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Autore: Feds_95    18/03/2016    0 recensioni
Mi fissava, sosteneva il mio sguardo con un’onestà estrema. La luce che avevo visto poco fa era sparita.
Indietreggiai con un balzo e ricominciai a tremare, ma stavolta non era la collera che mi tormentava.
I suoi occhi nei miei occhi. Il suo sangue sul mio muso.
La sua vita. La mia vita.
Il branco indietreggiò. Iwao mi ringhiò contro, insieme a Darcia e Kunio, non ero più un capo per loro, e grugnirono contro la preda. Pensai che fosse il ragazzo più bello e vitale che avessi mai visto e loro stavano per farlo a pezzi.
Vidi quello che stava succedendo. Vidi lui come non avevo mai visto nulla prima di allora. E li fermai.
[Tratto dal Primo Capitolo]
****
Mi faceva male il petto, il mio corpo parlava un linguaggio che la mia mente a stento riusciva a decifrare.
Attesi.
Ma Taiga, l’unica persona al mondo che volevo mi riconoscesse, attese che l’amico lo raggiungesse per poi incamminarsi al seguito del gruppo, schiamazzando e parlando.
Non si accorse neppure che ero lì, e che gli sarebbe bastato tendere la mano per toccarmi.
[Tratto dal Terzo Capitolo]
(Crossover con "Wolf Children", opera di Mamoru Hosoda)
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Riko Aida, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Cross-over, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quel Profumo
 

Oggi


La prima volta che mi trovai lì lì con lui faceva caldo, pur essendo primavera. Perfino in libreria, con l'aria condizionata, il calore strisciava sotto la porta ed entrava ad ondate, portandosi dietro il profumo dei fiori appena sbocciati.

Io me ne stavo seduta composta sullo sgabello, dietro al balcone, al sole, e risucchiavo il calore come se avessi potuto preservarne ogni goccia. Mentre le ore passavano lente, la luce del pomeriggio trasformava i libri sugli scaffali nella versione pallida e dorata di loro stessi. Mio fratello si era recato al Liceo Seirin per firmare gli ultimi documenti riguardanti la mia iscrizione; avrei cominciato a frequentare regolarmente la scuola entro pochissimi giorni, benché le lezioni fossero già cominciate.

Non vedevo l'ora.

Stavo leggendo quando la porta si aprì con un leggero ding, portandosi dietro una folata di aria profumata e alcuni ragazzi. Discutevano tra loro e non sembravano aver bisogno del mio aiuto, così continuai a leggere e lasciai che si spintonassero e chiacchierassero di tutto tranne che di libri. Solo uno, con i capelli insolitamente azzurri, sembrava veramente interessato a ciò che offriva il negozio. Indossavano tutti la divisa del Seirin; tra loro faceva capolino anche una ragazza.

Non credo che li avrei degnati di un'altro sguard, se con la coda dell'occhio non avessi visto uno di loro passarsi una mano tra i capelli rossi e sbuffare, dichiarando di avere fame. Il gesto in sé er insignificante, ma il movimento spanse nell'aria una scia di profumo.

Riconobbi quell'odore. Lo riconobbi subito.

Era lui. Non poteva che essere lui.

Non capivo come avessi fatto a non notarlo subito, dato che era tra i più alti del gruppo e, di certo, la sua capigliatura non passava inossarvata.

Cercai di coprirmi il viso con il libro e azzardai un'occhiata verso di loro. Tre, i due più alti e la ragazza, continuavano a parlare e gesticolare, indicando un uccello di carta che avevo appeso al soffitto sopra la sezione dedicata ai bambini. Lui però non parlava; si era avvicinato al ragazzo con i capelli azzurri e lo pregava di sbrigarsi a scegliere così sarebbero potuti andare a mangiare. I suoi occhi danzavano tra uno scaffale e l'altro, in cerca di una via d'uscita.

Mi ero immaginata mille versioni di quella scena, ma ora che il momento era arrivato non sapevo cosa fare.

Lui era così vero. In un modo diverso da quando l'avevo osservato giocare al campetto o nel giardino di quella casa in periferia.

In quei momenti di distanza c'era un vuoto tra noi quasi impossibile da colmare; sentivo tutte le ragioni per stargli alla larga. Ma in quella libreria sembrava vicino come non lo era mai stato, tanto da togliermi il respiro. Non c'era nulla che mi impedisse di rivolgergli la parola, se non la mia timidezza.

Guardò verso di me annoiato e io distolsi subito lo sguardo, abbassandolo verso il libro. Non avrebbe riconosciuto il mio viso, ma i miei occhi sì, se avesse avuto una buona memoria. Una parte di me aveva bisogno di credere che avrebbe riconosciuto i miei occhi.

Pregai che se ne andasse, così avrei ripreso a respirare.

Pregai che comprasse un libro, così sarei stata costretta a parlargli.

Uno dei ragazzi gridò: << Noi vi aspettiamo fuori! Non metterci troppo Kuroko! >> per poi uscire dalla libreria. Rimasero solo il ragazzo con i capelli chiari, Kuroko, e lui.

Kagami Taiga.

Trassi un respiro lento e osservai la sua larga schiena illuminata dalla luce del sole, mentre si sporgeva sopra il compagno e guardava il libro che quest'ultimo aveva tra le mani. Guardavo la luce che filtrava attraverso le finestre, colpendo i suoi capelli e trasformandoli in fiamme. Muoveva la testa quasi impercettibilmente, avanti e indietro, al ritmo della musica di sottofondo. Le mani piantate nelle tasche; la borsa poggiata svogliatamente sulla spalla.

<< Mi scusi. >>

Scattai indietro quando vidi un viso sbucarmi davanti. Non quello di Taiga.

Era l'altro ragazzo, Kuroko. I capelli avevano lo stesso colore dei suoi occhi, inespressivi e fermi, puntati nei miei. Non mi ero neanche accorta che non si trovasse più vicino all'amico. Tra le mani aveva un grosso libro, uno dei nuovi arrivi sulle leggende e i miti giapponesi. La libreria di mio fratello era specializzata in questo tipo di articoli e riscuoteva un modetso successo. L'interesse maggiore era riservato al reparto sui manga, sempre fornito e ben organizzato.

<< Vorrei comprare questo. >> disse con voce monotona. Il viso rimase imperturbabile.

<< C-certamente. >> Gli presi dalle mani " Lupi nei miti del Giappone Antico", scoccando ogni tanto un'occhiata veloce a Kagami, che si era spostato nel piccolissimo spazio dedicato alle riviste sportive, composto esclusivamente da due espositori.

<< Venti Yen. >> dissi.

Il cuore mi batteva forte.

Senza cambiare espressione, mi porse i soldi ed io misi lentamente il libro e lo scontrino in un sacchetto, pensando che forse Taiga sarebbe venuto a vedere perchè ci stessimo mettendo tanto.

Invece rimase dov'era, sfogliando svogliatamente una rivista. Il ragazzo fantasma afferrò il sacchetto e mi rivolse un'occhiata che non seppi decifrare; risposi con il sorriso più naturale che potei simulare. Senza una parola, raggiunse Taiga e insieme andarono verso la porta.

Voltati, Taiga. Guardami. Sono proprio qui.

Se si fosse girato, in quell'istante preciso, avrebbe visto i miei occhi e mi avrebbe riconosciuta, per forza. Io non avevo mai dimenticato il colore scarlatto delle sue iridi, il profumo della sua pelle.

Il rosso aprì la porta- ding- e sollevò le braccia, stiracchiandosi, per poi unirsi al resto del gruppo. Kuroko si volse un attimo, e i suoi occhi incontrarono i miei. Mi rendevo conto benissimo di starli fissando, che fissavo Taiga per la precisione, ma non riuscivo a smettere.

Il ragazzo con i capelli color del cielo sereno, senza cambiare mai espressione, uscì dal negozio a testa bassa, richiamato dai compagni.

<< Muoviti Kuroko! >> gridò severa la ragazza con corti capelli scuri.

Mi faceva male il petto, il mio corpo parlava un linguaggio che la mente a stento riusciva a decifrare.

Attesi.

Ma Taiga, l'unica persona al mondo che volevo mi riconoscesse, attese che l'amico lo raggiungesse, poi si incamminò al seguito degli altri, schiamazzando e ridendo.

Non si accorse neppure che ero lì, e che gli sarebbe bastato tendere la mano per toccarmi.






 
  
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