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Autore: Coraline Mondrian    24/03/2016    0 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
La Casa, in qualche modo, li aveva uccisi tutti.
Tutti tranne me, che mi sono sempre nascosto tra le tende delle camere, sotto i tavoli, dentro gli armadi, in modo che non mi potessero vedere, anche se alcuni riuscivano a percepire la mia presenza.
Li ho osservati con attenzione litigare, combattere, uccidersi e cercare il Prescelto per anni, convincersi che fosse uno di loro piuttosto che un altro. Tra quelle mura ho visto così tanta sofferenza, disperazione e violenza, ma voglio raccontarvi qualcos'altro che vi accadde, qualcosa di nuovo e di profondamente bello.
Genere: Guerra, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jane sedeva in silenzio.
Il vento le scorreva piano sulla faccia e tra i capelli, lunghi sulle spalle, le foglie le facevano ombra in base alla posizione del sole, che osservava  spostarsi da oriente a occidente, la luna, e poi di nuovo.
Jane sedeva in silenzio e guardava il sole.
Da qualche anno non faceva altro.
Le situazioni in cui si era trovata, nel passato, l’avevano spinta a sperare, inseguire, ammirare il silenzio, la pace e la calma, così che, una volta trovati, cominciarono a diventare parte di lei, a farsi prepotentemente posto nella sua anima.
Lei era diventata parte di loro, e ciò le rimarrà sempre, come una cicatrice di quegli anni di isolamento.
Dopotutto non è così male stare in esilio, ed è così bello non avere intorno le persone; le persone sono inutili e fanno del male.
In effetti, in quel posto aveva tutto ciò che le serviva, o quasi.
Ma ignorava quel quasi, sapeva che le avrebbe portato solo malessere e confusione e si sta così bene nel silenzio, da soli.
***

Intanto, la foresta si faceva sempre più insidiosa per la nostra Annie, che si vide costretta a correre sulle radici, per quanto la boscaglia fosse diventata fitta.
La speranza della riunione, che era riuscita a farla svegliare con un sorriso e che l’aveva costretta, nonostante tutto il suo corpo fosse dolorante, a continuare a correre, stava pian piano svanendo, per lasciare il posto a una consapevole delusione. 
Stava correndo da giorni oramai, e la foresta non aveva ancora iniziato a diradarsi, quando capì che forse stava sbagliando qualcosa.
Ricorda, devi pensare fuori dagli schemi, anche Frank te l’aveva detto…
Quindi cercò l’albero più alto nelle vicinanze, e con poca fatica si arrampicò fino alla cima.
Da lì poteva vedere tutto ciò che le era intorno nel raggio di un chilometro, poteva vedere la radura, il lago, una casa…
Il cuore cominciò a rimbombarle nel petto, era una casa, una casa nel nulla, e speranzosamente poteva trovarvi lei, ma anche se non fosse tato così in ogni caso vi avrebbe trovato delle persone, perché sì, si vedeva che era abitata, e persone significavano parole, consigli, sorrisi…
Nonostante tutto quello che le avevano fatto, Annie aveva ancora molta fiducia nelle persone...

 
***

Carl non aveva avuto il coraggio di aprire quella lettera, rossa, non da solo. E poi sulla busta c’era scritto, con una calligrafia inconfondibile, per tutti gli abitanti della Casa.
Questo significa che dovrò andare al secondo piano
Salì quindi le scale, cosa che non faceva dai tempi della Guerra, e andò alla ricerca degli altri, poiché non sapeva neanche più chi vi fosse rimasto.
e pensare che una volta eravamo tutti, eravamo uniti, eravamo più di una famiglia, eravamo…
solo di una cosa era certo, loro dormivano.
Più che dormire erano in coma, almeno così gli avevano detto gli ultimi ritardatari, prima di andarsene.
“Carl, ne sono rimasti alcuni, al piano di sopra. Dormono, e dormiranno per sempre, non devi svegliarli. Non dovrai mai salire al secondo piano, non farlo mai”
Così gli aveva detto Patrick, prima di andarsene, per ultimo.
Si fidava di lui, nonostante lo avesse abbandonato, e quindi per anni non salì le scale.
Ma era arrivato il momento.
Il corridoio del piano di sopra era completamente in penombra, impolverato, e vi erano degli strani aracnidi nascosti negli angoli. Era evidente che nessuno vi camminava da anni.
le sue mura erano tappezzate di porte, ognuna delle quali si apriva in una stanza diversa e Carl dovette scegliere.
Entrò in una stanza, scelta a caso, quali altri criteri aveva?
Si aspettava di trovarvi una persona dormiente, o in coma, sdraiata su un letto o per terra, si aspetta di trovarvi una stanza vuota e buia, ma sicuramente non si aspettava di trovarvi una ragazza, seduta a gambe incrociate su un tavolo, che lo fissava con gli occhi dilatati, come a dire ti aspettavo.
 
 
 
***ANGOLO DELL’AUTRICE***
Okay, questo è un capitolo abbastanza noioso, uno dei classici capitoli di passaggio, e non succede molto di interessante.
Inoltre ho messo molte parole in corsivo o grassetto, per sottolinearne l’importanza, spero che non sia molto fastidioso; mentre invece quando un’intera frase è in corsivo, sono i pensieri dei personaggi. Probabilmente lo avevate già capito, ma mi sembrava importante esplicitarlo.
Se avete delle critiche, negative o positive che siano, recensite, mi farebbe moltissimo piacere <3
Alla prossima :*
   
 
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