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Autore: pentolina    17/03/2016    3 recensioni
Continuazione di: “276 giorni per…”
La storia parte circa tre mesi dopo Natale.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathan Fillion, Stana Katic, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family'
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“ERIN!” Esclama Dylan sorridendo.
“Bello… mi piace tantissimo, amore!” Afferma Stana soddisfatta.
“Ottima scelta, grillo!” Si complimenta Nathan allungandosi per spettinare i capelli al figlio.
“Erin…” Ripete Bob.
“Finalmente sappiamo il nome.” Esulta Cookie.
“Mi piace!” Annuncia Allison.
“Era in una delle liste che ti abbiamo dato, zia.” Le fa notare Sophia.
“È vero, hai ragione…” Risponde Stana.
“Ma quanto manca? Io sono stanca d’aspettare?” Domanda sbuffando Allison toccando la pancia alla donna.
“Poco, tesoro.” Risponde Stana accarezzando il visino dolce della bambina.
“Ma quando arriverà Erin sarò ancora la tua stellina?” Chiede timidamente Allison giocherellando con il ciondolo della zia.
“Sempre! Sarai sempre la mia stellina.” Afferma Stana con un enorme sorriso tirando la piccola a se e sbaciucchiandola.
“Mia!” Protesta Dylan cercando di allontanare la cuginetta.
“Ehi… non si spinge. Vieni da questa.” Dice Stana proteggendo la nipotina.
“No!” Controbatte lui.
“Dylan, vieni ad abbracciare papà che è tutto solo.” Lo invita Nathan.
“No!” Insiste tirando Allison per un braccio.
“Come facciamo quando nasce Erin?” Domanda Cookie iniziando a raccogliere i piatti sporchi.
“Sarà bella da vedere…” Commenta Jeff.
“Dylan, di chi è la principessina qui dentro?” Chiede Nathan prendendolo in braccio e indicando la pancia della moglie.
“Tua!” Risponde Dylan.
“E mamma? Di chi è?”
“Mia!” Afferma cercando di liberarsi dalla presa.
“Mamma mia… che mammone che sei!” Esclama Cookie stampando un bacio sulla guancia del bambino.
“Zia è anche nostra.” Si intromette Sophia.
“Si è vero… sei anche nostra!” Conferma Allison abbracciando la zia.
“Anche mia allora?!” Scherza Jeff.
“Non credo proprio…” Afferma Nathan guardando male il fratello.
“Aaaahh…” Si lamenta Stana portandosi entrambe le mani sull’addome, facendo una smorfia di dolore interrompendo così l’allegra conversazione.
“Amore, che succede?” Domanda allarmato Nathan posando il figlio a terra e precipitandosi a controllare la moglie.
“Tutto ok… credo.” Risponde massaggiandosi il ventre.
“Oddio… dobbiamo andare all’ospedale!” Afferma Nathan scattando in piedi alla disperata ricerca delle chiavi.
“Nate… non è niente.” Cerca di spiegare Stana.
“Non ho più le chiavi… non le trovo!” Dice allarmato correndo da una parte all’altra della casa.
“L’abbiamo perso!” Scherza Jeff.
“Sei sicuro sia nostro figlio?” Domanda Bob alla moglie vedendo il figlio in preda al panico.
“Tranquilla, tesoro! Ora chiamo un taxi!” Grida Nathan dalla stanza accanto.
“È stato un bel calcetto!” Afferma Cookie guardando la nuora che in risposta annuisce.
“Oddio… non ho il cellulare! Non si trova mai niente qui!” Strilla Nathan tornando in sala da pranzo.
“Nat, stai tranquillo è stato solo un calcetto un po’ troppo forte.” Cerca di tranquillizzarlo Bob.
“L’ambulanza! Chiamiamo un’ambulanza!” Esclama Nathan illuminandosi per la brillante idea.
“Nat!” Lo chiama Jeff.
“Non ho tempo ora… dammi il cellulare!” Risponde lui.
“NATE!” Grida Stana.
“Che succede? Sta per nascere?” Domanda Nathan rivolgendo lo sguardo alla moglie.
“Nate, vieni qui!” Lo invita Stana facendogli cenno di avvicinarsi.
“Stai male?” Chiede preoccupato inginocchiandosi accanto a lei.
“Stiamo benissimo… cerca di rilassarti. Non…”
“Ma…” Cerca d’interromperla Nathan.
“Ssshhh…” Lo zittisce mettendogli l’indice sulle labbra.
“Respira!” Gli ordina Stana.
“Ma…”
“Zitto!” Dice guardandolo severamente.
“Non sta nascendo… ha solo deciso di farsi sentire più del solito dandomi un bel calcione. Quindi rilassati e respira.” Spiega Stana accarezzandogli il viso leggermente sudato.
“Grazie a dio… stavo per svenire.” Ammette Nathan baciandole la pancia.
“Figliolo, cerca di star sereno se non vuoi che ti venga un infarto.” Gli consiglia Bob.
“Sta arrivando?” Chiede eccitato Dylan avvicinandosi.
“No, amore… è presto.” Risponde Stana.
“Comunque papà ha ragione, devi star tranquillo.” Afferma Cookie.
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“Ah… sei qui. Pensavo non ci fosse nessuno.” Afferma Nathan abbracciando da dietro la moglie impegnata a farcire la pizza.
“Ciao… com’è andata oggi?” Domanda Stana versando la passata di pomodoro sulla pasta.
“Benissimo… ancora una settimana di riprese e poi sarò tutto vostro.” Annuncia felice spostandole i capelli dal collo per poterla baciare.
“Ottimo… riesci a farmi la coda. Guarda la c’è un elastico.” Chiede Stana al marito.
Nathan recuperato il fermaglio riuscendo a realizzare una specie di coda di cavallo.
“Grazie!” Dice sorridendo.
“Dov’è Dylan?” Domanda rubando un pezzettino di mozzarella dalla ciotola sul bancone.
“È con Jeff dal veterinario.”
“Da quando mio fratello ama gli animali?!” Chiede sorpreso.
“Da quando si è invaghito della veterinaria del nostro cane.” Spiega ridendo facendo cadere una pioggia di mozzarella sulla pizza.
“Sul serio? Jeff?” Domanda sbalordito.
“Non ci trovo niente di strano… anzi era ora trovasse qualcuno.” Commenta lei.
“Speriamo solo sia normale… e non pazza come Carol.” Afferma lui stappando la birra.
“Cerca di evitare questo tipo di commenti... soprattutto quando ci sono le tue nipotine in casa.” Lo ammonisce Stana indicando con l’indice il piano superiore.
“Dalla quantità di pizza direi che Jeff si ferma a cane!” Commenta Nathan.
“STANA!” Si sente chiamare dall’ingresso.
“Sono in cucina!” Grida lei per farsi sentire.
“PAPA’!” Esclama Dylan felice entrando di corsa.
“Ciao, grillo.” Lo saluta Nathan sollevandolo in aria, facendolo ridere.
“Ehi… Ciao, bro!” Saluta Jeff.
“Allora? Com’è andata?” Domanda curiosa Stana.
“Direi bene… guarda qui!” Afferma mostrandole fieramente un bigliettino con scritto un numero di cellulare.
“Grande!” Si complimenta Nathan dandogli una pacca sulla spalla.
“Quando?” Chiede Stana aprendo il rubinetto per lavarsi le mani.
“Sabato sera!” Risponde sorridendo.
“Perfetto… sabato vengono a cena Juliana, Seamus e Kevin così le bambine possono giocare assieme.” Dichiara Stana.
“Grazie, ti adoro!” Esclama Jeff abbracciandola.
“Di niente…” Dice lei contraccambiando l’abbraccio e sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
Nathan tossisce un paio di volte interrompendo il bisbigliare dei due che si separano ridendo.
“Fate puro con comodo… non mi da mica fastidio che mio fratello stia avvinghiato a MIA moglie.” Afferma Nathan.
“Wow… che botta.” Esclama Jeff toccando la pancia della cognata.
“Vedi! Anche mia figlia non apprezza il fatto che le stai così attaccato.” Commenta Nathan mentre Stana si massaggia il ventre.
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“NATE!” Grida Stana dal bagno.
“Che succede?” Chiede saltando giù dal letto e correndo verso di lei.
“Aaahhh…” Si lamenta Stana aggrappandosi saldamente al lavandino.
“Ehi… amore?” Le sussurra all’orecchio strofinandole la pancia.
Stana inizia a inspirare ed espirare nella speranza che il dolore passi.
“Sta arrivando?” Domanda Nathan cercando di restare calmo.
“Ssshhhh…” Lo zittisce Stana restando con gli occhi chiusi.
Nathan resiste trenta secondi poi chiede: “Dimmi cosa devo fare? Fammi anche solo un cenno per capire se devo scattare alla ricerca delle chiavi o se è solo un falso allarme!”
Stana prende un paio di respiri profondi per poi rispondere a fatica: “Falso allarme…”   
Nathan tira un sospiro di sollievo accompagnando la moglie a sdraiarsi.
“Amore, dobbiamo organizzarci… io non posso ogni volta rischiare l’infarto. Diamoci un segnale… un cenno che mi farai nel caso sia la volta buona. Che dici?” Propone Nathan spostando il lenzuolo e aiutandola a sedersi.
“E che segnale vuoi che faccia?” Chiede Stana sdraiandosi.
“Ci penso poi ti dico… ora sei sicura di stare meglio?” Domanda premuroso coprendola.
“Si… tranquillo. Vieni a letto.” Risponde battendo la mano nel posto vuota accanto a lei.
“Adesso scambio due paroline con la piccola.” La informa Nathan sdraiandosi sul letto appoggiando le labbra all’addome della donna.
“Ehi principessina di papà non fare la birichina altrimenti papà muore d’infarto prima che tu nasca. Facciamo così quando decidi di uscire dai tre calcetti consecutivi così la mamma sa quando avvertirmi che è il momento di scattare. Ok?” Chiede baciando la pancia mentre Stana sorride.
“Non vedo l’ora di conoscerti, amore mio.” Confessa Nathan emozionato all’idea che tra meno di un mese avrà la sua piccolina fra le braccia.
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“Come sto?” Domanda Jeff sistemandosi il colletto della camicia.
“Benissimo! Sei un figurino!” Afferma Stana ammirando l’elegante vestito dell’uomo.
“Niente cravatta?” Chiede sorpreso Nathan.
“In realtà speravo me ne prestassi una tu.” Ammette indossando la giacca.
“Colore?” Domanda Nathan alla moglie.
“Niente cravatta… non stai mica andando a sposarti. Stai benissimo così. Inoltre il ristorante dove la porti non è di super lusso per non parlare del fatto che le hai detto di vestirsi casual. Non vorrai farla sentire in imbarazzo presentandoti vestito di tutto punto?!” Afferma Stana sbottonandogli i primi bottoni della camicia.
“Le hai preso dei fiori?” Domanda Nathan.
“ODDIO! I FIORI!” Esclama Jeff dandosi una sberla in fronte.
“Tranquillo, ci abbiamo pensato noi.” Dichiara Stana indicando la rosa bianca appoggiata sul tavolino accompagnata da una scatola di cioccolatini.
“I capelli come stanno così?” Chiede preoccupato guardandosi allo specchio.
“Perfetti così.” Risponde Nathan.
“Ehi… Jeff, ascoltami. Ricordati quello che ti ho detto oggi: guardala sempre negli occhi, cerca argomenti piacevoli di cui parlare, non essere troppo sfrontato e non pavoneggiarti mai. Non prendere esempio da tuo fratello.” Gli raccomanda Stana.
“Il nostro primo appuntamento è stato indimenticabile!” Afferma Nathan sentendosi offeso.
“Ah ecco… dato che me l’ha fatto venire in mente non avere la brillante idea di voler stappare una bottiglia di champagne con una sciabola se non vuoi concludere il tuo appuntamento al pronto soccorso, vero Nate?” Aggiunge Stana guardando male il marito.
“Errore da principiante… ora ci riuscirei senza tagliarmi un dito!” Dice Nathan sicuro di se.
“Certo come no… ora ti taglieresti tutta la mano e non solo un dito.” Lo prende in giro Jeff.
“Ehi!” Esclama offeso Nathan.
“Jeff, un’ultima cosa. Queste sono per te!” Dichiara Stana consegnando al cognato le chiavi della macchina.
“Oddio… sbaglio o queste sono le chiavi di una Ferrari?” Domanda spalancando gli occhi.
“Non sbagli… qui fuori c’è una splendida Ferrari decappottabile a tua disposizione.” Risponde Stana.
“Non potevamo farti andare ad un appuntamento con una macchina piena di barbie e briciole di pane sul sedile.” Afferma Nathan.
“Meglio che vai… non far MAI aspettare una donna!” Gli ricorda Stana consegnandogli la rosa e i cioccolatini.
“Tanto sarà lei a fare aspettare te.” Commenta sottovoce Nathan.
“Grazie ragazzi!” Dice Jeff sorridendo.
“Di niente, bro.”
“Vado a salutare le ragazze poi corro.” Dichiara dirigendosi verso le scale.
“Basta che non corri troppo… quella è una macchina da 300.000 dollari!” Gli urla dietro Nathan ricevendo un’occhiataccia da parte della moglie.
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“È ancora Jeff?” Domanda Tamala sentendo il cellulare dell’amica suonare di nuovo.
“Si… sono al dolce.” Risponde Stana leggendo l’sms del cognato.
“Sembra quasi non sia mai stato ad un appuntamento…” Commenta Seamus versandosi del vino.
“Senza quasi… è da quando Carol l’ha lasciato che non esce per un appuntamento vero e proprio.” Chiarisce Nathan.
In quel momento il cellulare di Stana inizia a squillare.
“Ehi… come sta andando?” Domanda Stana rispondendo.
“Penso bene…” Risponde Jeff.
“Non sarai mica uscito dal ristorante per chiamarmi?” Chiede preoccupata.
“No… è andata un attimo in bagno.”
“Ok… ti serve qualcosa?” Domanda Stana mentre Nathan appoggia l’orecchio al telefono per cercare di captare quello che sta dicendo il fratello.
“No… si. È un po’ imbarazzante.” Ammette lui.
“Vuoi parlare con Nate?” Propone lei. 
“NO! Mi sfotterebbe a vita. Mi ha invitato a casa sua...” Confessa.
“E cosa hai risposto?” Chiede allontanandosi dal marito.
“Ho accettato ovviamente ma… ma…”
“Ma?” Domanda invitandolo a proseguire.
“Ma cosa… come devo fare?” Chiede imbarazzato.
“Jeff, basta che ti comporti normalmente… si un gentiluomo ma non troppo. Insomma se capisci che ci sta baciala ma senza saltarle addosso come una piovra. Fai il primo passo ma poi aspetta sia lei ad approfondire, se è quello che vuole.” Gli consiglia Stana.
“Fattela!” Urla Jon per farsi sentire dall’uomo ricevendo uno scappellotto dalla Julia.
“Ok… sta arrivando.”
“Ciao e stai tranquillo!” Lo saluta Stana riattaccando.
“Sei un cretino, Jon!” Lo rimprovera Tamala.
“Ma dai… che uomini ci sono in giro?! Non sanno nemmeno come comportarsi ad un appuntamento. Se chiedeva a me gli facevo una lezione approfondita.” Afferma Jon.
“Non sei un attimo esempio!” Commenta Nathan.
“Ah parla il re dell’esempio.” Controbatte l’amico.
“Smettetela… Jeff è solo un po’ arrugginito. Poi quando ci prenderà la mano sarà migliore di voi.” Gli zittisce Stana.
“Zia, possiamo guardare questo?” Chiede Allison mostrandole il DVD di Cenerentola.
“Nate, sbaglio o Allison ha i capelli più corti?” Domanda Stana accorgendosi dello strano taglio.
“Non mi pare.” Risponde lui.
“Secondo me si!” Interviene Juliana.
“Tesoro, chi ti ha tagliato i capelli?” Chiede Stana sciogliendole i codini e pettinandogli con le mani i capelli.
“È stato Dylan.” Risponde la piccola sorridendo.
“Come te l’ha tagliati Dylan?” Domanda Nathan schioccato notando chiaramente la differenza di lunghezza di tre/quattro centimetri nella parte destra.
“Dylan!” Lo chiama Stana.
Il piccolo prosegue a giocare con l’amico facendo muovere le macchinine sulla pista.
“DYLAN!” Chiama Nathan più forte.
“Sto giocando…” Risponde seccato.
“E io ti sto chiamando… vieni qua!” Controbatte Nathan.
Sbuffando si gira e gattonando raggiunge i genitori.
“Alzati in piedi.” Gli ordina Stana.
Nel momento in cui il figlio alza il viso verso di loro nota che il suo bel ciuffo castano uguale a quello del padre ora è sostituito da un ciuffetto di un centimetro scarso sparato su dritto.
“Oh mio dio…” Sussurra Nathan toccandogli i capelli mentre Jon scoppia a ridere.
“Immagino che sei stata tu a tagliarli a lui?” Domanda Stana alla nipotina.
Allison nega con la testa indicando Kevin.
“NO… non dirmi che anche mio figlio è senza capelli!” Esclama Juliana scattando in piedi e correndo verso Kevin impegnato a far cadere le macchinine dal divano.
“Sophia almeno è salva!” Afferma Stana vedendo la nipotina seduta accanto a se.
“Mi toccherà tagliarglieli a zero!” Strilla Juliana girando il viso del figlio e mostrando a tutti le condizioni dei suoi capelli.
“Posso andare a giocare?” Chiede Dylan stufo delle chiacchiere dei grandi.
“No, ora uno e due vi mettete seduti sul divano, immobili, fino a quando non vi dico di alzarvi.” Afferma Nathan indicando prima il figlio e poi la nipote.
“NO!” “Io volevo vedere Cenerentola!” Brontolano i due bambini.
“Dovevate pensarci prima di tagliarvi i capelli a vicenda.” Commenta Stana.
“Non lo faccio più, mamma!” La supplica Dylan abbracciandola.
“Vedo che ha capito che è Stana quella da convincere.” Commenta Tamala divertita.
“Avevi dubbi!?! Se fosse per Nathan non lo sgriderebbe nemmeno.” Afferma Jon.
“No, dai è migliorato negli ultimi mesi riesce a non farsi corrompere da questi occhietti azzurri.” Dichiara Stana.
“A differenza di lei che ora si lascia convincere più facilmente.” Aggiunge Nathan guardando la moglie.
“Sarà la gravidanza. Ma tra un po’ gli equilibri torneranno al loro posto.” Assicura Stana accarezzando la schiena del figlio.
“Tam, domani, hai tempo per sistemare i capelli a questi due?” Domanda all’amica.
“Certo, tesoro. Per i miei nipotini questo e altro!” Risponde lei.
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“Nate!” Chiama Stana mettendosi seduta senza ricevere risposta.
“NATE!” Grida più forte scuotendo il marito.
“Mmmm…” Risponde lui dall’oltre tomba.
“Penso che ci siamo!” Afferma accarezzandosi la pancia.
“Cosa?” Domanda assonnato.
“La bambina… aaahhh…” Si lamenta sentendo un’altra contrazione.
“ODDIO!” Esclama Nathan saltando giù dal letto.
“Chiama… Jeff…” Dice Stana a fatica.
“Cosa centra Jeff? Dai andiamo alzati!” Afferma confuso correndo da una parte all’altra della stanza alla ricerca dei vestiti.
“Chiama Jeff!” Ripete lei respirando profondamente.
“Amore, inizio a sentirmi geloso… perché Jeff deve venire con noi all’ospedale?!” Domanda Nathan infilandosi una maglietta.
“I bambini, cretino.” Sbuffa Stana.
“Giusto i bambini… calmati, tesoro. Ci penso io. Tu vestiti!” Risponde capendo finalmente il motivo per cui la moglie insisteva tanto.
“Rispondi… rispondi…” Brontola Nathan con il telefono all’orecchio.
“Jeff sono io concentrati devi venire subito qui sta per nascere devi prendere i bambini perché dobbiamo andare all’ospedale muoviti Stana dice che è il momento dobbiamo andare fai presto.” Nathan spara parole a raffica senza dare un senso alla frase riagganciando.
“Come pensi possa aver capito qualcosa?” Domanda Stana finendo di vestirsi.
“Non lo so… dov’è la borsa?” Chiede controllando i tutti gli armadi e sotto al letto.
“È in macchina da una settimana.” Risponde Stana avanzando verso l’uscita.
“Oddio i bambini? Dobbiamo chiamare Jeff…” Afferma Nathan fermandosi davanti alla cameretta del figlio.
“Nate, sul seriooo…aaaahhh.” Strilla Stana aggrappandosi al parapetto.
“Oddio! Cosa devo fare?” Chiede accarezzando la schiena della moglie in attesa che il dolore passi.
“Zio, cosa fate qui?” Domanda Sophia svegliata dalle urla, trovando la coppia sul corridoio.  
“Sophia, ascolta sveglia tua sorella e Dylan. Vestitevi e correte in soggiorno, ok?” Spiega Stana alla nipotina.
“Giusto… vai.” Afferma Nathan accompagnando la moglie al piano di sotto.
“Nate, in questo momento sei utile tanto quanto un calzino.” Lo rimprovera Stana.
“Le chiavi… devo cercare le chiavi!” Esclama mollando la moglie a metà scale e precipitandosi in soggiorno.
“Ho spostato un genio…” Brontola la donna scendendo lentamente.
“Non ci sono! Non ci sono!” Ripete Nathan disperato.
“Aaaaahhhh…” Grida Stana aggrappandosi saldamente al corrimano.
“Oddio… tesoro. Cosa fai ancora sulle scale. Ti sei dimenticata qualcosa?” Domanda Nathan confuso raggiungendola.
Stana con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al muro respira profondamente nell’attesa che il dolore diminuisca.
“Siamo pronti!” Annuncia Sophia raggiungendo la coppia seguita da Allison e Dylan.
“Bravissimi!” Si complimenta Stana.
“Possiamo andare o dobbiamo restare qui sulle scale?” Domanda la donna vedendo il marito immobile.
“No! Andiamo!” Esclama scendendo rapidamente.
“Le chiavi sono all’ingresso.” Gli ricorda Stana.
“I bambini… dove gli lasciamo?” Chiede Nathan spalancando la porta di casa.
“Sophia, prendi il mio cellulare, chiama papà e digli che stiamo andando all’ospedale e che lo aspettiamo là.” Ordina Stana alla nipotina.
“Brava ottima idea!” Si complimenta Nathan.
“Stai male?” Chiede preoccupato Dylan.
“No, amore ma la bambina vuole uscire dobbiamo andare all’ospedale.” Spiega al figlio mentre Nathan schizza via verso il garage.
“Allison, porta le chiavi della macchina allo zio prima che impazzisca.” Suggerisce Stana consegnando le chiavi alla nipotina.
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“Cosa diavolo stai facendo?!!” Urla Stana colpendo il braccio del marito.
“Benzina!” Risponde lui.
“Ma sei cretino o cosa? Vuoi che partorisca in macchina?” Domanda arrabbiata.
“No, amore ma…”
“Zitto! E vai! Con quella benzina puoi fare altri 200 km.” Lo zittisce Stana.
“Scusa amore! Vado!” Dice ripartendo.
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“Ehi… ma dov’eravate finiti?” Chiede Jeff aiutando la cognata a scendere.
“Domanda a tuo fratello che sembrava un turista e non si ricordava nemmeno dove doveva andare!” Risponde incazzata.
“Sei un po’ agitato, bro?” Domanda vendendo il fratello sudato e confuso.
“Prova a guidare con una donna incinta che continua a urlarti contro…” Si lamenta aiutando Stana a sedersi sulla carrozzina.
“Aaaaaahhh…” Grida Stana piegandosi leggermente in avanti.
“Vai prima che nasca nel parcheggio.” Gli suggerisce Jeff.
Nathan presa la borsa s’incammina verso l’ingresso del l’ospedale spingendo la carrozzina con a bordo la moglie urlante.
“Ehi… dove vai!” Esclama Jeff afferrando il nipotino per il braccio.
“Voglio andare con mamma.” Risponde Dylan cercando di liberarsi dalla presa dello zio.
“Non si può… ora noi quattro ce ne torniamo a casa a dormire.” Afferma Jeff.
“NO!” Protestano in coro i tre bambini scendendo tutti dall’auto.
“No! Ragazze fate le brave. Salite!” Ordina facendo risalire Allison ma dando l’opportunità a Dylan di scappare nella direzione in cui sono andati i genitori.
“DYLAN!” Urla Jeff.
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“Indossi il camice. Se la sente di entrare?” Chiede l’infermiera all’uomo.
“Si… credo di si.” Risponde Nathan vestendosi.
“È il primo?” Domanda aiutandolo.
“No, il secondo ma Dylan non l’ho visto nascere.” Spiega Nathan.
“Le do un consiglio allora… guardi sempre sua moglie in viso non guardi mai in basso fino a quando non glielo dice la dottoressa, ha capito?” Chiede per conferma l’infermiera vedendolo piuttosto pallido e confuso.
“Si. Capito. Guardo sempre mia moglie.” Ripete come un ebete.
“E non se la prenda per gli eventuali insulti che usciranno dalla sua bocca.” Aggiunge sorridendo l’infermiera conoscendo ormai l’andamento delle cose.
“Ok.” Risponde seguendola.
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“Quanto ci hai messo ad arrivare!” Lo rimprovera immediatamente Stana.
“Scusa, amore.” Dice mettendosi accanto a lei e afferrandole la mano.
“Stana, quando ti dico di spingere. Spingi più che puoi. Ok?” Le dice la dottoressa.  
Stana annuisce in attesa di ordini.
“Signor Fillion, può venire un attimo?” Chiede l’infermiera che prima gli ha dato dei buoni consigli.
“Non azzardarti ad andare!” Lo avverte Stana minacciosa stringendo la mano del marito.
“Signora, vostro figlio è qui fuori da solo.” Spiega l’infermiera.
“COSA?” Esclamano in coro Nathan e Stana.
“Vi sta cercando.” Afferma l’infermiera.
“Ok, vai e riporta a quel genio di tuo fratello nostro figlio. Muoviti.” Ordina Stana.
Nathan annuisce dirigendosi verso l’uscita.
“AH… Ti avverto: se perdi la nascita di nostra figlia dormirai per il resto della tua vita nella stanza degli ospiti DA SOLO!” Lo avverte Stana.
Nathan deglutisce uscendo di corsa.
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“Eccomi!” Esclama Nathan correndo al capezzale della moglie dopo una decina di minuti circa.
“SPINGI!” Ordina la dottoressa.
“AAAAAAAHHHHHHH…” Grida Stana stritolando la mano di Nathan, che cerca di non urlare anche lui per il dolore, spingendo a più non posso.
  
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