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Autore: kickingleaves    29/03/2009    1 recensioni
E se Ginny, Hermione e Luna si trovassero a vivere insieme?
I caratteri totalmente diversi, costretti a stare a contatto tutta la giornata, metterebbero in difficoltà la loro amicizia?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Luna Lovegood
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ieri notte ho scoperto che Ginevra ha una storia con uno sconosciuto.
Nessun problema. Affari suoi. Io non mi impiccio.
Non le faccio domande. Non devo farle domande.
Anzi, devo concentrarmi su qualcos'altro.
Sollevo lo sguardo dalla mia tazza piena di cereali.
Dio, quant'è palpabile la tensione.
Alterno lo sguardo da Hermione a Ginevra: si stanno guardando in un modo assurdamente cattivo.
Mi viene da pensare che se potessero, sarebbero già a duellare. È una sorta di guerra fredda, invece.
Meglio distrarle.
«Ehm... Ginevra?» mormoro, cercando di richiamare la sua attenzione.
Mi lancia un'occhiataccia. Okay. Non m'impiccio.
Okay. Non chiedo nulla.
«Che vuoi?» sbotta lei, scontrosa.
«Non parlare così ai tuoi amici» la rimbecca Hermione, suscitando gesti di stizza da parte della rossa.
«E tu non parlare direttamente, invece, grazie.»
Sbuffo.
Mi concentro sui miei cornflakes, che forse è meglio.

Sto per andare in bagno, quando Luna mi ferma, stringendomi un polso.
«Chi era il ragazzo con cui ti ho vista ieri sera al parco?» domanda, diretta come suo solito.
Porco bolide. Ero convinta di non essermi fatta vedere da nessuno.
«Che... Che ragazzo?» domando, per temporeggiare. Come cazzo faccio io ora a dirle che era Draco Malfoy?
«Il biondino di ieri sera. Perché, ce n'è altri?» domanda, scettica.
«Oh, ehm, no.»
Le balle non so proprio raccontarle. Il punto è che qualche sera fa c'è stato un bacio che non avrebbe dovuto esserci con Harry, ma niente di più, ecco.
«Ah! Allora, ce n'è davvero altri! L'avevo detto per scherzare.» E ti pareva.
«Mh, ehm, uhm, no, certo che no. Solo Dr... Solo quello di ieri sera!» annuncio, presentandomi allegra.
Fottuto Draco. Non avrei dovuto incontrarlo, ieri sera. Ora non sarei in questa situazione di merda. Tutta colpa di quella troia di Hermione. Non ci avessi litigato, non sarei uscita, no? E non avrei finito per incrociarlo casualmente.
Giuro, è stato davvero un caso. Quando sono uscita di casa, sono andata al parco, e lui era lì. Non l'ho riconosciuto subito - è più alto, più biondo e più bello - ma lui ha riconosciuto me. Si è messo a ridere, e abbiamo parlato degli ultimi anni, e... Oh, Dio. Sono un'idiota.

Quella stronza mi ha appena rovinato la vita. E non ha nulla da dire!
Devo fargliela pagare. Non può trattare così me - che per inciso sarei la sua migliore amica - e pensare di poter continuare la sua vita così, come se nulla fosse.
Che stronza.
Squilla il telefono, facendomi sobbalzare. Che strano, qui il telefono non suona mai - essendo una casa di streghe, non comunichiamo così.
«Pronto...?» rispondo, alzando la cornetta.
«Hermione Granger?» domanda una voce familiare, chiaramente divertita. «Ma dai!» aggiunge, stavolta proprio scoppiando a ridere. Ma chi cazzo è?
«Sì, sono io. Chi parla?»
«Passami Gin, dai.» Eh? Non credo di conoscere una sola persona che chiami Ginny "Gin".
«Chi, Ginny?»
«Ti sei mai resa conto che odia essere chiamata così?» No, davvero, chi cazzo è?
«Sono la sua migliore amica, se non ti spiace la conosco meglio di te.»
«Ma per favore. Una migliore amica c'è per tirarti su, non per buttarti giù. Passamela, grazie.»
«GINNY, C'È UNO STRONZO AL TELEFONO PER TE!» urlo, appoggiando la cornetta sul tavolino.

Corro. Oh, com'è mi è venuto in mente di lasciargli il mio numero di casa?
Come ho potuto avere un'idea così stupida?
Non volevo lasciargli il mio indirizzo per la posta via gufo, e non mi sono venute altre idee.
«Chi è?» domando, sollevando la cornetta. Tengo la voce abbastanza bassa: so perfettamente che Mione e Luna, di là, stanno cercando di origliare in tutti i modi, perché è esattamente quello che faccio io quando loro ricevono qualche strana telefonata. Qui il telefono non suona mai, e le rarità come questa sono sempre apprezzate.
«Be', dopo la simpatica presentazione della tua amichettta, mi stupisce che tu debba chiederlo» mi risponde lui, ridendo.
Oh, ma certo che è lui. Draco Malfoy con quella sua bella voce sexy.
«Ah. Sì. Ciao» rispondo brevemente. Spero intenda che le mie coinquiline mi stanno ascoltando e che non posso rispondere meglio.
«Mh... Rispondi solo sì o no: stanno origliando?»
«Sì.»
«Oh, d'accordo. Ed è per questo che sei così acida?»
«Può darsi.» Mi sfugge un sorrisetto.
«Allora devo assolutamente cercare di metterti nella posizione di darmi risposte imbarazzanti.» Ride. Bastardo.
«Stronzo.»
«Voglio scoparti.»
«Cos'è, la tecnica numero uno?»
«No. Sono serio. Dopo l'incontro-scontro di ieri sera, mi chiedevo se hai spazio per una pizza e un dopocena.»
E me lo dice così?
Oh, come mi intriga.
«La seconda idea mi alletta particolarmente.»
«Non ho capito, quale idea?»
«Quella del dopocen... Che stronzo! Ci sei riuscito!»

Voglio solo sapere chi è. Non sto origliando.
Non devo origliare.
«Mione» bisbiglio, dalla mia postazione con l'orecchio incollato alla porta. «Tu sai chi è?»
«No» risponde lei, secca come sempre, dalla sua postazione con l'orecchio incollato alla porta. «Però la voce mi ricorda qualcosa.»
«Credo di averlo visto, ieri sera, sai? Un biondino.»
«Ma non le piacevano i mori?»
«Già, infatti. Ha sempre fatto quella battuta un po' scema, sul fatto che i biondi le ricordano troppo...» Mi blocco. Oh. No. Tipregodimmidino.
«Le ricordano troppo Draco Malfoy, già» mormora Hermione, con una risatina. Poi si blocca anche lei. Oh. No. Tipregodimmidino. «Non è che...?» inizia, ma la porta si apre all'improvviso e noi cadiamo ai piedi di Ginevra.
«AHAHAH, Hermione, come sei simpatica!» Improvviso. «Mi fai troppo ridere! Ahahah! Sono anche caduta! Che sceme!»

Luna la ignoro deliberatamente. La sua performance teatrale è talmente scarsa che non potrei davvero fare altro.
«Ginny. Ti prego, dimmi che non era chi io credo che fosse.»
«Perché? Ti frega qualcosa della mia vita sentimentale, Mione? Visto che non ci sto ancora insieme, pensi di poterci fare un pensierino?»
«Ginevra, ti prego, smettila di avercela con me per quella storia. Non abbiamo potuto farci niente, ok? È semplicemente accaduto.»
Luna ci osserva, come sempre in disparte. Ora non ride più. Non le piace vederci così, non le piace vederci litigare.
Per un attimo sento l'istinto di difenderla; la vedo un po' come una bambina da proteggere, a volte. Vorrei smettere di litigare con Ginevra solo per renderla felice.
Ma subito dopo, me ne frego.
«Ginny... Mi dispiace. Non avrei dovuto andare a letto con lui. Non era giusto nei confronti di Ron. Ma tu l'avevi mollato, quindi piantala di lagnarti.»
«Ah, che stupida sono stata. Per un attimo ho quasi creduto che stessi veramente per chiedermi scusa.»
«Ginny, mi dispiace, davvero. Non voglio più essere in lite con te.»
Con mia sorpresa, lei sospira e si abbassa al mio livello, sedendosi a gambe incrociate davanti a me. Mi abbraccia.
«Ti voglio bene, Mione.»
«Anch'io te ne voglio.»
Restiamo così per un attimo, poi fortunatamente almeno lei si ricorda di Luna, e le fa cenno di unirsi all'abbraccio di gruppo.
  
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