Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: deryck_747    24/03/2016    1 recensioni
Eric Firth ha quattordici anni, è il terzo di quattro figli, tre maschi e una femmina.
All'età di otto anni, gli è stata diagnosticata la Sindrome di Asperger.
Da allora vive nel suo mondo, composto da aerei, galassie, numeri e dati.
Odia essere toccato, tranne che dalla madre e dai due fratelli, ogni minimo spostamento degli oggetti nella sua stanza lo turba. Nonostante tutto, frequenta la scuola pubblica, con ottimi risultati,grazie sopratutto ad un ragazzo, Matthew, che ha deciso di apprezzarlo per quello che è realmente.
Perchè, in fondo, Eric è un genio. Conosce alla perfezione ogni minimo ingranaggio di un Boeing 747, o di qualsiasi altro aereoplano, ha imparato a memoria la maggior parte dei corpi celesti conosciuti, ed è in grado di svolgere, in poco tempo, ogni tipo di operazione matematica, in modo del tutto naturale.
Eric ha imparato a relazionarsi con gli altri, per quanto possa concedergli la sua minima abilità nell'interpretare le emozioni altrui.
Sono gli altri, però, che non vogliono relazionarsi con lui.
Con un ragazzo dalle conoscenze infinitamente maggiori delle loro.
Con un ragazzo difficile da comprendere.
Con un ragazzo del quale sarebbero inferiori.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 3

 
Eric si annodava lentamente e con maniacale precisione la cravatta rossa, sotto di essa una camicia bianca abbottonata perfettamente ed una giacca di tessuto nero. Un paio di pantaloni di velluto grigi ed un paio di scarpe smaltate scure, completavano il tutto.
Odiava dover indossare vestiti diversi da quelli che usa di solito, e soprattutto odia dover andare ai matrimoni.
Finora era stato invitato solamente ad un ricevimento, di un qualche lontano parente ignaro della sua situazione, un paio di anni prima, ma la madre l’aveva riportato a casa dopo meno di un’ora. I rumori erano altissimi e di svariato genere, aveva trascorso buona parte del tempo seduto per terra contro la sedia e le mani sulle orecchie.
Questa volta, però, erano invitate a malapena venti persone, e sua zia aveva insisto davvero molto, assicurando a sua madre che aveva organizzato tutto in modo che non ci fosse alcuna cosa che potesse recargli il minimo disturbo.
Decisamente strano per una persona che l’aveva visto massimo cinque volte in tutta la sua esistenza, suo padre, qualche sera prima, aveva espresso che per lui la cara Jessica voleva solamente sfruttarlo per poi andare a vantarsi di tutta la fatica impiegata per permettere all’amato nipote autistico di partecipare al suo insulso matrimonio, che sarebbe durato a malapena per i prossimi sei mesi. Il tutto condito da un paio di bestemmie e il giuramento che lui non ci avrebbe messo piede a quell’inutile festicciola pre prossimo divorzio.
Al che la madre ha iniziato a urlargli contro che lui ci verrà a quell’insulso matrimonio, e di smetterla di parlare così di sua sorella, l’uomo non rispose nemmeno e sbuffando se ne andò nel suo ufficio.
Parker e Charlie sghignazzavano dicendo che la madre vinceva sempre, mentre il padre era una mezzasega.

Nonostante tutto la madre gli ha promesso che andrà tutto bene, e che, nel caso volesse tornare a casa, bastava dirlo.
Eric le crede, infondo, tranne per la leggera irritazione sul polso causatagli dalla camicia, non sembra poi andare così male.
Passerà il tempo a leggere il suo libro sugli aerei di linea, ignorerà le domande stupide di nonni e zii, non reagirà ai soliti scherzi e alle prese in giro dei cugini, mangerà, e tornerà a concentrarsi sul suo libro.
Mentre ci riflette, scende lentamente la scala a chiocciola che collega la sua stanza al secondo piano, passa davanti alla camera di Charlie, che vede intento a baciare la sua ragazza sdraiata sopra di lui, le camere di Parker e Amber, invece, sono vuote, segno che indica che molto probabilmente si trovano già al piano inferiore.
Scende l’ultimo paio di scalini nell’esatto momento in cui sente il padre urlare il suo nome e quello del fratello maggiore, li raggiunge e si siede di fianco alla madre che cerca di sistemargli i capelli con la mano, ma lui si sposta all’indietro impedendoglielo.
Pochi secondi e sentì il fratello e Piper, la sua ragazza, scendere le scale. Charlie aveva la giacca aperta, la camicia abbottonata in modo sbagliato, ed i capelli spettinati, lei, invece, aveva la cerniera del vestito leggermente abbassata ed il rossetto visibilmente rovinato.
Eric gli ignorò, a differenza del padre che urlò al figlio primogenito di risistemarsi, se non voleva un bel paio di botte e niente auto per i prossimi mesi.
Parker sghignazzava, mentre la sorellina, troppo piccole per capire, giocava con le pieghe della gonnellina rossa.


“Hai preso il libro che vuoi portare?” gli domandò la madre, appena furono tutti pronti per uscire.
Lui annuì e le mostrò la copertina che raffigurava l’immagine di un Concorde, e la scritta in blu: “ Aerei di Linea Antichi e Moderni.”
La madre gli sorrise, e tutti raggiunsero l’auto, con cui sarebbero andati in un ristorante nel New Jersey,
loro abitavano a Brooklyn, in una villetta individuale, con anche un giardino di discrete dimensioni.
Eric non amava lasciare la zona in cui abitano, ma ormai era già nella sua bolla, appoggiato al sedile posteriore con il libro aperto sulle ginocchia e gli auricolari nelle orecchie.
Mentre gli accordi iniziali del primo titolo dell’album “Riot!” dei Paramore gli risuonavano nelle orecchie, Eric riuscì ancora ad udire la voce dei genitori e di Charlie, sembrava parlassero di lui, il fratello era preoccupato di come si sarebbe evoluta la faccenda. Scosse leggermente la testa infastidito da quella distrazione e tronò a concentrarsi sui dettagli tecnici dell’Airbus A319.



Dopo circa una mezz’ora di viaggio, l’auto si fermò in uno spazioso parcheggio, la famiglia scese dall’auto e la madre tolse delicatamente un auricolare dall’orecchio di Eric per fargli notare che erano arrivati a destinazione.
Il ragazzo scese dall’auto sbuffando, ed assieme agli altri entrò nel ristorante francese in cui si sarebbe svolto il pranzo, la cerimonia, invece, verrà celebrata più tardi nel giardino botanico non molto distante da lì.
Un donna sulla trentina con addosso un vestito corto azzurro venne verso di loro, abbracciò sua madre, salutò distaccatamente suo padre e poi cercò di abbracciarlo.
Eric appena se ne rese conto urlò per poi allontanarsi indietreggiando, il padre alzò gli occhi al cielo, mentre la madre spiegava alla sorella il fatto del contatto fisico.
Jessica si scusò dicendo di esserselo dimenticata, guadagnandosi un’altra occhiataccia dal padre del ragazzo.
La zia passò allora a salutare gli altri fratelli, soffermandosi specialmente sulla piccola Amber, mentre Charlie aveva assunto lo stesso atteggiamento distaccato dal padre.
Quando tutti gli invitati furono presenti, una coppia di cugini era ritardo di quasi una ventina di minuti, fatto che irritò non poco Eric.
Si accomodarono al loro tavolo, lui era tra la madre e Charlie, mentre suo padre era di fronte a lui, con affianco, per sua sfortuna, Peter, ovvero il prossimo marito di Jessica, che parlava ininterrottamente della sua nuova automobile d’epoca.
Arrivarono i camerieri con in mano piatti contenenti bistecche cucinate ai ferri con contorno di verdure. Appena Eric si accorse di cosa aveva nel piatto lo allontanò da sé dicendo:
“Io non mangio la carne.”
“E mangia il resto senza fare tante storie.” Replicò sprezzante Peter.
“Le verdure non devono toccare la carne.” Disse Eric ansimando.
“Le verdure non devono toccare la carne.” Ripeté più forte mentre il viso gli si colorava di rosso.
Peter si guadagnò le occhiate contrariate di tutti gli invitati, ed anche una buona dose di insulti, non del tutto sottovoce, da parte di Charlie, che allo stesso tempo cercava di calmare il fratello, proponendogli di mangiare il suo piatto, dove i due cibi non si sfioravano.
Eric annuì debolmente mentre cercava di riprendere fiato, il fratello scambiò i piatti prendendo entrambe le porzioni di carne e lasciando l’unica porzione di verdure non entrata in contatto con nient’altro al fratello.
Il quale, calmatosi, aveva iniziato a mangiare lentamente, il padre, invece, sospirando leggermente si versò il terzo bicchiere di vino della serata.



ANGOLO AUTRICE
Questa volta ho cercato di pubblicare prima ed anche il capitolo dovrebbe essere di dimensioni leggermente maggiori, spero davvero che lo apprezzerete (come io apprezzerò ogni vostra recen
sione o consiglio).
Se notate qualche errore grammaticale, o imprecisione, fatemelo notare, in modo che possa correggermi.

Come sempre un ringraziamento speciale a RedRuby che sopporta i miei scleri e che è sempre disposto a darmi consigli, LOVE YOU.


Vi metto qua sotto l'immagine di un ragazzo che per me è perfetto per rappresentare Eric, ma ovviamente è la mia opinione.


-Emma


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: deryck_747