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Autore: Em_    20/03/2016    5 recensioni
«Perché è capitato ad Oliver? Che cosa aveva fatto di male? Non è giusto!»
«È stato uno stupido incidente, capitato alla persona sbagliata. Mi dispiace tanto, tesoro.» continuò Cait accarezzandole i capelli.
«Io lo amavo da morire…» rispose singhiozzando la bionda.
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Cosa succederebbe se Oliver fosse naufragato nelle fredde acque della Russia?
Come reagirebbe Felicity alla notizia di aver perso per sempre suo marito?
Oliver tornerà, pieno di segreti e di dubbi, ma cosa accadrebbe se il segreto più grande se lo portasse dentro Felicity?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Chapter thirteen - Now you know everything





Oliver
Avevo paura. Avevo paura di raccontare la verità a Felicity perché c’era la concreta possibilità di perderla per sempre. C’era una parte di me che ancora era restia a confessarle tutto, dopo essere stato lontano per anni e aver visto di tutto e di più, volevo solo proteggerla e tenerla all’oscuro, ma mi rendevo conto che anche in questo modo c’era la possibilità di perderla. E avevo paura.
Bussai alla sua porta con le mani che mi tremavano, Felicity mi aprì e mi sorrise invitandomi dentro. Ero totalmente e perdutamente innamorato di questa donna e niente e nessuno mi avrebbe impedito di lottare per lei.
«Stai bene?» mi chiese sedendosi accanto a me sul divano.
«Non lo so, Felicity.» risposi sincero.
«Che cos’è successo?» domandò piegando la testa di lato.
«Sono pronto a raccontarti tutto dei miei quattro anni in Russia.» esclamai.
«Come mai adesso?»
«Perché un amico mi ha fatto capire come stanno realmente le cose.»
«John?» chiese, capendo subito che fosse stato Dig.
«Sì.» annuii. Forse l’avrei persa, forse no. Ormai non potevo tirarmi indietro.
«Okay, sono pronta. Raccontami tutto.» affermò Felicity.
«È cominciato tutto con il Queen’s Gambit che affondava, c’eravamo io, papà e il capitano, fuori faceva freddo, era inverno ed eravamo senza attrezzature invernali. Non ricordo molto, saremmo rimasti là fuori per almeno due giorni, il capitano morì congelato dopo circa ventiquattro ore e credimi pensavo di fare la sua stessa fine. Era il tramonto del secondo giorno quando una piccola imbarcazione passò di lì e ci salvò. Papà ed io credevamo di essere al sicuro finalmente, in quel momento ricordo che non vedevo l’ora di chiamarti e dirti che stavo bene, ma chiaramente ci sbagliavamo.»
«Oliver, aspetta. Non sei costretto a raccontarmi queste cose, davvero.» mi bloccò.
«Voglio farlo.» la tranquillizzai.
«Va bene, come desideri.» mi sorrise.
«Per farla breve, gli uomini che ci salvarono da quel gommone erano uomini della Bratva. Penso tu sappia benissimo che cosa sia e questo è uno dei principali motivi per cui non siamo tornati a casa dopo qualche giorno.»
«La mafia russa? Mi prendi in giro?» mi domandò sconvolta.
«No, non ti sto prendendo in giro.» risposi serio «Ci portarono dal loro capo, viaggiammo per ore e ore, non so neanche dove, fatto sta che ci ritrovammo a San Pietroburgo. Ho passato la maggior parte del mio tempo laggiù, come ti avevo già detto. Credevamo ci avrebbero accompagnato all’ambasciata americana, ma era palese che ci sbagliavamo. Non voglio scendere nei dettagli, però devi sapere che mio padre è morto a causa loro, lo hanno ucciso senza neanche pensarci solo perché aveva avanzato la richiesta di lasciar andare almeno me. Lui voleva aiutarmi e per colpa mia è morto…»
«Non è vero.» m’interruppe di nuovo «Robert ha provato a salvarti perché eri suo figlio, è la cosa più normale che un padre farebbe. Non è stata colpa tua, Oliver.» mi disse stringendomi la mano.
«Felicity, io mi sento responsabile per la sua morte ormai da anni, se non avesse provato a salvarmi sarebbe ancora vivo.»
«Forse! Forse sarebbe vivo! Ma se lui non ti avesse salvato da quelle persone tu non saresti qui, io non ti avrei mai più rivisto, Barry, Tommy, John, Thea non ti avrebbero mai più rivisto, i bambini non ti avrebbero mai conosciuto… Robert è morto da eroe, ma questo non ti rende responsabile.»
«Avrei voluto che conoscesse Lucas ed Elizabeth, era così contento quando ha scoperto che ci stavamo provando.» le dissi con un velo di tristezza.
«Sarebbe stato un nonno meraviglioso.» esclamò passandomi dolcemente una mano tra i capelli.
«Beh, in ogni caso, dopo l’accaduto mi sono lasciato trasportare dagli eventi. Ero come in trans, me ne stavo zitto e obbedivo a ciò che mi dicevano quegli uomini. Mi usavano come corriere per il traffico di droga per la maggior parte del tempo, non che io volessi farlo, ma era un periodo in cui sapevo che non ti avrei rivista mai più, ero rassegnato.»
«Oliver… Io…» balbettò con gli occhi lucidi.
«Ehi, lasciami finire, ti ho detto che voglio raccontarti tutto.» le dissi in modo calmo «Trascorsi così un anno e mezzo, facevo ciò che mi dicevano e in cambio rimanevo vivo. Un giorno mi affidarono una missione ad Omsk, dicevano che si fidavano e infondo sapevano pure loro che se li avessi traditi sarei morto, quindi non avevo scelta. Passai circa un mese in Siberia prima che un uomo mi venisse a recuperare. Si chiamava Victor Rochev, era un capitano della Bratva molto rispettato a Mosca e mi portò con sé. All’inizio mi ospitò in casa sua, mi diede un tetto e dei vestiti e per la prima volta mi sentii di nuovo una persona. Non avevo fatto altro che andare avanti per più di un anno e mezzo, ma fu a casa Rochev che mi sentii di nuovo Oliver. Conobbi lì Isabel, lei era la figlia di Victor…»
«Isabel… La tua nuova finanziatrice in azienda?» mi chiese Felicity interrompendomi per l’ennesima volta.
«Sì, lei.» confermai abbassando lo sguardo.
«Quella a cui dovrei fare attenzione?»
«Sì, Felicity.» annuii nuovamente.
«Non capisco, Oliver…»
«Sarò completamente sincero con te, ma devi promettermi che mi ascolterai fino alla fine.» esclamai e lei annuì «Isabel ed io ci siamo conosciuti a Mosca per via di suo padre. Per un po’ ho vissuto con loro, mi trattavano bene e sembravano non voler nulla in cambio. Isabel era un’amica e finalmente credevo di poter tornare a casa con il suo aiuto. Per sei mesi mi limitai a rimanere buono e zitto, mi guadagnai la sua fiducia e quella di Victor e fu allora che provai a chiedergli se potevo rientrare negli Stati Uniti. Naturalmente loro avevano altri progetti, volevano che rimanessi e che sposassi Isabel. Io mi opposi ovviamente, c’era una sola donna nella mia vita che avrei mai amato e quella sei tu, Felicity. Per ovvi motivi però non potevo dirglielo, non volevo metterti in pericolo e così dopo varie discussioni accettai di stare con lei. Ti prego, non guardarmi così, lasciami finire… Trascorsero altri sei mesi all’incirca, mesi in cui ci limitavamo a passeggiare ed uscire insieme, ma avevo un piano, sarei andato all’ambasciata americana e avrei chiesto asilo. Tutto sembrava andare per il verso giusto finché un giorno Isabel scoprì ciò che avevo in mente, la pregai e le raccontai tutto su di me, tranne che ero sposato, sperando che capisse quanto disperato fossi. E in un primo momento credetti persino di averla convinta, passò un mese senza problemi fino a quando Victor decise di mandarmi via. Lei gli aveva raccontato ogni cosa e lui mi rispedì a San Pietroburgo. In quell’ultimo anno e mezzo vidi cose orribili, cose che solo i veri criminali erano capaci di fare, erano disposti a tutto pur di vendere la merce a chiunque la chiedesse. Provai a scappare tante volte, talmente tante che non si possono nemmeno contare. Ma sai una cosa? C’è stato un giorno in cui ho ripensato per davvero a quello che avevo perso, te, mio padre, mia madre, Thea, i miei amici e mi sono detto di provarci un’ultima volta. Ho ucciso uno dei mercenari per scappare, non voglio nascondertelo e non ne vado fiero, ma è stato l’unico modo in cui sono riuscito a raggiungere di nuovo Mosca e l’ambasciata.»
La vidi piangere, stava piangendo ormai da svariati minuti, ma volevo che sapesse tutto e così avevo continuato. Mi ritrovai le sue braccia strette intorno al collo e le sue labbra salate premute contro le mie, assaporai ogni istante di questo bacio e mi resi conto di quanto fortunato ero ad averla ancora nella mia vita.
«Dì qualcosa, Felicity.» affermai staccandomi da lei.
«Ti amo.» mi sussurrò vicino all’orecchio.
«Cosa?» le chiesi prendendole il viso tra le mani.
«Ti amo, Oliver. Non ho mai smesso di amarti e sapendo tutta la verità, finalmente, riesco ad amarti persino di più.»
«Anche io ti amo, Felicity.» le dissi facendo incontrare le nostre labbra ancora una volta.
«E non m’importa se hai dovuto fingere di stare con Isabel, non me ne importa niente, perché tu sei qui e sei vivo, dopo tutto quello che hai passato non meriti anche di essere rimproverato da me.»
«Mi sono sentito un traditore per tanto tempo, nonostante non sia mai successo nulla il solo stare insieme a lei mi faceva sentire uno schifo.»
«Se può aiutarti sappi che ti perdono.» esclamò accarezzandomi la guancia.
«Felicity, c’è un’altra cosa che devi sapere.»
«Dimmi.»
«Isabel sa dei bambini e di te. Stamattina in ufficio mi ha detto di averlo sempre saputo, credo voglia vendicarsi di me e non voglio mettervi in mezzo. Andatevene da Central City.»
«Che cosa? Non posso andarmene, Oliver! Se quella stronza vuole vendicarsi dovrà passare sul mio cadavere.»
«È capace di tutto, per favore, almeno i bambini devi mandarli via.»
«Va bene, posso chiamare mia madre…»
«Sarebbe un’ottima cosa. Voglio che siano al sicuro e che Isabel non li trovi.»
«Ha già provato a portarmi via te, non oserà toccare i miei figli.» esclamò Felicity con uno sguardo furioso.
«Ehi, guardami. Insieme ce la faremo, te lo prometto.» le sorrisi.
«Quando sarà tutto finito dirò a Liz e Luke che sei il loro papà, anzi, glielo diremo insieme. Ti piacerebbe?» mi propose.
«Mi sembra perfetto.» risposi.
«Non andartene.» mi disse con gli occhi che le brillavano. Le lacrime erano state sostituite da uno strano desiderio.
«No, non me ne vado.» dichiarai baciandola con forza.
La feci stendere sotto di me e lasciai che mi strappasse di dosso la camicia, io mi dedicai alla sua maglietta che in poco tempo finì sul pavimento del salotto così come il reggiseno di pizzo che indossava. Le accarezzai entrambi i seni facendola gemere, mentre lei mi sfilava i pantaloni. Le nostre lingue danzavano l’una della bocca dell’altro facendo solamente crescere il desiderio che aleggiava dentro di noi. Le mutande di entrambi andarono a far compagnia agli altri vestiti e con una spinta decisa la feci finalmente mia. Felicity gemette forte, ma le tappai la bocca con un bacio prima che svegliasse i nostri figli di sopra. 
«Oliver, ti prego…» mugolò.
«Shhh, ti sentiranno.» le dissi baciandole delicatamente il seno.
«È colpa tua.» affermò con un lungo sospiro di piacere.
«Ah sì?» le chiesi continuando a torturarla.
Avvertii la sua intimità stringersi attorno a me qualche secondo dopo, seguita da un gemito che tentò in tutti i modi di soffocare e, quasi contemporaneamente, venni anch’io. Felicity mi accarezzava la schiena, mentre io uscivo piano da lei e speravo che i gemelli non avessero sentito niente.
«Andiamo a dormire.» le dissi.
«Sì, andiamo.» annuì sorridendomi.










Angolo autrice
Ragazzi, scusatemi tantissimo per il ritardo, ma mercoledì un esame e sono leggermente nella cacca xD
Il capitolo l'ho scritto oggi, mi sentivo ispirata e ho buttato giù tutte le idee. 
Ora sapete tutto, dov'è stato Oliver, perchè non è tornato, come ha conosciuto Isabel e perchè lei vuole vendicarsi. Avevo pensato di farlo con un flashback, ma così mi è sembrato più intimo. Nel senso, volevo fosse una cosa che rafforzasse una volta per tutte il rapporto tra Felicity e Oliver. 
Lei non si è arrabbiata, anzi, ha finalmente detto cosa provava! :) sapevate già che era ancora innamorata di Oliver, ma questa confessione spero vi sia piaciuta.
Isabel ha sempre saputo chi fosse Oliver, ma non le importava, lo voleva tutto per sé. Ma più avanti inserirò anche una piccola parte dove spiego come sia venuta a conoscenza di Fel e i gemelli.
Beh, la fine non ha bisogno di spiegazioni penso ahahah xD

Scusate anche se non ho risposto alle recensioni, ma davvero è già un miracolo che abbia postato! Sappiate che le ho lette tutte ovviamente e vi ringrazio tantissimo!
In caso abbiate dubbi fatemelo sapere :)
Ps: pochi giorni ad Arrow, sono troppo felice *-*

Un abbraccio,
Anna
   
 
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