Le membra riposate, le ferite rimarginate, e la forza
riacquistata.
Qualche giorno dopo, di mattina presto, Farax dal suo letto, ormai sveglio,
scrutava il cielo dell'alba, forse in cerca di qualcosa che lo potesse destare
completamente.
Faxa dormiva poco lontano da lui, sulle assi di legno del pavimento. Lo guardò
per qualche secondo, dopodichè voltò di nuovo il viso verso la finestra, mentre
i raggi di sole velocemente rischiaravano l'ambiente.
Milo era partito il giorno stesso in cui Farax ritornò dal monte Wutaishan,
diretto al Santuario, per precederlo nella sua presentazione di Silver Saint.
Il giorno prima era arrivata una missiva in cui Milo stesso annunciava il
momento in cui Farax poteva recarsi in Grecia.
Purtroppo però, il Grande Sacerdote, a seguito della richiesta di portare Lin
con se, non aveva potuto accettare l'entrata al Grande Tempio di un normale
essere umano.
Il resto della serata quindi Farax e Lin lo avevano passato insieme, ormai
obbligati a separarsi.
Poi Farax accompagnò Lin al suo villaggio, da suo padre. Era inutile che la
ragazza rimanesse li nella casetta in collina se non c'era più bisogno dei suoi
servizi.
Farax salutò la gente del villaggio, Lin e suo padre, dopo aver passato la sera
a casa loro; il momento dell'addio è sempre il peggiore, però non si poteva
fare altrimenti.
Adesso era a lei che pensava Farax, ed era sicuro che lo stesso pensiero valeva
per lui.
Si alzò, e subito Faxa alzò la testa guardandolo. Farax si vestì, preparò le
poche cose necessarie per il viaggio, e partì, lasciando quel luogo che se per
un breve ma intenso periodo di tempo era stata la sua casa.
Ma un altro addio lo aspettava. Purtroppo neanche Faxa lo avrebbe potuto
seguire, a causa del lungo viaggio e dell'uso dei mezzi di trasporto.
Arrivati entrambi all'ingresso della distesa di bambù, Farax parlò al Panda
attraverso il suo cosmo, dicendogli che non si sarebbe dovuto preoccupare e che
un giorno sarebbe tornato, per stare con lui e con Lin. Era una promessa. La
stessa promessa fatta alla ragazza la sera prima.
Faxa annuì col capo, si voltò, e penetrò fra le canne di bambù, senza voltarsi.
Farax proseguì il cammino lungo il sentiero, con passo veloce, ma senza fretta.
Improvvisamente sentì un fremito all'interno del contenitore dell'armatura, ma
non percepì nient'altro. Quindi pensò fosse solo un'impressione.
Qualche giorno dopo, come previsto, Farax arrivò al Santuario.
Stanco del viaggio, andò a riposarsi in uno degli alloggi adibiti ai Saint di
ritorno dalle missioni.
Il giorno dopo, nel pomeriggio, venne convocato da un segretario per conto del
Grande Sacerdote:
-Mi è stato detto di riferirle dal sommo Grande Sacerdote che domani avrà luogo
nella Grande Sala la sua investitura ufficiale a Saint. La prego di recarsi in
quel luogo per le 12.-
-Si va bene, la ringrazio-
Il segretario era un tipo anziano, magrolino e antipatico. Meno lo aveva di
fronte meglio era. Appena finita la convocazione, con i dovuti riguardi, Farax
chiuse la porta e pensò a tutta la sua storia.
Fino a qualche settimana prima il suo unico desiderio era essere investito del
titolo di Cavaliere; adesso che però il momento era giunto, non avvertiva ne
ansia, ne estrema felicità.
Certo, era molto soddisfatto di aver raggiunto il suo obiettivo, ma i fatti
accaduti (in primis la lotta contro il Male, poi l'addio a Lin e Faxa) lo
avevano buttato giù.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta:
-Avanti- rispose Farax.
La porta si aprì, e di fronte Farax si vide una delle persone che maggiormente
lo avevano aiutato a crescere e maturare:
-Maestro!!-
disse Farax mentre il suo viso si riaccendeva. Milo era senza armatura, ma il
suo cosmo non poteva nascondere il suo grado di cavaliere d'oro.
-Come stai Farax, tutto a posto? Sai, mi dispiace per Lin, ho cercato di
intercedere per te con il Gran...-
-Tutto bene maestro, non preoccupatevi. So che avete provato a convincere il
Sacerdote, ma purtroppo penso che abbia ragione. Sa, ho dovuto salutare anche
Faxa, non penso che lui avrebbe potuto seguirmi lungo il viaggio e attraverso
le mie missioni...-
Milo guardò Farax con occhi stupiti, increduli:
-Vuoi dire che non ti sei accorto di niente?-
-Di cosa mi sarei dovuto accorgere?- rispose Farax
-Mh, niente, lasciamo stare. Lo vedrai domani all'investitura- Milo fece
un'occhiolino e si voltò verso la porta. Mentre avanzava alzò il braccio destro
per salutare Farax, poi aprì la porta ed uscì.
-Ci vediamo domani allora!- sorrise e chiuse la porta.
Farax rimase nella stanza, ripensando a cosa volesse dire Milo.
Di cosa non si era accorto? Cosa gli era passato inosservato?
Con questi pensieri si mise a sedere sul letto, a fianco il contenitore
dell'armatura, che emanava leggeri bagliori verdi.