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Autore: AndreMCPro    18/03/2016    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.47 Slamacow Origins – Il Tempio
 
Proseguiamo nella lunga grotta che ci troviamo di fronte e iniziamo a prendere i diversi svincoli che Slama ci indica di volta in volta.
«Ragazzi, qui restate vicini la parete» oppure «Occhio che è scivoloso» o ancora «Qui abbiamo fatto amicizia con un pipistrello»
«Cosa?» Chiede Massimo. Io scoppio a ridere ma vengo subito zittito da Slamacow.
«Silenzio qui dentro, o volete attirare l’attenzione dei mostri?»
«Scusa Slama, ma perché ho l’impressione di essere già passato da questa parte?» Chiede Massimo dopo circa una mezz’ora.
«Perché molto probabilmente è così, ma non saprei quale parte togliere quindi vale la pena passarli tutti»
Massimo si mette una mano sulla testa e la scuote.
«Un minimo di organizzazione… No, eh?»
«Scusa, dicevi? Non ho sentito…» Chiede Slamacow voltandosi indietro, ma Massimo alzando la testa estrae il bumerang e dalla coda della fila colpisce lo zombi che Slama ovviamente non ha visto arrivare.
«Niente, tranquillo, procedi. Usciamo in fretta da qui, ormai ci hanno quasi individuato»
Slamacow alza le spalle e prosegue, raccogliendo la carne marcia lasciata a terra dal despawn e che poi ripone nella sacca.
«Sempre buona per le emergenze»
Dopo un’ulteriore ora finalmente sembra che abbiamo trovato l’uscita.
«Ehi, ma questo è un buco bello grande! Come avete fatto a scendere, e soprattutto perché?» Chiede Massimo guardando verso l’alto.
«Ve l’ho detto che il mio amico è un po’ distratto, no? Ci è cascato dentro» Risponde Slama che inizia la scalata.
«Aspetta, se facciamo cosi sarà più veloce»
Attivo il mio jetpack e aggancio il mio folle amico. Mio fratello mi imita e cosi risaliamo il buco per poi atterrare in cima.
«Ma… Aspetta un attimo!» Fa’ Massimo che riprende il foglio di Slama e la sua cartina. «Non ci posso credere!»
«Che c’è?» Chiedo avvicinandomi.
«Abbiamo perso un’ora per ritrovarci a duecento metri dalla buca di partenza! È assurdo!»
«Sul serio?» chiede Slamacow guardando la cartina un po’ sorpreso.
«Ma possibile che non ve ne siete accorti ? » replica Massimo
 «Beh, noi non prendiamo appunti sulla mappa come te. Non girovaghiamo»
«E me ne sono accorto!»
«Dai, su, non ci pensare. Proseguiamo verso est, adesso»
«Fino al prossimo buco…» Replica Massimo rassegnato
«No, credo che stavolta sia una grotta, ma penso che vi piacerà»
Massimo lo guarda e scuotendo la testa si avvia.
 
Come previsto -e con rassegnazione di mio fratello- non superiamo solo una grotta, ma più di una, e alcune ci costringono anche ad andare sott’acqua. Massimo tenta di chiedere spiegazioni ma per un motivo o per un altro non sono mai abbastanza esaurienti, se non addirittura assurde. Io e mio fratello ce le andiamo in cerca, ma Slama e i suoi compari hanno una sorta di calamita per le disavventure… per non parlare dei modi assurdi con cui se ne tirano fuori. Devono avere un angelo protettore, o, come dice mio fratello, una schiera di angeli protettori, perché altrimenti non si spiega come facciano ad essere ancora vivi.
Tornando a noi, sono ormai due giorni che camminiamo. Abbiamo incontrato qualche spawner che abbiamo subito distrutto e qualche creeper ha provato a farci saltare in aria. Senza riuscirci, ovviamente.
«Finalmente fuori anche da questa grotta!» esordisce Massimo uscendo all’aria fresca del mattino del terzo giorno.
«Si pero questa volta è stato diverso» Replico io dandomi una stiracchiata al collo e tenendo d’occhio Slama ancora intento a scalare la parete per uscire.
«Ve lo avevo detto che vi sarebbe piaciuto! Una costruzione sotterranea dei nani e due giacimenti. E il tocco finale, poi…»
«…una gigantesca grotta con acqua cristallina e gigantesche stalattiti, per non parlare dei giacimenti di diamante e smeraldo! Che rimanga un segreto tra noi… sarebbe un vero peccato distruggere una grotta così bella e che da come ho visto è inviolata, se non calcoliamo noi tre e i tuoi compari»
«Sì, proprio bella. Peccato non poter aver fatto qualche foto» Commento.
«Foto? Cosa sono?» Chiede Slamacow incuriosito.
«Non le conosci?»
«No, cosa sono?»
Ecco, questo è davvero assurdo. È stato così tanto tempo lontano dalle città da non sapere neppure delle innovazioni in campo tecnologico.
«Sono come dei… quadri del posto… fatti con una macchina particolare» Rispondo.
«Oh, beh, se troviamo il mio amico Dave e le sue cose credo proprio che avrete il vostro quadro»
«Sul serio, Dave dipinge?» Domanda Massimo in tono dubbioso… e in effetti nemmeno io credo che quel pazzo sia in grado di dipingere.
«Sì, dipinge, ed è anche molto bravo. È un vero artista, quando non gioca con il suo giochetto…»
Massimo lo guarda, poi si volta verso nord. Poi si volta nuovamente verso Slama per poi avviarsi, nuovamente, in direzione nord.
«Adesso cosa ci aspetta, folle amico?» Dice Massimo in tono scherzoso.
«Beh, in teoria dovremmo riuscire a vedere la giungla tra… circa un ora di cammino»
Con passo deciso ci avviamo, superiamo una montagna isolata e subito dietro vediamo in lontananza la nostra meta. In automatico acceleriamo il passo, recuperando circa un quarto d’ora dalla tabella di marcia.
«Adesso suggerirei di arrampicarci in cima alle piante e dividerci, restando sempre in contatto visivo tra di noi» Propone Massimo.
«Perché non entriamo e basta?» Chiede Slama.
«Perché, tu in questa fitta vegetazione riusciresti a vedere qualcosa? Con il modo strano che avete di viaggiare come minimo avete girato in tondo tre o quattro volte senza nemmeno accorgervene!»
«Beh, in effetti è possibile… e noi non abbiamo tempo da perdere, giusto?»
«Ragazzi, ho ricevuto un messaggio da Seth trammite lo zaino Ender» Dico attirando la loro attenzione. «Oltre a chiederci un rapporto ci aggiorna sulla situazione in città. Ettore è tornato, e avvisa che anche a Minas Tirith ci sono due accertamenti di sparizioni improvvise e inspiegabili accertate. Uno è stato trovato morto, ma non può assicurare che sia collegato al nostro caso, mentre altri due sono stati trovati sotto shock nei pressi del cadavere»
«Quando è successo? E perché non ne sapevamo niente?» Chiede Massimo pensieroso.
«Non lo dice ma avvisa che stanno arrivando altri avvisi di sparizioni anche dalle altre città»
«Chiedi quando sono accaduti e lascia anche un appunto a Sparklez: è un alleanza, il re o chi di competenza deve sapere non dico all’istante ma comunque per tempo queste cose, altrimenti che razza di nazione siamo?»
«Vuoi dire il corpo di ricerca da noi fondato deve essere aggiornato?» Lo guardo con un mezzo sorrisino.
«Ad oggi in pratica sì. Non esiste un corpo di indagini simile al nostro che agisce su tutta la nazione e oltre. A conti fatti a meno di un giorno di cammino da qui c’è una delle città alleate… Se non fossimo impegnati con questa missione andrei a tirare il collo personalmente al sindaco e tutti i comandati che trovo»
«Su, calmati, e inizia ad arrampicarti, non sarà facile trovare il tempio con questa fitta vegetazione»
«A questo proposito ho qualcosa che tornerà utile… prendete» Massimo apre il suo zaino, lo appoggia a terra e dopo aver infilato entrambe le braccia e la sua testa al’interno -sotto i nostri occhi sbalorditi- tira fuori tre paia di occhiali da vista.
«E questi da dove escono?» Chiede Slama, ma credo che in realtà abbia pensato “Ma quanto è grande quello zaino?”
«Mi spieghi che ci facciamo con un paio di occhiali?»
«Tu mettili e poi ne riparliamo» Mi risponde lui con un sorrisino «Non ne farai più a meno!»
Con seri dubbi li indosso, e devo ricredermi: il mondo cambia aspetto, gli oggetti appaiono diversi, con colori più accesi, come se avessero una luce dentro, e pur essendo più luminosi non accecano l’occhio. Su di un lato c’è una piccola manovella che se girata permette di vedere attraverso il primo strato degli oggetti come una sorta di scanner. Massimo vedendomi giocare con gli occhiali subito mi chiama notando il mio sguardo quasi terrorizzato al mio voltarmi.
«Se ci sono mostri nelle vicinanze il bordo degli occhiali diventa rosso, di diversa intensità a seconda della vicinanza. Le trappole sono visibili e sarà impossibile finirci dentro. Perché mi guardi così?» Mi chiede dopo il mio togliere e rimettere gli occhiali per due o tre volte.
«No, niente. Andiamo…»
Come faccio a dirgli di aver visto una sagoma nera al suo posto con una sfera bianca all’altezza del cuore?
«Ehi, ragazzi, ce l’abbiamo fatta!» Urla Slamacow dalla cima di una pianta, a circa un centinaio di metri da noi. «Laggiù in lontananza ho visto qualcosa! Sono sicuro che sia il nostro tempio!»
Ci arrampichiamo e raggiungiamo il nostro compagno.
«Ma io non vedo niente Slam…»
«Ma sì, è laggiù, solo che si confonde con la giungla… Seguitemi, è lontano ma fidatemi di me»
Fidarmi di questo pazzo? Devo proprio farlo?
«Non credo che abbiamo altra scelta, amico mio…» Gli dice Massimo, come se mi avesse letto nel pensiero e volesse rispondere alla mia domanda. «Facci strada!» E con un inchino indica la direzione da lui scelta. Slama accenna un sì, e con un sorriso inizia a saltare di pianta in pianta, zigzagando un po’ ma sempre procedendo in direzione nord-ovest. Finalmente dopo circa una mezz’ora si ferma, stremato.
«Ehi Slama, tutto ok?» gli chiede Massimo raggiungendolo. Il nostro amico è tutto sudato, seduto sulla cima della pianta per riposarsi un attimo. Massimo sembra invece non presentare alcun segno di stanchezza. Io sono un po’ sulla via di mezzo… Usando la mia energia saltare di pianta in pianta è uno scherzo, ma la mia fatica è stata rimanere concentrato sull’utilizzo e ovviamente produrre elettricità in maniera controllata. Dopo tre giorni sono quasi allo stremo anche io.
«Oh beh… non è un gioco…  saltare di pianta in pianta… ma non i sono fermato per questo…» Risponde con il fiatone. «Se guardi giù capisci…» E indica con il pollice alle sue spalle. Così alziamo lo sguardo e vediamo una sorta di passaggio nella giungla ormai completamente ricoperto di piante, e in fondo ad esso ecco il tempio, con due grandi pilastri spezzati che bloccano il passaggio a quello che sembra essere l’ingresso di un grande tempio simile a quelli degli aztechi del nostro mondo.
  
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