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Autore: cin75    16/03/2016    3 recensioni
Jared è un artista molto particolare e unico nel suo genere.
Jensen è un critico molto apprezzato e unico nel suo genere.
Entrambi hanno un passato alle spalle. Entrambi capiranno che devono vivere il presente. Entrambi faranno di tutto per avere un futuro insieme!!!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Così il mio invito non era gradito?!” ringhiò una voce tra il roco e il rabbioso alle spalle del giovane artista.

 
“Chi…chi..è?” fece girandosi immediatamente verso quella voce e iniziando ad averne anche timore.
“Ti è bastato prendere solo un aperitivo con me per decidere che non ero alla tua altezza?!” lo pressò l’altro.
“Matt!!?” lo riconobbe infine. “Matt, te l’ho già detto. Passare quell’ora con te, è stato piacevole. Un aperitivo, due chiacchiere…ma te lo feci già capire allora. Non ci sarebbe stato altro…Perché…perché continui a seguirmi?” lo riprese Jared senza sembrare eccessivo, per paura di una reazione spropositata, anche se dentro di lui pregava che Rich facesse in fretta.
“Stasera ti farò capire che non puoi sbarazzarti di me così facilmente!” sembrò volerlo minacciare Matt e Jared, cercando di difendersi per come poteva, alzò il bastone per non vedenti, puntandolo contro il suo invisibile aggressore.
Matt rise sbeffeggiandolo. “Che vuoi fare? Colpirmi con quel legnetto?!” lo provocò.
“Lo farò. Matt, lo farò!!” fece impugnandolo meglio, ma un violento strattone, gli fece scattare il polso all’indietro, che si piegò dolorante. Quel movimento inatteso gli fece perdere la presa sul bastone bianco che volò via lontano da loro e questo, Jared, lo capì dal rumore che l’oggetto fece cadendo sull’asfalto alle sue spalle.
“Colpisci adesso!!” lo denigrò Matt, spingendolo verso la macchina. “Andiamo!!” fece spingendo ancora. “Colpiscimi!!” gli urlò in faccia. E poi….
 
Bang!!
 
Un rumore forte risuonò alla destra di Jared. Di certo era un pugno assestato ben bene contro la carrozzeria alta della macchina. Il giovane si girò istintivamente verso l’origine del rumore, spostandosi naturalmente dalla parte opposta.
“Co…cosa…”
 
Bang!!
 
Più forte , un altro rumore lo raggiunse , fragoroso, dall’altra parte, costringendolo a fare il movimento opposto.
“Ti piace la confusione??” lo provocò Matt. “ E’ spiacevole, vero?...beh! è quello che mi fai tu, Jared!” sibilò Matt, diminuendo lo spazio tra loro.
“Matt…cosa…cosa fai??!” balbettò sentendo decisamente la presenza fisica dell’altro sempre più tangibile contro di lui.
Jared arretrò definitivamente contro la macchina alle sue spalle, ma una volta che la sua schiena si schiacciò contro la carrozzeria , altro spazio non ebbe e sentì il terrore crescere dentro di lui, quando sentì il corpo di Matt spingersi contro il suo.
“Mi mandi in confusione, Jared e io odio….sentirmi confuso!!” insistette rendendo la sua voce ancora più bassa e lasciva, così come i suoi inopportuni movimenti.
“Smettila!!” esclamò Jared.

Il giovane artista appoggiò le mani sulle spalle del ragazzo che lo inchiodava alla macchina e cercò di allontanarlo, ma Matt, con violenza, gli spostò via le mani dalle sue spalle e, se con una teneva entrambi i polsi di Jared bloccati tra le loro pance vicine, con l’altra, si afferrò al mento del giovane che cercava di divincolarsi dalla sua presa.
Lo baciò con forza, con violenza. La sua lingua, rude, cercava con prepotenza un accesso che non voleva essere concesso e quando Jared riuscì a liberarsi dalle labbra di Matt, lo pregò di fermarsi.
“Fermati…no…lasciami stare….Matt…no!!!…” gli diceva cercando di sfuggire al secondo attacco di Matt.
Ma quando il suo aggressore lo rivoltò con violenza, facendolo impattare con il torace contro la macchina, Jared , da quella posizione in cui si sentì crescere un terrifico panico, lo sentì che cercava addirittura di sbottonargni la cinta e infilargli una mano nei pantaloni. A quel punto, nella sua mente di Jared esplose il caos.
 
Mio Dio, Rich…dove sei…dove sei finito??!!”, pensò allarmato da ciò che Matt stava provando a fare.
 
Poi, all’improvviso, il peso contro il suo corpo svanì. Jared riuscì di nuovo a respirare senza oppressione. Sentiva ancora il sapore di Matt , ma non avvertiva più la sua presenza.
Poco distante da lui qualcuno sembrava dare concretezza alla sua di rabbia.
“Ti ha detto di lasciarlo stare, figlio di puttana!!” sentì dire e poi iniziò ad udire rumori di colpi ovattati. Di respiri smorzati e spezzati. Il rumore inconfondibile di un corpo che cade tra i bidoni dell’immondizia.
“E ora sparisci se non vuoi che finisca di rifarti la faccia!!!” fu l’ultimo avvertimento che Jared udì prima di iniziare a sentire dei passi che da lenti e incerti , divennero sempre più decisi e veloci, allontanarsi da lui.

Jared si sentiva scosso, anzi, credeva anche di star tremando. Cercò un appiglio più sicuro contro la macchina fin quando quella presenza non gli si palesò di nuovo.
“Ehi!..sta…sta bene?” chiese dolcemente.
“La prego…la prego…mi lasci…non…” fece ancora confuso da quella situazione assurda.
“Jared …Jared tranquillo! Sono io…Jensen!” cercò di rassicurarlo ma guardandosi bene dal toccarlo. Jared si fermò all’improvviso. Come non riconoscere quella voce?!, si chiese dandosi dello stupido.
“Jensen?....Jensen, mio Dio… è lei?!” chiese sebbene ancora titubante, ma istintivamente cercandolo con le mani. E si sentì infinitamente meglio quando Jensen lo afferrò come se non volesse lasciarlo cadere.
“Si , Jared. Sono io. Sono uscito pochi momenti fa, e passando davanti al parcheggio ho visto quel tipo che la stava aggred…..” ma non finì la frase , che due mani forti lo afferrarono dalle spalle  e lo spinsero con forza contro il cofano della macchina.

“Ma che diavolo credi fare, eh?? Vuoi morire, amico?!” fece la voce furiosa di Rich che uscendo dall’edificio, l’unica cosa che aveva visto era Jensen che teneva fermo un Jared decisamente sconvolto.

“Ti…ti stai sbagliando….io…” provò a discolparsi mentre la stretta di Rich si faceva più pressante.
Ci volle l’intervento di Jared per calmare la furia dell’amico.
“Rich?? Rich… fermati. Stai sbagliando.” fece mettendo le sue mani sulle braccia di Rich e incoraggiandolo a lasciare andare Jensen che gemeva pressato contro la carrozzeria.
“Ma lui…” fece l’uomo.
“Matt…c’era Matt, qui, pochi minuti fa e ha cercato di prendersi…beh!! diciamo, il suo appuntamento mancato.” provò ad scherzarci sopra. Ma solo ora!!!
“Matt? Quel gran figlio di….”
“Sì. È lo stesso tipo!!” ironizzò Jensen che si rimetteva in piedi e cercava di darsi una sistemata.
“Ma Jensen lo ha fermato e lo ha messo in fuga!” raccontò Jared.
“Ohw!!” fece sorpreso Rich. “Beh!! allora credo di essermi sbagliato!” disse guardando Jensen.
“Un semplice “scusa amico!” non ti ucciderebbe, lo sai?!” gli fece sarcastico Jensen, mentre si massaggiava la spalla su cui Rich aveva fatto pressione con il suo peso.
“Ehi!! cosa vuoi anche una medaglia? Ringrazia che non ti abbia spezzato un braccio prima di sapere cosa stavi facendo!!” gli rinfacciò Rich.
“Mio Dio, Jared!! Ma chi si porta dietro?.... Rambo?!”
“No!!!, Rambo andava ancora all’asilo quando Rich ha iniziato con il suo lavoro!!” si ritrovò a rispondere Jared sorridendo.
“Lo puoi dire forte , ragazzo!” replicò orgoglioso. “Ma a parte Mr. Soccorso, qui..” fece alludendo a Jensen che alzò le sopracciglia per la sorpresa di quell’appellativo. “…quante volte ti ho detto che devi aspettarmi in macchina? Specie quando è sera!!?”

Jared non rispose, ma si limitò a seguire il profilo della macchina fino ad arrivare ad una maniglia.
La tirò e come la prima volta: niente.

“Cazzo!!” esclamò colpevole e mortificato Rich. “Mi…mi dispiace, Jared. Io…io pensavo di averla aperta. Sul…sul serio…mi dipiace, ragazzo!” e questa volta dal suo tono era sparito ogni tipo di scherzo o ironia. Rich si rese conto che quella sua mancanza avrebbe potuto causare qualcosa di più di un bello spavento e consapevole di questo, guardò Jensen e sottovoce sussurrò un mesto: “Grazie!”
Jensen non volle assolutamente infierire, anche perché non era il caso. Era meglio dimenticare tutto e far concludere la serata in maniera meno pesante.
Poi fu Jared a raggiungere l’amico che era rimasto in silenzio. Cosa che era davvero rara.
“Rich?, amico!! Va’ tutto bene. Può capitare e poi….poi non è successo niente!” provò a consolarlo.
“Jared mi dispiace!” insistette Rich.
“Senti..adesso basta. Ok? Va tutto bene. Riportami a casa e beviamoci una birra, ti va?” cercando di fargli capire con più convinzione che stava bene. Sapeva quanto a cuore Rich aveva preso quel suo lavoro con lui. Rich gli voleva bene sul serio e lui ne voleva a Rich. Era diventato un punto di riferimento da quando era andato via da casa sua, dalla sua città. Da tutti e tutto quello che aveva  e che si era lasciato alle spalle. Non avrebbe mai potuto avercela con lui.
“Ok! Ti porto a casa.” fece aprendo la macchina e subito dopo lo sportello.

Jared si voltò verso Jensen e stava per salutarlo quando fu l’altro ad anticiparlo.
“Credo che questo sia suo!” fece il critico mettendogli tra le mani il suo bastone.
“Grazie, Jensen.” Fece sorridendogli. “ Di tutto!” più timidamente.
“E’ stato un piacere.” Rispose cortesemente l’altro.
“Andrà a casa anche lei?!” si ritrovò a chiedere senza sapere perché, Jared.
“Sì, credo di sì. Prendo un taxi al volo e vado a casa anche io. Di emozioni sia artisticamente mistiche che reali, ne ho avute abbastanza stasera!” rispose Jensen.
“Un taxi? No.. no.” disse deciso il giovane. “Assolutamente no. Venga, le diamo un passaggio noi.”
“Jared …io abito dall’altro lato della città. Non…”
“Non accetto un “no” come risposta.” lo riprese il giovane
“Non vorrei sembrare inopportuno!” cercò ancora di negarsi.
“Jensen, salga su questa macchina o mi costringerà a chiamare di Rich!” lo minacciò bonariamente.
“Che Dio me ne scampi !!!” scherzò Jensen e dopo aver atteso che fosse Jared il primo ad entrare in macchina e averlo accompagnato nei movimenti, lo seguì subito dopo.
“Allora, dove andiamo?!” fece Rich, mentre si sistemava lo specchietto retrovisore.
“Tra la Roosevelt e la First Avenue. Il residence Road House!” precisò.
“Ok! Sarà un bel tragitto. Ci sono dei lavori in corso  sulla Quinta, perciò, signori…mettetevi comodi!” fece Rich girando le chiavi e mettendo in moto la macchina.
 
Quando la macchina partì e dopo pochi isolati si trovò già imbottigliata nel traffico , Jensen provò di nuovo a declinare l’invito.
“Senta, Jared. Io scendo qui…non mi va che passiate tutto questo tempo a…”
“Jensen, se non vuole offendermi, c’è una sola cosa che può fare!” lo interruppe Jared.
“Cosa?!”
“Mi dia del tu e …fatti accompagnare a casa!” finì.
Jensen sospirò, sconfitto. “Tu devi essere uno che ottiene sempre quello che vuole!” azzardò Jensen.
“Non sempre. Ma ciò non toglie che non mi piaccia provarci!!” ammise. “Comunque, cambiando discorso. Serata interessante, non credi?!”
Jensen non emise suono ma le sue labbra si incurvarono in un sorriso compiacente, a cui Rich, dallo specchietto retrovisore, rispose allo stesso sorriso.
“Che avete da sorridere?!” li sorprese Jared.
“Ma??...come ???” fece Jensen guardando sbalordito Rich.
“Non chiederlo. Mi vengono i brividi quando lo fa anche con me. A volte mi convinco che ci stia prendendo tutti per il culo e ci veda benissimo!!” scherzò l’amico al posto di guida.
“Davvero? Allora ferma la macchina e fa guidare me!!” lo sfidò il giovane.
“Ti piacerebbe, ragazzino!!” rispose sarcastico Rich.
Poi Jared si avvicinò solo di un po’ a Jensen come se volesse confidargli un segreto e Jensen assecondando quel movimento si ritrovò quasi testa a testa con Jared e fu invaso dal suo profumo. “Sono i miei sensi di ragno!” disse Jared e i due risero per poi tornare seduti ai loro posti.
“Allora , Jensen. Vediamo di rendere questo tragitto più interessante del mio intermezzo “passionale”!” volle scherzare.
“E come potremmo fare?!” chiese Jensen curioso.
“Parlami di te. Chi è il “lui” che ti ha mostrato il vero amore ma che non ha saputo donartelo!?” domandò come se gli avesse offerto solo da bere.
“Wow!!” esclamò Jensen colpito ma non offeso. “E chi ti dice che sia un lui? Potrebbe essere una lei, oppure un emerito nessuno o un semplice niente.”
“Mmmmh!! No!” rispose categorico Jared. “ Non avresti usato quel pronome con quel tono. E molto probabilmente essendo uomo, avresti portato la tua spiegazione naturalmente verso una “lei”. Ma tu, no! Hai detto “lui” e lo hai anche ripetuto.” gli fece presente convinto.
Jensen abbozzò un sorriso.

Era davvero così evidente quello che gli era successo che lo aveva capito perfino un non vedente? Si arrese. Ma senza dispiacere.

“Lui..” accentuò con il tono. “…si chiamava Ty. Stavamo bene insieme ma a quanto pare il mio “bene” non viaggiava insieme al suo e quando gli ho chiesto di prendere una decisione …”
“Gli hai chiesto di sposarti?!” lo interruppe Jared, curioso.
“No!! Gli chiesi solo di vivere insieme , ma lui mi fece capire senza mezzi termini che “avere anche altre strade da percorrere” gli andava ancora bene!” confidò con un pizzico di amarezza.
“Stronzate da coppia aperta!!” se ne uscì Rich, intento nella guida.
“Rich!!” lo riprese Jared.
“No. No. Rich ha ragione.” convenne Jensen. “Era più o meno quello che voleva Ty. Ma non era assolutamente quello che volevo io. E quindi mi sono lasciato tutto alle spalle e quando Misha…”
“Lo psicopatico!!?” suggerì Jared.
“Già!!” precisò , sorridendo, Jensen. “Quando lui  mi disse che aveva bisogno di uno come me nel suo entourage editoriale, non me lo feci ripetere due volte e mi trasferii qui a Detroit.” rivelò oramai sereno di quella decisione presa anni addietro.
“ Sembra che Detroit sia una sorta di porto sicuro per chi vuole cambiare vita!” riflettè Jared.
“Da questo devo supporre che non sei di qui!” azzardò Jensen.
“Texas, San Antonio!” fece il giovane.
“Sul serio?!” esclamò Jensen. “Io sono di Dallas!!” e i due risero di quella straordinaria coincidenza.
 
Quello che doveva essere un tragitto lungo si tramutò in un viaggio molto  breve e piacevole. In meno di un ora, Rich parcheggiava la macchina davanti all’ingresso principale del residence in cui abitava Jensen. Il critico salutò entrambi i suoi accompagnatori e li ringraziò del passaggio, ma quando stava per richiudere lo sportello, Jared lo richiamò.
“Jensen, un attimo!! Aspetta!!” fece, forse, con troppa enfasi.
“Ho dimenticato qualcosa?!” domandò Jensen, tastandosi e guardando all’interno dell’abitacolo della macchina.
“Cosa?...no…no! E’ solo che mi chiedevo …insomma, se domani….fossi…sì, fossi libero per pranzo. Potremmo…cioè..potremmo…” balbettò in imbarazzo.
Jensen lo fissò. Colpito, sorpreso. Aveva intuito qualcosa di Jared , dai discorsi fatti durante il tragitto, ma non era del tutto certo.
“A pranzo?..noi…due?!” azzardò il biondo.
“Sì. C’è un ristorante molto carino, o almeno credo che lo sia….” fece perplesso il giovane. “…cioè…se vuoi!” fece quasi affaticato da quello che non sembrava affatto un invito decente.
“Con molto piacere!” lo risollevò da quell’imbarazzo, Jensen. “Mi piacerebbe davvero rivederti, Jared!”
Il sorriso di Jared gli illuminò il viso a quell’ammissione di Jensen. “Vorrei dire lo stesso, ma sai che…” ironizzò, subito ripreso da Rich.
“Vuoi smetterla di imbarazzare così le persone??!!” fece sospirando vistosamente.
Ma i due non ci fecero caso. Si salutarono cordialmente e si diedero appuntamento al mezzogiorno dell’indomani.
 
Quando Rich rimise in moto la macchina, non potè non guardare il volto trasognante del ragazzo seduto al sedile posteriore.
“Vacci piano, Jared!” lo ammonì premurosamente.
“Lo farò, Rich.” convenne il giovane. “Ma….”
“Ma stai ancora pagando duramente quello che ti ha  lasciato la tua ultima storia!” gli ricordò amaramente l’amico.
“Lo so, Rich. Lo so. Ma ormai è passato del tempo. Troppo tempo. Non dico che voglio …insomma…correre. Ma ormai la creta non mi basta più.” fece appoggiando la testa e beandosi del fresco del finestrino contro la sua pelle ancora accaldata da quell’invito impacciato e godendosi ancora l’odore di Jensen che impregnava la macchina.
   
 
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