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Autore: Charlotte10    24/03/2016    0 recensioni
Lui scoppiò in un pianto disperato,come se fosse tornato indietro nel tempo,quando piangere, era un'azione quotidiana di un bambino che sentiva la mancanza di qualcosa ;come se per un attimo la corazza di un cuore di ghiaccio si fosse sciolta.
Non tutte le persone erano uguali,e volevo farglielo capire.Lo abbracciai nascondendogli il viso,conoscevo la grandezza smisurata del suo orgoglio,e la sua difficoltà ad aprirsi con persone,lo abbracciai sempre più forte,non volevo lasciarlo andare.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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I love people who simile when it is rain.

Passata la notte a rimuginare sulla mia nuova classe e sulle nuove amicizie che avevo fatto ,arrivò il secondo giorno.Non avendo avuto l'opportunità di conoscere gli altri compagni di classe decisi che ci avrei provato quella mattina.
Con l'aiuto di Alice e Julia conobbi buona parte dei miei nuovi compagni,rivelatisi molto gentili ed entusiasti di conoscermi,o almeno qualcuno di loro.C'erano due ragazze che Alice mi aveva sconsigliato di frequentare,Daisy e Lola.
Alice era stata con loro durante i tre anni delle medie oltre ai quattro del liceo,mi aveva raccontato che erano sempre state due vipere,nel vero senso della parola,e che Daisy era innamorata persa di Erik da anni.Effettivamente,il giorno prima avevo notato che quella ragazza dai ricci rossi mi fissava con aria di sfida,ma avevo creduto che fosse stata una mia impressione.Forse a Daisy il fatto che fossi capitata vicino a Erik non adava molto a genio,ma non era di certo mia la colpa. 
Durante la pausa vennero a cercarci Thomas e Alex,due ragazzi della mia classe con i quali avevo stretto amicizia quella stessa mattina.Thomas era un tipo vivace,ma non troppo,mentre Alex lo era eccessivamente,entrambi ragazzi sportivi,energetici.Ci proposero tutti entusiasti di andare a prendere un gelato per festeggiare il mio arrivo,e per farmi visitare un pò la città.
Io e Alice eravamo libere poichè non facevamo parte di nessun club e Julia non aveva attività quel pomeriggio,perciò dopo esserci consultate accettammo.
Quando i ragazzi ci lasciarono sole mi accorsi che il viso di Alice era diventato di un colore a dir poco rosso,essendo una ragazza capì al volo che cosa stava succedendo,quando solo a vedere un ragazzo ti senti il viso in fiamme significa solo una cosa.


rispose la bionda nascondendosi il viso tra le mani.
 


aggiunse con tono dispiaciuto.

La ragazza mi sorrise,e mi fece cenno di si con la testa.Ero veramente contenta che Alice avesse qualcuno che le piaceva,e volevo aiutarla veramente.

Quel pomeriggio ci incontrammo tutti e cinque in una piazza vicino al liceo,seguimmo i due ragazzi che dicevano con aria sicura di conoscere una gelateria fantastica,e avevano ragione.Ci portarono in un posto magnifico,c'erano tavolini ovunque circondati da fiori colorati e per di più anche il gelato era buonissimo.
In seguito decisimo,anzi,decisero i ragazzi,di andare in un parco lì vicino per fare due passaggi a pallone.Ci stavamo divertendo un sacco a tirare calci ad un pallone ormai rovinato,quando fummo interrotti da due ragazzi che alla vista di Thomas e Alex si avvicinarono con passo frettoloso.
Erano due amici dei ragazzi,che frequentavano il nostro stesso liceo,i loro nomi erano Brian e Tom.
Alla vista dei due nuovi arrivati tutti risposero con un saluto accogliente e rumoroso tranne Julia,della quale il comportamento mutò radicalmente.C'era qualcosa che non andava,glielo si leggeva chiaramente in faccia,aveva uno sguardo triste,vuoto,che vagava da un albero ad un altro evitando di posarsi sui due ragazzi appena arrivati.








La abbracciai,doveva star proprio male in quel momento e non volevo lasciarla sola.Alice,che era li con noi si unì all'abbraccio.
Poco dopo tornammo dagli altri che ci presentarono a vicenda.A vederlo non sembrava proprio che Tom fosse un ragazzo in grado di tradire la propria fidanzata,sembrava una brava persona,forse era cambiato o forse c'era stato un malinteso,ma ciò non cambiava che Julia era stata davvero male per colpa sua.
Brian invece,mi diede sin dall'inizio l'impressione di essere un tipo riservato,socievole si,ma riservato.
La giornata passò in fretta e si era ormai fatta l'ora di tornare a casa.
Stavo camminando sulla strada quando sentì dei passi provenire dalle mie spalle,quando mi voltai rimasi pietrificata.C'era un uomo armato di un coltello che guardava nella mia direzione e pian piano si avvicinava,non sapevo cosa fare e mi stavo facendo prendere dal panico.
Chiusi gli occhi,avevo tanta paura.
Sentì dei rumori,poi dei passi veloci.Quando riaprì gli occhi davanti a me c'era Erik,e l'uomo di prima stava correndo via.

non riuscivo a non balbettare,ero ancora impaurita per l'accaduto.

Il ragazzo mi raggiunse e si fermò accanto a me.Era lì,immobile,e mi guardava.

 
Rimasi sorpresa.


Cominciammo a camminare,uno al fianco dell'altro.Era rimasto indifferente come al solito,ma era gentile,molto.Si era proposto di accompagnarmi probabilmente perchè aveva paura che potessi incontrare qualcuno un'altra volta.Mi aveva guardata con un'aria di rimprovero,ma in fondo lo stava facendo per me.
Eravamo ormai giunti davanti casa mia quando mi accorsi che aveva una ferita sul braccio,probabilmente a causargliela era stato l'uomo di pochi istanti prima.
Non potevo lasciarlo andare via così,perciò gli proposi di entrare in casa per farmi medicare,ma riufiutò.



Non avevo intenzione di lasciarlo in quello stato,per quanto potesse essere strano far entrare un ragazzo conosciuto solo un giorno prima in casa propria,non potevo lasciarlo andare via ferito.

Alla fine cedette.Lo feci accomodare in salotto e andai a prendere della garza e del disinfettante.Essendo mia madre spesso fuori casa avevo imparato anche a fare qualcosa da sola,come cucinare o medicare ferite non eccessivamente gravi.
La sua era una ferita piccola ma profonda,non riuscivo a credere minimamente che non gli facesse male,era indifferente in ogni situazione,anche quando soffriva.Mentre lo medicavo notai quanto fossero grandi le sue mani,la sua pelle era morbida,e lui stesso emanava un profumo rinfrescante e ammaliante insieme.Cercai di fare più delicatamente possibile,
finita la medicazione mi ringraziò e uscì dalla casa senza trattenersi oltre.

I giorni passavano tranquillamente in compagnia dei miei amici.
Un giorno,circa una settimana dopo l'accaduto,trovai sul banco una lettera che mi indirizzava ad andare all'albero di ciliegie durante la pausa.Julia e Alice continuavano a dirmi che avrei ricevuto una dichiarazione o qualcosa del genere ridendo e prendendomi in giro,ma io speravo veramente che non fosse così.Non c'era nessuno di cui ero innamorata,quindi se la supposizione di Julia e Alice era vera significava che avrei dovuto rifiutare qualcuno ferendolo,e non volevo.
Seguì le indicazioni dell lettera,e una volta arrivata sul posto trovai un ragazzo.

Ecco fatto,le previsioni che mi erano state fatte si erano avverate.Volevo rifiutarlo naturalmente, ma non volevo ferirlo.




Il ragazzo stava per afferrarmi per un braccio quando qualcuno si mise tra di noi.
Un ragazzo alto,moro,lo riconobbi dai capelli.Stando vicino a lui ogni giorno potevo osservarlo per lungo tempo,e quei folti capelli neri non avevano più segreti per me.


Il ragazzo scappò non appena Erik aprì bocca,sapevo bene anch'io quanto potesse incutere timore.


  • Ci fu un secondo di silenzio,poi si sentirono delle risate trattenute provenire dal ragazzo.Quando lo guardai rimasi incantata,stava ridendo,ed era bellissimo.Non lo avevo mai visto ridere.


    Tornai di corsa dalle mie amiche,al contrario di loro non mi ero accorta che il mio viso era diventato bordò.Quel ragazzo si trovava sempre nel posto giusto al momento giusto per aiutarmi.

     

    Quella ragazza era davvero testarda.Non mi aveva lasciato tornare a casa per via di una ferita insignificante.Quando entrai in casa notai che non c'era nessuno.Lei arrivò subito dopo con della garza e del disinfettante,e cominciò a fasciarmi la ferita.
    Era molto vicina,potevo notare meglio i suoi lineamenti delicati e i suoi occhi verdi.Ogni tanto spostava delle ciocche dei suoi capelli castani dietro l'orecchio per impedirgli di offuscargli la visuale.Sentivo le sue dita toccarmi il braccio, era così delicata che mi provocava una sensazione di solletico.
    Era una bella ragazza,non c'era da stupirsi se qualche malintenzionato cercava di avvicinarsi a lei.
    Era gentile dopotutto,non si era lasciata ingannare dal mio comportamento,nonostante avessi inizialmente rifiutato di entrare in casa sua anche se la ferita faceva male,aveva insistito.
    Non appena finì me ne andai,non avevo altri motivi di trattenermi lì.

    Poco tempo dopo mentre mi recavo nel solito posto per pranzare la vidi con un ragazzo.
    "Sarà il fidanzato." pensai,finchè sentendo il loro discorso non capì che non era affatto così.Vidi improvvisamente che quel tipo stava per avvicinarsi a lei e m'intromisi,non potevo restare a guardare.

    Quelle sue parole mi fecero ridere come non facevo da tempo,ma più che le parole fu la sua espressione.Aveva una faccia preoccupata e dispiaciuta allo stesso tempo,davvero buffa,un misto di imbarazzo e dispiacere.
    Era davvero ingenua quella ragazza,attirava i guai in un modo incredibile e non se ne rendeva neanche conto,e per di più chiedeva scusa senza motivo.
    Se ne andò poco dopo,e ripensando alla sua espressione pranzai.

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