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Autore: cin75    12/03/2016    3 recensioni
Jared è un artista molto particolare e unico nel suo genere.
Jensen è un critico molto apprezzato e unico nel suo genere.
Entrambi hanno un passato alle spalle. Entrambi capiranno che devono vivere il presente. Entrambi faranno di tutto per avere un futuro insieme!!!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Misha, mi devi un grosso favore, amico!!” disse Jensen, girando per la grande sala d’aste , in cui il suo amico  collega e capo, lo aveva spedito. “Io sono un critico letterario, e non di opere d’arte di questo genere.”
“…..”
“Sì, lo so che avere 40 di febbre è una giustificazione più che valida, ma potevi mandarci un altro a guardare questi enormi ammassi di creta modellata….” Fece abbassando un po’ la voce per non farsi sentire.
“…”
“No, non sono blasfemo, Mish.” lo riprese Jensen, andandosi a sedere di fronte ad uno dei citati blocchi di creta modellata. “E’ che non è il mio campo. Quindi dovrai accontentarti delle foto e delle brochure che ti porterò domani. Niente commenti, niente relazioni, niente critica su questa mostra. Io ti porto le immagini, tu ci metti le parole!” gli ricordò.
Quello era il loro patto per quella sera.

Jensen era un critico letterario anche piuttosto famoso nel suo lavoro. Il suo lavoro: l’arte dei libri. E non di quel tipo di arte.
E poi quella mostra era strana.
L’autore delle opere, che era la prima volta che esponeva in quella città, a quello che si diceva, era incuriosito dal sapere che cosa ne pensasse la gente delle sue opere, senza conoscerlo. Quindi ancora non si era “palesato”. L’unica cosa che si sapeva di lui era che era cieco.
Non si sapeva se fosse alto, basso. Grasso o magro. Proveniente da un accademia o scovato per strada. Dal bell’aspetto o un provetto Quasimodo.
Niente. Solo che era cieco.

Artisti da strapazzo!! Si ritrovò a pensare Jensen, prendendo delle altre brochure della mostra.

Quando mise giù la comunicazione, solo allora, si rese conto che accanto a lui era seduto un giovane uomo, forse della sua età o forse appena più giovane. Guardava l’opera che si stagliava imponente davanti a loro. Ne sembrava rapito.
“Mi scusi…mi scusi se l’ho disturbata!” disse senza spiegarsi il perché. Infondo, il ragazzo nemmeno sembrava essersi accorto di lui. E poi…
“Come….scusi?!” fece il giovane che senza smettere di guardare la statua, iniziò a giocherellare con una brochure che aveva tra le mani.
“Sì…mi dispiace se l’ho disturbata con la mia…logorroica presenza.”
“Tranquillo…credo che l’ammasso di creta modellata non se la sia presa più di tanto!” rispose l’altro, ridendo appena. “Vede ? E’ ancora lì!!”
“Oddio!!” sussurrò Jensen. “Che figura!” disse poi.
“Posso chiederle come mai è qui se non le interessa l’arte?!” fece senza calcare troppo sul tono
“Non è che non mi interessa l’arte. Tutt’altro!!” volle giustificarsi e poi spiegarsi. “E’ che io sono un critico letterario e sono qui solo per fare un favore al mio collega malato,  che vestendosi dell’autorità che ha, essendo anche il mio capo, mi ha costretto a fare qualcosa che non è….come dire….proprio il mio campo!”
“Maledetti datori di lavoro!!” ironizzo l’altro.
“Cosa?...No!!” esclamò sorridendo a quell’ironica affermazione. “Misha è una persona fantastica. Strana ma fantastica. Egocentrica…a tratti psicopatica e un tantino paranoica, ma senza dubbio fantastica ed è uno dei miei migliori amici!” si ritrovò a dire.
L’altro , che divenne serio all’improvviso: “ Egocentrico, strano, psicopatico a tratti paranoico…..Deve stare attento a chi frequenta sig…” e rimase in attesa di una presentazione.
Jensen intuì e rispose cordialmente: “Ackles. Jensen Ackles.”
L’altro sembrò stupirsi: “Oh!! Quel Jensen Ackles.”
“Mi conosce!?”
“Per mia fortuna, il lavoro che faccio mi porta su una strada diversa dalla sua, ma alcuni miei amici …beh!!, diciamo che la temono!”
“Oh, andiamo!! Non sono così severo!” provò a giustificarsi.
“No, non parlo di severità. Ma si dice che a volte le sue recensioni letterarie siano più appassionate e coinvolgenti del libro stesso. Il che non deve essere una bella sensazione per lo scrittore!!”
“Ma …in verità…”
“Vediamo se riesce a sorprendermi ancora, Jensen.” Lo provocò il ragazzo. E Jensen potè notare che ora il giovane fissava le sue mani che ancora tormentavano la brochure. Quegli occhi di un verde talmente chiaro da non sembrare nemmeno verdi, brillavano alla luce dei fari che illuminavano le opere. “Che cosa ne pensa?!” fece indicando la statua di fronte a loro.
“Vuole esaminarmi sig….” ed era davvero curioso di sapere il nome, anche se l’altro fu più furbo e forse volle giocare la carta del mistero.
“Non cambi discorso, Jensen. Mi dica cosa pensa degli Amanti?!” domandò.
“Come scusi?!” domandò sorpreso.
“Amanti?....è il nome dell’opera!” lo riprese il ragazzo, indicandola.
Jensen stette al gioco.
“Ok!” fece sospirando e iniziando a guardare con attenzione la creta che era stata modellata in quel modo…..meraviglioso, si ritrovò ad ammettere.
“Sa che dicono che l’autore sia un non vedente?!” e fu Jensen a dirlo.
“Così dicono. Ma questo che c’entra?!” fece curioso l’altro.
“Come fa uno che non vede a creare l’amore in questa maniera?!” riflettè quasi assorto nel vissare, comunque con ammirazione, l'opera.

Il ragazzo deglutì. “Che cosa vuole dire?!” quasi sussurrò.

“Guardi i volti nascosti di questi due amanti…sembrano confusi nella creta eppure sono così ben visibili. Così come l’amore: ti nasconde e ti espone allo stesso tempo. Guardi come i loro corpi sembrano volersi proteggersi o allontanarsi, eppure nel suo insieme sembra che non facciano altro che rincorrersi. Così come l’amore che….” ma  a questo punto si fermò, come se si fosse sorpreso lui stesso di quello che quell’opera gli stava “mostrando”
“La prego, Jensen…continui.” Fu la quasi silenziosa esortazione del ragazzo che lo ascoltava oramai rapito.
“Così come l’amore: qualunque maschera porti, qualunque sia la vita o il viaggio che intraprendi, quando incontrerai l’amore, per quanto tu voglia scappare, lui non farà altro che seguirti e tornare da te. E tu tornerai da lui!” finì con un tono che sembrò quasi stanco.
Poi si riprese, fissò ancora un attimo la statua e poi il giovane accanto a lui che sembrava stesse fissando la statua come se non l’avesse mai vista.
“Mi scusi…mi scusi….le mie sono parole prive di ogni ….” Cercò di rimediare, pensando di aver fatto una gaffe o di averlo offeso in qualche maniera.
“No. Non chieda scusa , Jensen. Non lo faccia.” Fece con tono rassicurante. “Sono seduto qui da ore, eppure lei, che non se ne intende..” gli fece presente sorridendo. “…lei è l’unico che ha visto ciò che c’era davvero da vedere!”
“Io…” stava per dire Jensen, ma in quel momento un uomo, piccolo di statura, si avvicinò al giovane seduto.
Gli sussurrò qualcosa all’orecchio e Jensen lo sentì dire:
“Va bene, Rich. Prepara la macchina!” e quando l’uomo in abito scuro fece per andare, il ragazzo lo richiamò. “Fammi un favore. Al bancone del bar c’è il sig. Cohen. Cortesemente, digli che non è il caso che aspetti ancora. Che ha già avuto la mia risposta.” e poi, prima che l’altro si allontanasse: “Rich?....moderazione, amico!” sembrò riprenderlo e l’altro sembrò esserne deluso.

Dopo aver assistito a quella scena, Jensen vide il giovane chinarsi appena di lato alla sua seduta e tirare da sotto la panca in pietra un piccolo bastone che con un gesto secco e rapido fece scattare davanti a lui.

Un bastone per non vedenti.

“O mio Dio!!” esclamò Jensen. “Lei….lei è…”
“A quanto pare non facciamo che sorprenderci stasera, sig. Ackles.!” fece soddisfatto di come sentiva reagire il suo interlocutore.
“Jared Padalecki!!” sussurrò Jensen in pieno imbarazzo e con la bocca un po’ troppo aperta. Ma Jensen non si stava solo riprendendo da quello, ma anche perché Jared si era alzato.

E Dio!! era alto, tanto… e con un fisico da far invidia a molti. I capelli castano chiari e lunghi fino alla spalla, lucevano sotto riflettori. Il viso era bellissimo e sorridente. Il sorriso sottile e gentile. E i suoi occhi , se pur, in difetto, erano bellissimi.
Altro che artista di strada!!! Altro che Quasimodo. Quello che aveva davanti era Febo in tutto il suo solare splendore!!!!

“Non sia in imbarazzo Jensen!” fu la frase che lo riportò in quella sala. “Come le ho detto: lei è l’unico che ha visto quello che c’era davvero da vedere.” Disse ancora mentre Rich gli era di nuovo accanto e si preparava a fargli strada tra gli ospiti. Jared si girò un ultima volta verso Jensen, che era rimasto completamente senza parole.
“Jensen, quando il suo amico Misha starà meglio, lo faccia mettere in contatto con me. Sarò lieto di parlarci. Oltre al fatto che muoio dalla curiosità di conoscerlo. La sua descrizione è stata decisamente accattivante!!” scherzò mentre Rich lo guidava verso l’uscita.
 
“Credo che tu abbia fatto conquiste, Romeo!!” esclamò Rich, mentre faceva da guida al suo giovane amico, avviandosi verso la macchina.
“Ma sta’ zitto, Rich!!” lo ammonì amichevolmente Jared. “Davvero?” chiese però, poi.
“Beh!! io non so che cosa vi siate detti, ma dal modo in cui non ha smesso di guardati fin quando non siamo usciti, direi, che il segno lo hai lasciato!!” volle rassicurarlo.
Jared per un po’ ripensò  a quello che l’amico gli aveva detto , ma non voleva farsi troppe idee.
Infondo non sapeva nulla di quel Jensen. Poteva essere sposato. Avere una nidiata di figli adottati. Magari anche uno o due amanti segreti chissà dove.

Non conosceva nulla di lui tranne la sua voce.
La sua voce. Bellissima. Dolcemente roca. Bassa. Calda. Maledettamente sensuale mentre gli descriveva la sua opera. Mentre parlava dei suoi Amanti.
Scosse la testa per mandare via quei pensieri.

“No. No!” ripetè categorico. “Rich….non so niente di lui. E’ stato solo un bel momento di conversazione. Solo piacevole conversazione.” Ribadì.
“Come dici tu, amico!” convenne l’altro e poi lo sentì fermarsi. “Che c’è?” chiese notando il suo sguardo seccato.
“Cavolo! Ho dimenticato il giaccone lì dentro!” fece.
“Avevi un giaccone quando siamo venuti?!” domandò perplesso Rich.
“No, Rich. Non avevo nessun giaccone. Mi è solo venuta voglia di rubarne uno!!!” esclamò stranito. “Certo che avevo un giaccone. Un giaccone in cui dentro ci sono le mie chiavi di casa, quelle del laboratorio e …”
“..e ho capito che mi tocca tornare in quel covo di snob artistici per recuperarlo, vero?!” domandò ironico.
Jared sorrise appena e lo provocò. “Posso farlo io, se vuoi?!”

Rich lo guardò e sapeva che quel ragazzino lo avrebbe davvero fatto pur di non dargli soddisfazione. Ma lui, lui era la sua guardia del corpo e prima di tutto era suo amico e non gli avrebbe mai permesso di sentirsi in imbarazzo perché magari , tra tanti, non sarebbe riuscito a trovare il suo giaccone.
“Sì, come no??!!” lo prese in giro. “Così stiamo qui fino a domani. Resta qui e sali in macchina. Ci vado io, idiota!!” lo avvisò. “Ma ti avviso che sono stanco di farti da guardia del corpo/maggiordomo/assistente/ amico.” Scherzò mentre lo lasciava vicino alla macchina e lui si avviava di nuovo verso la casa d’aste.
“Ehi, Rich?!” lo richiamò Jared sorridendogli.
“Che c’è ancora?, che hai dimenticato?!” fece fintamente scocciato.
“Davvero il “barra amico” viene per ultimo?!”
“No!! Ma che dici??!” lo riprese l’altro con accentuato dispiacere. “C’è il “barra schiavo” alla fine della lista!”
Jared rise e con lui anche Rich.
“Sali in macchina, scemo!” disse prima di entrare nell’edificio.
Jared obbedì, ma quando fece per tirare indietro la maniglia della macchina, lo sportello non voleva saperne di aprirsi.
“Cavolo, Rich!! L’hai lasciata chiusa!!”  disse tra sé e sé.
 

“Così il mio invito non era gradito?!” ringhiò una voce tra il roco e il rabbioso alle spalle del giovane artista.






N.d.A.: Ed eccomi di nuovo ad assillarvi.
Io ho amato da matti scrivere questa storia e spero con tutto il cuore che voi l'amiate almeno un briciolino di quanto l'ho amata e la amo io.
Baci, Cin!!

 
   
 
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