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Autore: Kazaha87    20/03/2016    0 recensioni
[Arthur/Merlin] - Lieto fine.
Dopo 1700 anni di attesa Arthur fa ritorno nel mondo e il tempo per Merlin torna a scorrere.
Questa è la storia di come i due si reincontrano a scuola, di come si perdono e di come i loro destini infine tornano a confluire in uno solo quando, in concomitanza con la successione al trono di Arthur all'età di 39 anni, una terza guerra mondiale già scongiurata una volta in passato e che ora sembra inevitabile si affaccia alle porte e mette in pericolo la pace nel mondo.
Sarà in quel momento che Arthur prenderà la sua decisione e convincerà infine Merlin a tornare al suo fianco definitivamente e a prendere il posto che gli spetta.
Genere: Guerra, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ho scritto questa parte di storia mesi fa.
Pensavo di postarla una volta terminata del tutto, ma potrebbe essere un progetto lungo, e non so bene come portarlo avanti in dettaglio... non ancora almeno.
Tuttavia, se divido in parti la storia e ne faccio una serie, questa prima parte ha spunti per un seguito ma, dall'altro lato, ha in sé una sua parziale conclusione, quindi ho deciso di postarla lo stesso perché, a mio avviso, almeno, non dà davvero fastidio se la interrompo qui e aspetto che arrivi l'ispirazione per i futuri complotti politici.
In questa parte diciamo che è in maggior rilievo il rapporto fra Arthur e Merlin, e sullo sfondo ci sono politica e complotti. Sono una frana coi tag, quindi spero che vadano bene... LOL
Comunque io volevo fare una one-shot scolastica, ma poi è venuto fuori un salto avanti nel tempo, con Merlin e Arthur quarantenni, complotti politici e un'ambientazione all'alba di una Terza Guerra Mondiale..... insomma, c'è un po' di tutto in questa storia! XD Sappiate che ero sconvolta anch'io quando ho visto cosa mi è uscito fuori! XD
Ad ogni modo, spero tanto che vi piaccia :D

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“Artù: re una volta, re in futuro.”

Kilgharrah, le Disir, Alator dei Catha e addirittura la Regina Mab – lo spirito della foresta della Torre Oscura e di tutti i luoghi di disperazione –, così come molti altri, avevano vaticinato questo per colui il cui ritorno attendeva ormai da quasi millesettecento anni.

Da così a lungo vagava sulla Terra, sulle terre di Albione – che oggi tutti chiamavano Gran Bretagna, o Regno Unito – ma colui che era destinato a servire e ad attendere non aveva ancora fatto ritorno.

La Britannia, poi regno di Inghilterra, aveva conquistato mezzo mondo, aveva attraversato gli oceani e scoperto e conquistato nuove terre.

Avevano scoperto l’America e l’Impero Britannico si era accaparrato dei territori vastissimi, e la superpotenza di quelli che poi presero il nome di Stati Uniti d’America era stata solo una colonia per tanto tempo prima di diventare indipendente.

Inoltre l’Impero aveva conquistato terre in Africa, le Indie… e avevano scoperto l’Australia – un continente intero! – e anche essa era diventata inglese.

Ma in un impero così vasto non potevano non esserci conflitti.

Erano stati afflitti da innumerevoli guerre intestine oltre che di conquista o di potere, con la Francia prima fra tutti in passato. E l’Irlanda, la Scozia… e come dimenticare l’uscita degli Stati Uniti d’America dal Commonwealth?!

E tuttavia le guerre c’erano ancora, più o meno intestine, più o meno subdole, guerre che oggigiorno – per fortuna o per disgrazia, non ne era del tutto sicuro lui stesso – non erano più come una volta, con grandi battaglie in campo aperto, spada contro spada, lancia contro lancia…

Il mondo era in pace adesso, anche se non era del tutto vero…

Tutto era iniziato coi Cinque Regni, secoli prima della loro nascita, e nei secoli a venire Albione aveva preso il posto del decaduto Impero Romano, ed era diventata più vasta, stabile e potente di quest’ultimo!

…e ora anche il grande Commonwealth non era più così grande, e non era più così potente.

La regina Elisabetta II del Regno Unito era morta dopo un lunghissimo regno sotto il suo potere, suo figlio Charles le era succeduto al trono, poi William, suo nipote, e ora era il turno di George, George Alexander Louis, il figlio di William Arthur Philip Louis.

Tutti questi sovrani con tanti nomi, molti di questi col nome Arthur fra i tanti, ma mai per primo. E anche se talvolta ci aveva sperato, se aveva sperato che il destino non fosse così formale sulla questione del nome così come non lo era stato col suo in passato, Arthur non aveva ancora fatto ritorno sulla Terra e lui continuava a vagare e ad attendere che quel momento giungesse infine.

Eppure Arthur non era mai tornato, né con quel nome – che pure era un nome ben comune nei paesi di lingua anglosassone! – né con un altro.

E lui non era certo stato tanto sciocco dal focalizzarsi unicamente sulle famiglie reali o nobili d’Inghilterra nella sua ricerca, e tuttavia nessuna traccia, nessun indizio e nessuna nuova profezia in tutto quel tempo…

Silenzio.

Avrebbe potuto cercare nuovamente il Diamair – la Chiave – nella speranza vivesse ancora da qualche parte sulla Terra, o tornare nella Grotta di Cristallo, ma sentiva di non doverlo fare.

Era troppo saggio, ormai, per rischiare.

L’attesa era terribile, logorante, devastante… amara.

Eppure non poteva: il peso della conoscenza e del futuro era troppo anche per lui, e quindi aveva deciso di attendere soltanto, e che avrebbe rivisitato le Grotte solo nel caso di pericolo e se non avesse avuto altra scelta, perché la conoscenza di ciò che sarebbe potuto accadere l’aveva spinto ben più di una volta, suo malgrado, a compiere la scelta sbagliata, e infine a consigliare Arthur condannandolo a morte.

…perché, se pure il suo re ce l’aveva messa tutta per complicare le cose, altrettante volte la colpa dei loro errori era stata sua. Compreso il più grande, quello con le Disir.

Perché Arthur si fidava di lui, si fidava ciecamente: anche se non lo aveva mai ammesso a parole, coi suoi gesti gliel’aveva fatto intendere spesso. Anche quella notte insonne fuori dalle grotta sacra delle tre portavoci della Dea.

Quella notte Merlin si era addormentato con quel rimorso, come tuttavia, ormai, per sua fortuna non accadeva più così spesso.

Aveva imparato a cercare con meticolosità ma, al contempo, anche a vivere la sua vita, a prendersi le sue “mezze giornate libere” che sentiva gli spettavano di diritto.

Era una creatura della magia, e anche se il peso che gravava sulle sue spalle era indicibile, aveva dei privilegi: era legato agli elementi, apparteneva alla “vecchia religione”, e poteva vedere e sentire e percepire cose che nessun altro era in grado di apprezzare. Così, dopo il peso che era gravato sulle sue spalle e sulla sua anima negli ultimi anni in cui aveva servito il suo re e dopo il trauma della sua perdita, aveva imparato di nuovo – come faceva in gioventù – a godersi la vita.

E aveva deciso di non rivelare a nessun altro in futuro il suo segreto e di star lontano dalle vicende del mondo – quelle importanti, se non altro – perché era troppo potente.

E perché il suo destino era guidare il suo unico vero re: Arthur, re una volta, re in futuro.

Tutto il resto era legato allo scorrere del tempo, e poiché per lui il tempo non aveva più alcun significato, non aveva senso immischiarsi.

Eppure Albione era diventata l’ombra di quella di allora, di quella di quando anche lui aveva un tempo: i princìpi si erano persi e nel mondo moderno solo l’economia aveva un significato. La schiavitù era stata abolita, c’era più uguaglianza tra gli esseri umani di ranghi e ceti differenti, uguaglianza tra uomini e donne, ma non si lottava più per la giustizia come il suo re aveva fatto.

Le guerre erano per sete di potere, di denaro, o per paura, per fanatismi, e anche le cosiddette guerre di religione erano mosse in parte dai soldi, in parte da false convinzioni. Gli ricordavano così tanto il regno di Uther Pendragon e le storie sugli anni dell’epurazione di cui aveva solo sentito parlare e di cui aveva vissuto sulla sua pelle soltanto le conseguenze.

Ma in un mondo come questo davvero non riusciva a capire come fosse possibile che il suo re non risorgesse: c’era così tanta fame e sete di giustizia!

…eppure lui lo attendeva ancora perché, a quanto pareva, non era ancora il momento.

Ma quella notte fece un sogno: sognò il nuovo re, George VII del Regno Unito, incoronato giusto due giorni prima, solo tre settimane dopo il suo matrimonio all’età di ventinove anni, per la precoce dipartita del padre in un incidente, che annunciava alla stampa dopo la pubblicazione della notizia in bacheca dinanzi a Buckingham Palace la nascita del suo primogenito e primo in successione al trono, e il suo nome era Arthur William Louis.

Si svegliò di soprassalto fra lacrime di gioia e di sollievo: il suo tempo, infine, stava per giungere di nuovo.

   
 
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