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Autore: aaannacolli    18/03/2016    1 recensioni
E se Draco Malfoy si fosse innamorato durante il suo quinto anno ad Hogwarts di Hermione Granger? E se fosse subito passato dalla "parte giusta" prima della Seconda Guerra Magica voltando le spalle alla sua famiglia?
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Magica. E' la mia prima fanfiction (ovviamente una Dramione), quindi recensite in tante, spero possa piacervi
Dal testo: "Non sento niente, non vedo niente se non lei, che ricambia il mio sguardo. Ma non è il solito sguardo carico di odio e rancore però, è uno sguardo curioso, e in effetti non la biasiamo: che diamine ci faccio tutto sporco e gravemente ferito all'interno della mia stessa casa?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ci troviamo a qualche isolato dalla Gringott, in un vicoletto buio e deserto. Davanti a me c’è Hermione completamente trasformata in mia zia, ho appena finito di darle alcune dritte sul come comportarsi una volta all’interno della banca: è abbastanza convincente, ma è troppo buona per interpretare una donna come Bellatrix, così le ho consigliato di parlare il meno possibile.
Anche Unci unci ha ingerito la pozione Polisucco: abbiamo preso i capelli di un mago qualsiasi e lo abbiamo vestito come un Mangiamorte, ora siamo pronti.
Ci avviamo tutti e tre a testa alta verso la Gringott, ho consigliato di atteggiarsi come se chiunque passasse loro di fianco fosse spazzatura. Devo ammettere che non sono niente male come attori: Hermione supera chiunque le si pari davanti con passo veloce e altero, Unci unci invece le sta di fianco, cerca di non dare troppo nell’occhio, ma allo stesso tempo fulmina tutti con sguardi truci. Io sto dall’altro lato del corpo di Hermione e sfioro la mia mano con la sua ogni tanto, per darle forza.
La nostra entrata nella banca è quasi plateale: la Granger spalanca l’enorme portone ed entra all’interno dello spazioso atrio, non bada a nessuno e continua a camminare come se si trovasse a casa sua, e non in mezzo all’ingresso della Gringott pieno di folletti. Percorre tutta la stanza finchè non si trova davanti a quello che sembra essere uno dei folletti più autorevoli, una volta lì si rivolge a lui.
-Sono Bellatrix Lestrange ed esigo entrare all’interno della mia camera blindata, ora.-
Le trema un po’ la voce e spero che nessuno ci abbia fatto caso oltre a me.
Il folletto alla quale si è rivolta alza lo sguardo , non appena la riconosce, leggo il terrore nei suoi occhi.
-Signora Lestrange, quale onore averla qui!-
-Ovviamente è onore, che ne dici adesso di svolgere il lavoro per il quale sei pagato e portarmi immediatamente alla mia camera blindata?-
Sta andando bene, ogni traccia di esitazione nella sua voce è scomparsa.
Il folletto però indugia, le rivolge un sorriso incerto e rincomincia a parlare.
-Vorrei poter svolgere immediatamente questo compito, ma prima le dispiacerebbe pormi la sua bacchetta?-
- E perchè mai?-                                          
-Per verificare la sua identità signora. Ci sono ordini speciali per la camera Lestrange-
Hermione tira fuori dal vestito la bacchetta di Bellatrix e la dà al folletto che la esamina per qualche secondo, poi gliela riporge con un sorriso.
-Bene, molto bene.-
Si gira verso un mago seduto in un bancone lì vicino.
-Elias, vai a prendere i sonagli, scorterò di persona la Signora Lestrange e il signorino Malfoy alla camera blindata.-
-Certo, vado subito.-
Nell’attesa del ritorno del giovane mago mi guardo attorno e vedo che tutti gli sguardo dei folletti sono puntati su di noi, sembrano sospettosi, e mi rendo conto che forse qualcosa sanno. Spero che questo Elias faccia in fretta, non voglio sottopormi ancora ai loro sguardi.
Dopo alcuni minuti ritorna con una borsa in mano dal quale proviene un forte un rumore metallico e la porge al folletto, che si gira verso di noi e fa cenno di seguirlo.
-Prego signori, da questa parte.-
Ci dirigiamo verso un’enorme porta in legno di mogano intarsiato, il folletto ci fa scorrere le dita tozze e rugose sopra e questa si apre su un lungo corridoio di pietra, illuminato solo da alcune torce appese alle pareti.
Il folletto fischia e un carrello sbuca lentamente dal buio dondolando.
Io, Hermione e Unci unci ci sediamo dietro, mentre il folletto si mette davanti al posto di guida, partiamo con uno strattone e con il passare del secondi acquisiamo molta velocità.
Sento Unci unci darmi dei colpetti al braccio, mi accosto più vicino a lui che comincia a sussurrare.
-Non si fida di noi.-
-L’ho notato, avranno di sicuro ricevuto qualche avviso.-
Annuisce impercettibilmente.
-Bisogna stare attenti.-
Ritorno nella posizione eretta e metto la mano in tasca alla ricerca della bacchetta. Appena la sento tra le mie mani mi calmo un attimo. Non è la mia, quindi non ci capiamo molto, ma per difendermi è più che sufficiente.
Passa un quarto d’ora e siamo ancora in viaggio sul carrello, ma qualcosa mi fa allarmare: Unci unci alla mia sinistra si irrigidisce e sussurra un “no” a denti stretti, in modo che solo io riesca a sentirlo.
Non faccio in tempo a chiedergli spiegazioni che veniamo investiti da una cascata d’acqua. Mi si mozza il respiro dalla sorpresa e dal fatto che in miei polmoni non riescono a percepire ossigeno.
Poi con un terribile strattone il carrello si rovescia, scaraventandoci tutti nel vuoto. Il vagone si schianta contro una parete di roccia lì vicino mentre noi scivoliamo a terra come privi di peso, senza provare il dolore dello schianto al suolo.
Sono il primo a riprendere il controllo della situazione, mi alzo subito in piedi e mi guardo attorno per vedere come stanno gli altri: Hermione è ancora distesa sul pavimento umido e di pietra che ansiama per lo spavento e noto con orrore che è ritornata alle sue sembianze originarie, lo stesso vale per Unci unci che, invece, è riuscito a rialzarsi nonostante gli enormi abiti lo soffochino.
L’anziano folletto non appena riacquisisce lucidità comincia a sbraitare.
-Ai ladri! Ipostori! Lo sapevo che eravate dei luridi imp..-
-IMPERIO!-
La mia voce risuona potente tra le altissime pareti di roccia della Gringott mentre il viso di quest’ultimo da paonazzo e irato diventa rilassato e vacuo.
Hermione intanto si è ripresa e ha trasfigurato i suoi abiti e quelli di Unci unci in indumenti della loro taglia, poi si rivolge al folletto.
-Forza Unci unci, devi farci strada, non abbiamo molto tempo prima che ci trovino.-
-Prima voglio la spada.-
Io ed Hermione siamo increduli.
-COSA?!-
Lo esclamiamo all’unisono, ma lui non si scompone.
-Questa spada appartiene ai folletti! E’ stata forgiata da Ranci il Primo, Godric Grifondodro gliel’ha rubata, capito? Rubata!-
-Unci unci la spada ci serve per distruggere gli Horcrux, non possiamo dartela.-
Questo con uno scatto prende la borsa che ha in mano l’altro folletto.
-Non avete idea di come arrivare alla camera blindata dei Lestrange e neanche dei pericoli che potrebbero presentarsi, solo io posso portarvi sani e salvi dove volete arrivare. Quindi, o mi date quella maledetta spada o io chiamo le guardie.-
Hermione cerca il mio sguardo in cerca di qualche cenno d’assenso. Sono furioso e serro la mandibola per cercare di calmarmi, prendo un respiro profondo e poi annuisco. La vedo tirare fuori la spada dalla piccola borsa che teneva nascosta tra i vestiti e consegnarla a Unci unci.
-Eccola, adesso però andiamo, stiamo perdendo troppo tempo.-
Annuisce e fa segno di seguirlo e così facciamo.
Dopo alcuni minuti di cammino sento rimbombare tra gli enormi tunnel di pietra sonori ruggiti. Non capisco di cosa si tratti finchè non mi trovo di fronte ad un enorme drago. La bestia è legata da pesanti catene a delle colonne situate intorno a lui. Il corpo è ricoperto da profonde lacerazioni e sembra che la sua pelle non veda la luce del sole da anni.
-Non preoccupatevi, è semicieco.-
Così dicendo, Unci unci, tira fuori  dal borsone degli strani oggetti che muovendoli riproducono un suono metallico.
-Questi sono dei sonagli, non appena li sente si aspetta dolore e quindi indietreggia.
Hermione storce la bocca in segno di disgusto, ma il folletto non ci fa caso.
-Io lo distraggo, voi dovete dirigervi alla camera numero 312 e far strisciare la mano di Bongi sulla superficie della porta, una volta dentro bisogna fare in fretta e stare attenti, potrebbero esserci degli incantesimi all’interno della stanza.-
Sia io che Hermione annuiamo, al nostro segnale Unci unci fa indietreggiare il drago coi sonagli e noi avanziamo verso la stanza numero 312. Una volta davanti a questa prendo la mano del folletto, che a quanto pare si chiama Bongi, e la faccio passare sopra la porta. Sento un rumore metallico e dopo alcuni attimi io, Hermione, Unci unci e Bongi riusciamo ad entrare all’interno.
Una volta dentro, però, la porta si richiude di scatto, lasciandosi nel buio più totale.
-Lumos.-
La bacchetta di Hermione comincia ad emanare un forte bagliore che mi permette di guardare l’interno della camera: è piena di oggetti preziosi, calici, gioielli, galeoni e pietre preziose. Ma a noi non interessano, abbiamo in mente solo la coppa di Tosca Tassorosso.
-Allora, sapete cosa cercare, non è molto grande, ha due manici e c’è scritto “Tassorosso” sopra.-
Vedo gli altri due mettersi all’opera, sussurro un “Lumos” anche io e faccio lo stesso. Non appena però faccio un passo verso il centro della stanza, tocco un calice che si moltiplica in altri venti. Ritiro il piede di scatto rendendomi conto che l’oggetto in questione scotta in maniera ustionante, urlo di dolore.
-Aaaaah. Fermi! Fermi tutti quanti, gli oggetti sono stregati.-
Hermione si ferma di scatto.
-Sono gli incantesimi Gemino e Flagrante, toccate meni oggetti possibili o qui dentro ci moriremo.-
 Annuisco e mi volto per cercare la coppa che finalmente vedo.
-Merda.-
-Malfoy che succede?-
Mi volto verso Hermione e gliela indico: è in cima ad uno scaffale dall’altra parte della stanza. Il suo sguardo si spegne, poi si gira verso di me.
-Bisogna che faccia fluttuare il tuo corpo fino a là in cima, è l’unico modo.-
Le dò il consenso e dopo pochi attimi mi ritrovo a fluttuare nell’aria per cercare di prendere quella dannata coppa. Mentre mi avvicino allo scaffale sento però un rumore assordante provenire dal basso, mi volto e vedo che Bongi, senza il mio controllo, va a sbattere contro un’armatura d’argento, che si moltiplica e colpisce Hermione e Unci unci ustionandoli. Da quel momento è il caos: cominciano a moltiplicarsi oggetti ovunque, sommergendoli fino alla vita, ma lei non molla e continua a farmi fluttuare verso la coppa. Sto per prenderla quando Hermione mi ferma.
-Malfoy aspetta!-
-Cosa c’è?-
-Se la tocchi si moltiplicherà.-
-E quindi che mi consigli di fare, sentiamo.-
Strappa di mano la spada ad Unci unci e me la lancia, l’afferro al volo.
-Prova con questa.-
Infilo la punta della spada in uno dei due manici e fortunatamente funziona, non si moltiplica. La prendo in mano e me la metto in tasca, poi ritorno di nuovo da loro che oramai sono sommersi fino al petto.
Recupero Bongi e Unci unci, il quale mi strappa la spada di mano, e apro subito la porta della camera.
Una volta fuori, però, ci sono folletti e maghi ovunque, siamo circondati.
Lascio andare Bongi, afferro Hermione per un braccio e ci nascondiamo dietro una colonna per ripararci dagli incantesimi. Intanto Unci unci corre dalla parte opposta.
-Aiuto aiuto! Ai ladri! Stanno scappando, sono dietro quella colonna!-
Ringhio tra me e me e comincio ad imprecare. Hermione tra poco cade svenuta a causa delle scottature, siamo circondati da maghi che ci vogliono uccidere e in più Unci unci ci ha portato via la spada.
In un lampo di follia, però, mi riprendo: schianto con diversi colpi ben assestati una decina di maghi, in quell’attimo in cui cessano gli incantesimi contro di noi, mi carico Hermione sulle spalle e mi getto sulla schiena del drago, poggiando la Granger semicosciente davanti a me. Libero il drago dalle catene che lo tengono a terra e lo incito a volare. Inizialmente trova difficolta, sbanda da una parte all’altra colpendo con le enormi ali i maghi a terra. Poi comincia ad arrampicarsi lungo le pareti di roccia della Gringott alla ricerca di aria e luce.
Arriviamo in prossimità dell’ingresso della banca e sento che il drago comincia a percepire la vicinanza dell’aria fresca e della luce, compie un ultimo sforzo sfondando il soffitto e atterrando sui tetti di Londra. Si ferma e respira, lo faccio anche io e controllo che Hermione stia bene.
-Granger, mi senti? Granger ti prego rispondi.-
Si riscuote un attimo e annuisce debolmente.
-Ascolta lo so che è difficile, ma ce l’abbiamo quasi fatta, devi solo resistere un altro po’, ti prego cerca di rimanere cosciente, va bene?-
Annuisce di nuovo e si stringe a me tremando, la copro con il mio mantello e l’attiro al mio petto con un braccio per riscaldarla, poi lancio un debole schiantesimo alla coda del drago in modo che riparta e ci porti il più lontano possibile da Londra.
Anche se con molta fatica, riesce a decollare dopo diversi tentativi e adesso sorvoliamo le campagne inglesi alla luce del crepuscolo. Mi accerto che Hermione sia cosciente e la stringo più a me in modo che non cada dal dorso del drago. Il suo esile corpo trema un po’, la sua testa è appoggiata nell’incavo del mio collo e nel punto in cui le sue labbra sfiorano la mia gola sento piccole scosse elettriche.
Stiamo volando sopra un lago e in lontananza scorgo un bosco dove potremmo accamparci. Scuoto un po’ Hermione.
-Ehi svegliati, dobbiamo scendere.-
-Mmh? Cosa?-
-Granger dobbiamo saltare.-
-No ti prego, no.-
-Devi essere forte, ti aiuto io, siamo quasi a riva, non dovrai nuotare molto, va bene?-
Si rianima un po’ e annuisce.
-Va bene.-
Così ferita e indifesa mi sembra quasi una bambina al quale si impone di farsi un bagno, le sorrido.
-Andrà tutto bene, te lo prometto.-
Sorride anche lei, le afferro una mano e mi sporgo dalla schiena del drago per spiccare il salto, lei fa lo stesso.
-Pronta?-
Annuisce convinta.
-Uno.. Due.. Tre!-
 
L’acqua gelida lambisce il mio corpo e mi tramortisce per qualche attimo, poi mi riprendo e comincio a scalciare con le gambe per ritornare in superficie.
Tiro verso l’alto la mano di Hermione in modo da accertarmi che arrivi prima di me e riprenda ossigeno. Una volta in superficie ci rendiamo conto che la riva è circa a venti metri di distanza, così aumentiamo il ritmo delle bracciate finchè non ci ritroviamo distesi sulla sabbia a riprender fiato.
 Mi avvicino ad Hermione per controllare che sia cosciente: è stremata ma ancora sveglia. Nonostante sia fradicio e provato la prendo il braccio e mi addentro all’interno del bosco per trovare un posto sicuro per accamparci.
Non appena lo trovo, frugo nella magica borsa di Hermione alla ricerca della tenda che ci aveva imprestato Bill. Quando la trovo la monto subito e proteggo il luogo con diversi incantesimi che facciano da barriera in  modo da esser al sicuro da qualsiasi minaccia esterna.
Finito di sistemarmi mi dedico ad Hermione che intanto si è ripresa e si è asciugata i vestiti. L’aiuto ad entrare nella tenda e a distendersi e le dò una pozione spalmabile contro le bruciature. Si mette dietro un separè e comincia a spalmarsi la crema. Io mi asciugo i vestiti e tiro fuori dalla borsa qualcosa a mangiare, accendo i piccoli fornelli con la magia e metto scaldare due stufati d’agnello.
Mentre sono indaffarato a preparare i letti per stanotte, Hermione dietro di me si schiarisce la voce. Mi volto e noto che si è messa il pigiama, sta un po’ meglio, non è più pallida e le vesciche sono oramai sparite del tutto. Ha i capelli raccolti in una treccia un po’ disordinata che le cade di lato sulle spalle, le guance un po’ rosse e la mano con la pozione spalmabile tesa verso di me.
-Grazie mille, è fantastica.-
Mi sorride timidamente, io la riprendo e la metto da parte.
-Figurati, vuoi un po’ di stufato?-
-Oddio si, ho una fame tremenda.-
Le porgo il piatto e un cucchiaio e cominciamo a mangiare in silenzio.
-Malfoy scusa per oggi, dovevo essere di aiuto e invece non ho fatto che peggiorare la situazione diventando un peso, scusa.-
Sgrano gli occhi sorpreso.
-Granger stai scherzando? Non sarei mai riuscito ad entrare alla Gringott se non fosse stato per te, sei stata di grande aiuto, non come quell’infame di Unci unci.-
Sbatto il piatto sul tavolo lì vicino dalla rabbia del ricordo.
-Com’è possibile che i folletti possano essere così avari ed egoisti allo stesso tempo? Non frega un cazzo a loro se il mondo magico cade nelle mani di Voldemort e dei Mangiamorte? Ma no certo! Contano solo i soldi per loro!-
-Malfoy calmati ce la faremo cumunque, vedrai.-
-Granger non ce la faccio a calmarmi perché nonostante ci siamo fatti un culo grande come una casa deve sempre esserci qualcosa che non va.-
-Malfoy c’è un altro modo per distruggere gli Horcrux, possiamo usare le zanne di Basilisco come ha fatto Harry 5 anni fa con il diario di Riddle, tanto saremmo dovuti andare comunque ad Hogwarts.-
A questa notizia mi calmo un attimo e prendo un respiro profondo.
-Hai ragione, giusto.-
Ci penso un attimo e poi mi viene in mente che non abbiamo avuto notizie di Potter.
-Ce l’avranno fatta secondo te? Ad entrare ad Hogwarts dico.-
-Penso di si, se qualcosa fosse  andato storto penso che avrebbero trovato un modo per farcelo sapere.-
-Dici che è rischioso provare a contattarli?-
-No, possiamo provare.-
Si alza e va a prendere dalla sua borsa la scatolina blu. La apre e sussurra una parola incomprensibile, dopo pochi secondi appare all’interno del fuoco azzurrino la faccia di Potter.
Vedo il volto di Hermione illuminarsi dal sollievo.
-Harry! Stai bene?-
-Hermione io sto bene, voi? Ce l’avete fatta?-
-Abbiamo la coppa, ma Unci unci è scappato con la spada.-
Sento Potter imprecare.
-Dovremmo andare nella Camera dei Segreti.-
-Mi sa proprio di si, voi avete il diadema?-
-Non ancora, ma adesso sappiamo dove trovarlo, troppo lungo da spiegare.-
In parte sono sollevato, tutto sta procedendo abbastanza bene, entro nel campo visivo di Potter e mi rivolgo a lui.
-Potter ma Hogwarts non è nelle mani dei Mangiamorte adesso? Sanno che siete lì?-
-No, stiamo nella Stanza delle Necessità insieme a gran parte degli studenti, ci aggiriamo per la scuola col mantello dell’Invisibilità, per adesso nessuno sospetta niente.-
Sospiriamo di sollievo.
-Okay Harry, ora chiudo, mi raccomando state attenti.-
-Lo saremo, anche voi Hermione, ci vediamo.-
Così dicendo chiude la scatoletta e la ripone sul tavolo, in caso di emergenze.
Una volta finito il pasto ripulisco tutto con un colpo di bacchetta. Hermione si infila sotto le coperte di uno dei due letti e si ranicchia su se stessa per stare al caldo. Io intanto mi infilo degli abiti comodi e mi cambio la fasciatura del taglio, poi mi distendo anche io nell’altro letto.
Non riesco a chiudere occhio, come ogni notte, nonostante sia stravolto. Passa un’ora, eppure il mio corpo non accenna ad addormentarsi.
Mi alzo stufo dal letto  e mi infilo in quello di Hermione, cingendola con un braccio. Lei si gira dalla mia parte e affonda il viso nel mio petto intrecciando le gambe con le mie. Era come se stesse aspettando questo momento e in effetti anche io desideravo farlo da quando ci siamo coricati.
Siamo stretti l’uno all’altra, i nostri corpi sono talmente uniti che non si capisce da che parte inizi il mio e finisca il suo.
Nessuno di noi due dice niente e mi addormento così, con il suo corpo tra le mie braccia e il profumo dei suoi capelli che alleggia nell’aria.
 
   
 
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