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Autore: EmilyHerondale    23/03/2016    0 recensioni
[La storia segue le vicende di "Vuoi essere la mia Parabatai?"]
Vi siete mai chiesti cosa sia successo in quei momenti a cui i personaggi hanno solo accennato? Questa raccolta soddisferà la vostra curiosità.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Valentine Morgenstern, Jocelyn Fairchild, Amatis Graymark (riferimento), Hodge Starkwater, Maryse LIghtwood (riferimento), Robert LIghtwood (riferimento), Stephen Herondale (riferimento), Celine Herondale (riferimento), Circolo, Charlotte Fairchild, Jonathan Cristopher Morgenstern

 
Ambientazione: Idris
Tempo: 18 anni prima dei “VEMP”
Citazioni dal libro originale: Nessuna
 
 
 
 
18 anni prima degli avvenimenti di Vuoi essere la mia Parabatai?
 
 
 
 
 
-Complimenti Valentine, è un maschietto, è sano ed è questo l’importante- la madre di Jocelyun era li sorridente, sudata come se affrontato lei il parto al posto della figlia.
Entrò nella stanza, Jocelyn era lì, sul letto, col bambino in braccio… e piangeva.
Piangeva disperata, come se avesse per un familiare, qualcosa di importante.
-Questo non è mio figlio- mormorò la donna tra le lacrime, quelle parole attirarono l’attenzione di Valentine.
Non lo era sul serio, pensò l’uomo, era una parte semplicemente una parte del suo piano, il suo patto con Lilith, l’essere che aveva creato solo per distruggere i nascosti e regnare su Idris, gli occhi neri non erano altro che un simbolo demoniaco, se non fosse stato per il suo piano, chi lo sa, magari suo figlio avrebbe avuto gli stessi occhi di Jocelyn.
Però sua moglie era lì e piangeva.
-Jocelyn è nostro figlio, quello che aspettavamo da nove mesi, ti ricordi come eri felice? –
La donna tirò su col naso poi alzò gli occhi ancora umidi su di lui ostentando un sorriso che non arrivò agli occhi.
 –Come lo chiamiamo? –
-Jonathan Christopher, sarà destinato a qualcosa di grande, lo sento-
 Jocelyn chiuse gli occhi
 –Sarà coraggioso e carismatico come suo padre- disse la donna mentre una lacrima solitaria sfuggiva dai suoi occhi.
Valentine non si era mai sentito così in colpa.
 
 
 
 
                                                                   ***************
 
 
 
 
 
 
Nei giorni successivi al parto, Jocelyn si rifiutò di mangiare ed a mala pena guardava il bambino.
Valentine se ne era reso conto, la donna che fino a pochi giorni prima era radiosa, ora era caduta in una profonda tristezza, in cuor suo, Jocelyn sentiva che Jonathan era corrotto dal di dentro, una madre è sempre legata al suo bambino, per Jocelyn non era così.
Lei semplicemente sapeva.
Non sorrideva più, ed in quel periodo non era l’unica, Amatis non lo faceva a seguito della perdita del fratello.
 Stephen non lo faceva da quando lo aveva costretto a lasciare la Graymark per sposare Celine.
Persino Robert e Maryse sorridevano di meno (il che era indicativo di tutto).
La rivolta del circolo era vicina, ma davvero i suoi piani valevano la felicità della sua famiglia e dei suoi amici?
 
 
 
 
                                                                    ******************
 
 
 
 
Erano pronti, armati fino ai denti, fuori la sala del consiglio, durante la riunione.
-Tenetevi pronti, tra poco si entra in scena- disse Hodge Starkwater.
Tutti si misero in linea, né mancavano molti, Herondale compresi, mancavano proprio quel giorno, durante l’azione che li avrebbe portati al potere.
Quando le porte della sala del consiglio si aprirono, i ragazzi del Circolo entrarono nella sala degli Accordi.
-IL Circolo grida alla rivoluzione! – fu questo lo slogan adottato da qualcuno mentre il panico dilagava tra i presenti.
Tutti combattevano contro qualcuno, ma Valentine vedeva tutto da lontano come se stesse osservando il tutto da fuori, come se non fosse lì, come se fosse chiuso in una bolla di vetro.
Attorno a lui persone che cadevano in battaglia, grida, pianti, ma il rumore peggiore di tutti, quello che sarebbe rimasto per sempre nelle memorie del Morgenstern, fu il cozzare delle armi.
Valentine non ce la fece più, salì sul podio da cui parlava solitamente il Console, prese fiato e gridò
 –Basta! - tutti si fermarono per girarsi a guardarlo – Ho sbagliato, per quanto il Circolo possa volere il potere questo non vale le vite che stiamo perdendo accetterò tutte le punizioni che mi vorrete dare, la rivolta si chiude qui-
Il console Fairchild, Charlotte, la nonna di Jocelyn, gli si avvicinò e gli sorrise –Sapevo che mia nipote non poteva essersi innamorata di uno stupido- sussurrò –Valentine sei condannato ai domiciliari, torna a casa tua, verrà uno stregone a porvi un incantesimo-
-Va bene, Console- le si avvicinò –La prego non sia dura con gli altri, si sono lasciati ammaliare dalle parole-
 
 
 
 
                                                             *********************
 
 
 
 
Valentine tornò a casa seguito da Jocelyn, erano mano nella mano, passeggiavano tranquillamente, assaporando quell’ultima passeggiata, ma quando arrivarono sul vialetto la rossa lanciò un grido.
La casa che era appartenuta ai Morgenstern ora era ridotta alla cenere, tra questa erano ben visibili due corpi, Jonathan e la madre di Jocelyn.

Sua moglie gli si buttò tra le braccia piangendo disperata, in quel momento i sensi di colpa di Valentine raggiunsero i loro massimi livelli, non fu capace di dire nulla, per la prima volta non aveva le parole adatte, semplicemente abbracciò la donna che amava.tte, semplicemente abbracciò la donna che amava.el momento i sensi di colpa di Valentine raggiunsero i loro massimi livelli, non fu capace di dire nulla, per la prima volta non aveva le parole adatte, semplicemente abbracciò la donna che amava.














 

ANGOLO AUTRICE:

pensavate vi avessi abbandonato, vero? beh siete un pò sfortunate, su questo piano. spero che questo capitolovi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate, tornerò presto con la prossima OS, prometto, non farò passare due mesi, assolutamente.
Un bacio, EmilyHerondale.
   
 
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