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Autore: Gaia_dc    21/03/2016    4 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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This is not you



Tony era steso sul suo letto. Le mani incrociate dietro la nuca, e lo sguardo che fissava un punto sul soffitto. I suoi pensieri erano rivolti a quello che era successo pochi minuti prima, quando aveva riaccompagnato Ziva a casa, dopo la serata al Pub.
 
Pochi minuti prima:
 
Ziva era scesa dalla moto di Tony, e si stava togliendo il casco. Era rimasta in silenzio per tutto il viaggio, nonostante avessero concluso la serata fra scherzi e risate.
 
“Tutto bene, Ziva?”
Domandò Tony alla ragazza di spalle.
 
Ziva rimase ferma, e piegò il capo, mentre maneggiava il gancio del casco.
 
“Ziva…”
Si avvicinò, appoggiandole una mano sulla spalla.
 
A quel punto la ragazza alzò timidamente lo sguardo, perdendosi nella profondità di quegli occhi verdi che la osservavano con tenerezza.
 
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma non sapeva cosa dire.
 
Tony non capiva se era la luce del lampione, o i suoi occhi erano realmente lucidi, ma capiva che c’era qualcosa che la stava turbando.
 
“Tutto ok”
Esordì alla fine la ragazza, sorridendo a stento, e annuendo col capo… Anche se probabilmente stava cercando di convincere più se stessa, che Tony.
 
Il ragazzo comprese il suo disagio, e provò a sviare l’argomento.
 
“Alla fine… Non mi hai detto a cosa stessi pensando quando è finita la canzone…”
Disse con sorriso curioso.
 
La ragazza lo guardò divertita…
 
“Niente che ti possa interessare, DiNozzo!”
Sorrise anche lei, mentre si stava voltando per rientrare in casa.
 
“Ehi, non puoi lasciarmi così… Sono curioso!”
 
Ziva avrebbe preferito 100 volte restare con Tony a parlare, anziché rivedere la madre, ma sapeva che la sorellina aveva bisogno di lei… E non la vedeva da quella mattina.
 
“Devo tornare da Tali, Tony”
Rispose alla fine.
 
Il ragazzo notò l’esitazione nei suoi occhi, e intuiva che avesse qualcosa a che vedere con la madre.
 
“Vuoi che ti accompagni in casa?”
 
Ziva lo guardò perplessa, non riuscendo a capire dove volesse arrivare.
 
“Si, insomma non sembri molto felice di rientrare…”
Continuò.
 
“Solo perché mi sono divertita!”
Rispose un po’ infastidita.
 
“Come vuoi”
Disse tornando sulla moto.
Poi mentre si stava rimettendo il casco, aggiunse
“Allora ti passo a prendere domani?”
 
Ziva annuì, poi però, un attimo prima che il ragazzo partisse con la sua Ducati…
 
“Tony…”
Lo richiamò.
 
Il ragazzo sorrise sotto i baffi…
“Si?”
 
“Comunque… Non pensavo a nulla di che…”
 
Tony scese dalla moto ancora una volta, e le andò incontro.
 
“Vuoi parlarne?”
Sapeva che quel nulla di che nascondeva chissà che cosa!
 
“Wow… Mi chiedi se voglio parlare di un nulla di che?”
Rise.
“E se ti avessi detto, che…”
Si bloccò…
 
“Che?”
Incalzò Tony.
 
“Niente… Facevo solo un’ipotesi…”
Si irrigidì lei, perdendo il sorriso.
“Ma perché sei così curioso?”
 
“Mi preoccupo per te… Tutto qui!”
Rispose sinceramente il ragazzo.
 
Si guardarono negli occhi. Ziva lo scrutò da cima a fondo, poi spiegò.
 
“Pensavo che mi sarebbe piaciuto partecipare ad un musical… In Israele ne facevamo uno all’anno”
Rispose.
 
“E perché non partecipavi?”
Chiese il ragazzo.
 
“Perché mio padre non voleva che partecipassi alle audizioni…”
Rispose chinando la testa e lasciando Tony abbastanza confuso.
“Mio padre è il direttore del Mossad… E in Israele… È tutto molto pericoloso”
Spiegò sbrigativa.
 
“Che intendi dire?”
Tony faceva troppe domande, che presto l’avrebbero messo nei guai! E lei voleva tutto tranne questo, per il suo amico.
 
“Ragiona Tony… Partecipare alle audizioni… Sei solo su un palco… È il modo più facile per colpire un obiettivo…”
 
Tony la guardò stupito. Non riusciva a concepire una cosa del genere… Iniziava a capire che la vita di Ziva, prima di arrivare a Washington, nascondeva molti segreti…
 
“E tu… Tu eri un obiettivo?”
Domandò un po’ imbarazzato.
 
“Mio padre pensava di sì”
 
“E aveva ragione?”
 
Ziva lo guardò negli occhi. Non poteva raccontargli di Avraham... Doveva proteggerlo.
 
“Si è fatto tardi, Tony… Devo andare da Tali…”
 
 
 
* * *
 
 
 
Tony continuava a riflettere su quello che gli aveva raccontato Ziva. Possibile che in Israele fosse tutto così pericoloso? Persino cantare su un palco? Questo davvero non se lo spiegava.
 
Ancora steso sul letto, si girò su un fianco, continuando a pensare. Un obiettivo… Cosa poteva significare? Perché qualcuno vorrebbe uccidere la figlia del direttore del Mossad? O meglio… Perché proprio lei! Ziva aveva una sorella! E a quanto aveva capito, anche un fratello!
 
Gli stava nascondendo qualcosa. Questa era l’unica certezza che aveva. Avrebbe voluto sapere, per poterla aiutare, ma comprendeva che sapere comportava immischiarsi in qualcosa di molto grosso. Qualcosa con cui lui non aveva mai avuto a che fare…
 
Ma chi voleva prendere in giro? Non si sarebbe fermato per questo! L’avrebbe aiutata. Perché come aveva detto Abby, loro erano ormai i suoi amici. E Ziva non sembrava averne tanti. Era loro dovere proteggerla. Era il suo dovere.
 
In fondo sapeva che prima o poi Ziva avrebbe ceduto, e gli avrebbe raccontato tutto quello che doveva sapere per aiutarla.
Ora, però, doveva dimostrarle quanto ci tenesse a lei. Doveva dimostrarle che era davvero un suo amico, e non solo un ragazzino che voleva prendersi gioco di lei.
 
 
 
Ziva era in camera sua, stesa sul suo letto. Era rannicchiata in un angolo, e ripensava a quello che era successo poco prima.
 
Pochi minuti prima:
 
“Si è fatti tardi, Tony... Devo andare da Tali…”
Gli aveva risposto.
 
Non avrebbe mai immaginato che Tony facesse così tante domande, quando aveva deciso di dargli un piccolo assaggio della sua vecchia vita.
 
Stava aprendo la porta di casa, e girava lentamente la chiave nella serratura.
 
Tony la guardava preoccupato. Sapeva cosa voleva dire aver paura di entrare in casa, non voler rivedere persone che amavi, e che in un modo o nell’altro ti avevano ferito.
 
“Ziva…”
La chiamò.
 
 Ti prego, basta con le domande… Non metterti nei guai, Tony… Pensava tra sé e sé, Ziva.
 
“Ho un urgente bisogno di… Andare in bagno!”
Inventò una scusa all’ultimo secondo, ma nella sua testa suonava diversamente…
 
Non voleva lasciarla da sola quella sera. Voleva stare con lei… E magari avrebbe ottenuto un po’ della sua fiducia.
 
“Tony abiti a mezzo isolato da qui!”
Rispose la ragazza, che tutto si aspettava in quel momento, tranne che una richiesta del genere.
 
“Però se hai bisogno, non c’è problema… Entra”
Si corresse subito.
 
“Ti ringrazio”
 
Ziva aprì la porta, e si sentì subito travolta da un’atmosfera che non le piaceva per niente.
 
“Il bagno è di sopra… Vuoi che ti ci accompagni?”
Chiese la ragazza per essere cortese.
 
“È una proposta, Ziva?”
Fece lui malizioso, ricevendo in cambio un forte scappellotto sulla nuca.
 
“Ahi!”
 
Ziva si schiarì la voce.
 
“Vado ad avvertire Tali che sono qui…”
Disse esitante, immaginando che Tali fosse in cucina con la madre ad aspettarla, prima di andare a dormire.
 
“Vengo con te!”
Esclamò immediatamente il ragazzo.
 
“Non dovevi andare in…”
Ziva era confusa, ma venne bloccata dalla vocina assonata della sorella.
 
“Ciao Zee”
Disse strofinandosi l’occhio.
 
“Ciao topina”
Si piegò sulle ginocchia, e le diede un bacino sulla guancia.
 
“Ciao Ziva in miniatura”
La salutò Tony, facendola sorridere.
 
Tali amava Ziva, ed essere paragonata a lei la rendeva molto felice. Ziva era un po’ il suo punto di riferimento, la sua ispirazione.
 
“Ciao Tony”
Lo salutò a suo volta Tali.
 
“Ciao ragazzi… Ho interrotto qualcosa?”
Appena Rivka entrò nella stanza, Ziva perse il sorriso e si irrigidì.
Subito Tony le si affiancò, e la ragazza si sentì protetta.
 
È per questo che voleva entrare con me? Si domandò.
 
“Allora Ziva? È questo il famoso Tony?”
Chiese con la sua solita nota allegra… Troppo allegra.
 
Il ragazzo si accorse dell’imbarazzo di Ziva, ma era convinto che lei non doveva averle parlato di lui. L’unica ad averlo potuto fare era Tali.
 
“Salve, sono Tony, un compagno di Ziva”
Si presentò.
 
“Oh si, so benissimo chi sei!”
Rispose in tono malizioso, mentre Ziva la fulminava con lo sguardo.
 
La madre se ne accorse e provò ad aggiustare il colpo.
“Tali mi parla spesso di te… Di quando vieni a prendere Ziva con la moto…”
 
“Spero non le dia fastidio…”
Rispose il ragazzo.
 
“No Tony, tranquillo! Non le dà fastidio. Vieni ti mostro dov’è il bagno!”
Rispose Ziva stufa di tutta quella sceneggiata.
 
Lo prese per un braccio e fece per portarlo di sopra, seguita da Tali.
 
“Oh Ziva… Non hai notato niente? Ho tagliato i capelli. Come sto? Will dice che sto bene così! Io però trovo che se tagliassi ancora un po’, sarebbe meglio. È troppo bella e attraente la nuca scoperta”
La fermò, mentre specchiandosi si aggiustava i capelli.
 
Ziva non ne poteva più.
Stava per esplodere, e Tony se ne accorse.
 
“Vieni Tali, andiamo di sopra”
Sapeva che la preoccupazione più grande per Ziva era la sorellina, e non avrebbe mai voluto che la vedesse litigare con la madre.
 
Ziva non osò distogliere lo sguardo dalla madre, anche se mentalmente pensò che se non fosse stato per Tony, ora Tali starebbe piangendo a dirotto.
 
Non appena i due si allontanarono dal suo campo visivo, la bomba esplose.
 
“Will?! Chi è Will adesso? E poi come parli?! La nuca scoperta è più attraente?! A 40 anni fai pensieri del genere?! Mi sembri un adolescente in calore, che non sa tenersi un marito! E sinceramente non so se lo sia ancora!”
Le vomitò addosso tutta la rabbia che serbava in sé da tanto tempo. Troppo!
 
La madre si voltò lentamente. Era consapevole che prima o poi sarebbe arrivato quel momento, ma non immaginava certo che sarebbe stato in presenza di Tali o addirittura Tony.
 
“Cosa vuoi da me Ziva?”
Disse cercando di mantenere la voce normale.
 
“Cosa voglio?! Voglio che la smetti di comportarti in questo modo!”
Rispose schifata.
 
“Ma in questo modo come? Sai cos’è successo quando sono andata a prendere tua sorella a scuola? Si è messa quasi a piangere! Perché aveva paura di me con i capelli corti!”
 
“E non ti sei chiesta perché?!”
Ziva continuava ad urlare, sperando vivamente che Tony si fosse preoccupato di chiudere la porta della camera di Tali e di rimanerci con lei.
“Dove sei stata tutto ieri? Dov’eri mentre io per poco non rompevo il braccio a Tony, e Tali ha sparato ad un ragazzo? Dov’eri quando avevamo paura che qualcuno si stesse per intrufolare in casa? Con quale coraggio te ne sei andata, lasciandoci da sole, sapendo che anche Ari doveva andare via?!”
Man mano che continuava a parlare, Ziva alzava sempre di più la voce, cercando però di non farsi sentire dal piano di sopra.
 
“Avevo… Avevo bisogno di liberare la mente per un po’”
Rispose, rendendosi conto di quello che aveva fatto.
“Mi dispiace Ziva… Non immaginavo che voi…”
 
“Che noi cosa? Che avremmo avuto paura a restare da sole dopo che per poco non siamo saltati tutti in aria a Tel-Aviv?!”
Disse guardandola schifata, e salendo sopra.
 
“Ziva… Ziva aspetta… Dobbiamo parlare…”
Rivka voleva spiegarsi con la figlia. Ed era giusto che Ziva sapesse il perché di quei suoi comportamenti. Anche se nel profondo sperava che lei lo capisse da sola.
 
Ziva salì velocemente le scale. Non voleva sentire una parola di più.
Aprì la porta della stanza di Tali, e la trovò che serena dormiva nel letto. Tony non c’era.
 
Bussò alla porta del bagno, per chiedergli scusa, ma non era nemmeno lì.
 
Entrò in camera e non lo trovò. Vide però la finestra aperta, ed un post-it attaccato con cura sullo specchio. Lo prese e lo lesse.
 
Buona  notte mia bella Israeliana.
-Tony
 
Sorrise e lo strinse al petto.
 
 
 
* * *
 
 
 
Mentre continuava a riflettere su quello che era accaduto, Ziva stringeva ancora a sé il post-it lasciato da Tony. Si sentiva più al sicuro… Meno sola.
 
Si chiese come faceva Tony a prevedere che avrebbe avuto delle difficoltà a rivedere la madre… Poi si ricordò di quello che le aveva raccontato.
 
È vero, Ziva aveva subito tante disgrazie… Quasi tutte quelle possibili… Quasi… Lei aveva ancora entrambi i genitori. Tony aveva perso la madre e a quanto pareva il suo rapporto col padre era la versione maschile del suo con Rivka.
 
Voleva aiutarlo, come lui aveva aiutato lei senza che lei dicesse nulla. Voleva essere la sua spalla, la persona sulla quale avrebbe potuto sempre contare. Quella sera, Tony si era reso indispensabile nella vita di Ziva, e lei voleva fare altrettanto.
 
 
 
“Okay Abby… L’abbiamo fatto! Se però si arrabbiano, precisiamo che è stata una tua idea e che mi hai costretto con una pistola puntata alla testa, mentre minacciavi di uccidere anche il mio pappagallo!”
 
“Primo: non hai un pappagallo! Secondo: non ho una pistola… Terzo: vedrai che non si arrabb…”
Abby e Tim stavano discutendo su quanto avevano appena fatto… Quando però vennero interrotti dall’arrivo di Tony e Ziva.
 
“Chi non si arrabbierà?”
Chiese il ragazzo curioso.
 
“E perché parlate di pistole? Non sarà per l’altra sera… Mi dispiace Tim…”
Si affiancò Ziva.
 
“Oh no! Non parliamo dell’altra sera… Parliamo del fatto che non ho costretto McGee con una pistola che non ho, e non l’ho minacciato di uccidere un pappagallo che non ha!”
Rispose allegra, e facendo muovere i suoi codini, lasciando i due ragazzi abbastanza confusi.
 
“Perché avresti dovuto minacciare McGee?”
Chiese la ragazza, gesticolando con le mani.
“È… È un altro dei vostri proverbi?”
 
“Inizio a chiedermelo anche io…”
Rispose il ragazzo altrettanto confuso.
 
Alla fine McGee si decise a parlare.
 
“Okay basta così… Per farla in breve… Ecco noi… Si insomma… Potremmo avervi…”
Iniziò incerto.
 
“Averci cosa, pivello?”
Domandò Tony poco prima di andare su tutte le furie.
 
“Tony! Perché non mi hai detto che parteciperai alle audizioni per il musical di quest’anno?”
Una voce che Ziva conosceva molto bene, rispose alla sua domanda.
 
Jeanne Benoit era dietro Tony e gli stava parlando come una gattamorta… Ziva odiava le persone così.
 
Quando Tony si girò, e la vide, provò immediatamente un senso di noia. Da quando l’aveva lasciata, non faceva che comportarsi così con lui. Poi però ragionò sulle sue parole, ed il suo cuore perse un battito. Si voltò a guardare Abby e McGee… Ecco cosa gli nascondevano! E intanto Ziva rideva!
 
“E hai già deciso con chi parteciperai?”
Chiese la ragazza con la stessa voce melensa, senza considerare neanche lontanamente Ziva, Abby e McGee.
 
Ma è risaputo che Abby non può essere messa in disparte!
“Certo! Parteciperà con Ziva!”
Rispose prontamente la ragazza con un sorriso in volto, mentre Ziva per poco non si affogava con la saliva.
 
“E adesso perdonaci, ma il professor Franks ci sta aspettando in aula!”
Aggiunse prendendo i due ragazzi ancora sconvolti, e portandoli via insieme a McGee.
 
 
 
“Abby…”
La fermò ad un tratto Ziva.
 
“Pivello!”
Fece lo stesso Tony.
 
“Come vi è saltato in mente?!”
Si agitarono entrambi.
 
“Ohh! Quanto siete noiosi! L’altra sera avete cantato così bene insieme…”
Rispose prontamente Abby.
 
“E poi cosa ci sarà mai di male?!”
Esclamò Tim.
 
In realtà Ziva sapeva qual era il suo problema… Ma in fondo era in America, suo padre l’aveva mandata lì perché potesse vivere una vita normale… E poi quello era un suo grande desiderio…
 
“Beh… Effettivamente potremmo…”
Si stava convincendo Ziva.
 
“Cosa c’è di male, pivello?! Sai come mi prenderebbero in giro gli altri ragazzi della squadra? Sono il capitano, non posso permettermi di partecipare a questi teatrini!”
Rispose, al contrario, Tony.
 
In un primo momento Ziva rimase delusa, ma in fin dei conti Tony aveva ragione… Doveva ricordarsi che lui faceva parte della squadra di basket… Lui era il tipico ragazzo popolare che usciva con le cheerleader. Usciva con lei, Abby e McGee solo per svago… Per potersi rilassare… Per poter essere se stesso qualche volta.
 
“Ma dai, Tony… Cosa vuoi che ti dicano?!”
Incalzò Tim.
 
“No! Ho una reputazione da mantenere! Non mi abbasserò a questi livelli!”
 
“Se al posto di Ziva ci fosse stata una di quelle due vipere, Jeanne o Ej, ci saresti andato senza dubbio!”
Si arrabbiò ad un tratto Abby.
 
“Sarebbe diverso…”
Provò a giustificarsi… Senza accorgersi che in quel modo era riuscito a ferire, e anche profondamente, Ziva.
 
“Certo… Tony ha ragione… Non sono popolare come loro… Comunque mi sembra che Jeanne stia cercando un compagno con cui partecipare”
Disse alla fine, allontanandosi dal gruppo.
 
Lei si era confidata con lui, per quel poco che bastava a fargli capire qualcosa in più della sua vita, senza metterlo in pericolo… E lui sembrava aver dimenticato tutto, solo per la popolarità!
 
Quando crescerai, Ziva? Si ripeté da sola nella testa. Davvero pensava di aver trovato quel qualcuno che avrebbe fatto tesoro dei suoi segreti? Qualcuno che per una volta ci tenesse davvero? Qualcuno che avrebbe messo da parte le cose futili, per regalarle un sorriso? Qualcuno disposto ad aiutarla?
 
No.
 
Doveva crescere.
 
 
 
“Sei un cretino!”
Gli urlò in faccia Abby, tirandogli un sonoro schiaffo.
 
“Pivello non dici niente?”
Ribatté Tony sorpreso.
 
“Si… questa volta hai esagerato!”
Rispose il ragazzo, guardandolo deluso.
 
“Si vedeva lontano un miglio che lei si aspettava qualcosa da te! Ci metto la mano sul fuoco che ti abbia detto qualcosa in più… E tu l’hai delusa! Non è questo il Tony che conosciamo noi! E soprattutto non è questo il Tony col quale Ziva si è confidata… Il Tony di cui lei ha bisogno! Questa… Questa imitazione uscita male… È quello che fai finta di essere ogni volta che sei con la tua fottuta squadra… Ma non la devi usare con noi, non con chi si è fidato di te…”
 
Abby non faceva mai dei discorsi così lunghi e filosofici, ma aveva visto qualcosa di diverso in Ziva, e nel rapporto che aveva con quel ragazzo.
Tony aveva sbagliato, e lei aveva tutte le intenzioni di farglielo capire.
 
Così, prese il compagno Tim e si diresse in classe.
 
 
 
“Ehi Ziva!”
 
Quella voce… Non la sopportava!
 
“Non ora, Ej!”
 
“Volevo solo chiederti se andasse tutto bene… Sembravi triste…”
Rispose con un finto sguardo dispiaciuto.
 
“Non sono affari che ti riguardano!”
Sibilò Ziva, che in quel momento, non aveva decisamente voglia di qualcuno che la infastidisse.
 
“Ehi Ej… Ciao Ziva…”
Ecco! Ci mancava solo Ray.
 
“Devo andare a lezione!”
Si congedò subito la ragazza.
 
Una volta che si fu allontanata, i due vennero raggiunti da Jeanne… Avevano in mente qualcosa di losco… Ziva ne era certa… Ma dopo Avraham, un paio di cheerleader gelose non le faceva certo paura!
 
 
 
Quando entrò in classe, Tony, Abby e McGee erano già seduti ai loro posti, e Ziva senza alcuna espressione in viso, appoggiò le sue cose sul suo banco di fianco a Tony e prese posto anche lei.
 
La lezione passò in fretta, e i due non si erano scambiati neanche una parola, sotto lo sguardo preoccupato di Tim ed Abby.
 
Quando suonò la campanella, l’israeliana scattò in piedi, e infilò velocemente i quaderni nel suo zaino.
 
Tony voleva parlarle. Voleva farle capire che non aveva dimenticato la sera precedente, ma partecipare ad un’audizione, non era proprio nel suo stile.
 
“Ziva…”
 
“Va tutto bene Tony!”
Lo bloccò subito la ragazza, fulminandolo con lo sguardo.
 
Uscì insieme agli altri 2 ragazzi, mantenendo quel suo rigoroso silenzio, che destabilizzava persino Abby.
 
Tony corse verso di loro, ma appena sentì la sua presenza, con una scusa, Ziva si allontanò.
 
“Ho dimenticato il quaderno in classe. Vi raggiungo dopo”
 
“Tony piantala di fare lo stupido! Torna il ragazzo che eri ieri sera…”
Iniziò a rimproverarlo la ragazza, ma venne subito bloccata da uno dei suoi pensieri.
“Ehi aspetta! Ma non è che ieri sera… Voi due… E adesso tu… E Ziva si sente tradita…”
 
“No!”
Rispose secco il ragazzo mettendola a tacere.
“Voi andate, vi raggiungo dopo”
 
Ma cosa stava facendo? Si era ripromesso che l’avrebbe aiutata a tutti i costi… Che l’avrebbe resa felice… E quello che era riuscito a fare fino ad ora, era stato ridicolizzare parte del suo passato… Si diede dell’imbecille da solo!
 
 
 
Ziva stava cercando di guadagnare tempo per allontanarsi da Tony, ma rientrando in classe, una sorpresa la attendeva.
L’aula era vuota, ad eccezione di un banco all’angolo, occupato da qualcuno di cui Ziva non si preoccupò.
 
Fece finta di cercare qualcosa, quando sentì dei passi avvicinarsi a lei… Quel momento le riportava alla mente ricordi che sperava di aver dimenticato.
 
Si voltò di scatto, incontrando il viso di Ray, che la guardava con un sorriso compiaciuto sul volto.
 
“Che succede, Ziva? Scappi da Tony il principe azzurro? Che ha combinato questa volta?”
Iniziò a parlare, sedendosi sul banco di fianco.
 
“Cosa ti fa pensare che se fosse vero quel che dici, verrei a parlarne proprio da te?”
Rispose la ragazza seccata.
 
“Sai Ziva…”
Scese dal banco, muovendo il dito indice, ed iniziando a girare per la classe…
“Credo che abbiamo cominciato col piede sbagliato…”
 
“No Ray… Noi non abbiamo mai cominciato… È diverso!”
lo sfidò.
 
Ray fece una smorfia e poi le andò incontro.
“Partecipi alle audizioni?”
 
Ziva roteò gli occhi… Le sarebbe piaciuto? Si! Sarebbe successo? Meglio non rispondere a questa domanda.
 
“Mi lasci passare?”
Lo spinse leggermente di lato, per farsi spazio tra i banchi, ma lui la afferrò per un braccio, e la fece voltare.
 
Il suo volto era pericolosamente vicino a quello di Ziva, che se in un primo momento era rimasta sorpresa, ora stava cercando di divincolarsi, per allontanarsi da lui, e da quel senso di nausea che la sua vicinanza gli aveva causato.
 
“Io vorrei partecipare… Ma non ho una cantante… A quanto ho capito tu sai cantare bene… Che ne dici se…”
Stava per concludere la sua proposta, quando la porta della stanza si spalancò, e Tony comparve davanti a loro.
 
“No… La sua risposta è no! Ha già un altro compagno con cui vincerà le audizioni!”
Rispose con il suo fare da DiNozzo… Era quello il ragazzo che Ziva conosceva… Il ragazzo che è sempre pronto per salvare delle fanciulle in difficoltà… Come lui stesso aveva detto la prima volta che si erano incontrati.
 
Ziva approfittò di quel momento per divincolarsi e giacché lasciare l’impronta delle sue scarpe tra le gambe di Ray.
 
 
 
“Mi dispiace Ziva… Non so cosa mi fosse preso…”
 
Nonostante Ziva fosse felice di quello che era appena successo, orgogliosa di aver riavuto indietro il Tony che conosceva, non riusciva a capire perché lui si fosse comportato in quel modo.
 
“Avrei dovuto essere felice on te per la sorpresa di Tim ed Abby… Senza mettere davanti la popolarità!”
Le chiese scusa il ragazzo sinceramente provato.
 
“Tony… Non riguarda il partecipare alle audizioni… Quello è solo uno stupido desiderio!
 
Stavano discutendo mentre si dirigevano verso la sala da pranzo. Non avevano molto tempo, perché poi lui avrebbe dovuto pranzare con la squadra…
 
“È per Jeanne? Ho detto che con lei sarebbe stato diverso perché lei era una cheerleader… se una cheerleader partecipa con un giocatore di basket alle audizioni la popolarità aumenta… E in quel momento mi stavo comportando dal popolare capitano della squadra dell’Anacostia, e non dal semplice… Tony DiNozzo… Quello che tu conosci!”
 
Si stavano guardando negli occhi, ma in quel momento, la delusione si rifece viva negli occhi di Ziva…
 
“Non è questo…”
Disse voltandosi e aumentando il passo, per arrivare il prima possibile alla mensa.
 
“Ho detto che sarebbe stato diverso perché lei non è te!”
Le urlò da dietro, raggiungendola e prendendole il braccio… Anche se già quelle parole erano bastate a fermarla.
 
“Io ti ho parlato del mio passato… E non l’ho mai fatto con nessuno! Quello che ti ho raccontato è una stupidaggine per chi non sa tutta la storia… E credevo che tu l’avessi capito… E credevo che tu…”
Non riusciva a continuare, Lo guardava con gli occhi lucidi e tremanti, e la voce rotta. Eppure ancora una volta era riuscita a non crollare davanti a lui.
 
“Credevi che io avrei messo davanti un tuo sorriso alla mia popolarità!”
Concluse Tony la frase per lei.
“E non l’ho fatto… Perché… Non lo so il perché… Ma io non ho dimenticato quello che è successo la notte scorsa, come non ho dimenticato il tuo sguardo quando mi parlavi!”
 
Continuarono a guardarsi negli occhi… Non sapevano se si stessero sfidando per vedere chi avrebbe ceduto prima, o se si stessero pregando per far durare quel momento in eterno.
 
“Dammi un’altra possibilità per dimostrartelo…”
Le disse alla fine, porgendole la mano.
 
Ziva lo scrutò ancora per qualche secondo. Voleva capire se quel che diceva era vero, se valeva ancora la pena mantenere la promessa che si era fatta quella sera, di essere la spalla di Tony, come lui lo era per lei.
 
Poi afferrò la sua mano, ed insieme si diressero verso la mensa.
 
 
 
Intanto, dall’alto, il professor Gibbs e la preside, guardavano la scena… Forse le loro idee avrebbero avuto un seguito.
Si guardarono negli occhi. Complici.
Dovevano portare avanti quello per cui lavoravano da tanto tempo.
 
“Dobbiamo tenerli fuori per ora!”
Esordì alla fine Jenny.
 
“Purtroppo, però, uno di loro è già dentro dalla nascita!”
Le fece notare Gibbs con un sorriso.
 
“E nessuno di loro permetterà che ci stia da sola!”
Completò la frase la Shepard sospirando.
 
 
 
“Mi dispiace Jeanne… Ci ho provato…”
 
“Ray… Sei un buon a nulla! Ma per fortuna, io ho sempre un piano di riserva…”
 
“Attenta, Jeanne… Stanno arrivando…”
La avvertì Ej, mentre al tavolo del pranzo, discutevano sui loro loschi intrighi.
“E si tengono per mano… Bleah!”
Aggiunse.
 
“Io dico che l’ebrea ci sa fare a letto… È per questo che DiNozzo le sta così incollato!”
Disse Nick.
 
“Te lo dirò presto…”
Gli fece notare Ray, con un sorriso malizioso.
 
“Si Ray… Ma non per ora… Ho un’altra idea in mente, per rimediare al casino che hai combinato!”
Jeanne frenò subito il suo entusiasmo.
 
“Ehi ma dove va? Perché non viene qui?”
Chiese ad un certo punto Ej.
 
 
 
“Non vai dalla tua squadra?”
 
Tony gli sorrise, e la accompagnò al tavolo dove Abby e McGee li aspettavano.
 
“Ma quale onore!”
Fece Tim, vedendo il ragazzo, e scambiandosi un’occhiata complice con Abby…
 
“Avete pensato anche alla canzone che dovremo cantare?”
Chiese Tony, dipingendo un sorriso a 32 denti sul volto di Abby.
 
 
 
Ovviamente, Abby aveva già tutto pronto, e subito aveva fornito Tony e Ziva del materiale necessario per il loro brano.
 
Erano le 16, e ognuno doveva tornare a casa.
 
“Ehi voi due? Dove pensate di andare?!”
Abby fermò Tony e Ziva.
 
“La riaccompagno a casa…”
 
“State scherzando?!”
Fece Abby.
 
“Ragazzi l’audizione è tra poco! MI pare che si terrà il giorno di Halloween! Dovete allenarvi per bene!”
Continuò Tim.
 
“Pivello, di’ la verità… La cosa ti diverte!”
Fece Tony con una smorfia.
 
“Oh si! Da matti!”
Lo prese in giro il ragazzo.
 
“Quindi… Che dovremmo fare?”
Chiese Ziva.
 
“Andate a provare da Tony!”
 
“Ma…”
Fece per ribattere Ziva… Poi capì che con Abby non c’era storia!
“Vado ad avvisare Tali che non torno per pranzo…”
 
“Noi vi raggiungiamo più tardi… Adesso, dobbiamo andare a prendere una ragazza che ho conosciuto quest’estate in una vacanza studio, all’aeroporto. Le ho proposto di trascorrere con me e la mia famiglia un paio di mesi qui, e Tim mi sta gentilmente accompagnando”
 
 
 
Quando arrivarono a casa di Tony, il ragazzo era molto nervoso. Aveva visto l’auto del padre, quindi probabilmente era in casa… E avrebbe combinato solo pasticci!
 
“Ascolta… Mio padre è un po’… Estroverso… Però…”
Tony stava provando ad avvisare Ziva, quando…
 
“Junior!”
 
“Papà… Ti presento Ziva… Ziva, lui è mio padre… Senior…”
 
Ziva li guardò perplessa. Certo, gli americani avevano nomi strani… Ma Senior… E soprattutto.. Perché aveva chiamato Tony Junior?
 
“Buon pomeriggio, Ziva… Io sono Anthony DiNozzo… L’originale…”
Spiegò il padre di Tony.
 
“Piacere mio, signor DiNozzo!”
Rispose la ragazza.
 
“Wow Junior! Questa non è una delle solite ragazzine viziate che ti portavi a casa… Ed ora capisco perché non lo fai più…”
 
“Papà… Hai già parlato abbastanza!”
Si irritò Tony, facendo sorridere Ziva.
 
“Vieni Ziva…”
 
 
 
“È simpatico tuo padre…”
 
“Si… Allontanati Ziva, si sta per alzare molta polvere”
 
L’aveva portata in una stanza della casa che l’ultima volta non le aveva mostrato. Era luminosa, ma aveva qualcosa di malinconico.
 
C’era una sagoma in un angolo, con un telo sopra, e Tony lo stava togliendo, sollevando la polvere.
 
“Ma da quant’è che non entravi in questa stanza?!”
Disse Ziva tra un colpo di tosse e l’altro.
 
“Molto!”
Rispose semplicemente Tony.
 
Ziva comprese al volo che se non entrava in quella stanza da così tanto tempo, il motivo doveva averlo turbato… E sviò subito l’argomento.
 
“Comunque tuo padre non è come lo descrivevi! È elegante e cortese…”
Commentò Ziva.
 
“Riparliamone quando ti proporrà di diventare la mia matrigna numero… Ormai ho perso il conto!”
Le rispose, mentre cercava di sistemare il telo.
 
Ziva rimase per un attimo confusa… Poi comprese…
 
Altro argomento off-limits… Provò a cambiare ancora.
 
“Che c’era sotto quel telo?”
Domandò curiosa.
 
“Un pianoforte!”
Esordì alla fine, mostrando lo strumento.
 
“Tu… Tu sai suonarlo?”
Si meravigliò.
 
“Queste mani non servono solo a palleggiare!”
Le rispose facendola ridere.
“Allora… Vogliamo iniziare a provare?”
 
Tony cominciò a suonare, e Ziva rimase stupita dalla sua abilità. Poi lei prese a cantare, e Tony la ascoltava ammaliato, mentre le sue mani si muovevano da sole sulla tastiera.
 
Provarono il brano diverse volte, finché Tony non si fermò…
 
“Okay, pausa snack!”
 
“Hai bisogno di polvere magica per continuare a fare le tue magie sui tasti?”
Lo prese in giro.
 
“No, mia piccola Trilli dalla voce bianca… Torna dalla Radura Incantata… Ho solo fame!”
Le rispose lui, lasciandola con un espressione interrogativa…
 
“Non… Tu non… Non sai chi è Trilli? Ma dove vivevi da piccola?!”
Esclamò pentendosi subito della sua affermazione.
“Pessima scelta lessicale…”
 
“Già…”
Constatò Ziva, sorridendo per il verso che subito dopo uscì dalla bocca di Tony.
 
“Ah… Tony…”
Ziva lo chiamò, mentre stava riempiendo un panino con tutto quello che trovava in frigo.
“Hai davvero intenzione di mangiarlo?!”
 
Tony annuì, fingendosi triste…
“Già… Ho finito la mia polvere fatata…”
 
Risero entrambi.
 
Poco dopo, si presentarono alla porta Abby e McGee, con tutte le migliori intenzioni di ascoltarli cantare…
 
Solo che ormai era sera… Erano affamati… E decisero di cenare, rimandando a dopo… Un dopo che poi si trasformò in un domani…
 
Tony stava mangiando una fetta di pizza, e Ziva lo guardava accigliata.
“Tony è mai possibile che mangi ogni 5 secondi?!”
 
“Tranquilla Ziva… Ci farai l’abitudine!”
Abby le diede una pacca sulla spalla.
“E questo è niente… Devi vedere la ragazza che mi era capitata in stanza durante la vacanza studio di quest’estate… Mangiava in continuazione!”
 
“A proposito Abby… Dov’è?”
Chiese Tony.
 
“Ha preferito prendere una casa con suo fratello maggiore… Si è portata dietro anche una sua amica…”
Rispose la ragazza, addentando voracemente una fetta di pizza.
 
“Che è successo?”
Chiese Ziva sotto voce a McGee.
 
“Poi ti spiego…”
 
 
 
Trascorsero così anche quella serata, finché arrivò l’orario, ed ognuno tornò a casa sua.
 
Quella sera, però, Ziva non riusciva a prendere sonno… Continuava a cantare quella canzone nella sua testa, finché finalmente, entrò nelle braccai di Orfeo.
 
Buona notte Trilli…
 
Le arrivò un messaggio da Tony, ma non fu Ziva la prima a leggerlo…










NOTA DELL'AUTRICE
Ciao a tutti... Ok... Perdonatemi per questo ritardo... Ma il capitolo era molto lungo... E bolevo scriverlo come si deve! Allora cosa ne pensate? Ho iniziato a metterci qualcosina sulla storia di Ziva, ed un piccolo litigio TIVA...
Dunque... 
Innanzi tttto, spero vi sia piaciuta la prima parte in cui il flashback di Ziva è la coninuazione di quello di Tony...
Poi ho iniziato ad introdurre un "dialogo" tra Ziva e Rivka... Che ne dite... Riusciranno mai a chiarisrsi? E chi è questo Will? E soprattutto... Perchè Ziva è così arrabbiata con la madre?
Ma andiamo avani... 
Attenzione attenzione... Il prof. Gibbs e la preside Shepard, ci nascondono qualcosa.. e anche da molto tempo... Cosa sarà mai? 
Poi però abbiamo inserito un bel finale... Che ve ne pare del soprannome di Ziva "Trilli"? Ok va bene.. Lo ammetto.. Non l'ho inventato io.. Ma i nostri amati scrittori di NCIS... Già.
Proprio ieri, guardavo un episodio 8x04, in cui Tony chiama Ziva "Trilli", è l'ho trovata una cosa molto tenera, da poter inserire nella mia storia (anche se in contesti diversi).
Secondo voi passeranno le audizioni, Tony e Ziva?
Ma intanto... Chi è che sta per fare la sua prima comparsa in questa storia? Oh beh... Lo scopriremo presto... Chi sarà la ragazza che ha conosciuto Abby? E chi sarà la sua amica? E perchè Abby è così ostile nei suoi confronti?
Presto lo scopriremo!
Diciamo che potreste aspettarvi qualche piccola svolta McAbby... E anceh qualcos'altro... Ma voglio lasciarvi con questa curiosità!
In più, se adesso non capite qualcosa sulla storia di Ziva, Avraham, i suoi genitori... Tranquilli! Arriverà il momento!

Allora, quale di tutti questi intrighi è quello che vi incriosisce di più? Fatemelo spaere nelle recensioni, ed io vi risponderò il prima possibile.

Baci <3
Gaia.

 
   
 
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