Einar fissa le donne che camminano lente per i viali innevati, sfiorandolo appena con i loro giacconi eleganti.
Le osserva in ogni momento, imprimendosi nella mente i loro occhi leggermente dipinti di mille sfumature tenui, e le loro bocche laccate di rosso, come tanti boccioli che si schiudono rivelando piccoli denti bianchi come la neve più pura.
Einar le scruta con sguardo indagatore, per cogliere il minimo cambiamento sul loro viso incipriato, per capire come l’espressione cambi quando affiora nei loro cuori un nuovo sentimento.
Quando gli passano accanto, respira il loro profumo, che nonostante sia sempre diverso ha come base della propria essenza lo stesso leggero aroma di latte e menta.
Einar fissa i loro corpi sensuali ed aggraziati muoversi tra le vie di Pasadena, agili come tante gazzelle e sinuosi come gatti.
Guarda le loro mani guantate sollevarsi, mentre un’idea affiora nella loro mente, mentre il bocciolo rosso che è costituito dalle loro labbra delicatamente sboccia.
Si bea dei colori dei loro abiti, che sono così morbidi sotto i polpastrelli, esattamente come i loro capelli, simili a cascate di raffinata dolcezza.
Einar trascorre ormai tutti i suoi giorni a fissare le donne, per cercare di imitarle, per provare ad essere come loro.
Le guarda, e piange, e si commuove, e sa che un giorno in loro vedrà semplicemente se stesso.