Film > Re Leone
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Autore: MadogV    21/03/2016    2 recensioni
la lotta per il potere...
...le sfrenate passioni...
...gli intrighi...
...i tradimenti...
furono affrontati con indomito coraggio da colui che solo....
era il re della Savana (intro preso da Xena-La principessa guerriera).
Ed è quello che troverete in questa fanfiction dove il povero Simba si troverà davvero a capire il peso dei doveri di un re.
Fiction sospesa fino alla fine del mese causa motivi personali
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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SORPRESA- UN UOVO DI PASQUA ANTICIPATO.

 È solo un assaggio però, per il resto dovete davvero aspettare dopo pasqua.

I problemi personali sono moderatamente risolti.

Per quanto riguarda Arendelle aspettate ancora, quando farò uscire il 4 capitolo di questa Fanfiction e poi procederò con due capitoli a settimana, uno di Arendelle e uno del Re Leone (questo sempre dopo Pasqua).

Buona lettura e ricordatevi quello che fra grande uno scrittore, sono i suoi lettori: recensite, consigliate e criticate.

I due carnivori si avventarono l’uno contro l’altro cercando di uccidersi a vicenda, graffiandosi, mordendosi e spintonandosi.

Alla fine, con le zanne snudate e gli artigli sfoderati, il più forte dei due afferrò l’altro per la collottola, sbattendolo contro i resti ossei di un elefante morto.

“Tabaqui, lurido licaone vattene.” Disse Shenzi quasi senza fiato.

“Si, lurido licaone vattene.” Ripete Banzai

Mentre, invece, Ed si limitò solo a sghignazzare follemente, come suo solito.

“Maledette iene, siete forti solo quando siete in branco.” Disse Tabaqui sputando del sangue.

“Veramente ti ho battuta da sola.” Rispose Shenzi

“Già, ti ha battuta da sola.” Ripete Banzai

Ed si limitò solo a sghignazzare follemente.

Il licaone Tabaqui,vistosi sconfitto, se la filò a rotta di collo lontano dal Cimitero degli Elefanti.

Il trio di iene tornò al suo covo, sito in un vallone roccioso del Cimitero degli Elefanti.

“Da quando Scar è stato sconfitto.” Disse Shenzi alle poche iene rimaste, che si erano riunite intorno alla loro leader:” la savana è diventata un luogo più rischioso per noi, solo quest’anno sono morte 75 di noi.” Continuò.

“Già, 75 di noi.” Riprese Banzai.

Shenzi ignorò il suo compagno e continuò a parlare:” Le Terre di Nessuno, dove prima cacciavamo liberamente, sono in mano ai Leoni esiliati ed è notizia che Simba stia combinando matrimoni con i branchi confinanti al fine di tessere una tela di rapporti che porti al più grande branco mai visto a memoria di elefante nella savana, e questo è male per noi.”

Vumbi, una delle iene più giovani, interruppe il discorso dicendo:” Per non parlare di Tabaqui e degli altri predatori più deboli che invadono il nostro cimitero.”

“Già” fecero eco le altre iene

“Uccidiamolo.” Dissero poi:” Si uccidiamolo.”

“Uccidiamo Tabaqui” gridarono in coro ripetutamente in una sorta di sinistra cantilena.

“No, Tabaqui non è alla nostra portata” intervenne Shenzi:” Ho altro in mente per il nostro futuro.”

“Già, ha altro per il nostro futuro.” Ripete Banzai.

Ma poi sia Banzai che Ed si voltarono stupiti verso Shenzi.  “Che vuoi dire?” chiese sottovoce Banzai.

“Vedrai” rispose, poi si rivolse alle altre iene.” Ora noi andiamo, lascio il comando a Kovu.”

 

Ossa di animali morti ed esalazioni fetide da geyser calcarici era questo il Cimitero degli Elefanti: un luogo spettrale e abbandonato, certamente non adatto ad un cucciolo.

“Papà, dove sei Papà?” guaiva il cucciolo smarrito:” C’è nessuno?  Aiuto! Aiuto!”

Le lamentose suppliche si perdevano però nel vuoto risuonando invero più vuote e desolate dello stesso posto.

Purtroppo il luogo era apparentemente desolato, perché in realtà era il covo delle ferocissime iene.

Infatti, in un vallone roccioso vicino ai geyser, alcune iene stavano discutendo.

“Cosa facciamo?” chiese Vumbi

Le rispose Janja:” Non lo so. Tu cosa vuoi fare?”

Rispose la prima iena: Senti, Janja, io dico "che cosa facciamo?", tu dici "tu cosa vuoi fare?"! Allora io dico "che cosa facciamo?", tu dici "tu cosa vuoi fare?"! "Che cosa facciamo?", "Cosa vuoi fare?", facciamo qualcosa!!

“Okay. Tu cosa vuoi fare?” rispose Janja

“Potreste andare a cercare del cibo.” Disse una terza iena di nome Mambo.

“Non c’era andata il capo.” Risposero Vumbi e Janja

“Stupida sorellina, se andava a caccia la mamma non avrebbe portato qualcun altro con sé?”

Vumbi si rivolse verso suo fratello Kovu e gli fece la linguaccia.” Antipatico saccente.”

“Andiamo in esplorazione” aggiunse Ujasiri

 Vumba, Janja e Ujasiri si lanciarono alla ricerca di qualche cosa per ammazzare il tempo

Vengo con voi, siete ancora troppo giovani per la caccia all’aperto.” Disse Kovu lanciandosi dietro alle tre iena, ma purtroppo aveva già perso le loro tracce.

“L’abbiamo distanziato?” chiese Vumbi

“Credo proprio di sì.” Rispose Janja, poi si avvicino a Vumbi e le sussurrò:” io ora mi allontano, tu non fare la brava.” Poi disse ad alta voce:” Io vado in avanti a controllare che sia sicuro, divertitevi.”

“Mia sorella è irritante.” Rispose Ujasiri

“Si hai proprio ragione” rispose con voce suadente Vumbi cominciando ad avvicinarsi a Ujasiri, per poi sussurargli nell’orecchio: “Ti amo. Ti amo.”

Ujasiri rispose:” Lo so.” E poi cominciò a strusciare la propria testa contro quella di Vumbi.

Cominciarono poi ad abbracciarsi e a strusciarsi, leccandosi l’un l’altro e coccolandosi a vicenda.

Intanto il povero cucciolo era ancora lì disperso che chiamava suo padre.

“Aiuto. Aiuto. Papà, dove sei Papà?” guaiva il cucciolo smarrito:” C’è nessuno?  Aiuto! Aiuto!”

Le sue grida accorate giunsero infine a Janja, la quale tornò subito indietro per avvisare la coppietta, ma vedendola cosi teneramente occupata, fece rotolare volontariamente alcuni sassolini per avvertirli del suo arrivo.

Niente, la coppietta era troppo concentrata a mordicchiarsi e a spintonarsi scherzosamente per accorgersi di qualcos’altro.

Janja allora prese un osso e lo lancio facendolo cadere con un sonoro tonfo. Niente, persistevano ancora a rimanere nella loro beata ignoranza.

Era comunque contenta, suo fratello e Vumbi non avevano poi così tanto tempo da soli, quindi se lo meritavano.

Si allontanò di nuovo per controllare se il cucciolo era scappato, ma era ancora là che ripeteva come un disco rotto le stesse frasi.

Janja quindi si fece coraggio e tornò in dietro a corsa gridano, per farsi sentire:” Ragazzi, ragazzi. Ho trovato la cena.”

I due innamorati si separarono e poi si lanciarono, con Janja, in corsa verso il luogo dove proveniva la voce e trovarono il cucciolo tutto spaurito e tremante di fianco ad un grosso cranio di un elefante.

 “Hai sentito?” chiese Janja

“Si” disse Ujasiri leccandosi i baffi.

“La cena ci sta chiamando.” Concluse Vumbi.

 “Avete visto mio padre?” chiese tremante.

Le tre iene risero avvicinandosi.” No, ma non credo che ti servirà. Povero cucciolo smarrito”

Si avvicinarono fameliche pregustando il pasto prossimo, ma improvvisamente il cucciolo cambiò espressione in volto: da spaurita divenne fredda e sprezzante.

“Povere stupide iene.” Rise sadicamente.” Siete cadute nella nostra trappola.”

“Trappola?” chiesero stupite le tre iene.

Dallo scheletro dell’elefante balzò improvvisamente un leone che con una furiosa zampata uccise con un sol colpo Ujasiri.

   
 
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