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Autore: Aquarius no Lilith    30/03/2016    1 recensioni
Questa storia è uno dei racconti integrativi della vicenda principale contenuta ne "La maledizione dell'amore eterno".
Aglae è la silver saint di Cassiopea e ha alle sue spalle un passato molto doloroso.
Quando farà ritorno al Santuario per la guerra sacra contro la dea Artemide, conoscerà un gold saint che nonostante i suoi cambi repentini di umore la farà innamorare di sé.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dell' amore eterno'
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I due giorni seguenti li passai con la maestra alla terza casa, ma non ebbi l’occasione di vedere Kanon che, a quanto pareva, era fuori, in non si sa quale luogo.
Il preparato per la tisana che gli avevo promesso era già pronto, però non sapevo quando avrei potuto darglielo personalmente...
Mentre pensavo a ciò, continuavo a osservare il tramonto, la cui vista si poteva godere da una delle rupi più alte vicine al Santuario.
Il rosso tingeva tutto il paesaggio, rendendolo molto inquietante e oltretutto quel sole così rosso, sembrava voler annunciare una qualche strage imminente.
Tutto ciò mi metteva addosso una certa ansia…
<< Anche a te piace questo luogo? >>
Al sentire quelle parole sobbalzai, poiché sapevo già l’identità di chi le aveva pronunciate.
<< Sì e veramente molto.
Non essendo conosciuto da molte persone, posso stare qui e rilassarmi in santa pace.
La vista di cui si gode da qui è stupenda >>, risposi, girandomi verso Kanon di Gemini.
Non vestiva la sua armatura d’oro, ma gli abiti da allenamento: una maglia azzurra chiara, pantaloni color crema e sandali alla schiava di color marrone scuro.
È bello quanto un dio greco, pensai, osservandolo attentamente, da sotto la mia maschera.
I suoi lunghi capelli blu erano mossi dalla leggera brezza, che aveva appena iniziato a soffiare e che faceva capire così che lui era un essere, in carne e ossa.
<< Sono completamente d’accordo con te, Aglae.
Se ti disturbo però, ti lascio in pace e mi allontano da te >>, disse, guardandomi.
<< N-Non mi arrecate nessun disturbo, dunque potete restare, sommo Kanon >>, gli risposi, arrossendo moltissimo, sotto la mia maschera.
<< Guarda che puoi darmi del tu, Aglae.
Non c’è assolutamente bisogno che tu sia così cerimoniosa verso di me, poiché sono un cavaliere di rango più alto del tuo.
L’esperienza, infatti, mi ha insegnato che un cavaliere dev’essere giudicato non dal rango della sua armatura, ma dalla potenza del suo cosmo >>, mi rispose, sorridendo beffardo.
<< D’accordo, Kanon >>, gli risposi e lui si sedette accanto a me.
Quell’estrema vicinanza mi stava mandando letteralmente in tilt, infatti, per non so quanto tempo, non riuscii nemmeno a spiccicare una parola...
<< Pensi che Yume e Milo riusciranno a riappacificarsi? >>
Quella domanda buttata lì così, mi stupì un po’.
<< Sinceramente, penso che questo non sia l’ultimo litigio della loro vita insieme e poi si amano talmente tanto, che sarebbe impossibile che si lascino >>, risposi, guardandolo.
<< Beati loro che sono così innamorati l’uno dell’altra...
E tu Aglae, non hai nessuno cui tieni particolarmente? >>
Rimasi di sasso alla domanda personale, che mi aveva appena posto.
<< In verità, non ho mai avuto né il tempo né la fortuna fino ad ora di innamorarmi di qualcuno, anche a causa del ruolo di cavaliere d’argento, che ricopro >>, gli risposi, arrossendo come non mai, sotto la maschera.
In questi momenti ringraziavo veramente di portarla, perché essa dava un’apparenza d’imperturbabilità e serietà, a chi la indossava.
<< Capisco >>, rispose Kanon, osservando il magnifico tramonto davanti a noi.
Nessuno di noi due parlò più e quando si fece buio, scendemmo insieme e Kanon molto galantemente mi accompagnò fino alla mia casetta, situata non molto distante da quella della mia vecchia maestra.
Quando giungemmo al momento dei saluti, io non sapevo sinceramente cosa dirgli talmente ero imbarazzata e impacciata...
<< Buona notte e arrivederci, Aglae >>, disse, sorridendomi e facendomi così arrossire moltissimo, sotto la mia maschera.
<< Buona notte anche a te, Kanon.
E arrivederci a domani, poiché passerò alla terza casa, per vedere come sta la maestra.
E poi ti devo dare il preparato, per la tisana energizzante, che ti ho promesso >>.
Lui mi sorrise intensamente e fece una cosa, che rischiò seriamente di mandarmi in iper-ventilazione: mi abbracciò.
Essendo io un po’ più bassa di lui, avevo il viso contro il suo petto e potevo distinguere facilmente i battiti del suo cuore un po’ accelerati...
Che forse stesse male?, pensai preoccupata.
Restammo così per un po’ e mi beai della sensazione di calore e protezione, che mi donava quell’abbraccio così inaspettato, ma in verità tanto desiderato...
Come Kanon sciolse l’abbraccio, vidi che era comparso, sul suo viso, un po’ di rossore...
No, dovevo essermi di certo sbagliata...
Come potevo piacergli, se non mi aveva nemmeno mai vista, in volto?
Era assurdo e poi c’erano moltissime sacerdotesse bellissime, che gli facevano la corte...
Mentre pensavo a ciò, Kanon mi salutò con la mano e se ne andò.
Entrai allora in casa e come mi sedetti sul letto, la mia mente fu invasa da mille dubbi e domande, sullo strano comportamento di quella sera di Kanon...
Il mattino successivo salii alla terza casa, per parlare con la mia maestra Yume.
Entrata dentro l’edificio, non vidi né sentii la presenza del cosmo del gran sacerdote Saga e di Kanon e di conseguenza, pensai che o stessero ancora dormendo o fossero usciti.
Mentre passavo attraverso il corridoio, che conduceva alla stanza occupata dalla mia maestra, si aprì una porta sulla mia sinistra e rimasi impietrita, sul posto.
Infatti, da essa era appena uscito Kanon con addosso un asciugamano, che gli ricopriva il corpo solamente dai fianchi in giù...
Dire che andai in iper ventilazione e divenni rossa come un peperone, è riduttivo...
Infatti, alla vista del petto nudo di Kanon, avevo rischiato di svenire...
Il suo addome muscoloso e le sue spalle larghe erano in così bella mostra, che costituivano uno spettacolo stupendo, per i miei occhi...
Mentre facevo queste considerazioni mentali, Kanon si accorse di me e mi guardò, incanito.
<< Che cosa ci fai qui, Aglae?
Questa casa non è certo un albergo, nel quale si può girare, a tutte le ore >>.
Quelle parole mi lasciarono basita, soprattutto per il tono irato, con cui erano state dette.
<< Mi scuso per l’involontario disagio arrecatovi, sommo Kanon.
Infatti, non era mia intenzione spiarvi, ma recarmi dalla mia maestra.
D’ora in poi, terrò a mente che questa porta è quella del bagno e farò più attenzione, in futuro >>, gli risposi, con tono neutro.
Non gli diedi il tempo di rispondermi, poiché lo sorpassai, senza degnarlo di uno sguardo.
Ma perché si era comportato così con me, dopo la sua gentilezza del giorno prima?
Dovevo essermi certamente illusa...
E poi in verità, ci conoscevamo da nemmeno quattro giorni...
Io sapevo parte della sua storia, mentre lui non conosceva nulla di me e perciò eravamo quasi dei completi sconosciuti...
Mentre cercavo di scacciare questi pensieri, entrai nella stanza della maestra Yume.
La trovai con la sua solita espressione triste, in volto e passammo insieme la giornata.
Nel tardo pomeriggio però, salii su alla biblioteca del Santuario, perché dovevo prendere un libro, per la maestra Yume.
Infatti, non me l’ero sentita di costringerla a salire tutti quei gradini e a rivedere Milo, dopo tutto ciò che era accaduto.
Arrivai all’ottava casa senza problemi e, quando entrai, mi ritrovai subito davanti Milo.
<< Come mai sei qui, Aglae? >>, mi chiese, sorpreso di vedermi lì.
<< Sto salendo alla biblioteca, per prendere un libro >>, gli risposi.
<< Allora passa >>, disse, lasciandomi libero il passaggio.
<< Come sta Yume? >>, chiese Milo, mentre stavo uscendo dall’ottava casa.
 << Non ti sembra di sapere già la risposta da solo, Milo?
Non sta bene, ma fa quel che può, per andare avanti senza di voi >>, risposi e proseguii.
Passai tranquillamente la nona casa, mentre ebbi qualche problema alla decima casa...
Infatti, invece che ritrovarmi davanti Shura, incrociai il sommo Deathmask...
Era vero però che quando ero entrata nella quarta casa, non avevo sentito la presenza del suo legittimo custode...
<< Come mai sei qui, cavaliere d’argento di Cassiopea?
Sarai mica venuta a trovare il tuo fratello caprone? >>
<< In verità non sono venuta a trovare Shura, sommo Deathmask.
Sono diretta alla biblioteca, oltre la tredicesima casa, per conto della mia ex maestra Yume di Cassandra >>, gli risposi, con tranquillità.
<< Perché non ti fermi un po’ qui, allora?
Tanto un po’ di compagnia femminile non guasta mai >>, disse, osservandomi in un modo, che mi fece rabbrividire tantissimo.
<< Non posso veramente, sommo Deathmask.
È già tardi e dato il libro alla mia maestra, è mia intenzione tornare subito a casa mia >>.
<< Death, come mai sei all’entrata? >>, sentii dire dietro il custode della quarta casa.
<< C’è la tua sorellina Aglae di Cassiopea, che vorrebbe passare, per andare nella biblioteca, oltre la tredicesima casa >>, rispose il diretto interessato.
Mentre lui parlava, vidi avanzare Shura verso di noi.
Colui che consideravo un fratello maggiore, nonostante non avessimo legami di sangue, era di nuovo al suo posto...
Ora vederlo di nuovo vivo, dopo averlo tanto pianto, per la sua terribile morte, mi fece venire le lacrime agli occhi.
Non dando importanza al fatto che ci fosse anche Deathmask, corsi ad abbracciarlo.
Shura rimase all’inizio perplesso e poi ricambiò l’abbraccio.
<< Sono così felice di rivederti vivo e vegeto, fratellone.
Non sai quanto è stato terribile, dopo la tua morte...
È stato come se mi avessero privato, per la seconda volta di parte della mia famiglia...
E poi mi sei mancato moltissimo... >>
<< Anche tu mi sei mancata molto, sorellina...
E mi spiace veramente tanto che tu abbia sofferto, a causa mia...
Ora però sono di nuovo qui e quindi puoi venirmi a trovare, quando vuoi...
Io ci sarò sempre, per te, mia dolce sorellina >>, disse, sorridendomi.
<< E a me nemmeno un abbraccio?
Perché al caprone sì e a me no? >>, sentii, dire dal sommo Deathmask.
<< Perché tu sei un maniaco Death, ecco il perché >> disse Shura, dopo essersi staccato da me, sorridendo in maniera cattiva al suo amico.
<< Io non sono un maniaco, Shura.
Sono semplicemente un uomo che ama molto le donne >>, rispose, con tono alterato.
<< Vabbè, lasciamo stare.
Sei un caso senza soluzione, amico mio.
Aglae, ora passa pure attraverso la mia casa, per andare in biblioteca >>, disse a me.
<< Certo e grazie, Shura >, dissi, sorridendo verso di lui, sotto la maschera.
Mio fratello adottivo allora, spostò di peso il suo amico, per permettermi il passaggio, mentre lui continuava a brontolare contro Shura.
<< Buona giornata, sommo Deathmask >>, dissi, facendo un piccolo inchino verso il custode della quarta casa e poi uscii dalla decima casa.
Entrata all’undicesima casa, sentii come il gelo caratteristico di un tempo, fosse tornato a permeare tutta la casa dell’Acquario.
<< Chi è che vuole oltrepassare la mia casa? >>, sentii dire da una colonna alla mia sinistra.
<< Sono Aglae di Cassiopea e sono diretta alla biblioteca, oltre la tredicesima casa >>, dissi, rivolgendomi al sommo Camus, che ora era davanti a me.
<< Prima che tu vada, puoi dirmi dov’è Dafne e perché non è tornata, Aglae? >>
<< Prima di separarci, mi ha detto solo che si sarebbe recata al Santuario di Corinto, per incontrare qualcuno, ma non saprei dirvi chi >>, risposi, atona.
<< Capisco, Aglae.
Ora passa pure attraverso la mia casa >>, mi rispose e se ne andò.
Mi ero sempre chiesta come Dafne potesse essersi innamorata di quel pezzo di ghiaccio del cavaliere d’oro dell’undicesima casa...
Dafne è così solare e allegra, lui invece è sempre così freddo e cupo...
Dicono che gli opposti si attraggono e probabilmente è andata così, tra loro due...
Mentre pensavo ciò, uscii dall’undicesima casa e imboccai le scale per la dodicesima.
Attraversata l’ultima casa, mi diressi in biblioteca, per cercare il libro.
Non ci misi troppo tempo a trovarlo e allora imboccai le scale, per scendere.
I custodi della dodicesima e undicesima casa non si fecero vedere, ma si sentiva la loro presenza all’interno di ciascuna delle case.
Quando entrai nella decima casa invece, mi ritrovai davanti Shura.
<< Aglae, puoi fermarti un attimo, o no? >>, mi chiese, sorridendo.
<< Certo che posso fermarmi, fratellone >>, gli risposi e lo seguii, nei suoi appartamenti.
Ci sedemmo su due sedie della cucina, l’una di fronte all’altro.
<< Com’è andato il tuo ritorno a Pisia? >>, chiese Shura.
<< Molto bene, contando anche il fatto che mia nonna sta meglio.
Scusami se non sono venuta a farti visita prima, ma da quando sono tornata quattro giorni fa, ho pensato solo a stare accanto alla mia maestra >>, gli risposi.
<< Tranquilla sorellina, nessun problema.
E Yume ora come sta? >>
<< Dire che è distrutta, è riduttivo.
La batosta che si è presa da parte di Milo è stata terribile >>.
<< Capisco...
Speriamo solo che la situazione si sblocchi, in qualche modo...
Ricordiamo molto bene tutti, com’è stato Milo per due anni, senza di lei...
Tu però sai qual è stato il motivo, per cui hanno litigato? >>
<< Sì, lo so...
Non credo però, che la maestra desideri che questa cosa fosse di dominio pubblico... >>
<< Allora non ti chiederò altro, sorellina.
A parte questo, come ti è sembrata la zona vicina al tuo vecchio villaggio? >>
<< Era molto tranquilla, perché me lo chiedi? >>
<< No, era solo per curiosità...
Cambiando discorso, come ti sembra il nuovo custode della terza casa? >>
<< Sarà anche un cavaliere d’oro, ma è un vero zotico quel Kanon di Gemini >>, risposi, sovrappensiero, ripensando a ciò che era accaduto poche ore prima.
<< Cosa ti ha mai fatto Kanon, per esserti antipatico? >>
<< Ehm, meglio non parlarne...
Me ne vergogno un po’... >>
<< Ma dai, Aglae...
Non dirmi che l’hai visto nudo, per caso? >>
<< Non l’ho visto nudo >>, urlai, come una pazza isterica, rossissima sotto la maschera.
<< Chi sarebbe l’uomo che non avresti visto nudo? >>, sentii dire tranquillamente da una voce ben conosciuta, alle mie spalle.
<< Aphro, sto cercando di far vuotare il sacco ad Aglae.
Vuoi darmi una mano? >>, chiese Shura, facendo l’occhiolino all’amico.
A quella domanda gli mandai uno sguardo assassino da sotto la maschera, di cui lui però non si curò per niente.
<< Se Aglae non ha voglia di parlarne, non trovo giusto costringerla...
Quando vorrà, lo farà lei e mi sa che succederà il finimondo >>, rispose tranquillamente l’interpellato, guardando Shura.
<< Stai insinuando, che io sarei geloso di mia sorella? >>
<< Direi di sì, Shura.
Si capiva, da come ti comportavi, da quando siamo tornati in vita...
Pensa che se ne accorse pure quel granchio poco intelligente di Death >>, rispose il custode della dodicesima casa, in modo serafico.
Poiché cominciarono a discutere sul fatto che Shura fosse o no geloso di me, ne approfittai, per sgattaiolare via, senza che se ne accorgessero.

Nota dell'autrice: eccomi qui ad aggiornare puntuale questa storia.
Ringrazio tutti coloro che leggono e spero anche in una vostra piccola recensione.
Alla prossima settimana,
Lilith.
 
  
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