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Autore: GingerOne    24/03/2016    0 recensioni
Sono passati 19 anni. 19 anni da quando Axl Rose e quello che, era stato una volta il suo amico Slash, non si parlano più. Dicono che il tempo guarisca ogni ferita,ebbene...forse i detti hanno ragione.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP. 38
Sì avvicinarono a quel bugigattolo, Slash con l'aria incredula ed Elli piuttosto soddisfatta, era infatti l'espressione che sperava di vedere impressa nel suo volto.
La porta principale era una di quelle in alluminio ondulato, come quella dei garage, anche perché effettivamente era un piccolo garage.
Saul afferrò la maniglia e lo aprì. Non fu affatto facile: l'edificio era stato costruito negli anni sessanta e in più, il vento aveva iniziato a spirare forte. Da lì a poco avrebbe dovuto piovere.
Appena entrati, entrambi si guardarono intorno, anche se l’interno era tutto buio e non si poteva vedere un granché.
La porta si chiuse dietro di loro, evidentemente non l’avevano tirata correttamente fino in cima. Così Elli, cercò l’interruttore della luce, ma  non trovandolo nella parete circostante, intervenne Slash che sapeva esattamente dove andare: “Aspetti…- andò in mezzo alla stanza buia e tirò un filetto che penzolava dal soffitto. Così facendo, una piccola lampadina dalla luce fioca si accese-...ecco fatto” disse, guardandola negli occhi, ora che poteva vederli. Lei ringraziò timidamente, un po’ imbarazzata dalla situazione.
L'interno era color panna e nelle pareti si vedevano delle scritte cancellate. Si riconosceva ancora la frase: "Dark angel" ripetuta più volte.
La stanza sembrava ancora più piccola rispetto a quanto si poteva credere dall'esterno.
L'arredamento era piuttosto spartano: c'era solo una lampadina che penzolava dal soffitto, una sedia, un piccolo tavolino appoggiato alla parete, uno spazio vuoto che avrebbe potuto ospitare un letto o forse due e dalla parte opposta di quel magazzino, una porta bianca che dava le spalle al tavolino ed evidentemente portava nel retro del palazzetto.
Elli si chiese subito come facessero due persone a vivere in un posto del genere: era l'abitazione più piccola che avesse mai visto. Anche se in realtà non era esattamente un'abitazione: agli inizi i Guns n' Roses la usavano come sala prove, ma Axl e Slash non avendo un posto dove stare decisero di vivere insieme, proprio lì. Così lo battezzarono: "Sunset and Gardner Hotel and Villas", per conferire un po’ di onore a quel piccolo magazzino da quattro soldi.
Slash non aveva ancora aperto bocca dal momento in cui erano entrati. Era in contemplazione di quel luogo che gli evocava così tanti ricordi. Fu quindi Elli ad iniziare un discorso.
"Se vuole può sedersi qui" disse, indicando la sedia appoggiata al tavolino.
Lui non rispose. Molto probabilmente era ancora sovrappensiero.
Lo ripeté, alzando un po' il tono. A quel punto Slash si giro verso di lei con occhi smarriti come a chiedersi cosa avesse detto. Lei lo ripeté una terza volta, allora decise a sedersi.
Elli, non avendo un'altra sedia, decise di sedersi sul tavolo.
"Quindi, signor Hudson.."
"Mi chiami Slash"
"Oh...okay, Slash. Dicevo, immagino che ormai le stiano passando per la mente svariati ricordi, non è vero?"
Lui rise un attimo fra sé e sé "Devo ammettere che questa è stata una mossa piuttosto astuta, signorina..?"
"Stevenson, Elli Stevenson."
"...signorina Stevenson. A nessuno mai era venuta in mente l'idea di portarmi qui" si tolse gli occhiali da sole.
"La ringrazio. Dunque, le volevo chiedere..."
 
 
Nel frattempo Axl era in macchina ad aspettare. Guardava continuamente fuori dal finestrino che arrivasse Elli: ormai era passato un quarto d'ora da quando era uscita dall' auto.
"Fortuna che bisognava aspettare poco..." borbottò fra sé e sé, appoggiando la testa nel sedile, chiudendo gli occhi e cercando di riposare.
Ad un certo punto si sentì il clacson di un camion, che lo fece sobbalzare, svegliandolo da quel suo dormiveglia. Aprì di scatto gli occhi, credendo di trovarsi Elli davanti a sé, invece niente. Guardò nuovamente fuori dal finestrino e si accorse in quel momento, che quel posto gli era famigliare.
 
 
Elli cercò nella tasca destra il registratore, ma non lo trovò. Cercò quindi in quella sinistra, ma neanche lì c'era. Si alzò per vedere se si era seduta sopra, ma niente: se lo doveva essere dimenticato in auto.
"Mi scusi un attimo Slash, credo di aver dimenticato il registratore in auto. Ritorno fra un momento" diventò tutta rossa dall'imbarazzo.
"Va bene non si preoccupi. L'aspetto qui"
Quindi uscì di corsa.
 
 
Axl continuava a guardare uno specifico punto, interrogandosi sul quando fosse già stato li. Era sicuro di esserci già venuto.
In quel momento notò un dettaglio che gli era sfuggito in precedenza: un piccolo tabellone di un edicola lì di fronte. Si chiamava "Top comix"  ed era anche quella un bugigattolo di piccole dimensioni. La parete esterna era di colore nero e immersa nei graffiti delle tartarughe ninja e altri disegnetti satirici. Fu l'istante in cui tutto gli passo davanti agli occhi. Si ricordava perfettamente quel posto. Quello era il luogo in cui andava a lavorare Slash prima di essere licenziato dalla sua capa Alison con la quale aveva anche avuto una relazione. Aprì di scatto la porta, che in quel momento aveva deciso di non aprirsi, come per ironia della sorte.
"Stupida porta.." disse. Doveva uscire assolutamente. Aveva bisogno di andare a vedere da vicino. Una furia improvvisa di eccitazione lo prese e fece aprire la porta.
Appena uscito aveva gli occhi increduli.
"Pazzesco....-rimase a bocca aperta ad osservare quell'edicola che ormai era andata in rovina-...ma se l'edicola è questa, allora io sono....". Si bloccò. Si mise le mani davanti alla bocca dallo stupore.  Non ci poteva credere: Elli l'aveva portato in quel posto. Non sapeva se lo avesse fatto apposta o era soltanto una casualità. Di certo doveva andare a vedere e tornare là,  dove tutto era iniziato, una trentina di anni prima. Si mise a correre cercando di ricordare la strada. Ormai non poteva andarsene senza aver dato un occhiata a quel posto che tanti anni prima avrebbe chiamato "casa".
 
 
Una volta arrivata in auto con i piedi che le dolevano a causa di quella sfrenata corsa sui tacchi. Aprì la portella e lì davanti vide il registratore, appoggiato nel portaoggetti. Lo afferrò e uscì chiudendo la portella di scatto. Si mise nuovamente a correre ma poi si ricordò di un particolare che si era scordata. Si bloccò e si giro di scatto, sbiancando totalmente: Axl non c'era. Strabuzzò gli occhi, continuando a guardare l'auto, immobile in mezzo alla strada. Tornò indietro e aprì la portella con le mani che le tremavano. Guardò nel sedile posteriore per vedere se magari le stava facendo uno scherzo, ma niente. Di lui nemmeno l'ombra. Quindi si girò e si mise a guardare in giro, completamente disorientata. Da una parte non riusciva a trovare Axl e dall'altra aveva Slash che l'aspettava: non sapeva cosa fare e dove andare. Non si aspettava che Axl uscisse, anche se in realtà avrebbe dovuto prenderlo in considerazione.
 
 
Axl continuava a correre senza mai fermarsi. Non ci poteva credere. Era da una ventina di anni che non tornava lì.
Cercò di ricordare la strada, girò l’angolo e vide un palazzetto di magazzini rossi. Sapeva esattamente qual era. Se lo ricordava ancora, beh...come poteva dimenticarlo. Decise di entrare dalla porta sul retro pensando che quella principale non si potesse più aprire.
Si alzò il cappuccio fino alla fronte, poiché il vento stava iniziando a spirare forte e sentiva già le prime goccioline che cadevano dal cielo.
Una volta fatto il giro, si ritrovò davanti ad una porta che doveva essere di colore rosso, anche se ormai la vernice se n’era andata quasi totalmente. Si avvicino piano piano, eccitato all'idea di ritornare lì dentro.
Prese la maniglia e tirò la porta a sé. Era particolarmente difficile aprirla, il vento ormai ostacolava il fare ogni cosa; inoltre non era mai stata aperta da un bel po' di tempo.
L'interno era buio. Mise un piede dentro sempre guardando davanti a sé, cercando di scrutare qualcosa in quella oscurità.
Quando ormai era entrato del tutto, un tonfo lo fece voltare di scatto. Si lasciò scappare un: "Cazzo!", mentre si girava a vedere cos' era successo.
Il vento aveva tirato a sé la porta, facendola sbattere violentemente. Prese la maniglia e la provò a riaprire. In quell'istante sentì una voce dietro di lui che lo immobilizzò. Gli si aveva posto una semplice domanda, ma era come se non riuscisse a trovare le parole per rispondere: "Axl?".

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Ciao a tutti,
Sono tornata (dopo una lunga pausa) con questo nuovo capitolo di Reunion. Alcune delle informazioni inserite provengono dalla biografia di Slash, mentre altre sono puramente inventate. Spero gradirete...
Alla prossima,
GingerOne ; )
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