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Autore: kikka_67    23/03/2016    0 recensioni
Presumo che anche Amleto rimase “leggermente” stupito, allarmato o forse profondamente scioccato dinanzi al fantasma del padre defunto, ma in qualche modo riuscì a trovare la forza di sostenere quel breve soliloquio senza cadere in terra svenuto. Premetto che io spero che ci sia un luogo tranquillo dove gli animi possano riposarsi dopo aver lasciato il corpo alla fine della vita “terrena”, credo nella fortuna e nel destino, ma non credo alla magia che manipola il destreggiatore davanti al pubblico, così come non credo esistano i fantasmi. Una parte di me è totalmente paralizzata da un sacro santo terrore, mentre l’altra parte è assolutamente scettica. Come è possibile che una donnina così graziosa e delicata “incarnasse” uno spirito da più di centottanta anni!? Ok sto sognando! Eh eh eh eh si è così, sono dentro ad un sogno stranissimo e adesso mi risveglierò con il torcicollo dentro la mia macchina. Molto probabilmente mi sono fermato per riposarmi un po’ e mi sono addormentato. Forte di questa convinzione sorrisi benevolo, se è un sogno posso mostrarmi disponibile e magnanimo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Inizialmente non capivo cos’era quella strana sensazione di disagio che costantemente disturbava un angolino della mia coscienza, percepivo una presenza vicino a me.  Vagamente mi ricordavo di essere uscita dalla villa per leggere il mio libro sotto i rami di un   meraviglioso salice piangente posto all’inizio del viale alberato e molto probabilmente mi sono appisolata, quindi sto sognando e se sto sognando….
 
Dopo aver aperto gli occhi rimasi per un paio di minuti a ricambiare l’altrettanto cauto e pensieroso sguardo di un uomo seduto davanti a me, indossa quello che sembra un lungo mantello nero.  Un braccio    è mollemente abbandonato su di una gamba e   tra le mani affusolate stringe una rosa gialla. Rifletto velocemente, cercando di non farmi prendere dal panico, che   se questo tizio ha cattive intenzioni   avrei avuto solo una possibilità di fuggire dopo avergli tirato addosso il libro che ho tra le mani.  Eppure i suoi occhi chiari non sembrano ostili.    Lentamente piego le gambe preparandomi spiritualmente a spiccare il volo, ma quel breve gesto sembra riscuoterlo dalla sua apatia.
 
  • Chiedo venia mia signora, non era mia intenzione turbarla. –
 
La sua voce leggermente roca mi provoca una potente scarica di adrenalina, non è possibile! – Chi siete e cosa volete? – chiedo con un filo di voce.
 
  • Sono venuto per chiederti un favore, ma di certo non mi aspettavo di trovare la bella addormentata … sotto un albero! – esclama ilare quel deficiente di Tom scoppiando a ridere.
  • THOMAS!! Ma sei impazzito?! Vuoi farmi venire un infarto? Per un nano secondo ho creduto di aver di fronte lo spirito del tuo antenato!! – sbraito imbufalita.
  • Scusami, non ho saputo resistere! Avevi una faccia…. Sembravi indecisa tra un’azione aggressiva o una veloce ritirata strategica!  -
  • Spiritoso! Devo ricordarmi di chiedere a Joanne di raccontarmi come hai reagito, quando l’hai vista la prima volta. –
  • Se vuoi posso dirtelo io senza scomodare la nostra amica. La prima volta che l’ho vista pensavo che fosse una squilibrata e sono andato via tranquillo e beh… la seconda volta che l’ho vista…. –
  • E’ scappato urlando. – commenta Joanne raggiungendoci.
  • E’ stata la sorpresa! Non ero da solo e all’improvviso alzo gli occhi e la vedo seduta sulla mia poltrona…. Insomma è stato destabilizzante!  - borbotta seccato.
  • Ci avrei giurato! Grazie Joanne. Dov’eri? Ti ho chiamata più volte. –
  • Mi sono ritirata nei miei ricordi per un po’. –
  • Scusami, è colpa mia se ti sei rattristata. – mormora porgendole la rosa.
  • Grazie Thomas, ma non ti inquietare, mi hai fatto un grande regalo. Come mai sei venuto fin qui? Non eri occupato con i tuoi …drammi? –
  • Drammi? Non te l’ho mai chiesto, ma qual è la trama del film che state girando?  Se posso chiedere. –
  • E’ un thriller un po’ dark, anzi molto dark. In parte è ispirato ad un libro uscito pochi anni fa, magari lo conosci, il Respiro del Tempo di Joanne …. –
  • Smith, Joanne Smith. Era mia sorella, la mia gemella. Il nome era uno pseudonimo, ovviamente. Il libro l’aveva finito di scrivere poco prima di morire, diceva sempre che attraverso quel libro sarebbe vissuta per sempre, perché ogni volta che qualcuno ne avesse letto le pagine, il suo spirito ne avrebbe gioito. -     risponde cauta e un velo di lacrime le accende lo sguardo.
  • Mi spiace, dev’essere stato terribile per te.  Dopo aver letto la sceneggiatura, sono andato a comprare il libro e devo dire che non sono rimasto deluso, la trama, l’intreccio, la caratterizzazione dei personaggi, tutto molto suggestivo e toccante, manca solo una cosa. –
  • La fine.  Mia sorella pensava che fosse divertente l’idea di lasciare in sospeso la risoluzione della storia, era convinta che al momento opportuno   un lettore avveduto sarebbe stato in grado di donare la serenità a tutti i personaggi. –
  • Doveva essere una persona molto particolare. –
  • Si, lo era. Hai detto prima che avevi bisogno di un favore, cosa posso fare per te? -  chiede cercando di sorridere. E’ ovvio che non vuole continuare a parlare di sua sorella ed io sono felice di assecondarla.
  • Ah si, voglio farti conoscere una persona. Visto che sei una persona che facilmente riesce a captare le ombre nell’animo di chi hai di fronte, vorrei la tua opinione… su una mia cara amica. – con la coda dell’occhio intravvedo un breve balzo di sorpresa scuotere Joanne.
  • Vorrei che venissi anche tu, Joanne, vuoi?  -
 
 
 
 
Quelle poche parole rimangono come sospese nello spazio che ci divide. Un sorriso tremulo le sfiora le labbra e la sua figura poco alla volta svanisce silenziosamente   confondendosi con i fili di luce che giocano con i rami.  Avrei dato qualsiasi cosa pur di non riconoscermi colpevole del suo dolore. Il suo sguardo ferito è stata la conferma di un triste presagio, Joanne rivede in me il suo compagno, ma inconsapevolmente   non ho compreso che l’affetto palesatomi   fosse più vicino all’amore una donna sente per il proprio uomo.  Lord Thomas è stato un uomo fortunato, l’amore di sua moglie non l’ha abbandonato neanche dopo la morte.
Joanne non apparve quella sera, né durante i giorni che seguirono, io e Julienne setacciammo la villa, il parco e persino gli scantinati, ma della nostra amica non vi era nessuna traccia. Fummo costretti a chiamare il custode per rendere le chiavi e vedere così nuovamente la dimora dei Kenneth abbandonata a sé stessa.  
Qualche mese dopo riuscimmo anche a scoprire l’identità del legittimo erede del casato dei Kenneth, un bimbo di otto anni, William, che alla maggiore età avrebbe ereditato, oltre il titolo, anche la villa al Lake District. Sembrava quasi che gli ultimi pezzi di un’enorme e antico puzzle fossero stati finalmente collocati al posto giusto, mancava solo… lei. 
 
 
§§
 
 
Ciò che Tom non avrebbe mai potuto immaginare è che era stata proprio Joanne a svelare alla sua discendente, il suo destino.   Julienne non avevo molto tempo davanti a sé, stava morendo.  Dolcemente le aveva descritto un luogo sereno, senza tempo né dolore, dove sua sorella la stava aspettando.  Ma le aveva spiegato anche   che lei rappresentava la sua ultima possibilità di “rinascere” in forma umana.
Il suo spirito era prigioniero in quel luogo in cui la luce si trasforma in tenebra, in cui era condannata a vagare in un mondo invisibile agli uomini   finché non aveva ritrovato Thomas. Lui era stato suo marito, il suo amore, il suo mondo, il suo respiro, ma il suo animo, che albergava nel corpo di quel giovane uomo, che si era presentato alla sua porta durante un temporale, non l’aveva riconosciuta, ma   solo percepita, per quella ragione riusciva a vederla e a sentirla.
  Purtroppo la speranza di amarlo ancora era stata spazzata via nel momento in cui lo aveva sentito pronunciare il nome di un’altra donna. Julienne sapeva che Tom non era innamorato della sua collega ma le sue rassicurazioni non avevano placato il dolore di Joanne, né le avevano impedito di fuggire lontano da lui.
Forse solo una cosa poteva farla ritornare, una dichiarazione d’amore. Se Thomas avesse pronunciato quelle poche parole, Joanne sarebbe ritornata e finalmente tutt’e due   avrebbero adempiuto al proprio destino. La parte difficile era costringere Thomas a riconoscersi innamorato e soprattutto a proclamarlo.
 
Che non fosse felice era palese, l’espressione forzatamente pacata che esibiva in pubblico non collimava con le ombre dolenti che solo chi lo conosceva bene notava, Tom stava soffrendo.     Joanne gli mancava, ogni volta che varcava la soglia di casa sua, era costretto a riconoscere la desolazione in cui versava la sua vita senza una donna accanto. Una donna che lo amasse per sé stesso, che lo sostenesse e che condividesse con lui ogni gioia e dolore.   Sovente lasciava passare le notti rimuginando e quando quelle mura lo soffocavano, andava a trovare Julienne in ospedale.
Vederla così serena, nonostante la malattia che la stava consumando, lo destabilizzava. Eppure ogni volta che stava vicino a lei veniva pervaso da un’intensa sensazione di pace. I suoi cruci prendevano un’altra forma e   anche la sua tristezza diveniva irrilevante, sopportabile.
Era seduta su una sedia a rotelle nel parco intenta a colorare il disegno che teneva in grembo, quando lo aveva visto gli aveva intimato di non guardare il foglio.  Dopo aver finito, lo aveva osservato, allontanandolo un poco da sé, con una quieta soddisfazione. Poi con gesti veloci lo aveva arrotolato e fermato con un nastro e glielo aveva teso.
 
 
  • Questo è per te. Ma devi promettere che lo guarderai quando sei a casa da solo. Prometti? –
  • Va bene, prometto. Come stai oggi? –
  • Bene, come al solito. E tu, Tom? Hai l’aria triste, di nuovo. Non ti preoccupare Joanne tornerà.  – mormora sicura.
  • Cosa ti fa pensare che sia lei la causa…. – balbetto sorpreso, non mi aspettavo una risposta del genere.
  • Lo so. Lo sento. Sei dibattuto dal dubbio di essere sull’orlo di una crisi depressiva o semplicemente innamorato di una donna che non esiste. –
  • Il che, se me lo concedi, potrebbe provocarmi parecchie difficoltà. Ammesso e non concesso che sia quello il problema. -
  • Non ti preoccupare Thomas, tornerà, cerca di comprendere. – mormora per la milionesima volta Julienne.
  • Vedo che anche tu come me, consideri Joanne una persona vera e non solo una bellissima proiezione del suo spirito. Lo so, non dovrei parlare così, visto che come hai giustamente detto tanto tempo fa, rifuggivo da una qualsiasi emozione vera per pura vigliaccheria e invece   adesso non riesco a tollerare l’idea che l’unica donna che vorrei, non esiste nel mio presente, ma che appartiene al passato di un altro uomo e che non tornerà mai più! – sbotto con veemenza.
 
 
 
 §§ 
 
 
 
Improvvisamente ci fu solo silenzio ad avvolgermi, un silenzio profondo, denso di attesa che pareva non terminare mai. Prima di vederla, sentii il suo sguardo dolce su di me e prima di voltarmi per cercare i suoi occhi, lo trovai dentro di me, quel tormento dolce amaro che solo l’amore dona.  In fondo io volevo che quel silenzio durasse abbastanza da permettermi di accettare ciò che stavo, forse per la prima volta nella mia vita, realizzando.   Nella mia solitaria incoscienza prendeva forma la mia più felice cognizione e tutta la sofferenza, la confusione, i dubbi e i disagi patiti svaniscono come d’incanto, mentre nel mio cuore si affollano un turbinio di sensazioni esagitate, tutto il mio mondo si riduce ad un’unica figura.
 
Joanne cammina lentamente verso di me sorridendo e in quell’istante il ricordo di una qualsiasi altra donna avesse mai incrociato il suo cammino con il mio, viene dimenticata, non c’è null’altro di più prezioso oltre a lei. L’amo, l’ho sempre amata tanto ma le parole sono sempre state inadeguate ad esprimerle i miei pensieri.  Le sue mani si uniscono   alle mie e le sue carezze mi sussurrano parole remote eppur sempre vere e pure.  Se per un attimo la mia coscienza si ribella al calore del   suo corpo morbido, ma nel momento in cui le sue labbra mi sfiorano, mi abbandono senza riserve ad una smania che non potevo e non volevo domare.
Mi rendevo conto che la stavo stringendo troppo forte e che quasi certamente le avrei lasciato dei segni sul corpo ma non potevo fare a meno di trattenerla contro di me, il terrore provato credendo di averla persa per sempre, era ancora troppo vivo perché riuscissi a moderare i miei gesti.  
 
 
 
 
 
  • Primo amore….  Mio unico vero amore, non mi abbandonare. Tienimi stretto e accetta ciò che sono e amami come io ti amo.   -     
 
 
 
 
Tom, tenendo stretta a sé Joanne, si gira sorridendo verso Julienne, ma sulla sedia ormai vuota vi è appoggiato solo il suo disegno. Con mano tremante lo raccoglie e lo libera dal nastro che lo trattiene. Julienne e sua sorella gli sorridono da quella superficie liscia e perfettamente colorata, si tengono per mano e sembrano camminare in quello che sembra un giardino fiorito. Sul viso di Julienne sono scomparse le ombre nefaste della malattia, il suo viso è sereno, finalmente ha trovato la sua pace.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Grazie di aver letto il racconto, spero vi sia piaciuto.  Cito il nome di persone che non conosco e la storia è il frutto della mia immaginazione.  A presto Kikka.
 
  
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