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Autore: Kensiandziva    24/03/2016    0 recensioni
Ziva e Tony li conosciamo come agenti federali ma se ai fossero conosciuti al liceo?? Cosa accadrebbe se si conoscessero in una gita?? Magari nella città più romantica de mondo.... Parigi...
Storia Tiva con un po' di Mcabby
Mia prima fanfiction
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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REMEMBER YOU PARIS PDV Tony La mattina dopo mi svegliai alle otto e, mentre mi alzavo di malavoglia mi avvicinai alla finestra come se mi aspettassi di vedere la ragazza che la sera prima guardava le stelle, ma non c’era. Con stupore notai però due moto da corsa, una nera e una rossa per giunta anche molto costose erano le moto che ogni ragazzo sogna ma che quasi nessuno si può permettere. Mi chiesi cosa ci facevano lì, ma non ci pensai per molto perché il mio stomaco cominciava a richiedere carburante perciò scesi in cucina e mangiai due ciambelle con la glassa. Poi, dopo essermi vestito tornai nel salone per dire a mio padre che sarei andato a scuola anche se, per lui, era scontato. Presi le chiavi della moto e chiusi la porta di casa mettendole poi sotto lo zerbino. Dalla villetta a fianco un ragazzo mi urlò:” Non è molto sicuro quello che hai appena fatto lo sai?” e io da bravo americano risposi:” Qui si usa così” e andai verso il garage. Non so perché ma volevo impressionare quel ragazzo con la mia moto ma poi mi ricordai delle due moto parcheggiate nel suo giardino e dedussi che non l’avrei mai impressionato. Quel ragazzo veniva da qualche paese esotico mi dissi e sembrava in contrasto con tutta la “normalità” che c’era intorno. Diciamo pure che non mi sembrava americano ecco. Durante il viaggio in moto pensai a come strigliare Phil per come si era comportato con me quando siamo atterrati dall’ aereo il giorno prima. Appena fui arrivato Phil stava scendendo dall’auto di suo padre e pensai che anche io avrei voluto un padre così presente come il suo anche se lui continuava a lamentarsene. Quando mi raggiunse cominciai il mio bel discorsetto e lui, come al solito mi interruppe chiedendomi se davvero avevo lasciato Jeanne. Io dopo avergli risposto che era vero ripresi la mia predica ma a metà notai che lui non mi ascoltava più intento com’era a osservare un punto non ben definito dietro di me. Allora mi girai anche io, un po’ per curiosità e un po’ perché la sua bocca spalancata e la sua faccia da pesce lesso mi fecero un po’ di paura. Capii subito il perché di quella faccia quando mi voltai. Due ragazze, senz’altro nuove e con un corpo mozzafiato, con il casco e la tuta per la moto stavano parcheggiando le due moto che poco prima avevo visto sotto casa mia. Dalla moto nera scese una ragazza un po’ più alta di quell’altra ma io non le diedi molta attenzione preso com’ero dall’altra. Quando si tolsero il casco fu uno spettacolo. I capelli ricci e corvini della ragazza sulla moto rossa si muovevano con il vento e, mioddio sembrava un angelo. L’altra ragazza era molto bella ma non altrettanto, almeno così la vedevo io ma, a quanto pareva non Philip. I capelli della ragazza sulla moto nera erano biondi e lisci, e Philip, quando riprese l’uso della bocca, disse che voleva conoscerla. Già, tipico suo, vede una e subito pensa a tutte le porcherie che potrebbero fare. Anche io, almeno fino a Jeanne lo pensavo, devo ammetterlo ma adesso basta. Le due ragazze entrarono a scuola con gli occhi di tutti puntati, EJ venne lì e chiuse la bocca di Philip che, chissà come era tornata a spalancarsi e a sbavare. Si vedeva che era arrabbiata, il suo viso era rosso come un peperoncino piccante e la sua voce stridula quando disse a Philip che si sarebbero visti in classe. Quando entrai vidi che le ragazze non erano riuscite a evitare la sciagurata morta vivente travestita che, probabilmente stava facendo loro il terzo grado. Passando sentii la ragazza mora chiedere dove fosse l’aula di biologia e la gotica tentare di risponderle ma io fui più veloce e notai che era la stessa ragazza di Parigi e rimasi a bocca aperta. Lei mi disse:” Chiudi quella bocca che ci entrano le zanzare”. Le zanzare? Pensai e intanto Abigail (la gotica) stava strattonando la ragazza che venne seguita dall’altra che, a quanto pareva si chiamava Lise. Anche io avevo biologia la prima ora chissà magari sarei riuscito a conoscerla. Quando arrivai in classe, dopo cinque minuti dal suono della campanella l’unico banco libero era vicino alla ragazza di Parigi e così mi sedetti là chiedendo scusa al professor Mallard per il ritardo. Sapevo che mi avrebbe sicuramente interrogato così chiesi alla mia compagna di banco di aiutarmi e lei mi rispose con un a finta faccia dispiaciuta :” Mi spiace ma io sono nuova, forse sarebbe stato meglio se tu avessi studiato”. O mio dio che cosa?? Stavo davvero valutando di poter conoscere una saputella? Ma no! Anthony DiNozzo sta solo con le bionde californiane o con le cheerleader. Eppure non riuscii a spiccicare parola per ribatterle o per risponderle, riuscii solamente a chiederle il suo nome…. NOTA AUTORE: scusate se non aggiorno da un po’ è che non ho ispirazione e se quelli che seguono la storia potessero darmi una loro opinione e magari qualche idea per far continuare la storia sarei felicissima.
   
 
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