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Autore: j a r t    21/03/2016    1 recensioni
Dal primo capitolo:
L'espressione di Michael si addolcì.
«Sì, lui guadagna bene. Noi viviamo insieme, ma io non volio stare a sue spese... non so se tu capisce cosa voglio dire» riprese, mentre con uno straccio asciugava il bancone.
«Capisco.»
Federico sorrise.
«Sei un bravo ragazzo, Michael.»
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez, Morgan, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- 18 -
 
Finalmente Marco aveva abbandonato quell’aria saccente che aveva infastidito Federico per tutto l’arco del suo racconto. Ora invece l’uomo passeggiava pensieroso avanti e indietro calpestando rumorosamente il pavimento del proprio soggiorno, e rendendo l’altro ragazzo ancora più nervoso.
Marco si fermò improvvisamente di fronte al più giovane - seduto sul divano - e incrociò le braccia al petto.
«Quindi, vediamo se ho capito bene il tutto» cominciò con la sua voce fastidiosamente roca.
Federico annuì per invitarlo a proseguire.
«Michael ha avuto la proposta per un contratto discografico a Londra, ma non l’ha accettata perché contemporaneamente anche tu hai avuto il tuo contratto qui in Italia e lui non vuole che vi separiate. Giusto?»
«Perfetto.»
Federico si impose una certa calma nonostante l’atteggiamento irritante dell’uomo, che a malapena sopportava. Doveva riuscirci, però, se voleva aiutare Michael, perché quella era l’unica soluzione possibile e Marco era l’unico uomo che avrebbe potuto aiutarlo.
«Prima di continuare... sei sicuro che sia davvero così o ti stai solo facendo delle seghe mentali
Federico boccheggiò perché non ci aveva pensato. Ma poi immediatamente sopraggiunse un altro pensiero che lo aiutò a convincersi.
«È così, ne sono sicuro. Ha avuto vari atteggiamenti che me lo hanno confermato.»
Marco annuì e cambiò completamente atteggiamento. Federico ringraziò mentalmente per questo, perché l’uomo adesso sembrava volerlo aiutare seriamente.
«Va bene, ho capito. Praticamente mi stai chiedendo di aiutarti a spezzargli il cuore.»
Federico deglutì e abbassò lo sguardo. Messa su quel piano, così schiettamente, il solo pensiero gli faceva male. Ma spezzare il cuore a Michael era l’unico modo per farlo allontanare da lui e seguire il suo sogno. Il tatuato annuì debolmente e Marco proseguì.
«In sostanza questa sera voi andrete a ballare in discoteca e ad un tuo messaggio dovrò raggiungervi e appartarmi nel bagno. Tu troverai la scusa di dover fare pipì e ci metterai più tempo del dovuto, così Michael verrà a cercarti e ci beccherà che stiamo limonando. È così?»
«Sì, è così.»
Federico non impazziva all’idea di dover limonare con un uomo tanto più grande di lui, né di dover limonare con l’uomo con cui una volta Michael lo aveva tradito. Ma l’unica altra possibilità era Danny, e non se ne parlava proprio. Meglio Marco, a quel punto.
«E questo lo ferirà a morte, così tanto che secondo te prenderà il primo volo per Londra e addio.»
«Tu cosa ne pensi?»
«Penso che può funzionare.»
Il tatuato si sentì più sollevato, per quanto quell’imminente futuro glielo permettesse.
Marco si alzò e si diresse verso la vetrinetta in cui teneva i liquori.
«Rum?»
«Va bene» sentenziò Federico sospirando e gettando la testa all’indietro contro il divano.
Marco riempì i due bicchieri di vetro e ne porse uno al ragazzo, che annuì in segno di ringraziamento.
«Ti ringrazio per quello che stai facendo.»
Marco si sedette accanto a lui sul divano e sorseggiò dal bicchiere.
«Sto dicendo addio alla mia amicizia con Michael, ma lo sto facendo per lui. Perché gli voglio bene e so che merita di diventare quello che vuole.»
«Non fa una piega.»
Federico ci restò un po’ male per quello. In fondo non gli aveva fatto nulla.
«Però stavate bene insieme, credo. Lui ti ama molto.»
Federico annuì.
«Anch’io lo amo. È per questo che devo lasciarlo andare.»
 
Quel pomeriggio Federico se ne stette sul letto a guardare il soffitto per gran parte del tempo.
Non gli andava di scrivere rime o di riascoltare e aggiustare i suoi beat, non gli andava di fare davvero nulla. Perciò se ne stava così, a fissare il niente e a pensare a Michael che in cucina armeggiava con i fornelli per preparare un dolce. Michael amava preparare i dolci, li faceva sempre quando aveva tempo. Anche quella cosa gli sarebbe sicuramente mancata: il profumo di dolci sempre diverso che invadeva la casa e il riccio che prontamente gli portava in camera da letto qualche biscotto o fettina di torta in preview, come diceva lui.
Federico sorrise tristemente.
Finalmente aveva trovato il ragazzo perfetto per lui, dolce e sensibile e l’esatto suo opposto di cui aveva bisogno, e dopo quasi un anno doveva già lasciarlo andare via. Si erano appena completati e già dovevano abbandonarsi.
Strinse i pugni e li affondò nel letto morbido, con rabbia. Le lacrime cominciarono a rigargli il volto e lui non si curò neanche di pulirsele via con la manica della maglia, come faceva sempre.
Provava rabbia per quel destino malvagio che si era frapposto tra lui e Michael.
Non era affatto pronto a dire addio a tutto quello. Alla presenza di Michael, al suo tornare alle tre di mattina quando lavorava; al suo italiano ancora incerto e a quelle espressioni buffe e tenere allo stesso tempo; a tutto ciò che lo aveva fatto innamorare di lui.
A Michael, semplicemente, perché lui era tutto il suo universo e gli stava dicendo addio.
 
Michael richiuse il forno sbuffando e si tolse i guantoni da cucina gettandoli da qualche parte.
«Hai visto Fede? È setembre ma fa ancora caldissimo, sto morendo con questo forno aceso
Federico sorrise tristemente dalla sedia di fronte su cui era seduto: gli sarebbe mancato anche il lamentarsi continuo di quel pasticcione.
«Vieni qui» gli disse dolcemente e Michael acconsentì gongolando mentre andava a sedersi sulle sue gambe.
«Sei pesante, cazzo!» Affermò Federico e il riccio gli diede un pugno alla spalla e gli lanciò un’occhiataccia.
Il tatuato rise e si massaggiò il braccio colpito.
«Stronzo» borbottò il più grande, ma poi lo baciò rapidamente sulla guancia.
Il riccio prese a far ciondolare delicatamente le gambe e Federico gli afferrò la nuca per baciarlo lentamente e con passione sulle labbra. Quando si staccarono si sorrisero teneramente - il sorriso di Federico che aveva già quel retrogusto malinconico.
«Tu è stranamente dolce, ogi» ridacchiò Michael.
«È che ti amo. Ti amo tantissimo.»
Gli occhi di Federico divennero improvvisamente lucidi e per nasconderli li chiuse e baciò nuovamente sulle labbra Michael. Il tatuato riaprì gli occhi solo quando fu sicuro di aver ricacciato indietro le lacrime che minacciavano di sgusciare via. Il riccio per fortuna non si accorse di nulla,  semplicemente gli mostrò un grosso e luminoso sorriso.
«Anche io» gli disse baciandolo rapidamente di nuovo.
«Allora più tardi andiamo a quella festa in discoteca?»
Michael si rialzò dalle gambe di Federico sbuffando e si diresse a controllare il pasticcio di verdure che aveva messo in forno.
«Ti ho deto che non mi va, Fedé
«Ma perché? Dai! Sembri un nonnetto che se ne sta a casa sulla poltrona ad accarezzare il suo gatto il sabato sera, mentre tutti i giovani vanno a divertirsi in discoteca.»
Il riccio si girò con sguardo assassino verso di lui.
«Sembri un vecchietto di ottant’anni! Dai, è la tua serata libera!» Infierì Federico.
«No sono un vechietto di ottanta anni» scandì Michael.
Il tatuato allargò le braccia.
«Allora andiamoci!»
Il riccio roteò teatralmente gli occhi al cielo e si accovacciò per guardare il pasticcio che cresceva con il calore del forno.
«E va bene, stavolta hai vinto tu» sospirò esasperato.
Federico sorrise: almeno il primo passo era andato.
 
Dopo cena Federico stette almeno venti minuti a guardare il suo armadio e decidere cosa mettersi, tanto che gli sembrò di essersi trasformato in Michael. Il riccio era invece già quasi pronto quando diede una mano al suo ragazzo a scegliere dei vestiti adatti a ballare in discoteca. Federico si vestì mentre Michael si dava l’ultima spruzzata di profumo e prendeva le chiavi dell’auto del tatuato.
«Andiamo?» Gli domandò.
Federico si guardò attorno e controllò di aver chiuso tutte le tapparelle.
«Sì, andiamo.»
 
Già in auto Federico aveva l’ansia alle stelle. Quella sarebbe stata quasi sicuramente l’ultima serata con il suo ragazzo, con la persona che amava e che stava per lasciar andare via. Michael era sereno e ignaro di tutto: rideva e parlava fin troppo, come sempre, mentre Federico era rigido e mostrava solamente sorrisi tirati.
«Fede mi stai ascoltando? Tuto bene?»
Michael attirò la sua attenzione con quella domanda e il tatuato decise di darsi una calmata, almeno per far filare tutto liscio.
«Sì, certo, tutto bene.»
Gli sorrise, stavolta con un sorriso sincero per non farlo impensierire. Il riccio al suo fianco tornò a parlare tantissimo, finché Federico non parcheggiò l’auto e scesero per dirigersi verso la piccola discoteca.
Esibirono i biglietti al buttafuori all’ingresso e posarono i loro cappotti nell’armadio custodito che c’era all’ingresso.
La serata trascorse tranquilla: Federico riuscì a calmarsi e a godersi l’ultimo appuntamento con il suo ragazzo. Mangiarono degli stuzzichini e poi ordinarono un paio di drink leggeri, dato che nessuno dei due aveva voglia né motivo di ubriacarsi. Si buttarono in pista e ballarono per un tempo indeterminato, divertendosi davvero tanto - contro ogni previsione di Michael. Poi Federico controllò l’orologio e l’ansia lo riportò con i piedi per terra. Era il momento. Mandò un messaggio a Marco dicendogli di arrivare, poi riprese a ballare con il suo ragazzo.
Michael ci passò sopra la prima volta, ma quando vide il tatuato riprendere il cellulare in mano e leggere qualcosa per poi riposarlo in tasca, si avvicinò al suo orecchio.
«Chi era?» Gli domandò urlando per farsi sentire.
«Niente, mi erano arrivate delle notifiche di Twitter!»
Per fortuna Federico risultò convincente. Attese qualche minuto, poi fece cenno a Michael di seguirlo verso il bancone e questo gli andò dietro, anche se non ne comprese il motivo.
«Mich, devo andare a fare pipì!» Urlò al suo orecchio Federico, giusto quanto bastava per farsi udire nella confusione.
Il riccio annuì e gli rispose che lo avrebbe aspettato lì.
 
Quando Federico entrò in bagno Marco lo stava già aspettando da diversi minuti. Il tatuato si richiuse la porta alle spalle e sospirò.
«Allora?» Domandò Marco.
«Non voglio più farlo. No, io... non ci riesco. Non posso fargli questo, non posso. Capisci?»
Pronunciò tutte le frasi come un fiume di parole in piena, mentre gli si formava un groppo in gola e aveva gli occhi lucidi.
Marco sbuffò e incrociò le braccia al petto.
«Lo stai facendo per lui. Te ne sei dimenticato? Hai già fatto questa scelta, Federico, non tornare indietro.»
Federico lo guardò frustrato e si scostò dalla porta per passeggiare avanti e indietro in quel bagno piccolo e sporco.
«Gli spezzerò il cuore...»
«Ma con il tempo gli passerà! Andare a Londra per lavoro lo aiuterà a distrarsi. Si riprenderà.»
Federico lo guardò in faccia e costatò che fosse sincero. Allora gli si avvicinò e lo abbraccio perché in quel momento semplicemente gli andava di farlo. Era stato il suo più acerrimo nemico (dopo Danny), ma ora era l’unico a supportarlo e non poteva evitare di ringraziarlo.
«Non voglio limonare con te» si lamentò Federico.
«Neanch’io.»
Entrambi fecero una smorfia al pensiero di baciare l’altro, ma dovevano superare quel piccolo ostacolo. Sarebbe durata poco - speravano.
Marco prese l’iniziativa e appiccicò le sue labbra a quelle di Federico. Restarono così per diversi minuti, prima di sentire la porta spalancarsi e allora approfondirono il bacio con più passione. Chiusero entrambi gli occhi e sperarono davvero fosse Michael, perché altrimenti sarebbe stata una grandissima figura di merda.
Quella notte il cuore di Michael si frantumò in mille pezzi.


ANGOLO AUTRICE
Vi avevo detto che si sarebbe capito tutto e ho mantenuto la parola v.v non ho molto da dire in questo angolo autrice (strano, eh?) solo che al 90% mancheranno altri due capitoli (19 e 20) e che GRAZIE veramente di cuore per tutte le attenzioni che state dedicando a quetsa storia qui e su Wattpad. Davvero grazie mille, non posso fare a meno di ringraziare uno per uno tutti coloro che leggono e recensiscono <3 se avessi una salsiccia di porco per ognuno di voi ve la spedirei adesso <3 siete la mia felicità, sappiatelo.
À bientôt <3
  
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