi conto che il suo turno sarebbe iniziato a breve, prima di mettere in moto la macchina pensò a Dean e a quello che avrebbe potuto pensare quella mattina quando non lo aveva visto venire a lavoro. Sicuramente aveva pensato che fosse stata colpa di quel bacio e in parte aveva anche ragione, aveva fatto spostare il turno perché non aveva voglia di dover chiarire quella situazione. Si erano baciati, non c'era niente da chiarire.

Arrivato al parcheggio del locale di Ellen si guardò intorno cercando di trovare l'Impala nera di Dean, ma con molto sollievo ne notò l'assenza. Il suo collega doveva essersene andato con qualche minuto di anticipo o forse aveva lasciato il locale di fretta perché, come lui, non aveva voglia di ripensare a quello che era successo ieri. Prese la sua tracolla, lasciando il libro sul sedile, e si decise a scendere di macchina.
La caffetteria era principalmente frequentata da studenti Universitari, tuttavia capitava anche di servire persone più grandi che, a dirla tutta, stonavano un po' là dentro e questo divertiva un po' Castiel, cinque minuti fa era arrivata un'anziana che si era seduta allo stesso tavolo di un gruppetto di ragazzi iniziando a parlare probabilmente di quanto fossero inadeguati i vestiti della ragazza seduta al tavolo accanto; quel lavoro stava iniziando a piacergli. Jo lo aveva lasciato dietro il bancone, per servire i caffè e preparare i vassoi di pasticcini da portare ai clienti, non era certo un lavoro emozionante, ma almeno così non rischiava di far cadere caffè bollenti a terra e, anche se la macchina del cappuccino sembrava complicata da usare, preferiva stare là piuttosto che girare fra i tavoli e sforzarsi di essere gentile con tutti.

L'ora di chiusura si stava avvicinando e Castiel stava sistemando delle tazze sulla macchina del caffè quando sentì una voce.
-Mi può dare una birra?-
Quello non era il primo che si sedeva al bancone per ordinare una birra, Cas sospirò, come si poteva scambiare una caffetteria per un pub?
-Non serviamo la birra.- Cercò di rispondere nel modo più gentile possibile.
Si voltò verso il suo 'cliente' e riconobbe immediatamente il volto di Dean. Indossava una vecchia giacca di pelle marrone con sotto una maglia nera, al collo aveva una collana con uno strano ciondolo che era sicuro di non avergli mai visto prima.
-Accidenti.- Disse fingendosi deluso. -Ed io che speravo di bere qualcosa con il cameriere.-
La battuta gli fece accennare un sorriso. Non sapeva se sentirsi contento per quella richiesta, avevano già bevuto insieme e non era andata a finire proprio bene.
-Puoi offrirmi uno di quei drink con la noce moscata.- Cercò di scherzare Castiel ricordandosi del cocktail che Dean gli aveva fatto bere qualche sera fa.
-Hai ammesso che era noce moscata: mi stavo chiedendo quanto ci avresti messo.-
Dean scoppiò a ridere, era quel genere di risata che di solito avrebbe infastidito Cas, ma per questa volta lasciò correre, se la meritava una piccola vittoria.
Fece finta di niente e riprese a sistemare le tazze sulla macchina del caffè, dopo tutto il suo turno non era ancora finito e aveva un sacco di tazze da sistemare.
-Conosco un locale, qua in città, dove fanno un Alexander Sister accettabile.-
-Cosa?- Chiese Cas voltandosi di nuovo verso il ragazzo tenendo una tazza in mano.
-Il drink con la noce moscata, se vuoi ti ci porto.-
Alle orecchie di Castiel quello suonava come un invito ad un appuntamento. In una situazione normale non avrebbe accettato, ma nella sua testa iniziarono a risuonare le parole che il suo coinquilino gli aveva detto quella mattina 'dovresti lasciarti un po' più andare'; infondo non gli costava nulla provare. E poi non è che avesse cose migliori da fare quella sera, probabilmente l'avrebbe passata a correggere l'esposizione di alcune foto al computer mentre Titanic gli dormiva sulle gambe.
-Mi piacerebbe molto.-
Rispose semplicemente alzando un angolo della sua bocca nel tentativo di sorridergli.


 

“Esiste un'antica leggenda cinese
sulla magica connessione tra due anime gemelle
chiamata 'il filo rosso del destino'.
Due persone connesse dal filo rosso sono destinate ad amarsi”


-E poi cosa hai fatto?-
-Ho detto alla ragazza che ero un agente dell'FBI sotto copertura e me ne sono andato fingendo una chiamata da parte di un mio superiore.-
Dean rise di quel ricordo poco prima di bere un sorso della sua birra. Castiel aveva accennato un sorriso, sembrava divertirsi o almeno questo gli parve di capire dal modo in cui si poneva e si lasciava andare con lui, sembrava esattamente come quella volta che in macchina avevano iniziato a cantare Don't Stop Believing. Posò la birra sul bancone e rivolse lo sguardo verso il suo nuovo compagno di bevute.
-Tu invece hai mai fatto qualcosa di questo tipo?-
Per un attimo Cas gli rivolse uno sguardo perplesso, quasi come se avesse voluto chiedergli se stesse scherzando, ma poi capì che qualcosa aveva combinato perché alzò lo sguardo verso l'alto per un secondo cercando di non ridere.
-Dovevo fare una foto.- Iniziò. -Ero nella mia stanza e si dia il caso che la mia finestra fosse davanti a quella della camera da letto della mia vicina e lei è andata a dire tutto a mia madre, avevo diciassette anni. -
-Castiel, questo è un classico.- Commentò Dean.
Farsi beccare mentre si scattava foto alla vicina nuda non era certo una cosa fuori dal mondo, succedeva più spesso di quanto si pensasse.
-Non stavo fotografando la mia vicina, avevo solo spostato il cavalletto con la macchina davanti alla finestra.-
-Certo, non la fai a me, Cas.-

Dean era stato contento di sapere qualche dettaglio in più sulla vita di Castiel,e lui aveva ricambiato raccontando qualcosadella sua vita.
Il tempo, dentro quel locale era volato. Per Dean erano appena passati pochi minuti, ma per l'orologio loro due si trovavano là dentro da almeno due ore. Tirava un po' di vento e aveva iniziato anche a fare freddo, probabilmente quella notte avrebbe piovuto, forse era meglio tornare a casa prima che iniziasse a piovere, ma non voleva lasciare Cas. Si era trovato bene con lui quella sera e voleva che quel momento durasse il più lungo possibile.
-Siamo vicino a casa mia, cosa ne dici se sali un momento?-
Dean sapeva che l'altro non avrebbe accettato l'invito, insomma era tardi e da quanto aveva capito, la mattina aveva delle lezioni importanti all'Università.
-Non mi dispiacerebbe...sta iniziando a fare freddo.-
Per la seconda volta nel corso di quella serata si stupì di come l'altro si stesse lasciando andare, a tratti non gli sembrava neanche lui, ma tutto sommato gli piaceva questo Castiel.
Iniziarono a camminare, fianco a fianco. Non credeva che sarebbe stato così facile riavvicinarsi a lui, almeno non dopo il bacio del giorno prima; quando se ne era andato era sembrato leggermente scosso dall'accaduto e il suo improvviso cambio di turno non aveva fatto altro che alimentare quella sensazione. Eppure eccoli lì che camminavano vicini come una coppia qualunque di amici.
Arrivati davanti al palazzo fece cenno a Castiel di fermarsi ed estrasse un mazzo di chiavi dalla tasca della sua giacca.

L'appartamento di Dean era caotico, ovunque Castiel si girasse vedeva accatastati libri su libri, fogli scarabocchiati con strani disegni e appunti incomprensibili, le librerie erano piene di oggetti strani e libri che avevano l'aria di essere molto antichi, per un momento si chiese se fosse finito in un museo.
-Scusa per il disordine.-
Gli aveva detto Dean sparendo in cucina per qualche secondo.
Cas iniziò a curiosare in giro, sapeva che non lo avrebbe dovuto fare, quella non era casa sua, ma non aveva resistito alla tentazione di guardare tutti quei fogli scarabocchiati. Ne prese uno dove c'era sia un disegno che una breve spiegazione, era sicuramente la calligrafia incomprensibile di Dean, aveva imparato a riconoscerla dagli ordini al bar.
-Vedo che hai trovato il Wendigo.-
Quindi quell'affare aveva anche un nome?
Bisognava avere proprio una bella fantasia per immaginarselo.
-E' un demone della mitologia dei Nativi d'America Algonchini.-
Disse Dean indicando una riga della didascalia accanto al disegno, quasi come se la stesso leggendo, anche se era sicuro che Dean conoscesse a memoria quelle parole.
-Si nutre di carne umana, ha dei grandi denti, riesce ad imitare la voce umana e si dice che possa essere ucciso solo col fuoco.-
-Ne hai altri di questi?-
Dean lo guardò un secondo, indeciso su cosa rispondergli, forse non si aspettava una domanda di quel tipo e come dargli torto?
-Certo, sono in camera mia.- Gli rispose facendogli cenno di seguirlo.
Forse da fuori non si sarebbe mai detto, ma Castiel amava la mitologia. Durante le superiori aveva scoperto questa passione e tornato a casa si era documentato sulla mitologia cristiana scoprendo un sacco di cose interessanti.
La camera di Dean, se possibile, era ancora più incasinata del resto della casa che aveva visto. I vestiti erano gettati in ogni dove, la scrivania era piena di fogli e foglietti di ogni tipo, sul comodino era poggiato il computer, come faceva a vivere in un posto simile?
Si mise seduto sul letto malridotto. Dean sarà stato un ragazzo con tante qualità, ma di certo l'ordine non era fra queste.
Poco dopo il ragazzo gli mise in mano un libro e si sedette accanto a lui.
-Mio padre era appassionato di queste cose e spesso raccontava a me e mio fratello storie con queste creature.-
Sembrava quasi un bambino che scartava un regalo a Natale da quanto era contento.
-Lo faceva anche mio nonno, solo che lui ci parlava di angeli.- Gli rispose Castiel iniziando a sfogliare il libro con cautela. Con un carattere gotico, in cima ad ogni pagina, c'era scritto il nome della leggenda che si andava trattando con sotto una illustrazione e la storia. Gli sarebbe piaciuto leggere tutte quelle storie.
-Cosa mai avrà potuto raccontarvi?- Scherzò Dean lasciandosi sfuggire una risata.
-Ti stupiresti di tutte le storie che esistono su di loro.-


 

“Dare a qualcuno un pezzo della tua anima è meglio
che dargli un pezzo del tuo cuore.
Perché le anime sono eterne”



Castiel si stiracchiò un po' e si sistemò meglio sul letto cercando di non cadere di sotto, era difficile dormire in due su un letto ad una piazza e mezzo.
-Smettila di russare, Dean.- Aveva borbottato ancora assonato cercando di sistemarsi in una posizione comoda.
-Sei tu che russi, non io.- Rispose il suo collega aumentando la stretta su di lui come per volerlo aiutare a non cadere.
Quella situazione era strana e piacevole allo stesso momento. Non era come il giorno prima in cui non sapevano come erano finiti a dormire abbracciati sul divano, oggi entrambi sapevano benissimo come ci erano finiti in quella posizione -si erano addormentati mentre stavano leggendo e, di tacito accordo, avevano deciso di dormire in quel modo per evitare che uno dei due si facesse male cadendo dal letto.- e a loro stava bene in quel modo, infondo non avevano fatto niente di male.
-Non è vero sei tu...- Continuò Cas.
Dean rise piano aprendo gli occhi, si passò la mano libera sulla faccia e distrattamente guardò l'orologio dopodiché batté un paio di pacche sulla schiena di Castiel. -Coraggio Sandy dobbiamo alzarci, devo andare a lavoro e tu all'Università.-
Sentì Castiel borbottare qualcosa contrariato, esattamente come la mattina precedente, Dio solo sa quanto lo capiva, anche lui sarebbe rimasto lì tutto il giorno, ma Ellen lo avrebbe licenziato se avesse fatto di nuovo tardi.
-Coraggio.- Insisté.
Con enorme fatica i due ragazzi si alzarono dal letto, alcuni libri erano caduti a terra e Castiel si affrettò a raccoglierli per poggiarli sul comodino.

Castiel si avvicinò a Dean e per un istante gli venne in mente di baciarlo, non importava se sulle labbra, sulla fronte o su una guancia, gli era semplicemente venuta voglia di replicare il gesto del giorno prima e anche l'altro sembrava aver avuto il suo stesso pensiero, ma qualcosa bloccò entrambi dal realizzarlo e forse era stato meglio così.
-Ti dispiace preparare il caffè? Trovi tutto sul bancone in cucina.- Gli chiese il suo collega.
-Certo.-
Si limitò a rispondere. Era come se tutta la complicità di qualche minuto fa fosse sparita, seppellita sotto cumuli di libri e scarabocchi. Cas si avvicinò alla porta aprendola e, nello stesso momento, sentì la porta della stanza del coinquilino di Dean scricchiolare. Iniziò a prepararsi mentalmente il discorso che avrebbe fatto a Benny, gli avrebbe spiegato che non era successo niente e che avevano passato la serata a leggere, insomma gli avrebbe raccontato la verità.
Quando la porta si aprì del tutto era ormai pronto a parlare, ma si bloccò quando vide Balthazar. Cosa ci faceva Balthazar nella camera di Benny?



 

   
 
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