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Autore: Faraxdipanda    16/08/2008    4 recensioni
Ecco la seconda serie della mia prima e unica fanfic, Farax! ^^
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La cima del monte Wutaishan, in precedenza permanentemente coperta dalla nebbia, adesso era rischiarata da un leggero manto verde brillante, composto da una miriade di frammenti di cosmo.

Sulle sue pendici, lungo il letto del fiume, giaceva un cavaliere svenuto.

La sua armatura argentea rifletteva come uno specchio lo scorrere dell'acqua del vicino torrente.

La mente del cavaliere era intrisa di mille pensieri, emozioni e immagini di battaglie. Poi tutto divenne buio, ma si accorse che qualcosa era ancora presente, qualcosa di sinistro e malvagio, mentre in lontananza due puntini rossi, molto familiari, lo sorvegliavano e lo inquietavano.

°Perchè è tutto buio?°

Il cavaliere stava rinvenendo, nella luce del tardo pomeriggio sull'altura cinese.

°Sento rumore di acqua che scorre...°

E così aprì gli occhi che stranamente da verde acceso ritornarono gradualmente a quelli che erano, di colore marrone scuro.

Era sdraiato, a pancia a terra, con il braccio e la gamba sinistri che sfioravano l'acqua del fiume lungo la sua riva destra. La guancia destra stava pesantemente appoggiata sull'umido terreno montano.

Era ferito in più punti, ferite da taglio profonde, ma non erano state queste la causa del suo svenimento, bensì l'enorme sforzo a cui era stato sottoposto la mattina stessa.

Sollevando leggermente la testa da terra, coperta da un elmo d'argento e di smeraldo, si guardò intorno; con gli occhi socchiusi cercò di riconoscere un particolare familiare; con difficoltà a riprendersi, si alzò in piedi, pronto a continuare la discesa del monte, in seguito alla battaglia affrontata e all’investitura a cavaliere.

Leggermente barcollante camminò per un’oretta; il terreno in discesa facilitava il percorso; giunse infine a dove il corso d’acqua si riversava giù da una sponda, in un’oasi che il ragazzo conosceva bene, con una cascata di 5-6 metri circa.

Prima di scendere la parete rocciosa, il cavaliere si voltò verso la cima del monte, dove anche gli ultimi bagliori del suo verde cosmo si stavano spegnendo; ormai in quel luogo risiedevano solamente l’anima e il cosmo di un antico e coraggioso cavaliere di nome Faxa.

Dopodichè rivolse lo sguardo verso la cascata, l’oasi e il canneto di bambù; con un balzo arrivò all’oasi, e li si spogliò della sua armatura, che sotto forma di raggi verdi brillanti si ricompose nel proprio scrigno, comparso lì improvvisamente, che si richiuse.

Il ragazzo andò verso l’acqua dell’oasi, si inginocchiò, e si lavò il viso e le ferite sul corpo, rinfrescandosi, rimuovendo sia sangue e terra, che paura e incertezze.

Mentre le mani bagnate toccavano la fronte, sentì un rumore improvviso, ma non fece in tempo a voltarsi che il muso di un animale lo toccò ed iniziò a strofinarsi sulla sua spalla sinistra. Era il panda che lo aveva attaccato il primo giorno di allenamento; il panda che, si rese conto, era stato manipolato dal Male per ucciderlo, e che Milo era riuscito a respingere.

-Ciao!! Mi sei mancato...- disse, ma guardandosi intorno notò che non solo lui, ma tutti i panda del canneto erano giunti li per salutarlo.

-…mi SIETE mancati!- si corresse subito dopo.

I panda si erano disposti in cerchio attorno al cavaliere, emettendo degli strani versi di gioia, per il ritorno del loro amico e salvatore.

Il ragazzo passò accarezzando uno per uno tutti quanti i panda li presenti, e gli venne in mente il giorno in cui portò Lin a conoscerli.

Lin…dolce nome che gli risuonò nella mente, e che lo rese felice al solo pensiero.

Risvegliandosi dai suoi pensieri, si voltò verso il primo panda, e, rammaricato, disse:

-…adesso devo andare…c’è qualcuno che mi aspetta.- e lo salutò con una carezza ed un sorriso, per poi voltarsi, cariandosi lo scrigno dell’Armatura sulle spalle ed allontanarsi, imboccando quel corridoio fra le canne di bambù che portava fuori dal canneto.

Una volta a metà corridoio, quasi assorto nei suoi pensieri, si accorse che il panda lo stava seguendo, con sguardo deciso. Ormai la sua zampa era guarita dal colpo di Milo, e non zoppicava più.

Una sola occhiata, e i due si capirono subito. Il ragazzo disse:

-Ok, ti porterò con me…però ti ci vuole un nome…"

Dopo averci pensato su qualche secondo, arrivò alla conclusione che il nome che gli poteva dare era uno ed soltanto uno.

"Ho deciso di chiamarti Faxa, in modo che il coraggio dell’antico Cavaliere d’Argento del Panda risieda te!"

Faxa, il panda, annuì, e insieme i due si diressero fuori dalla distesa di bambù, fuori dal muro non più tanto impenetrabile come in passato, lungo il sentiero poco frequentato che conduceva sull’altura, la collina del loro primo incontro.

Accompagnato dal suo fedele amico, il ragazzo arrivò in cima alla collina, e da li potè scorgere la casetta di legno che per due anni era stata la sua casa.

Come se fosse stata chiamata, Lin uscì dalla porta, seguita da Milo, e si voltò verso est, con le spalle al sole pronto a tramontare, e scorse colui che stava aspettando, con il cuore che le scoppiava di gioia.

Il cavaliere la scorse subito e con Faxa si diresse con passo veloce verso di lei, aspettando che pronunciasse il suo nome, trepidante per l’attesa di risentire di nuovo la sua voce.

-Farax!!- esclamò Lin, correndo verso di lui, e abbracciandolo forte a se, sotto gli sguardi di Faxa e Milo, infinitamente contenti per la riuscita della missione di Farax, ma specialmente per il tenero abbraccio in cui i due ragazzi si ritrovarono.

  
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