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Autore: Aquarius no Lilith    23/03/2016    0 recensioni
Questa storia è uno dei racconti integrativi della vicenda principale contenuta ne "La maledizione dell'amore eterno".
Aglae è la silver saint di Cassiopea e ha alle sue spalle un passato molto doloroso.
Quando farà ritorno al Santuario per la guerra sacra contro la dea Artemide, conoscerà un gold saint che nonostante i suoi cambi repentini di umore la farà innamorare di sé.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dell' amore eterno'
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Nota: il primo pezzo si ricollega direttamente al capitolo sei de "La maledizione dell'amore eterno".

<< Quando sono scesa prima alle pendici del Santuario, ho incontrato la mia madre naturale... >>, disse la maestra Yume.
<< Hai incontrato tua madre, dopo tutti questi anni?
Sono contento per te, ma non mi sembra che la cosa invece ti sia risultata così gradita, dallo sguardo che hai ora... >>, disse Milo di Scorpio.
<< Infatti, è così Milo.
Dopo aver parlato con lei, ella è scomparsa non lasciando alcuna traccia di sé, come quand’era giunta...
E ora conosco tutto quello che devo sapere su di lei e sulla mia famiglia d’origine, anche se però sinceramente avrei preferito continuare a non saperne nulla... >>
Milo rimase visibilmente sconvolto a quelle parole e dopo aver posato il mazzo di fiori sul tavolo, rispose:<< Che cosa vuoi dire?
Tua madre cosa mai ti avrebbe raccontato di così terribile? >>
<< Mi ha raccontato di essere la prima sacerdotessa della dea Artemide, mentre mio padre ne era un guerriero... >>
La maestra Yume ora era sul punto di piangere.
Milo, capendo il suo grande dolore interiore, la abbracciò forte, per farle forza e disse:
<< Fatti forza, amore mio.
Anche se questa cosa che ti ha rivelato tua madre è terribile, vedrai che riuscirai ad andare avanti lo stesso.
Io poi ti sarò sempre vicino, come le tue allieve... >>
<< E non c’è solo questo.
Infatti, c’è anche una cosa che riguarda da vicino me e te >>, rispose, scostandosi da lui.
<< Qualcosa che ci riguarda?
E che cosa mai sarebbe di così terribile?>>
<< Tu credi alla teoria della reincarnazione?>>
<>
<< Rispondimi e poi tutto ti sarà più chiaro >>.
<< Ci credo, Yume >>, rispose, convinto di quello che diceva.
<< Allora probabilmente riuscirai a credere a ciò che ti sto per raccontare e che risale a moltissimo tempo fa >>, gli rispose, guardandolo negli occhi.
<< All’epoca del mito visse una ragazza di nome Cassandra.
Ella era la prima guerriera della dea Artemide ed è colei che indossò per prima l’armatura, che ora io vesto.
Ella visse qui al Santuario per un certo periodo di tempo, come collegamento tra la dea Artemide e la dea Atena.
Durante tale periodo, ella si legò ad un guerriero della dea Atena e tale cavaliere era Endimione, l’allora cavaliere d’oro dello Scorpione >>, appena la maestra finì di pronunciare tali parole, osservò Milo che ora era pallido, in volto.
<< Dopo che la dea Artemide decise di far terminare la pace con la dea Atena, uccidendone tutti i seguaci, Cassandra dovette prendere una decisione molto difficile: restare al fianco della sua dea, tradendo però tutti i suoi ideali di giustizia, o tradire la dea Artemide, passando dalla parte della dea Atena, per non venire meno ai suoi ideali e restare accanto all’uomo che amava più di tutto e tutti...
Ella scelse la seconda possibilità con tutte le conseguenze, che ne derivarono...
Durante l’ultima battaglia tra gli schieramenti della dea Atena e della dea Artemide all’epoca del mito però, accadde una cosa terribile: prima che si riuscisse a sopire nella dea Artemide il suo lato malvagio, Cassandra venne maledetta dalla sua ex dea e tale maledizione si è protratta attraverso i secoli, perseguitando ogni sua reincarnazione fino a me >>.
L’espressione sul volto di Milo era tra lo stupito e lo sconvolto e sembrava completamente andato.
Se è per questo, anch’io ero seriamente sconvolta...
<< Tale maledizione fa in modo che alternativamente a ogni epoca, la reincarnazione di Cassandra muoia o veda morire, senza poter fare nulla, la persona che più ama al mondo.
In quest’epoca però, sembra che tocchi a me morire in battaglia...
Ora che sai la verità, vorrei sapere cosa ne pensi>>, disse, terminando così quel discorso tanto terribile.
Passò diverso tempo, prima che Milo parlasse.
<< Cavoli >>, esordì lui, sedendosi sul divano, << tutto quello che mi hai raccontato è sconvolgente e inverosimile allo stesso tempo.
Poiché però, ti considero una persona degna di stima e seria, oltre al fatto che sei la mia ragazza da sei anni e quindi ti conosco bene, ti voglio credere >>.
<< Sono felice che tu non mi creda matta, per ciò che ti ho raccontato.
E poi io sinceramente... >>
<< Una sola cosa però voglio sapere, Yume.
Prima che tua madre ti rivelasse tutto, tu ne sapevi già qualcosa?
Infatti, in questi anni passati, molte volte mi hai detto di avere intravisto, in alcune tue visioni. ricordi di tempi passati... >>
<< Nelle mie visioni, una sola volta sentii parlare di una maledizione, ma essa era solo citata e nient’altro...
Il fatto però, che in parecchie visioni fossero apparse persone similissime a me e a te, mi aveva un po’ messo in allarme, ma non te ne parlai mai, poiché non ti volevo spaventare con visioni, che andavano anche oltre la mia comprensione... >>
<< Capisco le tue buone intenzioni, ma avresti dovuto parlarmene lo stesso... >>
<< Lo so, ma non volevo che ti facessi idee sbagliate delle visioni che avevo avuto in sogno.
Ad esempio del fatto che le mie precedenti reincarnazioni erano sempre legate al cavaliere dello Scorpione dell’epoca, come Cassandra a Endimione e Isabella a Cardia >>, quando finì di dirlo, vidi negli occhi di Milo un’ombra di freddezza, che mai gli avevo visto.
<< Mi stai dicendo allora, che il nostro amore è forse legato a tale maledizione? >>
<< Che io sappia, non è così.
E poi penso, che il fatto che le nostre reincarnazioni si siano sempre innamorate l’una dell’altra, sia accaduto semplicemente perché le nostre anime sono affini e nient’altro... >>
Milo non rispose e si alzò in piedi, per poi iniziare a camminare per la stanza.
Sembrò passare un secolo, prima che parlasse.
<< A questo punto allora, mi vedo costretto a fare una cosa, che mai avrei pensato di fare.
In poche parole, Yume, vorrei che ci lasciassimo solo per un po’ di tempo, cosicché io possa riflettere al meglio sui sentimenti che provo per te >>.
Vidi la maestra sentirsi male a quelle sue parole e ella probabilmente senza forze, si dovette appoggiare al tavolo.
Milo le fu subito vicino e cercò di aiutarla, ma lo spinse via.
Le sue parole l’avevano certo profondamente ferita...
<< Non ho bisogno della sua pietà, cavaliere dello Scorpione.
E poiché lei ha cominciato a credere di punto in bianco che il nostro amore non abbia più valore, io me ne vado da questa casa e non avrete più a che fare con me.
Per questo motivo, vi lascio anche quest’oggetto, che pensavo avesse un valore per voi >>, gli rispose, sfilandosi l’anello e posandolo sul tavolo.
Sinceramente rimasi molto stupita da ciò che era appena successo...
La maestra non diede il tempo a Milo di dire o fare qualcosa, poiché prese la sua maschera e scappò via, correndo il più velocemente possibile.
Quando si ritrovò però per le scale che portavano alla casa della Bilancia, scoppiò a piangere a dirotto.
Dunque si rimise la maschera sul volto e sempre correndo, attraversò non so quante case.
A un certo punto però, si poggiò a una colonna di non so quale tempio, per riposarsi un attimo, poiché era certamente stremata dal dolore interiore che provava, oltre che da quello delle ferite sulle gambe.
Guardando la maestra alla sua destra, vidi vicino alla colonna la sagoma di una persona, che però non riconobbi...
Alla maestra mancarono le forze, tanto che cadde a terra, in ginocchio, ma prima di svenire, le sentii pronunciare solo due parole: << Maestro Saga >>.
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Mi svegliai all’improvviso tutta sudata, per il sogno appena fatto.
In esso avevo visto un avvenimento molto tragico, per la mia maestra.
<< Aglae, va tutto bene? >>, chiese mia nonna.
<< Sì, stai tranquilla nonna.
Mi sa però che domani sarebbe meglio, se partissi ad Atene >>, le risposi.
<< Allora, dopo colazione, ti darò una mano, a preparare la tua borsa.
Ma è successo qualcosa di grave? >>.
<< Grazie nonna, ma è meglio, se rimani a letto e non ti affatichi troppo.
Comunque è successo qualcosa alla maestra Yume ed è meglio che io torni >>.
<< Ah, se è per la tua maestra Yume, capisco la tua fretta di tornare.
Comunque dopo colazione, andiamo a fare spese >>, mi rispose, sorridente.
Dopo colazione, diedi una mano alla nonna con la spesa e poi la accompagnai da una sua amica, che ci aveva invitate a pranzo.
Solo verso le quattro di pomeriggio ce ne andammo e tornammo a casa.
Qui preparai la mia borsa da viaggio, che posai accanto al mio cloth box.
Avevo preferito, infatti, portarmi l’armatura, a causa dei problemi che si erano verificati molti anni prima, proprio in quella zona ...
La mattina presto successiva, mi alzai di buon’ora e, dopo aver salutato la nonna, m’iniziai a dirigere al massimo della mia velocità, verso il santuario di Atene.
Mi fermai però prima presso quello che era stato il villaggio, in cui ero nata.
Ormai non restavano altro che rovine, di quello che era stato il mio villaggio natale.
E i ruderi ormai, se li stava lentamente inghiottendo la natura...
Camminando per quelle strade ormai deserte, mi venne un groppo al cuore...
Mi fermai vicino alle rovine della mia vecchia casa e, mentre le osservavo, sentii due lacrime scendermi prepotentemente, lungo la guancia destra.
Proseguii poi verso il bosco, che un tempo circondava il villaggio, dove si trovavano le tombe degli abitanti del mio villaggio.
Mi fermai davanti alla lapide, che indicava i nomi dei miei genitori e di mio fratello.
Allora mi tolsi la maschera e posai un mazzo di fiori appena raccolti, proprio davanti alla lapide, che ormai cominciava ad accusare il suo tempo.
Mi venne così da ripensare ai miei cari, perduti per sempre, a causa di una stupida guerra...
Per quanto mi mancassero tutti loro, sapevo che si trovavano ancora nel mio cuore e che sarebbe stato così fino alla mia morte...
Dopo aver rimesso la mia maschera e aver lasciato un mazzo di fiori anche sulle lapidi degli altri abitanti del villaggio, ripresi il mio viaggio verso Atene.
Arrivai verso le undici di mattina al Santuario e dopo aver posato la mia borsa da viaggio e il mio contenitore dell’armatura a casa mia, mi avviai nel luogo, dove si trovava la mia maestra, ovvero la terza casa.
Sia il nobile Mu sia il sommo Aldebaran, avendomi riconosciuta, mi fecero passare e così raggiunsi la soglia della terza casa, senza alcun problema.
Una volta dentro la terza casa, mi bloccai, attendendo la comparsa del suo custode.
Quando vidi però comparirmi davanti Milo di Scorpio, restai interdetta.
<< Come mai sei qui, Aglae?
Non sapevo fossi già tornata >>, disse, sorpreso.
<< Potrei sapere chi è che vuole passare, attraverso la mia casa? >>, sentii dire dietro Milo.
Come la figura che aveva parlato si fece avanti, rimasi senza fiato.
Era un bellissimo ragazzo dagli occhi blu pallido e capelli blu scuro e aveva un fisico, in nulla dissimile dalle rappresentazioni statuarie degli antichi eroi greci.
In quel momento, il mio cuore si fermò, per poi prendere a battere all’impazzata.
<< Tranquillo non è una nemica, Kanon.
Lei è Aglae, cavaliere d’argento di Cassiopea ed ex allieva di Yume >>, mi anticipò Milo.
<< Scommetto che sei qui per la tua maestra, vero? >>, disse il cavaliere della terza casa.
<< Esatto, sommo Kanon.
E mi scuso già in anticipo, se vi arrecherò disturbo, in qualche modo >>, risposi.
<< Tranquilla, nessun disturbo.
Allora ti conduco dalla tua ex maestra >>, disse, facendomi cenno di seguirlo.
Mentre passavo accanto a Milo, osservai come nei suoi occhi, ci fosse una grande tristezza.
Lo salutai con un cenno della mano e lui fece lo stesso.
Percorsi insieme al cavaliere dei Gemelli un lungo corridoio, per poi fermarci davanti ad una porta chiusa, dietro la quale sentivo chiara la presenza della mia maestra...
<< Ora ti lascio e buona fortuna >>, mi disse Kanon e poi se ne andò.
Dopo aver bussato e aver ricevuto il permesso di entrare, aprii la porta.
Come fui all’interno, sentii che l’atmosfera della stanza, era molto pesante.
Dopo un colloquio chiarificatore con la mia maestra, riuscii a convincerla a uscire, per prendere un po’ d’aria fresca.
Non le dissi però quello che mi aveva causato il primo incontro con Kanon di Gemini.
Finita la passeggiata con la maestra e un improvvisato allenamento nel bosco, tornammo alla terza casa per le sei del pomeriggio.
Quando entrammo nella casa dei Gemelli, incrociammo di sfuggita il cavaliere custode dell’undicesima casa, ovvero Camus di Aquarius.
Camus ci rivolse un saluto appena accennato con la mano e guardò la maestra Yume con un’occhiata, che esprimeva rabbia e delusione.
Proseguì poi verso la sua casa, senza dire una sola parola.
Mentre la maestra si riposava in camera sua, utilizzai la cucina, per preparare una tisana.
Mi tolsi la maschera, mentre preparavo una tisana rilassante, con delle erbe che avevo raccolto, durante la passeggiata con la maestra.
Avevo lasciato la maschera sul tavolo e ora ero vicina al piano cottura, intenta ad aspettare che l’acqua per la tisana si scaldasse.
Avevo appena messo il preparato per la tisana nelle tazze, che percepii dei passi pesanti dietro di me e un’aura inquieta, appartenenti di certo al custode della terza casa.
Mi sentii in panico totale, perché non avevo la maschera in volto.
Non potevo girarmi, per recuperarla, poiché il cavaliere mi avrebbe visto in volto...
Cavoli, senza la maschera, mi sentivo nuda e indifesa, come un neonato...
<< Siete già tornate, tu e Yume?
Pensavo sareste rimaste ancora un po’ di tempo fuori >>, disse il sommo Kanon.
<< La maestra è voluta tornare prima ed io l’ho solo seguita.
Non mi fidavo, infatti, a lasciarla tornare, da sola >>, risposi, cercando di restare calma.
<< Hai fatto bene, Aglae.
Che cosa stai preparando, per curiosità? >>, disse, con voce incuriosita.
<< Sto preparando una tisana rilassante con fiori di camomilla e foglie di melissa.
Ne volete anche voi, per caso? >>, risposi, appena riacquistato un minimo di calma.
<< Certo, se non è di troppo disturbo per te, Aglae >>.
<< Non mi arreca nessun disturbo, preparare una tisana in più >>, dissi, arrossendo.
<< D’accordo, Aglae.
Mi troverai in sala, allora >>, mi rispose, con tono gentile e se ne andò.
Solo quando fui sicura che non ci fosse nessuno in cucina, mi girai e presi la mia maschera, che rimisi immediatamente al suo posto.
Finite di preparare tre tazze di tisana, ne presi una e la portai a Kanon.
Lo vidi sdraiato sul divano, addormentato profondamente.
Aveva un’espressione così serena, che sembrava un angelo...
Poiché non me la sentivo di svegliarlo, coprii la tazza con un piatto e la posai sul tavolo lì vicino al divano.
Presi anche una coperta con cui lo coprii, prima di andarmene.
Tornai così dalla maestra, a portarle la tisana e passammo così un po’ di tempo, a parlare.
Quando ormai era giunta l’ora della cena, mi congedai dalla mia maestra e mi diressi verso l’uscita della casa dei Gemelli, per tornare a casa mia.
Avevo anche pensato di andare a salutare Kanon, ma non ne avevo il coraggio e poi, se stava ancora dormendo, non avrei mai voluto disturbarlo...
<< Ciao Aglae, come mai non sei passata a salutarmi, prima di avviarti all’uscita? >>
<< Non volevo disturbare, poiché prima ho visto che stavate dormendo >>, risposi, con voce quasi tremante, a Kanon.
<< Comunque, grazie per la tisana, che era veramente deliziosa e per la coperta >>.
<< Non è stato nulla di che, sommo Kanon.
Se vorrete la prossima volta, vi farò un’altra delle mie tisane >>, risposi, felice.
<< Allora la prossima volta, fammi una tisana energizzante, se non è un problema >>.
<< D’accordo, sommo Kanon.
Ora vado, perché inizia a essere tardi e vorrei tornare a casa mia >>.
<< Certo, Aglae.
Ti auguro una buona serata e una buona notte >>, disse Kanon, sorridendomi.
<< Altrettanto a voi e a domani >>, risposi, salutandolo con la mano.
Cominciai così la discesa e tornai a casa mia, per cenare.
Mi ripromisi però di svegliarmi presto la mattina seguente, per andare a raccogliere le erbe necessarie per la tisana, che avevo promesso a Kanon.

Nota dell'autrice: so di avere due storie da continuare, ma comunque ci tenevo a pubblicare questa storia che ho dedicato alla mia migliore amica, che è anche la disegnatrice ufficiale delle mie storie.
La stesura è già stata terminata da un paio di mesi, quindi gli aggiornamenti saranno regolari ogni settimana di mercoledì.
Grazie a chi avrà letto questa storia e anche a coloro che recensiranno,
Lilith.
  
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