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Autore: primimesi    18/03/2016    4 recensioni
Dean e Castiel si conoscono da quando erano bambini, per un fortuito caso della vita. Ma Dean non sa chi è Castiel in realtà, almeno, non prima di ritrovarlo anni dopo, sempre per un'altro strano caso della vita.
Genere: Generale, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Non sto qui a dirvi i problemi avuti nello scrivere questo capitolo ç__ç ma spero sia di vostro gradimento, so che forse è un pochino confusionario, perché presente e passato quasi si alternano. Perciò specifico che la parte scritta in corsivo è passato. Fatemi sapere cosa ne pensate. A presto! :)


Da quando erano entrati furtivamente nel laboratorio di ricerca, non era suonato nessun allarme. Bobby sapeva il modo di come disattivarli, d’altronde era del mestiere. Le telecamere di sorveglianze, riuscirono a passarle sempre grazie al suo aiuto. Tutta via però, non avevano idea di dove potesse essere il nephilim.
“Questo posto è enorme.” Si lamentò Dean, mentre avanza cautamente, dietro a Bobby. Ovviamente Sam era dietro di lui, e alle volte il maggiore si voltava per essere sicuro di non perderlo di vista.
“Fate attenzione ragazzi, questo luogo è sorvegliato.” Gli avvisò Bobby, speranzoso di non fare passi falsi, ma erano in tre, e i due al suo seguito, non erano addestrati come lui.
 
Castiel, anche se a fatica era uscito dalla stanza in cui stava. Per lui evitare la sorveglianza fu un problema, non ne aveva né la forza, né la bravura. Così in pochi minuti suonò l’allarme. Cominciare a correre a per di fiato, fu stupidamente inutile.
I fratelli Winchester insieme a Bobby, si nascosero dentro una stanza, credendo di essere stati loro a far attivare l’allarme. Ma poi sentirono dei passi. Uomini in divisa correvano per tutto il luogo, cercando qualcosa, o per meglio dire qualcuno.
“State attenti! Ricordatevi che non è completamente umano!” avevano sentito urlare da parte di qualcuno.
 
“Allora Castiel, è scappato?” si domandò Dean, confuso.
“Sta provando a scappare. Di nuovo.” Aggiunse Sam, guardando il fratello, anche se non riusciva a vederlo veramente, visto che era tutto buio.
“Merda! Così non va affatto bene!”
“Non vorrei che alla fine saremo noi a fare da cavia.” Disse Bobby, sarcastico.
Ma fu in quel momento che Dean avvertì delle forti fitte alla testa. Le urla che sentiva provenire al di fuori di quella stanza, le parole di Bobby, l’odore che sentiva in quel luogo, furono la goccia che fece traboccare il vaso.
“Cazzo!” quasi urlò, mettendo paura a Bobby, soprattutto al fratello minore, che si apprestò ad avvicinarsi.
“Dean, che succede?”
Il ragazzo non riusciva a parlare fluidamente, e istanti dopo perse i sensi, lasciando attoniti gli altri due.

 
Dean si ritrovò sul letto, legato. Accanto a lui c’era Castiel, anche lui legato, ma con una benda sugli occhi.
“Ca-Castiel? Che succede?”
“Dean, Dean! Stai bene?”
“Sì, sì. Avevo uno squarcio nel petto. Sei stato tu a guarirmi?”
Castiel non rispose, preferì non farlo, ma si sentiva terribilmente in colpa nei confronti dell’amichetto.
“Castiel, perché hai gli occhi bendati?”
“Non lo so, Dean.”
“Hanno paura dei tuoi occhi? Nascondi qualche potere?”
“Io non ho poteri!”
“Ma cosa dici?”
I due bambini, passarono molto tempo insieme, nella stessa stanza, alle volte legati, altre liberi, dormivano nello stesso letto. Più che altro era Castiel, che si intrufolava nel letto di Dean, accucciandosi accanto a lui.
“Io ti proteggerò come se fossi mio fratello.” Gli aveva detto Dean, una sera, mentre cercavano di prendere sonno, dopo una giornata di torture.
“Tuo fratello? Come Sam, dici?” chiese il moro, con gli occhi blu che gli brillavano.
“Come Sammy no, ma ci sei molto vicino.”
Castiel non poteva sentirsi triste per quello che gli aveva detto Dean, in fondo era giusto così. Così lo strinse a sé, sorridendo.
“Non potresti usare i tuoi poteri per uscire da qua?” chiese poi Dean.
“Io non ho poteri! E poi sanno come bloccarmi, e non saprei come fare, non posso!”
“Tu hai delle grandi capacità! Mi hai guarito tante volte, sia prima che entravamo qua, che ora. Hai guarito anche Sam. Puoi farcela.”
“No, Dean, io non posso!” ribadì il mezzo angelo, mettendo il broncio.
“Ok, vedremo come fare allora.”
Ogni giorno erano costretti a ripetere le stesse cose, ormai non faceva più impressione a nessuno dei due. Dean veniva ferito, alle volte lievemente, altre volte erano ferite più gravi, ma oltre a chiudere gli occhi, e stringere i denti, non urlava più, non si lamentava più, e Castiel non proferiva più parola, ogni volta che vedeva che Dean veniva torturato. Poteva andare subito a curarlo, e tutto si risolveva.
Una mattina però le cose non andarono come sempre. Dean fu letteralmente torturato, massacrato di botte, davanti a Castiel, che tentò di mantenersi calmo, il suo carattere freddo e distaccato, stava già iniziando a formarsi in un modo o nell’altro; ma quando comprese che le cose stavano andando diversamente da come pensava, cominciò ad agitarsi.
“Maledetto nephilim! Usa quei maledetti poteri che nascondi nelle iridi degli occhi!” urlò George, afferrandolo per la maglietta, sollevandolo.
“Non ho potere negli occhi!” strillò il ragazzino.
“Sono stati geneticamente modificati! Quegli occhi sono quelli di tua madre! E lei poteva fare molte cose!!!” rispose a tono, l’uomo.
“Io non sono mia madre!!!”
In quel momento chiuse gli occhi, e quando cadde a terra, spinto da George, e calpestato dallo stesso; il suo ultimo pensiero fu per John Winchester, dandogli le coordinate del luogo. In realtà Castiel, non sapeva di poter comunicare telepaticamente con qualcuno, e quella fu la prima vera volta. Alla fine quando i due scienziati videro, che il nephilim non stava utilizzando alcun tipo di potere dagli occhi, lasciarono perdere. Castiel così, raggiunse Dean, con le lacrime agli occhi. Il suo respiro si era fatto lento e irregolare, sarebbe potuto morire da lì a poco se non l’avesse salvato. Così impose le sue mani su di lui, e lo guarì.
 
Sì, Dean, anche tu sei legato a me con la vita.
 
Quando Dean riaprì gli occhi, si ritrovò davanti Sam. Avevano acceso una luce, anche se fioca. Il minore dei Winchester, appena vide il fratello sveglio, lo strinse subito, impaurito.
“Dean, Dean! Come stai?”
“Sam… Sammy!”
“Dean, stai bene?” chiese nuovamente, ansioso, Sam.
Il maggiore, tentò di rialzarsi, ma fu quasi inutile, la testa gli girava terribilmente. Poi dopo una fitta fortissima, sgranò gli occhi, tenendoli in quel modo, per un paio di minuti, almeno. Mettendo così tanta paura in Sam, che quasi entrò in panico.
 

 
“Dean, Dean! Non lasciarmi da solo! Dean!!!”
“Mi dispiace, mi dispiace!!!”
Dean sentiva due braccia forti che lo sostenevano, ma lui stava stringendo la mano a un’altra persona, a qualcun altro. Occhi blu, capelli scuri. Piccole mani. Lacrime. “Castiel, datti una mossa a cancellare la memoria a mio figlio!” ordinò John Winchester, mentre teneva in braccio Dean.
“Io, non lo so se posso…”
“Sì che puoi! Abbiamo pure comunicato telepaticamente! Puoi cancellare la memoria sia a lui, che a Sam.”
“No, papà, non voglio! Castiel viene con noi!”
“No, Dean! Lui resterà qua.”
Castiel appoggiò una mano sulla fronte di Dean, che tentava di scostarsi, ma alla fine riuscì nel suo intento. Poi concentrandosi cancellò anche quella di Sam, anche se stava da un’altra parte.
Dean aveva perso i sensi, così John, decise che era arrivato finalmente il momento di tornare a casa.
“Non voglio più vederti qui.” Gli fu detto da George – “Io ti ho ridato tuo figlio, ma tu non farai parola con nessuno di quello che è successo.”
“Puoi contarci.”
Castiel non aveva capito bene, quali fossero stati gli accordi tra i due, ma era sollevato che il suo migliore amico era in salvo, anche se non avrebbe voluto lasciarlo andare. John Winchester, poco prima di sparire dalla sua vista, si voltò verso di lui, con ancora il figlio in braccio. Il nephilim in realtà si concentrò sul viso dolce di Dean, invece di guardare negli occhi l’uomo che gli stava rivolgendo la parola.
“Se uscirai da qua Castiel, non farti mai più rivedere! Dimenticati di Dean, per sempre! È la cosa migliore anche per te! addio!”
Il mezzo angelo si accasciò a terra, scoppiando in lacrime. Non voleva dimenticare Dean, era stato l’unico primo amico che aveva avuto. Non poteva, non poteva lasciarlo andare per sempre.
 
“Dean, Dean! Ehi!!!” Sam, aveva strillato così forte, che quasi ebbe paura, che qualcuno fuori, l’avesse udito, ma non gli interessava, doveva capire cosa stava accadendo a suo fratello.
“Sam…”
Dean ritornò in sé, ma attimi dopo si scostò dal fratello per poter vomitare.
Bobby cominciò a preoccuparsi seriamente, le cose si stavano aggravando. Non sapeva cosa fosse successo, ma non prometteva niente di buono.
  
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