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Autore: hij    24/03/2016    7 recensioni
Lily riceve una strana lettera che pare provenire dal futuro. Gli viene chiesto di radunare i malandrini, Regulus e Piton per leggere dei libri che cambieranno la loro vita. Il primo della lista si intitola "Harry Potter e la pietra filosofale". Come reagirà la Old Generation alle prese con la lettura di questa saga? Cosa accadrà?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Regulus Black, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Non continuammo più a leggere quella sera, Potter aveva una riunione speciale con la sua squadra di Quidditch. Perfino quel giovedì non ci incontrammo più, rimandammo alla domenica con la promessa che avremmo letto qualche extra.

Successero un po' di cose strane in un solo paio di giorni che reso tutto impossibile, ma in fondo avevo già intuito che sarebbe stata solo questione di tempo prima che la situazione esplodesse.

Ma andiamo per ordine, sennò rischierei di perdere la testa e dar di matto anch'io. Iniziamo dai Malandrini.

Potter non si era ancora riappacificato con i suoi amici e la situazione stava letteralmente degenerando. O meglio, un piccolo passo avanti c'era stato subito dopo che quei tre avevano lasciato la Stanza delle Necessità, ma tutto fu reso vano quando incontrarono Minus. Appena vide i suoi amici gli urlò contro epiteti irripetibili, credo che l'abbiano sentito per tutta Hogwarts. Gli rimproverò molte cose, gli accusò di non essere veri amici perché sennò non l'avrebbero escluso in così malo modo, essere quasi fratelli presupponeva il non avere segreti. Sia Black che Remus si scusarono, tristi, stavano già perdendo uno dei loro amici, non volevano che accadesse anche con un altro. Ma Potter, no; era già molto arrabbiato per suo conto e riversò tutto su Minus. Non urlò, non era il tipo da scenate plateali spacca-timpani, ma parlò in modo molto freddo, tagliente e fu perfino peggio. Disse che in realtà era lui quello tradito e abbandonato, che loro non potevano neanche immaginare come si sentisse, che, invece di aiutarlo come veri amici, lo stavano facendo sentire solo peggio e altre cose così. Questo, però, fece imbestialire ancora di più Minus: non solo non si scusava, ma infierire contro continuando a parlare cripticamente solo per escluderlo. Remus e Black presero le parti di Minus, il loro amico stava esagerando, non l'avevano mai visto così, e il poverino aveva tutte le ragioni.

Risultato? Mentre quei tre sembravano essere più uniti che mai, Potter girava da solo. Sorrideva e scherzava con tutti come sempre, ma era spento, come svuotato dalla solita euforia che lo caratterizzava. Minus, al contrario, era palesemente contento di avere i due amici tutti per lui. Certo, gli dispiaceva molto per Potter, ma cercava di vedere il lato positivo della situazione. In generale erano tutti ancora molto arrabbiati per poter fare un passo in avanti.

Passiamo a Regulus invece, il vero motivo del rinvio di giovedì.

Era bloccato in infermeria da mercoledì sera e sarebbe rimasto lì per un paio di giorni.

La povera infermiera per poco non era svenuta quando Simon Wilkinson, Serpeverde dell'ultimo anno, l'aveva trascinato lì, aveva il volto gonfio e rosso, la fronte caldissima grondava di sudore. All'inizio ero perplessa, come aveva fatto a ridursi in quello stato? Esposi i miei dubbi a Mary che mi raccontò di come Wilkinson avesse più volte imprecato e maledetto Regulus per la situazione.

- Io e te continueremo il nostro discorsetto dopo - sussurrò quello con fare minaccioso, verso il compagno che lo guardava terrorizzato.

Poi si alzò e uscì dall'Infermeria.

- Maledizione! - continuò a borbottare Wilkinson mentre se ne andava - Finalmente gli stavo estorcendo qualcosa di utile che avrebbe fatto senz'altro piacere al Signore Oscuro. Usando le maniere forti ero riuscito a farlo parlare... Non ci voleva -

Mary, che era confinata lì poiché era riuscita a farsi contagiare da Nikolaj, aveva assistito tutto e mi aveva raccontato la scena per filo e per segno. Era poi stata dimessa da lì poche ore dopo.

- Non ti sembra strano? Quei due tramano qualcosa - mi fece notare lei.

- Lo so, e mi spaventa il solo pensarci. Ma sei sicura che parlava proprio di "Signore Oscuro" ?-

- Se non fossi stata così sicura non te ne avrei neppure parlato. Qui la situazione è seria -

- Bisogna tenerli sott'occhio. Io penso a Black tu a Wilkinson -

- Ma sei matta? Se quello mi scopre puoi anche dirmi addio -

Non aveva poi tutti i torti. Era una persona astuta e spregevole, il solo vederlo metteva i brividi. Se poi ti scopriva a mettergli i bastoni tra le ruote per te era finita. Era meglio non farlo arrabbiare e non averlo come nemico.

- Cambio di piano. Io sorveglio Regulus tu cerchi informazioni in giro -

- Così va già meglio. Ci tieni tanto a seguire il piccolo rampollo dei Black, eh? Lily, non è che mi nascondi qualcosa? -

Arrossii e, subito dopo, mi maledissi per averlo fatto ancora. Dovevo seriamente pensare ad un modo per tenere sotto controllo questa cosa, era irritante.

- Macchè, cosa vai a pensare. Mi è solo più facile tenerlo d'occhio -

- Come vuoi tu, come vuoi - disse facendomi l'occhiolino.

Andai in infermeria a trovare Regulus. Stava dormendo per cui non mi vide, il suo vuoto era vermiglio, irriconoscibile. Mi avvicinai all'infermiera.

- Come sta? - le chiesi sussurrando.

Lei mi guardò straniata, di certo non si aspettava proprio che una grifona Nata Babbana come me fosse venuta a far visita ad uno come lui.

- Non riusciamo a capire cosa gli sia preso - mi confessò, perplessa - Ha il viso e la lingua completamente gonfi e, per ironia della sorte, è perfino afono. Non c'è rimedio che riesca a farlo tornare normale o almeno a fargli abbassare la febbre -

- Ma come è successo? Mi sembra strano... -

- Perché tutte queste domande? - chiese legittimamente lei.

Era strano che mi interessarsi così tanto a Regulus all'improvviso. Quella donna non era stupida, aveva capito che ci fosse qualcosa sotto.

- Volevo solo accertarmi, capire cosa gli è accaduto - replicai, sperando di convincerla.

Lei aveva messo su un cipiglio dubbioso mentre mi scrutava, scettica.

- Se sono qui vuol dire che mi importa - cercai di persuaderla assumendo mentre parlavo un'aria quanto più innocente possibile - Glielo avrei chiesto direttamente ma, ahimè, sta dormendo, non vorrei disturbarlo -

Anche se non aveva ancora proferito parola, aveva l'aria meno restia. Avevo un brutto, bruttissimo presentimento, mi serviva qualche informazione per confutare quella che, in quel momento, era fortunatamente solo una mera ipotesi. Ritentai, ancora pochissimo e ci sarei riuscita.

- Suvvia, la prego! In fondo, non le sto chiedendo nulla di troppo, cosa le costa? -

-Beh, in effetti, non ci vedo nulla di male... -

Esultai interiormente, ci ero riuscita ed era stato così maledettamente semplice!

- Stava parlando con il suo amico, quello che l'ha portato in infermeria e, ad un momento all'altro, si è ritrovato così. Era così debole che l'ha dovuto trascinare qui immediatamente. Ma adesso basta - continuò in tono burbero. Si era forse oentita di evr vuotato il sacco così facilmente? - non ti dirò nient'altro. Esci di qui, devo continuare a lavorare! -

- Grazie mille - dissi sorridendole cordialmente mentre raggiungevo la porta.

Quello che mi sveva raccontato era più che sufficiente per me, anzi, mi aveva detto esattamente quello che volevo sentire. Ero sempre più certa della mia idea, dovevo parlarne con qualcuno. Sì, ma con chi? Severus era fuori questione, era la persona meno adatta in questo caso. Remus girava sempre attaccato a Minus e quest'ultimo, dopo tutto quello che era successo, sembrava non volesse staccarsi più da lui e da Black, quindi anche lui era escluso. Se gli andavo a confessare l'ennesima teoria che sarebbe dovuta rimanere segreta mentre stavano con Minus sarebbe successo un putiferio, avrei distrutto completamente quella che era già una situazione precaria.

Non mi rimaneva che Potter, era l'unico con cui potevo parlarne. Dovevo solo riuscire a trovarlo.

Camminai per i corridoi chiedendo a tutti se l'avessero visto, ma tutti scossero la testa. Molti mi guardarono perplessi, era insolito che io lo cercasi. Girai per tutto il castello, ma era enorme e non fu affatto semplice. Alla fine optai per raggiungere la Sala Comune Grifondoro, sicuramente avrei trovato Mary lì, comodamente sdraiata di una delle poltroncine con un libro in mano. Era ancora in semi-convalescenza, troppo debole per girovagare per il tutto il castello come suo solito assieme al suo ragazzo. Il biondino infatti, era pieno di energia proprio come lei, insieme erano come un vero uragano inarrestabile.

- Lily! - mi chiamò a gran voce lei non appena mi vide varcare la soglia d'ingresso.

- Scoperto qualcosa di interessante? - mi chiese più piano una volta che mi fui avvicinata.

Aveva gli occhi lucidi e il naso rossissimo, in netto contrasto con la sua carnagione pallida. Evidentemente non era guarita del tutto.

- Qualcosina. Ma parliamo di te, sicura di non aver avuto una ricaduta? Hai un aspetto orribile -

- Gentile, in effetti anche io ti vedo più brutta del solito stasera -

- Guarda che sono seria -

- Oh, ma anche io - ribattè ridendo - E comunque sto benissimo, sono solo un po' stanca -

- Se non facessi tante storie ogni volta che l'infermiera cercasse di curarti di certo staresti meglio. Vedi Nikolaj? Lui ci ha messo pochissimo per rimettersi in sesto -

- Macchè, tutte queste esagerazioni per un semplice raffreddore! -

- Secondo me hai anche un po' di febbre -

- E anche se fosse? Non muoio mica. Piuttosto noi due stavamo parlando di qualcosa di più importante -

- Non credere che il discorso sia chiuso! Un giorno di questi bro ritrascinerò in infermeria con la forza -

Ero davvero preoccupata per Mary, prendeva le cose troppo alla leggera e si rifiutava ogni volta di andare in infermeria. Ripeteva a tutti che stava più che bene, che non dovevano creare tanto allarmismo. Qualche giorno fa io e il suo ragazzo l'abbiamo portata con la forza lì perché aveva più di quaranta gradi fedi febbre e si reggeva a malapena in piedi. Lei in compenso, appena si era ripresa leggermente, era sgattaiolata via.

- Lily! Su, me lo vuoi dire quello che hai scoperto o no? - insistette lei per farmi cambiare discorso.

- OK, va bene - cedetti. Era inutile discutere con lei adesso, non volevo farla stancare ancora di più - ho iniziato la mia indagine dall'infermieria -

- Che luogo orribile che hai scelto -

- Avevi qualche idea migliore? Regulus è ancora lì! Comunque ho fatto due chiacchiere con l'infermiera ma non ho concluso molto -

- Non hai nessuna idea su cosa stiano tramando quelli? -

- Solo ipotesi, ho bisogno di pensare ancora -

- Non ho nessun buon presentimento - mi confessò, seria.

- Neppure io -

- Lily io credo... Se davvero può essere qualcosa di grave non sarebbe meglio avvertire Silente? -

- Non abbiamo prove, Mary. Non possiamo accusare delle persone davanti a Silente solo per dei presentimenti -

- Hai ragione, ma io ho paura. Sono certa che quasi tutti i Serpeverde del nostro anno siano già marchiati, come potrei stare tranquilla sapendo di vivere affianco a dei potenziali assassini? -

Non avevo mai visto Mary così terrorizzata. Una volta uscita da Hogwarts lei era in pericolo tanto quanto me essendo una mezzosangue. Sua nonna apparteneva ad una di quelle rare famiglie purosangue che conservavano ancora un po' di senno, era sempre stata attratta dal mondo dei Babbani e perciò sposò uno di loro, da allora la sua famiglia non è più ben vista dalle altre famiglie purosangue pazze e estremiste.

Io non riuscivo a consolarla. Cosa avrei potuto dirle, che sarebbe andato tutto per il meglio? Era solo una patetica bugia, io stessa avevo da poco appreso che, allo stato attuale delle cose, sarei morta nel giro di qualche anno, con me anche Potter, i nostri genitori e chissà quante altre persone. Chi mi poteva assicurare che lei stesse bene? Non me la sentivo di inventare scuse solo per tentare pateticamente di farla stare meglio, non era una stupida, non ci avrebbe creduto.

- Ho tanta paura anch'io - le dissi sinceramente - Mi spaventa questa situazione perché è più grande di noi. Ma non dobbiamo lasciarci soggiogare da questo, se quei due tramano qualcosa lo scopriremo e li fermeremo, stanne certa. Voglio combattere, essere utile e riuscire a fermarli anche una volta uscita di qui -

- Sai bene che lo voglio anch'io, voglio fare la mia parte in questa battaglia -

Potei cogliere una scintilla nei suoi occhi. Lei era forte, determinata a fare il massimo. La abbracciai, forte. Le volevo veramente molto bene.

 

 

Il mattino dopo fermai Potter poco prima che iniziassero le lezioni.

- Potter! - lo chiamai.

- Evans! - esclamò lui sorpreso voltandosi.

- Io... Ti devo parlare. È urgente -

- Cos'è successo? - mi chiese preoccupato.

- Sta calmo, ogni cosa a suo tempo. Ci vediamo prima di pranzo -

- Allora a dopo, Evans -

- A dopo, Potter -

 

Dopo le lezioni mattutine ci dirigemmo verso la Stanza delle Necessità. Era il luogo ideale per mantenere segretezza, in tutte le altre aule non avrei avuto la stessa sicurezza.

- Cosa volevi dirmi, Evans -

- Vorrei parlati di Regulus -

- Un altro Black di cui preoccuparmi? No, grazie -

- Potter sto parlando seriamente! Credo che si sia ridotto così perché ha provato a rivelare qualcosa del libro -

- Che cosa? E perché mai avrebbe dovuto farlo? -

- Ragiona, molte delle cose contenute lì dentro sono preziose, ci offrono uno specchio sul futuro. Avrà voluto rivendere qualche informazione a Tu-Sai-Chi -

- Se le cose stanno così io quei due non ce li voglio più qui dentro. Non meritano di leggere alcunché, non so neppure perché debbano esserci per forza -

- Guarda che non decidi niente tu, senza di loro non potremmo continuare a leggere neanche noi -

- Se il rischio è questo, forse sarebbe meglio - disse amareggiato.

- Ma ti senti quando parli? - replicai furibonda - Io non voglio rinunciare a conoscere la vita di mio figlio! -

- Credi che a me non importi nulla, invece? Che sia un insensibile? Pensa quello che vuoi, tanto non mi stupirebbe. I miei stessi amici, dopo tutto ciò, pensano che io sia un egoista -

Era triste, distrutto. Non ero certa che mi piacesse questa versione di lui. Mi ricordava il volto di Mary il giorno prima, entrambi due ragazzi pieni di vita spaventati da qualcosa più grande di loro. Questa cosa non fece altro che farmi sentire peggio.

- Sono solo arrabbiati - gli feci notare con tono più dolce - non lo pensano davvero. Ci tengono davvero molto a te -

Non sapevo come consolarlo, non ero brava a dare conforto alla gente o a dire le parole giuste al momento giusto. In effetti, non lo conoscevo neppure davvero e questo rendeva il tutto più complesso.

- Ma sei proprio sicura di quello che hai scoperto? - mi chiese tentando di cambiar discorso.

- Abbastanza, purtroppo. Da quel che so prima di finire in infermeria stava parlando con Wilkinson, e tu sai che persona lui sia. Poi, tutto ad un tratto, si è sentito talmente male da dover essere portato d'urgenza in infermeria. L'infermiera mi ha detto che non può parlare, è debole e dorme sempre, lei si sta affannado per curarlo. Non ti sembra strano? Come se qualche strana magia abbia interrotto la loro chiacchierata per impedirgli di dire qualcosa di troppo... -

- Tutto quadrerebbe, questo è certo. Ma potrebbe perfino averlo spedito in infermeria lo stesso Wilkinson! -

- Ne dubito, Mary mi ha riferito che lui non era decisamente contento della piega che ha preso la situazione. L'ha sentito borbottare tra sè e sè -

- Cosa diceva? -

- Che stava raccogliendo informazioni utili per Tu-Sai-Chi e Regulus gli stava per dire qualcosa di estremamente utile, ecco perché era infastidito dall'intoppo -

- Ne sei... Cioè la MacDonald* ne è proprio sicura? -

- Gliel'ho chiesto anch'io, purtroppo le cose stanno così. Mi credi adesso quando dico che c'è da preoccuparsi? -

- Se avessi ragione tutto questo sarebbe troppo pericoloso. Come puoi pensare davvero di continuare? -

- Ancora con questa storia - sbuffai infastidita

- Certo, è maledettamente importante! Ti rendi conto di cosa stiamo rischiando? -

- Ovviamente me ne rendo conto, ma ho fiducia! -

- Fiducia? Come puoi venirmi a parlare di fiducia se tu per prima mi sei venuta a dire che sospetti di Regulus? -

- Infatti non è di loro che mi fido, ma di quella che ci ha scritto la lettera -

- Ma se neppure la conosci! -

- Viene dal futuro, conosce questi fatti meglio di noi perché tutto questo da lei è già accaduto. Se vuole che ci siano anche loro ci deve per essere un motivo -

- Potrebbe non averci pensato, non è onnisciente -

- E organizza una cosa del genere così prendendo tutto così alla leggera? Qui stiamo parlando di modificare la linea temporale, non è mica uno scherzo -

- E se le sue intenzioni non fossero buone? E se volesse aiutare loro invece che noi? -

Tutte queste domande mi stavano mandando al manicomio. Doveva per forza essere così pessimista e scettico? Il vero Potter non era così, lui era quello che, fino a pochi giorni fa, consolava me e mi incitava a non perdere la speranza. Davvero la lontananza degli amici aveva influito così tanto su di lui? Mi sarei dovuta muovere al più presto per far ritornare le cose com'erano prima.

- Non lo credo. Dobbiamo aver fiducia, è stata offerta un opportunità grandissima e, non mi stancherò mai di ripeterlo, sta a noi non sprecarla -

Lui si prese la testa fra le mani, i palmi affondarono tra i suoi capelli folti e disordinati.

- Hai ragione, hai ragione. Solo che... -

Non continuò la frase, era in confusione. Non lo avevo mai visto senza il supporto dei suoi amici per così tanto tempo, sembrava smarrito. Promisi a me stessa che gli avrei parlato, se non con Black almeno con Remus. Già questa situazione era assurda, non potevano mettersi a peggiorarla anche loro.

- E questo è tutto, avevo bisogno di qualcuno a cui dirlo. Dovremo stare molto più attenti con lui, se la situazione degenera chiederemo l'aiuto di Silente - conclusi.

- Ma la situazione sta già degenerando, quanto dovremmo aspettare ancora? E poi, se volessimo l'aiuto di Silente, diremmo trovare un modo per dirgli tutta la verità, e io non lo voglio trovare perché, se ci riuscissi, significherebbe che anche loro ci potrebbero farlo e sarebbe la fine -

- Regulus non è riuscito nel suo intento, questo piano non ha falle -

- Non ci è riuscito perché è stato fermato da qualche strano incantesimo, se ci riuscisse non lo verrebbe di certo a dire a noi -

Cercai di cacciare indietro le lacrime, non mi stava affatto aiutando, a che pro chiedere il suo il suo aiuto se mi faceva sentire solo peggio? Lo odiavo, era uno stupido. Non prendeva mai nulla sul serio, neppure nei casi più estremi, e faceva sempre battute cretine per alleggerire la situazione, perfino e soprattutto se non era necessario. E quando avevo bisogno del suo esser allegro per togliermi dalla testa tutto questi pensieri negativi, lui decide di comportarsi al contrario. Nella testa mi turbinavano mille pensieri e neppure uno era positivo.

- Puoi andare adesso, non ho più bisogno di te - dissi, ma dalla mia bocca uscì solo un flebile respiro tremante. Sperai almeno che mi avesse sentito e uscisse di lì.

Un altro crollo, ci stavo prendendo troppo l'abitudine, non era una buona cosa. Non riuscivo a riconoscermi più, troppe cose stavano cambiando e io non ero preparata, la situazione mi stava sfuggendo lentamente tra le dita. Più cercavo di tenerla tra le mani in un vano tentativo di trovare un appiglio, più, proprio come se tentassi di stringere dell'acqua, questa scivolava via lasciandomi perduta.

- Evans, ti senti bene? - chiese stupidamente.

Non lo vedeva come stavo? Sperai avesse il buonsenso di lasciarmi da sola, avevo bisogno dei miei spazi prima di gettarmi nel caos generale che vigeva in Sala Grande.

Ma evidentemente non era così, si avvicinò a me in attesa di una risposta. Povero illuso, sarebbe stato ignorato finché non mi avrebbe lasciato in santa pace.

Sentivo il suo sguardo fisso su di me, ma non incrociai i suoi occhi. Quanto tempo ancora ci avrebbe messo a capire? Era di troppo.

I secondi scorrevano lenti, questa sua ossessione di non volermi lasciare mi stava facendo impazzire sempre più.

Aspetti ancora e ancora, pensai fosse passata un eternità.

Lui non voleva andarsene? Bene, anzi benissimo, sarei uscita io.

Mi avviai furiosa verso la porta, a passo svelto, ma Potter volle intralciarmi per l'ennesima volta afferamdomi lievemente il polso per trattenermi.

- Lasciami Potter, sarà meglio per te - gli intimai.

- Rispondi alla mia domanda, Evans -

- Devo andare a pranzo, Mary mi sta aspettando -

- Rispondi prima alla mia domanda, Evans -

- Ma ti si è incantato il disco**, Potter? Sto bene, anzi starei ancora meglio se tu mi lasciassi andare, adesso -

- Senza offesa ma non sembri stare al meglio -

Ma quanto era irritante?

- Se sai già la risposta perché mi importuni? -

- Perché non va tutto bene, Evans. E io non ti lascio andare -

- Tu non mi imponi proprio niente - protestai strattonando il braccio con forza, ma la sua presa si mantenne ferrea.

-Evans, calmati. Così ti farai male! Ti chiedo solo un paio di minuti, nulla di più -

Continuai a dimenarmi inutilmente, poi, sbuffando, acconsentii. Prima lo accontentavo, prima sarei stata libera.

- Va bene Potter, che altro vuoi? Tutto quello che sapevo te l'ho detto -

- Mi hai trascinato fin qui e mi liquidi così? C'è dell'altro -

- Dovevo tenermi tutto dentro? Avevo bisogno di dirlo a qualcuno e, per mia sfortuna, tu eri l'unico disponibile. A ripensarci forse era meglio se stavo zitta -

- Perché mai avresti dovuto? Devi essere libera di sfogarti o esploderai. Ed è proprio per questo che non posso lasciarti andare adesso. Non ti sei ancora liberata del tutto dal macigno che ti porti -

- Liberata? Sto peggio di prima! Quelle che prima erano solo spiacevoli supposizioni ora sono concrete sciagure, come potrei stare meglio? Speravo che mi tranquillizzassi con la tua solita positività, che mi dicessi che va tutto bene e che non mi devo preoccupare così. Ma non va tutto bene, affatto. Questa situazione fa schifo e può solo peggiorare, altro che speranza, altro che patetiche illusioni. Parlando con te ne ho avuto solo la conferma -

Ed ero esplosa, le parole vennero fuori tutto ad un fiato, con tono duro.

- Mi dispiace di non esseri stato d'aiuto, è solo che... Diciamo che non mi sento proprio al massimo in questi giorni -

- Questo lo so anch'io ma... - lo interruppi.

-Lasciami finire. Io ti ho lasciato parlare - mi rimproverò lui - Quei giorni sono un casino e lo sai anche tu, beh non ci vuole proprio un genio per capirlo. Io non voglio illuderti dicendoti che a tutto bene, non sarebbe giusto, lo capisci? -

Annuì, d'altronde era la stessa cosa che avevo pensato io parlando con Mary. Merlino, quindi anch'io mi ero comportata da insensibile senza confortarla davvero? E dire che per me lei se inventava tante per tirarmi su di morale... Sperai di non averla delusa.

- Tu sei venuta da me per un aiuto e tutto quello che posso fare io è ricordati di non abbassare la guardia, mai. Di tenere gli occhi aperti poiché, nella situazione in cui ci troviamo, questo è cruciale. Se ti illudessi con le sciocchezze che tu avevi sperato di sentire, cosa avrei concluso? Non voglio farti prendere questa situazione con leggerezza, non ce lo possiamo permettere. Capisci anche questo, non è così? -

Annuì ancora. Ma poi aggiunsi:

- Allora è stato tutto inutile venire qui a parlar con te. Ho perso solo tempo -

- Questo non è vero, parlare con qualcuno rende sempre le cose più facili, non è mai inutile. Ed io non ti lascierò sola, questa sarà una cosa che condivideremo io e te e avrai tutto il mio supporto.Ti aiuterò a vigilare, cercheremo insieme di capire qualcosa di più su questa faccenda con Regulus. Perché questa situazione fa schifo, ma ciò non ci impedisce mai di prenderci la nostra rivincita con il destino -

Rimasi in silenzio. Lui sciolse la presa dal mio polso, tuttavia non me ne andai. Mi sedetti a terra, di spalle contro il muro, mentre lasciai scorrere qualche lacrima. Lui si sedette accanto a me osservandomi in silenzio, lasciandomi libera di sfogarmi.

Iniziai a piangere più forte.

Ecco, ero arrivata al limite di rottura. Di nuovo.

 

 

Domenica l'atmosfera che aleggiava tra noi non poteva essere peggiore. Per di più non riuscivo più a tollerare la presenza di Regulus accanto a me, mi dava fastidio che fosse anche lui lì, non lo meritava.

Decisi di leggere io, mi avrebbe aiutato a distrarmi.

"Capitolo 3

Lettere da nessuno

La fuga del boa constrictor brasiliano costò a Harry il castigo più lungo mai ricevuto fino a quel momento. Quando finalmente gli fu permesso di uscire dal ripostiglio, erano ormai iniziate le vacanze estive"

- Ci mancava solo leggere di un'altra delle solite gentilezze dei Dursley per allietare questa settimana già di per se idilliaca - borbottò Potter con evidente sarcasmo.

Sperai intensamente che le lettere da nessuno fossero in realtà lettere da Silente. Insomma, quanto tempo ancora il mio Harry doveva rimanere chiuso lì dentro? Non che mi dispiacesse di lui, ma odiavo leggere come veniva trattato, mi faceva una tale rabbia. Era mio figlio eppure io non avevo, nè avrei avuto, nessun potere per ostacolare ciò.

"Dudley aveva già rotto la nuova cinepresa, mandato a sbattere l'aeroplanino telecomandato, e la prima volta che aveva provato la bicicletta da corsa aveva investito l'anziana signora Figg che attraversava Privet Drive con le stampelle."

- Povera signora Figg - esclamò dispiaciuto Black.

- Aspetta ma chi era? - chiese Remus.

- Non ricordi? Era la tizia dei cavoli! - cercò di spiegargli l'amico.

- La tizia dei cavoli? - domandai anch'io, confusa.

Cosa c'entravano i cavoli adesso?

- Maddai anche tu hai l'amnesia, Evans? La signora Figg è la non netta pazza che puzza di cavolo con la casa zeppa di gatti, di foto di gatti, di peli di gatto... -

- Sì sì abbiamo capito Sirius, gatti ovunque - lo interrompè Remus.

- I gatti me li ricordavo anch'io, i cavoli no -

- Se entrassi in una casa che puzza talmente tanto da lasciarti stordita sono certo che non te lo di menti che resti, Evans -

- Perché tu ci sei mai stato in luogo così, Black? -

Ero esterrefatta. In che razza di posti si andava a cacciare quel ragazzo?

- Assolutamente no, perché avrei dovuto? -

- Ne parli con così tanta certezza da far pensare il contrario - constatai.

- Mi immagino solo la scena. Povero il mio naso, non vorrei essere nei panni di tuo figlio -

Risi, era proprio assurdo lui.

"Harry era molto contento che la scuola fosse finita, ma non c'era modo di sfuggire alla ghenga di Dudley che veniva a casa ogni santo giorno."

- Naturalmente a rompergli le scatole - disse Potter - Perché nossignore, lasciarlo in pace e cavoli loro non è un alternativa contemplabile -

- È estate! Con tutto quello che possono fare perché rimanere chiusi in casa a dargli noia? - constai.

- Evans, quelli non ragionano come me e te -

- Stai parlando della mia famiglia, Potter -

- Della nostra famiglia. E comunque fa lo stesso. Ti sembra normale rinchiudere un bambino nel sottoscala per tutto quel tempo? Che poi lui non l'avrebbe mai neanche dovuto vedere quel postaccio che osano denominare camera da letto -

- Sono assurdi, lo so, ma che ci posso fare? Credi che non mi mortifichi già abbastanza da sola? È desolante avere parenti come loro -

- Allora smettila di giustificarli! E poi è tua sorella quella che sbaglia, non devi sentirti in colpa per quel che fa lei, suo marito o suo figlio -

- Ma se io non avessi una famiglia così, Harry avrebbe avuto un'infanzia normale -

- Per quanto normale possa essere crescere senza entrambi i genitori. Almeno loro lo hanno accolto, non sono spartiti fregandosene della situazione - disse rivolto a Remus e Black, fissandoli.

Loro, però non risposero alla frecciatina. D'altronde, per una volta almeno, Potter era nel giusto: loro erano spariti nel nulla malgrado avessero promesso il contrario, avrebbero potuto fare la differenza ma non hanno voluto farlo.

"Piers, Dennis, Malcolm e Gordon erano grandi, grossi e stupidi, ma poiché Dudley era il più grande e il più stupido di tutti, il capo era lui."

- Non fa una piega - commentò Severus.

- Già - asserì freddamente.

Dopo quello successo con Regulus sospettavo anche di lui. Dopotutto avevo ben capito in passato da che parte lui avesse deciso di schierarsi.

"Tutti gli altri erano ben felici di unirsi a lui nel praticare il suo sport preferito: la caccia a Harry."

- Quel che dicevo prima... - disse Potter, mogio.

"Ecco perché Harry passava più tempo possibile fuori di casa, gironzolando nei dintorni e sognando la fine delle vacanze come un pallido raggio di speranza."

- In questo ci rivedo te, Lily - mi disse Severus.

Ed era vero, quando ero piccola raramente rimanevo confinata a casa, soprattutto appena usciva uno spiraglio di sole. Passavo tutti i pomeriggi al parco o giravo nei dintorni di casa mia. Lui lo sapeva bene dato che, per un periodo, tutti questi momenti li condividemmo insieme. Ma ora le cose erano diverse, io non mi fidavo di lui e mi dava un certo fastidio il fatto che mi conoscesse così bene, mi sentivo vulnerabile, priva di difese.

Gli rivolsi un sorriso spento, non mi presi neanche la briga di rispondergli.

"A settembre, sarebbe andato alle superiori, e quindi per la prima volta in vita sua non sarebbe stato con Dudley. Dudley aveva un po-sto riservato a Snobkin, la scuola dove aveva studiato zio Vernon. Anche Piers Polkiss sarebbe andato lì. Harry, invece, sarebbe andato a Stonewall High, la scuola pubblica del quartiere."

- Meno male che andrà ad Hogwarts. Stonewall, non poteva scegliere scuola peggiore. Come l'è venuto in mente? - commentai.

- È una scuola tanto brutta? -

- Non te lo immagini neppure, Black. È una delle più scadenti scuole che io conosca, ma ovviamente a lei non interessa. Sarà quella più vicina e questo le basta -

- Non ci pensare, tanto non ci andrai mai - mi ricordò Remus - Ad Hogwarts sarà tutto diverso, passerà i suoi anni più belli e spensierati -

- Sì, hai ragione - gli risposi un po' rincuorata, sorridendogli spontaneamente.

Severus mi fissò tutto il tempo. Aveva notato la mia freddezza? Aveva fatto il collegamento? Oh, ma in fondo cosa mi importava? Se aveva capito tanto meglio.

"Dudley trovava la cosa molto divertente.

«Lo sai che a Stonewall il primo giorno di scuola ti ficcano la testa nella tazza del gabinetto?» disse a Harry. «Vuoi venire di sopra a fare esercizio?»

«Grazie, no» rispose Harry. «La povera tazza del gabinetto non si è mai vista cacciare dentro niente di più orribile della tua testa; potrebbe sentirsi male»."

Risi assieme agli altri per la battuta.

- Modestamente ha il mio senso dell'umorismo il ragazzo - disse Potter orgoglioso.

- Non vorrei rovinare il tuo momento di gloria ma quel ragazzo è tutto sua madre -

- Ti sbagli. È un piccolo Malandrino, non c'è dubbio -

- Vedremo Potter, vedremo - lo provocai con aria di sfida.

"Poi scappò via prima che Dudley potesse capire quello che aveva detto."

- Saggia decisione - decretò Remus.

"Un giorno di luglio, zia Petunia accompagnò Dudley a Londra per comperare l'uniforme di Snobkin, lasciando Harry dalla signora Figg."

- Il ritorno della nonnina dei cavoli! - esclamò Sirius entusiasta.

- Perché sei così contento? - gli chiesi.

- Ormai è diventata famosa! Mi ci sono affezionato - asserì fintamente commosso.

- Io pensavo ce ne fossimo liberati - commentò Remus.

- Idem - concordai.

- Siete senza cuore! Povera signora Figg... -

- Ti regaleremo un soggiorno gratuito lì dentro, Felpato -.

"Quel giorno, la vecchia signora era meno peggio del solito. Si era rotta la gamba inciampando in uno dei suoi gatti e quindi non sembrava più entusiasta di loro come prima. Permise a Harry di guardare la televisione e gli diede un pezzo di torta al cioccolato, che sapeva di stantio come se stesse lì da qualche anno."

Mi immaginai il disgustoso sapore. Perché mangiarla se non era buona?

"Quella sera, Dudley fece passerella in salotto per la famiglia, nella sua uniforme nuova di zecca. I ragazzi di Snobkin indossavano una giacchetta color melanzana, pantaloni alla zuava arancione e un copricapo piatto detto paglietta. Erano inoltre dotati di un bastone nodoso usato per picchiarsi a vicenda quando gli insegnanti non guardavano. Si riteneva che questo fosse un buon addestramento per la vita futura."

- Ma che ragionamento è? Favorire il bullismo adesso darebbe un buon insegnamento di vita? - constatai inorridita.

Cosa avevano al posto del cervello quelli?

- È al quanto discutibile - mi assecondò Remus.

- È più che discutibile, è totalmente assurdo! - dissi istericamente.

- Lily fai un bel respiro e calmati. Ricorda che ha undici anni adesso, e tu sai perfettamente cosa significa. Poi, almeno per stavolta, non era di tuo figlio che ti saresti dovuta preoccupare -

Aveva ragione. Inspirai ed espirai profondamente, poi ripete i l'esercizio ancora e ancora, con le palpebre abbassate, cercando contemporaneamente di svuotare la mente prima di immergermi nuovamente nella lettura.

"Guardando Dudley nei nuovi pantaloni alla zuava, zio Vernon disse con tono burbero che non si era mai sentito tanto orgoglioso in vita sua. Zia Petunia scoppiò in lacrime e disse che non le sembrava vero che quello fosse il suo piccolino, da quanto era bello e cresciuto."

E pensai, con un nodo in gola, che io non avrei mai avuto questo privilegio poiché non l'avrei mai visto crescere, non l'avrei accompagnato per le vie di Diagon Alley in cerca del necessario per la scuola, non l'avrei visto sfoggiare per la prima volta la divisa di Hogwarts.

"Harry non si arrischiò a parlare. Aveva l'impressione di essersi rotto un paio di costole nel tentativo di non ridere.

La mattina dopo, quando Harry entrò in cucina, c'era un odore orribile che sembrava provenire da una grossa bacinella di metallo che era dentro il lavandino. Si avvicinò per dare un'occhiata. La bacinella era piena di quelli che sembravano stracci sporchi a mollo in un'acqua grigia.

«E questo cos'è?» chiese a zia Petunia. Lei strinse le labbra come faceva sempre quando Harry azzardava una domanda.

«La tua nuova uniforme scolastica» rispose."

- Non lo sarà - corresse automaticamente Potter, cercando di rassicurare più se stesso che suo figlio, come se lui lo potesse davvero sentire.

"Harry guardò di nuovo dentro la bacinella.

«Oh!» disse. «Non avevo capito che dovesse essere tanto bagnata».

«Non fare lo sciocco!» lo apostrofò aspramente zia Petunia. «Ti sto tingendo di grigio alcuni vestiti smessi di Dudley. Quando avrò finito sembreranno uguali a quelli di tutti gli altri».

Di questo Harry dubitava seriamente, ma pensò fosse meglio non discu-ere. Si sedette a tavola e cercò di non immaginare che aspetto avrebbe avuto il primo giorno di scuola a Stonewall High. Probabilmente, come se avesse addosso pezzi di pelle di un vecchio elefante."

- O una perfetta divisa da mago - aggiunse Potter.

- Già, peccato che lui non lo sappia ancora - gli ricordai.

- Lo scoprirà presto. A breve riceverà anche la sua lettera -

- Lo spero. Non vedo l'ora! -

"Dudley e zio Vernon entrarono in cucina ed entrambi arricciarono il na-so per via dell'odore che emanava la nuova uniforme di Harry."

- Allora comprategliene una decente! -

- Vana speranza, Lily... - disse Remus tristemente.

"Zio Vernon apri come al solito il giornale e Dudley picchiò il tavolo con il bastone di Snobkin, che ormai portava dappertutto.

In quel momento, udirono lo scatto della cassetta delle lettere e il lieve tonfo della posta che cadeva sullo zerbino.

«Vai a prendere la posta, Dudley» disse zio Vernon da dietro il giornale.

«Mandaci Harry».

«Vai a prendere la posta, Harry».

«Mandaci Dudley»."

- Ottima risposta figliuolo -

- Risposta che, conoscendogli, non gli faranno passare liscia -

- Sempre così pessimista, Evans? -

- Sempre così speranzoso, Potter? -

- Ovviamente! -

"«Punzecchialo con il bastone di Snobkin, Dudley».

Harry schivò il bastone e andò a prendere la posta."

- Beh, pensavo avessero reagito peggio - ammisi.

- Non ho sempre ragione io? Non è successo nulla -

- Meglio così -

Tra me e me però pensai che neppure questa reazione potesse essere definita normale. Insomma trattare alla pari quei due ragazzi era troppo difficile per loro? Almeno per le cose più banali come questa...

"Sullo zerbino c'erano tre cose: una cartolina della sorella di zio Vernon, Marge, che era in vacanza nell'isola di Wight, una busta marrone che sembrava una fattura e... una lettera per Harry.

Harry la raccolse e la fissò con il cuore che gli vibrava come un gigantesco elastico."

Simultaneamente perfino il mio cuore si strinse. Se i miei calcoli erano esatti, quella sarebbe stata LA lettera.

"Nessuno in vita sua gli aveva mai scritto. E chi avrebbe dovuto farlo? Non aveva amici, non aveva altri parenti; non era neanche socio della biblioteca e quindi non aveva mai ricevuto perentori avvisi di restituire i libri presi in prestito. Eppure, eccola li, una lettera dall'indirizzo così inequivocabile da non poter essere frainteso:

Signor H. Potter

Ripostiglio del sottoscala

4, Privet Drive

Little Whinging

Surrey"

 

 

*Mary Macdonald (è un personaggio realmente citato nei libri della Rowling, dovrebbe avere più o meno l'età dei genitori di Harry, per cui ho scelto di renderli coetanei. Lo stato di sangue non è specificato).

** Ehm, non so se questo modo si dire è tipico della mia zona o si un po' dappertutto (opsss) *faccina imbarazzata*, ma ci stava benissimo in quella frase e non potevo proprio cambiarlo *faccina super imbarazzata*. Comunque, nella remota e recondita possibilità che qualcuno non conosca questo modo di dire, si usa quando uno ripete per mille volte la stessa cosa (come se il disco si fosse incantato, appunto). Ok, forse mi sto facendo paranoie per nulla e voi ora mi starete prendendo per psicopatica *faccina che ha raggiunto un livello di imbarazzo mai sperimentato dal genere umano*

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Questa volta ecco a voi un capitolo doppio! Ho aggiunto un pezzo del capitolo 3. Spero vi sia piaciuto almeno un pochino ^^

Scusate l'orario a cui pubblico ed eventuali errori/orrori. Ho la testa un po' fusa :')

Dal prossimo procedo spedita con i vari capitoli in sequenza (anche perché siamo a domenica), ma dovevo far vedere l'evoluzione dei litigi!

C'è una graaaaande scenetta James&Lily, ma quanto li adoro quei due *-* Non vedo l'ora di scrivere di quanto staranno insieme ;)

Faccio come sempre alcune puntualizzazioni :)

Ma prima una DOMANDA IMPORTANTE: per regolarmi meglio con la storia e collocarla realmente nel tempo, quando scrivo i capitoli mi appunto delle date, anche perché i personaggi dovranno concludere i sette libri entro la fine dell'anno ad Hogwarts e devo tenere sott'occhio i tempi. Quindi vorreste che pubblicassi (magari anche qui nelle note) la data in cui si svolgono determinati eventi così da rendere tutto più chiaro anche per voi? O non ve ne frega nulla? Fatemi sapere cosa preferite, faccio quel che dice la maggioranza ;)

Passiamo alle precisazioni:

1) Ho sempre visto Peter come un po' (troppo) permaloso. Proprio per questo suo carattere, secondo me, per un inezia o uno screzio con i Malandrini se l'è presa, la questione non è stata risolta e si è creato questo rancore, per questo poi si è "venduto" a Voldemort , un'amicizia così forte non può essere stroncata solo e soltanto per codardia, mi rifiuto di crederlo, ci deve essere altro.

2) James l'ho sempre visto come una persona molto, ma molto, molto solare, ed è strano per lui ritrovarsi così in balia di mille emozioni non del tutto positive, tutto questo lo destabilizza. Ecco perché ha questo "scatto d'ira", ma questo è un episodio isolato. Non è un personaggio negativo, affatto, solo umano.

Inoltre mi piace pensare che sia una persona abbastanza profonda, oltre che ad un Malandrino per eccellenza.

3) Ho precedentemente descritto Mary come una ragazza riservata, che si fa i fatti suoi. L'inizio di questo capitolo potrebbe sembrare in contraddizione con questo, ma non è affatto così. Anche se non si capisce molto dal testo, Mary è abbastanza turbata da quel che ha sentito ed è per questo che ne parla con Lily (migliore amica) e insieme decidono di capirci di più, non va inteso come un pettegolezzo scambiato tra le due, perché loro (Mary in primis) non sono affatto pettegole (e questo ci tenevo a specificarlo ai fini del delineamento del carattere di questi due personaggi). Non bisogna dimenticare che Voldemort sta prendendo pian piano potere e il Mondo Magico ne è terrificata.

 

Opss, credo che queste note siano diventare un po' troppo lunghe! Spero proprio di non avervi annoiato :)

Contattatemi per qualsiasi cosa vogliate o per qualche chiarimento, sarò felice di rispondervi, e soprattutto fatemi sapere cosa ne pensare anche di questo capitolo :D

Un abbraccio grande ad ognuno di voi,

Hij

PS: Auguro buone vacanze a tutti quanti voi! <3

   
 
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