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Autore: AndreMCPro    21/03/2016    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.48 Slamacow Origins - I folli esploratori riuniti
 
«Proprio bello… è anche in ottime condizioni, come se tuttora fosse utilizzato» Le sopracciglia di Massimo si inarcano, ed è più che comprensibile. Conoscendo l’esperienza di Slamacow e dei suoi amici e vedendo le ottime condizioni del tempio non ci sono più dubbi: abbiamo fatto centro!
«Mando un messaggio a Seth… Sì, però che gli dico?»
«Che abbiamo trovato il tempio e che ad una prima occhiata sembra il posto giusto, ovvio» Gli rispondo.
«Sì, genio, e poi?»
«Che domande fai? Che mandi una squadra alle seguenti coor… oh… giusto…» Subito prende il suo blocco appunti e le sue cartine e inizia a borbottare da solo.
 
«Scusa Massimo» Interviene Slamacow.
«Sì, che c’è?» Risponde un po’ infastidito Massimo che continua nel suo… beh, brontolio: «Dunque, eravamo qui. Poi siamo andati qui, fino qui ci sono…»
«Forse so come aiutarti, ho trovato questa mappa mentre scappavamo dal tempio. Non so, forse…» Massimo lo guarda sorpreso poi avvicina pian piano la mano destra verso la mappa senza distogliere lo sguardo da Slama, che al contrario ritrae lentamente il braccio disteso verso mio fratello. Massimo nota il movimento, socchiude gli occhi e con uno scatto gli toglie la mappa dalle mani… Slama sorpreso fa un balzo all’indietro mentre lui è già immerso nella nuova acquisizione.
«Ma… aspetta un attimo… fammi vedere una cosa…» Si siede a terra e poggia le sue mappe conosciute con la nuova «Sì, forse ci siamo. Andrea, arrampicati in cima e dimmi se vedi una montagna con questa forma» e mi mostra una sorta di doppio picco isolato. Subito mi arrampico e guardo intorno.
«L’unica montagna che vedo e quella cha abbiamo aggirato per venire qui, ed ha due picchi. Che significa?»
«Significa che se la mappa è corretta come credo quello è il nostro punto di riferimento e ora so dove siamo, a circa tre giorni di cammino verso nord da Enderia»
Si alza, prende il diario delle comunicazioni e prende nota con il nostro codice segreto.
«Perché usi il codice?»
«Perché, tu sei sicuro che non ci siano spie? Prevenire è meglio che curare… Seth capirà»
«Ragazzi andiamo, sono passati tre giorni e sono preoccupato…»
Senza nemmeno rispondere ci avviamo verso la nostra destinazione, entrando per il grande portone principale che si trova ai piedi del tempio.
«Porta chiusa» E estraggo la trivella per tirarla giù.
«Come, vuoi aprire così?» Mi richiama Massimo.
«Mi sembra ovvio» E avvicino la punta, pronto ad accendere.
«Così da attirare subito l’attenzione?» Mi fulmina con lo sguardo e abbasso il trapano. «Prova a ispezionare con la tua elettricità, vedi se trovi punti energetici o di pietrarossa»
«Provo, ma è un antico tempio, non so se ci sarà qualcosa…»
Lo faccio comunque, e come previsto non trovo nulla, ma estendendo la mia energia sulla porta riesco a farmi un’idea di quello che troveremo a un centinaio di metri dall’ingresso
«Oh cavolo…»
Troppo tardi, ispezionando attivo per errore una trappola, e una botola ai nostri piedi si apre facendoci cadere.
 
«Seth, mi hai fatto chiamare? Come posso aiutarti?» Esordisce Stefano entrando negli uffici di indagine.
«Ho avuto notizie da Andrea e Massimo. Hanno trovato un tempio a nord, circa tre giorni da qui, e chiedono rinforzi per il recupero»
«Organizzo subito una squadra e…» Ma Seth lo interrompe.
«Ettore dov’è?»
«È andato a Vulcan city. L’ho incaricato di scortare i delegati della città e la figlia del Re… Sì, insomma, del vecchio Re»
«Sì, ho capito» Seth è turbato e indeciso
«Lo faccio richiamare, se vuoi proprio lui »
«No, dovete partire subito…»
«Ma qual è il problema, Seth? Mando una dozzina di soldati ben addestrati»
Ma Seth non è convinto e notando i dubbi di Stefano risponde: «Che sia chiaro non è per te… Mi fido di te e del tuo giudizio, ma quei due ragazzi hanno nemici molto più potenti e pericolosi di quanto tu possa immaginare. Anche io faccio fatica a capire, ma è un dato di fatto»
«Sì, ho notato che dove sono loro ci sono guai, ma se la sono sempre cavata»
«Mi servono pochi uomini ma più che fidati, o Massimo non mi avrebbe mandato le coordinate in codice»
Stefano corre fuori e dopo aver dato ordine a un soldato torna dentro sotto gli occhi attenti di Seth.
«Ho l’uomo giusto» Riprende Stefano con un sorriso, e Seth gli fa’ cenno di proseguire. «Un amico di cui fidarsi ciecamente era ancora in città. Se lo trovano non vedo motivi per non accettare… E poi era in cerca… sì, in cerca di guai»
 
«SIAMO NEI GUAI!» Urla Massimo pochi istanti dopo iniziata la caduta della botola, che finisce poco dopo in una grande pozza d’acqua senza uscita, e così ci ritroviamo al buio e bloccati.
«E adesso? Come facciamo ad uscire da qui?» Chiede Slama poggiandosi alle pareti e cercando una via di uscita.
«Ecco fatto…» Inizio. «Cerca con i tuoi poteri, Andrea. Controlla eventuali meccanismi, Andrea. Ed eccoci finiti in una maledetta trappola!» Mi giro verso Slamacow. «E tu poi mi devi spiegare come avete fatto a entrare!»
«Era aperto…» Risponde Slama, che voltandosi pian piano prosegue. «Si è aperto da solo quando ci siamo avvicinati»
Io nemmeno rispondo, e mentre ancora nuoto mi passo la mano sul volto come segno di disappunto.
«E tu non dici niente, Massy? Ehi, ma dove sei?»
Un istante dopo una mano mi afferra la caviglia e subito dopo qualcosa esce dall’acqua.
«Uff… profondo questo buco…» Esordisce Massimo prendendo fiato
«Ma sei scemo? Mi hai fatto prende un colpo, idiota!» Lui scoppia a ridere e gli tiro un pugno sulla spalla.
«Dai su, non l’ho fatto di proposito. Comunque se volete uscire da qui dovete prendere un bel respiro »
«Hai trovato l’uscita?»
«Non lo so, dipende da quello che troviamo dall’altra parte…»
Io e Slama ci guardiamo e lo seguiamo in fondo a quella che da trappola mortale con grande assi in ferro per infilzare gli intrusi si è trasformata in una vasca. Raggiunto il fondo troviamo una porta bloccata. Massimo prova a spingerla facendo leva su alcune assi sul fondo e subito lo imitiamo, ma la porta non cede. Allora lui mi fa’cenno di usare il trapano, ma gli faccio capire che non può funzionare sott’acqua. Lui insiste, così gli faccio vedere, ma ecco che lui posa le mani sul motore e l’acqua e intorno ad esso ci crea una sorta di bolla isolando all’asciutto l’attrezzo. Pochi istanti e la porta è un ricordo, e noi veniamo risucchiati nel vortice che si crea finendo in un corridoio a un centinaio di metri dalla trappola.
«Visto che ha funzionato? Uomo di poca fede»
Ma prima che gli chieda il come parte alla ricerca di indizi ispezionando una alla volta tutte le porte che trova lungo il cammino, invitandoci a fare lo stesso.
«Trovato niente, voi?» Chiede Slama uscendo da una delle porte.
«No, niente» Gli rispondo
«Sembra che qui non ci sia nessuno da parecchio tempo… Cerchiamo segni di vita più recenti»
Proseguiamo lungo i corridoi con passo più veloce, superando stanzoni e raggiungendo la grande sala centrale senza trovare nulla.
«Assurdo… possibile che non ci sia niente qui dentro?»
Provo a usare i mie poteri, ma non trovo niente di niente. Il massimo che riesco a fare è farmi un’idea generale della forma della costruzione.
«Niente, non trovo nessun meccanismo, nemmeno per sbaglio»
Massimo si è avvicinato a una parete e la osserva incuriosito.
«Hai visto qualcosa?» Chiede Slamacow, sempre più preoccupato per la sorte dei suoi amici.
«Questa parete si muove, guardate i segni a terra. Dobbiamo solo capire come»
«Beh, proviamo a spingere…» E poggiando le mani attivo l’armatura, potenziando la mia forza. La parete sembra reagire e scricchiola un po’, ma non accenna a muoversi.
«Fammi provare in un altro modo» Massimo mi fa cenno di allontanarmi e poggia la mano sulla parete. Un filo di fumo nero sembra uscire dalla manica, e si infila tra le fessure del muro. Dopo pochi istanti il fumo scompare e Massimo si allontana.
«Che hai fatto?» Gli chiedo, e guardandolo negli occhi noto che sono diventati rossi come se avesse alzato un macigno e si fosse sforzato troppo.
«Niente, tutto ok… Mi è venuto solo un gran mal di testa, ma ne è valsa la pena» Si sposta di una ventina di passi avvicinandosi a un mosaico e premendo due figure fa’ scattare un meccanismo alle spalle della parete aprendo il passaggio.
«Ottimo! Ma come facevi a sapere…?» Mi volto verso di lui e lo vedo seduto a terra, appoggiato con la schiena alla parete.
«È lunga da spiegare…»
«Tutto a posto, Massimo?» gli chiede Slam avvicinandosi.
«Sì, sì…» Alza la testa poggiandola a parete e riprende con un sorriso. «Tutto ok, ho solo bisogno di recuperare un attimo. Mi sembra di aver fatto miglia in un secondo»
Aiutato da Slamacow si rialza in piedi, mentre io ispeziono il passaggio appena aperto. Le torce accese sono il primo segnale di un recente passaggio. Riprovo ad utilizzare i miei poteri estendendo una sorta di campo elettromagnetico intorno a me che reagisce come un sonar al contatto di essere viventi, che in piccola parte generano un piccolo campo elettrico con il loro cuore e il loro cervello.
Percepisco alcuni movimenti di esseri non umani, probabilmente zombi, poiché non sento pulsare il loro cuore, e faccio cenno ai miei compagni di accostarsi alla parete e fare silenzio. Come previsto uno zombi sbuca davanti a noi, infondo al corridoi, ma non nota la nostra presenza e prosegue per la sua strada.
Raggiunto l’incrocio e seguendo il mio “senso di ragno” voltiamo a destra scendendo su una rampa di scale che porta in una sala.
«Qui stiamo attenti, percepisco qualcosa ma non ne capisco la natura»
Massimo si è più o meno ripreso e sfodera la spada. Noi lo imitiamo. I rumori che prima si sentivano in lontananza ora si sono trasformati prima in lamenti, poi in urla di terrore e a tratti si sente un urlo, un urlo che non appartiene a questo mondo.
Troviamo una stanza, che apriamo per controllare, e l’odore che ne fuoriesce è più che eclatante: è una sorta di deposito dei cadaveri e tra di loro riconosciamo alcuni degli scomparsi a cui manca un arto, e ad alcuni non solo quello.
«Maledetti… Che razza di posto è questo?» Massimo è indignato, mentre da un’ occhiata ai corpi per capirne la morte. «Ad alcuni sembra che abbiano strappato gli arti mentre erano ancora vivi… È una morte atroce, chi è il pazzo che ha fatto tutto questo?»
«Quello che mi da’ da pensare è cosa ci vogliono fare di quello che prendono…» Rispondo tornando a guardare fuori. Slama non risponde, è terrorizzato, ma allo stesso tempo può ancora sperare, visto che tra quei corpi non ci sono i suoi amici.
Riprendiamo la ricerca tra un corridoio e l’altro cercando di individuare i lamenti, e finalmente troviamo quelle che sembrano essere le prigioni, sorvegliate da alcuni zombi e scheletri.
«Bene, se quelle sono quello che penso abbiamo trovato i prigionieri. Dobbiamo solo liberarci delle guardie»
«Bene, andiamo!»
Slamacow parte deciso, ma Massimo subito lo ferma: «Non con tutta questa fretta, non serve a niente»
Slama lo guarda turbato ma io ho già capito, e esco allo scoperto con i miei fulmini pronti a colpire.
«Sta a guardare…» Gli sussurra Massimo, ma subito dopo cambia espressione «Andrea attento!» Ma è tardi, il primo fulmine va a segno carbonizzando il primo zombi, ma tutti i successivi vengono risucchiati da due accumulatori che escono dalle pareti subito dopo il mio primo attacco, e oltre a impedirmi di attaccare mandano la loro energia a della Macchine di Tesla che iniziano a lanciare saette a loro volta, costringendomi a difendermi.
«Datemi una mano, presto!»
Slama parte in mio soccorso con la spada fornita da Massimo incantata con affilatezza e aspetto di fuoco, ma le saette iniziano a colpire anche lui, che si vede costretto a mettersi dietro di me. Imperterrito, inizia a raccogliere da terra tutto quello che trova e a lanciarle con una velocità, potenza e precisione da far rabbrividire un arciere. I Mob accusano il colpo rallentando l’avanzata. Qualcuno finisce a terra tramortito. Purtroppo gli oggetti finiscono con la stessa velocità con cui vengono lanciati, e rimane così disarmato.
«Prendi il mio arco, presto!» E la lotta riprende. Poi ad un tratto noto qualcosa di diverso negli accumulatori… sembrano avere qualche guasto.
«Andrea, colpisci a piena potenza gli accumulatori e scappiamo!»
Tento di dissuaderlo, ma voltandomi noto che gli occhi di mio fratello sono nuovamente rossi ed è accasciato a terra. Deve aver fatto qualcosa, cosi reagisco di conseguenza: carico due colpi e li scaglio contro di loro. Questi accusano il colpo e dopo qualche istante le Tesla smettono di sparare. Non contento scaglio un’ulteriore scarica per poi buttarmi a terra con Slama, ed ecco che gli accumulatori saltano in aria portando via con se’ la maggior parte dei Mob che erano nelle vicinanze.
«Adesso siete miei!» Carico una grossa sfera di elettricità tra i palmi delle mani «Bombarda elettrica!» La lancio nel piccolo gruppo di sopravvissuti che si stava ricompattando e quella esplodendo polverizza tutti i Mob rimasti in piedi, forzando anche la porta di ferro che chiudeva la prigione.
Al mio urlo Massimo scoppia a ridere, e mentre mi avvicino per sincerarmi che stia bene si è già fatto aiutare ad alzarsi e si regge la testa. «Bombarda elettrica! Sto morendo dal ridere… e mi sta scoppiando la testa, non so se ridere o piangere!»
«Va bene, ho esagerato, ma hai visto che risultato?» Gli rispondo iniziando a ridere anche io, prestandogli la mia spalla come appoggio.
«Voi siete proprio strani, ragazzi…» Risponde Slama.
«Parla quello sano di mente! Che poi ancora non ho capito perché ho la sensazione di conoscerti»
Questa volta scoppio io a ridere portandolo fin dentro la sala dove, come supposto, troviamo i sopravvissuti che subito si alzano in piedi e si accostano alle sbarre chiedendo aiuto.
«Tranquilli, siamo i fratelli di Enderia! Siamo qui per liberarvi»
Slamacow cerca subito i suoi amici nella dozzina di persone rimaste, ma poi indietreggia con gli occhi tristi.
«Cosa c’è, Slama? parla» Gli chiedo, mentre appoggio Massimo a terra per farlo riposare.
«Non ci sono… i miei amici non ci sono…» Mormora lui con le lacrime agli occhi.
«Saranno in altre celle…»
Ma uno dei prigionieri ne nega l’esistenza e confessa al nostro amico che proprio quella mattina era… toccato il loro turno… e da allora non ne sapevano più nulla. Slama, ancora più triste e rassegnato si lascia cadere su una sedia e si mette le mani tra i capelli, singhiozzando.
«Non ne abbiamo trovati tre… Dai, non ti arrendere, cerchiamoli in tutto questo tempio del terrore»
Mentre glielo dico apro le prigioni forzando la serratura e sento aprirsi una porta «Bravo, non ti arrendere!»
Ma qualcosa non quadra. Alzo lo sguardo, e i prigionieri si sono fatti indietro. Scuoto la testa confuso e poi seguo il loro sguardo.
È uno zombi che ha aperto la porta, non il mio amico. Massimo è svenuto e Slama è perso nella sua disperazione.
Lo zombi si avvicina alla sua preda, che è li a qualche passo.
«Attento, Slama!» Grido, ma è troppo tardi: lo zombi è su di lui, e ormai lo ha preso. se lancio una saetta prenderei entrambi, cosi estraggo la spada e parto all’attacco.
Lo zombi allunga il braccio, ma a sorpresa non prende Slama. Afferra invece qualcosa sul tavolo vicino.
«ASPETTA!» Urla Slamacow prima che sferri il mio colpo. Poi si volta nuovamente e guarda lo zombi con più attenzione. Questo lo guarda a sua volta e dopo alcuni istanti di silenzio gli tira un pugno sulla spalla riprendendo a macchinare con il suo gioco elettronico.
«Dave, sei tu! Sei… vivo!» Lui alza la testa al richiamo del suo nome, per poi tornare a giocare.
«Dave, ma certo… Visto, Slama? Sta bene… più o meno… Mai disperare!»
Lui lo abbraccia per poi tornare serio.
«E Bart?» Gli chiede. Lui rialza la testa per poi tornare verso la porta da cui era arrivato
«Voi prendete queste armi e restate qui. Non abbandonate mio fratello, c’è una squadra in arrivo. Controlliamo quella stanza e vi portiamo subito via da qui»
«Va bene, ma fate presto… questo posto è maledetto» Risponde uno dei prigionieri, che si apposta all’ingresso. Dave e Slama nel frattempo sono già entrati e subito li raggiungo. Li trovo vicino a una sorta di capsula di vetro in una specie di laboratorio o sala torture, ad osservare quello che sembra un Enderman addormentato. Accendo una luce che da’ direttamente sulla capsula, risvegliando l’ospite che sembra bloccato, incapace di teletrasportarsi.
«Direi meglio così. Lo lascerei li, se non sei contrario…» Slama annuisce con la testa, ma poi la inclina su un lato continuando a fissare il mob.
«Bart…» E si avvicina posando le mani sul vetro. «Bart, sei tu?»
Il mostro imita il suo movimento posando la sua mano sul vetro.
«Andrea è lui! dobbiamo tirarlo fuori di qui!»
«Ma sei scemo? Come fai a essere sicuro? Potrebbe essere il responsabile delle sparizioni!»
«No, ti dico che è lui! Ah, lascia stare, faccio da me»
Si volta prende una panca posata a parete e come un martello inizia a colpire il vetro che subito si incrina.
«Rompiti, maledetto! lascia andare il mio amico!»
Colpisce nuovamente e un vetro si rompe. Un attimo dopo il Mob è fuori, vicino a Slamacow, e lo fissa negli occhi. Poi fa’ un urlo e gli mette una mano in testa.
«Sì, lo sapevo che eri tu, amico mio…» Risponde Slama sorridendo.
«Questa non me l’aspettavo… cioè, sì, ma… Bah, non importa adesso. Ora andiamo, solo che… come faremo a distinguerlo dai normali Enderman?»
Bart mi guarda, lancia un altro urlo e scompare, riapparendo vicino a una scrivania poco più in la, prende uno smoking e un papillon violaceo e li indossa, per poi scomparire e tornare al punto di partenza.
«Beh, ecco, risolto» Risponde Slama, che subito dopo da una camicia a Dave, lo zombie.
«E questa è la tua camicia, cosi distinguiamo anche te»
«Direi che ce l’abbiamo fatta. I tuoi amici sono sani e salvi, più o meno»
«Sì, sono salvi. Ci dovremo abituare alla nuova situazione, ma non vedo dove sia il problema»
«Già, solo che vi consiglio di allontanarvi per conto vostro. Non credo che gli uomini dietro quella porta possano comprendere. Forse un giorno ci rivedremo»
«Sì, e ci faremo un’altra chiacchierata. Salutami tuo fratello e ringrazialo da parte mia! Solo… da dove usciamo?»
Bart alza la testa e fissa un buco sulla parete, forse il passaggio utilizzato dal rapitore Ender.
«Ecco la risposta» Gli dico seguendo lo sguardo di Bart. «Mi raccomando, non cacciatevi nei guai!» Bart si accosta ai suoi amici, e dopo aver posato le sue mani su di loro fa’ un urlo, dopodiché scompare in un vortice di particelle portando con sé Dave e Slamacow.
Dopo l’ultimo urlo Massimo entra nella stanza. Ancora un po’ stordito vede i tre amici un attimo prima che scompaiano nel nulla, pronto a combattere.
«Ehi, ma cos’ è successo? Slamacow… l’hanno preso?»
«No Max, la sua missione e compiute e i suoi amici sono salvi… più o meno»
«Ma se lo hanno catturato quell’Enderman e quello zombi!»
«Ancora non ci sei arrivato?» Gli dico a quel punto, tra il sorpreso e l’esasperato.
«Arrivato dove? Che stai dicendo?»
Non gli rispondo, gli metto la mano sulla spalla e mi avvio verso i prigionieri che si sono affacciati senza vedere nulla, se non la terrorizzante stanza.
«Ora se permetti esci fuori, voglio distruggere questo posto» Lui ancora stordito e perplesso della mia risposta esce fuori assorto nei suoi pensieri.
«Bene, e adesso vediamo di lasciare una bella carica di esplosivo elettrico qui dentro e distruggiamo tutto» genero una grossa sfera usando un blocco di pietra come punto di concentrazione e lo lancio dentro la stanza
«Bene, adesso andiamo via di qui!»
Dopo pochi minuti siamo fuori dal tempio, e dal suo interno si sente una grossa esplosione che fa’ vibrare il terreno.
«Ecco fatto, ora quel posto non esiste più»
Ci inoltriamo nella giungla uscendo dopo un quarto d’ora con tutti i prigionieri salvati a nostro seguito. Una volta usciti raggiungiamo la montagna isolata con il doppio picco e proprio oltre ad essa incontriamo il gruppo di soccorso a cavallo, capitanato dal nostro amico Dreadlord.
«Ragazzi state bene? Siete riusciti a salvarli tutti? E il vostro amico?»
«Questi sono i sopravvissuti. Cinque morti e almeno tre dispersi, a seconda di quanti sono scomparsi realmente dalle città. Per quanto riguarda Slama… Beh, la sua missione è compiuta e ha preso un’altra strada con i suoi amici»
«Bene, molto bene. Siete sempre i migliori! E quel fantomatico tempio?»
«Andato. Andrea lo ha distrutto, e non si faranno più…  “esperimenti”,  li dentro»
«Beh, allora non mi è rimasto che portarvi tutti a casa»
I soldati dopo aver curato i feriti aiutano a far salire i sopravvissuti su dei carri arrivati verso sera ai piedi della montagna.
«Vi unite a noi o proseguite da soli?» Chiede Dreadlord una volta completata l’operazione.
«Noi veniamo per conto nostro… Su questa vecchia mappa è indicato un villaggio e vorrei dare un’occhiata»
«Resto con lui, qualcuno lo deve pur controllare» Aggiungo sorridendo.
«Non vi stancate mai, vedo… Va bene allora, darò vostre notizie a Seth e gli comunicherò il completamento della missione. Noi tre ci rivedremo sicuramente, un giorno o l’altro»
E dopo un saluto si avvia con la carovana.
«Non c’è nessun villaggio, vero Massy? Vuoi solo dare un’occhiata in più al tempio»
«Sì, è vero» Risponde salutando l’ormai lontano amico che si allontana con il sole in tramonto «Quando ho usato i miei poteri ho percepito qualcosa di strano in cima, e lo stesso fatto che anche i tuoi inizialmente non fossero così efficienti mi da’ da…» Mentre parla si volta e qualcosa attira la sua attenzione verso la montagna, e saluta per niente convinto qualcuno.
«Ehi, chi saluti?» Gli chiedo voltandomi, e vedo sulla cima, alla luce fioca del sole in tramonto, tre figure che subito riconosco: quello a destra saluta vistosamente a braccia aperte e io contraccambio con il mio braccio.
«Ma quelli sono…» Fa’ Massimo, che solo adesso inizia a capire. Un urlo Ender e i tre scompaiono nel nulla.
«Ci hanno voluto salutare prima di partire. Sono proprio dei bravi ragazzi…»
Massimo mi guarda e sbarra gli occhi.
«Ma certo! Slamacow, Dave e Bart! Come ho fatto a non capire? Abbiamo viaggiato con il folle Slamacow per tutto questo tempo e non me ne sono mai accorto!» Io scoppio a ridere «E tu lo sapevi e non mi hai detto niente!»
«Dai, fratellone, non te la prendere… lo sanno tutti che sei uno smemorato. E poi era troppo divertente vedere la tua faccia quando capivi che stavi dimenticando qualcosa!»
E con un’ultima risata faccio dietrofront e mi dirigo con lui verso la costruzione.
  
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