Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    24/03/2016    3 recensioni
“Sono qui su incarico del capo della polizia. E’ venuto a conoscenza dell’incidente autostradale, tra l’altro mortale di cui lei è stato la causa. A suo carico verrà avviato un procedimento da parte del comando generale di polizia, questo significa che lei è stato sospeso dal servizio, appena potrà consegnerà al suo superiore, il commissario Kruger, il tesserino, l’arma d’ordinanza e la patente di guida” (…) Ben restò per un attimo come paralizzato. Non credeva alle sue orecchie. La Schrankmann lo aveva sospeso dal servizio…e per quanto tempo? E perché? Allibito cercò con lo sguardo il suo capo, come in cerca di un aiuto che però non arrivò.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura de ‘il poliziotto e la bambina’.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Un’altra tegola

Il sole stava sorgendo a Colonia e fortunatamente quello fu un altro giorno di vita per Ben che si svegliò nell’infermeria della clinica ‘Raven’.
Il giovane aprì stancamente gli occhi, poi d’istinto si mise le mani al collo.
“Vedo che si sta riprendendo” esordì il dottor Raven ai piedi del letto chiudendo con un gesto secco la cartella “Le è stato riscontrato un leggero trauma cranico, ha un paio di costole incrinate e qualche livido sul volto e sul collo comunque si ristabilirà in poco tempo, già oggi pomeriggio potrà uscire dall’infermeria” poi il tono cambiò e divenne quasi furioso “Si può sapere che ci faceva in giro per i corridoi? A quell’ora di notte? Se non fosse stato per Frederick che ha sentito le urla di Robert, lei sarebbe morto, se ne rende conto?”
Ben era ancora troppo intontito per trovare una scusa.
“Non lo so…ecco io non ricordo,” rispose semplicemente.
“Come sarebbe a dire ‘non lo so’?” chiese severo il dottore, sembrava che in quel momento avesse lasciato la sua calma e proverbiale pazienza altrove.
“Non lo so…” ribadì Ben “Forse sono sonnambulo…”
“Le farò somministrare delle pillole prima di riposare, per evitare le sue passeggiate notturne, ma l’avverto se dovesse succedere che qualcuno la vede in giro per i corridoi di notte, la farò legare al letto. Sono stato chiaro signor Beck?”
Ben percepì l’ira nelle parole del medico, se gli avesse detto che se l’era andata a cercare non avrebbe avuto tutti i torti, ma il ragazzo si calò di nuovo nella parte dell’arrogante Benjamin.
“Le faccio presente che non ero l’unico in giro per…”
Il medico lo zittì con uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque, poi dopo aver fatto alcuni controlli su Ben uscì dalla stanza, non prima di aver avvisato il giovane che nel pomeriggio avrebbe ricevuto la visita dello zio.
“Oggi?” e mentalmente Ben si chiese il perché, forse c’erano novità sul caso di cui il suo socio voleva metterlo al corrente.

Ben stava seduto su di una panchina in riva al laghetto della clinica, aveva gli occhi chiusi e si stava godendo un pallido sole quando inaspettatamente si trovò a fianco Semir.
“Ciao Ben” esordì il piccolo turco.
Zio Semir che ci fai qui? Ci sono novità? ” chiese curioso il ragazzo e in cuor suo era felice di rivederlo, non lavorare a stretto contatto con il piccolo socio gli mancava tantissimo.
“Non lo immagini???” chiese piuttosto accigliato.
Ben credette che fosse lì principalmente per il caso, ma dall’espressione del suo amico capì subito al volo che non era così, ciononostante fece finta di niente, dalla risposta aveva già capito che l’ira di Semir si sarebbe abbattuta su di lui.
E Semir  non era disposto a lasciar cadere il discorso o rinviare la sua ramanzina.
“Sono qui perché stamattina il dottor Raven mi ha telefonato… mi ha raccontato dell’aggressione di stanotte. Voglio che tu torni subito, anzi immediatamente a casa” disse con un tono che difficilmente in altre circostanze avrebbe ammesso dinieghi.
“Semir non se ne parla nemmeno, smettila di preoccuparti, non sono un poppante e poi non mi è successo niente”
“Niente???” Semir si stava innervosendo, ma si impose un minimo di autocontrollo per non attirare l’attenzione delle persone attorno.
“Scusami tanto Ben, ma quello zigomo rotto e quei lividi sul collo??? Santo cielo poteva ammazzarti, te ne rendi conto???”
Il piccolo ispettore respirò profondamente, mentre Ben non seppe cosa rispondergli, ormai era evidente che il suo socio lo considerava come un figlio e di fatto lui non poteva farci niente.
“Semir ti prometto che starò più attento e poi adesso Robert è stato messo in isolamento” lo informò Ben cercando di tranquillizzarlo un po’.
“Robert? Magari Robert Kersting? Ben, stammi ad ascoltare una buona volta, quell’uomo è pericoloso, poteva ucciderti, lo sai che lo ha già fatto in passato?”
“E’ per quello che sei qui?” chiese Ben aggrottando la fronte.
“Sì, con l’aiuto di Susanne ho spulciato tutti i fascicoli dei vari pazienti, mi è restato impresso il nome…”
“Che ha fatto?” chiese curioso Ben, di fatto interrompendo la ramanzina del suo socio.
“Alcuni anni fa è stato accusato di omicidio, ma non è stato condannato…” delucidò Semir.
“Infermità mentale?” chiese il partner.
“Già e sai chi aveva ucciso?”
“No…”
“Robert aveva una figlia, è stata assassinata, subito si pensò al fidanzato”
“E’ lui la vittima di Robert quindi…” ipotizzò Ben.
“Esatto. Lui ne aveva il sospetto, ma il ragazzo fu assolto per insufficienza di prove e quindi si è fatto giustizia da solo” concluse Semir.
“Ora ho capito perché tanto astio nei miei confronti…Robert considera Samantha una figlia e io…beh potrei essere una specie di contendente…magari le morti sospette, vedeva in loro dei potenziali assassini…insomma qualcuno che poteva fare del male a Samantha e per evitare che questo accadesse li ha uccisi, ma nella sua lucida follia lì ha fatti passare per suicidi o incidenti, anche se ragionandoci bene la cosa mi sembra assurda e se fosse così giustifichiamo solo le morti maschili…non la morte di Charlotte Wolfgang, per esempio che a quanto pare era amica di Samantha” ragionò Ben che continuò “Semir stanotte sono entrato nell’ufficio del dottor Raven” disse quasi con fare innocente Ben.
“Cosa? Ma tu…tu sei proprio fuori di testa, altro che copertura…” sbottò Semir.
“Semir smettila di fare la ‘chioccia’…insomma dai…” lo rassicurò il giovane. “Comunque ho rovistato tra i schedari, ho trovato una lettera di una parente di uno dei pazienti deceduti, la donna ha fatto alla clinica un versamento di svariati euro”
“A proposito” e dalla tasca del giubbotto il piccolo ispettore estrasse un foglio. “Guarda questi movimenti bancari, ti ricordano qualcosa? Le date corrispondono ad alcune traslazioni che potremmo definire sospetti, Susanne li ha ricavati spulciando i conti correnti del dottor Raven e della clinica”
Ben scrutò le date e gli importi.
“Beh alcuni mi sembrano che possano corrispondere, ma mi sembra di capire che stai seguendo una pista …”
“Ti ricordi della ‘clinica della morte’, del ‘dottor morte’?” chiese Semir.
“Ho capito, pensi che qui si facciano…omicidi su commissione” sentenziò Ben.
“Comunque se questa fosse la pista più accreditata, sto cercando di entrare in confidenza con Samantha, conosceva la Wolfgang, potrebbe aver visto qualcuno o sapere qualcosa, purtroppo la ragazza è schizofrenica, quindi avrò bisogno di tempo per avvicinarla e conquistarmi la sua fiducia”
Ma Semir non lasciò cadere il discorso precedente. Era preoccupato per Ben.
“Ben quando Robert uscirà dall’isolamento…la morte della figlia lo ha fatto impazzire”
“Non penso resterà in questa struttura, dopo la mia aggressione verrà trasferito in un carcere psichiatrico” Ben non ne era convinto, ma voleva in qualche modo rassicurare il suo già agitato amico.
“Raven si opporrà…e potrebbe essere pericoloso per te…”
“Semir, per favore…non lo lasceranno stare qua” disse ancora più sicuro il giovane poliziotto.
Semir non sapeva come dissuadere  il suo amico, ma Ben voleva  a tutti i costi che il socio se ne andasse dalla clinica sollevato, almeno un po’.
“Senti, facciamo così, fino a che Robert starà in isolamento io resterò qui, poi caso mai ne riparliamo. Raven da ora entra nella lista dei sospettati così come Robert, abbiamo solo supposizioni, ci servono prove…”
“Sei il solito cocciuto…” replicò esasperato Semir “Saperti qua dentro circondato da assassini”
“Non mi importa, e poi ricorda sono qui per ritornare tra le fila dell’autostradale o vuoi disfarti di me e trovarti un altro partner?”  scherzò alla fine Ben cercando di tranquillizzare il socio, poi tornando serio “E sono soprattutto qui per riportarmi a casa Livyana, mi manca, non lo posso negare…” ma si interruppe bruscamente, notando come al nome della piccola Semir aveva assunto un’espressione preoccupata.
Anche Ben cominciava ad affinare l’istinto, una specie di campanello d’allarme che lo avvisava se qualcosa non andava.
“Che è successo? Semir, Livyana sta bene vero?” chiese con fare indagatore.
“Beh ecco…Livyana dopo la scuola aveva una seduta con la dottoressa Kladden, e per facilitare le cose avevamo fissato l’ appuntamento in un’aula dell’istituto, ma la piccola non si è presentata. Così la dottoressa ha chiesto di lei e alcuni compagni di scuola le hanno detto di averla vista prendere l’autobus. Così ha chiamato casa nostra, all’inizio pensavamo che si fosse dimenticata della seduta, ma poi è rincasata Aida era da sola. Pensiamo ad una…momentanea fuga” disse in attesa della sfuriata di Ben che non tardò ad arrivare.
“Cosa? E me lo dici così???Adesso???” disse quasi furioso Ben.
“Volevo dirtelo…appena ti avessi convinto ad uscire da questo…da questo manicomio…” tergiversò il piccolo ispettore.
“Grandioso…e scommetto che adesso vuoi usare la fuga di Livyana come…come arma di ricatto? Vuoi che esca immediatamente da qui! L’ho capito, ma Semir…lo sai cosa c’è in gioco” Ben si stava decisamente scaldando e adesso si sentiva confuso, agitato e soprattutto in colpa per aver lasciato la bambina in balia degli eventi.
“Scusa…non volevo, dovevo dirtelo subito…” disse contrito Semir, mentre vedeva apparire sul volto di Ben l’espressione tipica della disperazione e della paura.
“Comunque Jenny e Dieter la stanno cercando…” cercò di proseguire il piccolo ispettore, si sentiva anche lui in colpa per non averlo messo subito al corrente della fuga della piccola.
“Perché è scappata? Perché pensi ad una ennesima fuga?” chiese Ben cercando di respirare profondamente per calmarsi.
Non era la prima volta che Livyana fuggiva.
In passato era letteralmente evasa da una casa famiglia per raggiungerlo, per salutarlo, ma questa volta sembrava diverso. E chissà perché Ben si mise in testa che forse per qualche motivo la piccola stesse fuggendo da lui.
“Ma come mai è scappata da scuola?” domandò il ragazzo.
“Oggi ha fatto a pugni con un ragazzino…gli ha quasi rotto il naso”
“Stai scherzando?” Ben non poteva credere alle sue orecchie.
Cosa aveva trasformato la sua dolce e tenera piccola in una ‘momentanea’ teppista?
“Ma perché? Cosa può essere successo…” il ragazzo non riusciva a capacitarsi.
Semir trasse un profondo respiro prima di mettere al corrente dei fatti il suo partner.
“Il ragazzino ha saputo dai genitori che Livyana vive con te, sai anche tu come a volte i bambini sappiano essere cattivi tra di loro …e purtroppo tu eri su tutti i notiziari quindi dopo un banale litigio sono volate parole grosse. Le ha detto che ora viveva in casa di un assassino…almeno questo è quello che ha riferito la preside alla dottoressa Kladden dopo essere venuta a conoscenza dell’accaduto dai genitori del ragazzino. La preside voleva convocare anche te, ma la dottoressa Kladden …ti ha trovato un alibi. Sei ad un corso di aggiornamento a Berlino”
“Perfetto, ora anche lei si mette a coprirmi…per me vi state mettendo tutti nei guai…sto rovinando tutto e tutti…”
Ben provò una fitta tremenda allo stomaco.
Avrebbe voluto abbracciare la sua piccola principessa. Ne aveva passate tante e purtroppo il destino non aveva ancora finito di accanirsi su quella piccola creatura.
“Livyana avrà pensato che se i servizi sociali venivano a conoscenza che l’ho affidata a te senza avvisarli, si chiederebbero che fine ho fatto io, potrebbe saltare la mia copertura, sarei in pericolo, mentre se non trovano entrambi…una scusa l’avremmo trovata…” rifletté Ben.
“Una scusa del tipo: siamo andati in villeggiatura, non ci sono telefoni e il cellulare non prende???” replicò Semir.
“Ecco metti caso…comunque che faccio adesso…”  Ben si mise le mani nei capelli.
Semir percepì subito che l’amico era in quel momento combattuto dalla voglia di andare a cercare subito Livyana e dalla consapevolezza che solo restando nella struttura psichiatrica avrebbe potuto, forse, risolvere l’omicidio di Charlotte Wolfgang e quindi scagionarsi.
“Ben hai idea di dove potrebbe essere andata? Ho cercato a casa tua, al capanno dove fai le prove con la band, ho telefonato pure a casa di tuo padre…”
“Non saprei …hai elencato tutti i posti in cui lei si considera a casa…” e nel volto di Ben comparve il terrore. Non voleva perderla. E a quanto pare lei non voleva perdere lui e nella mente della piccola scappare e non farsi trovare in quel momento le sembrava l’idea migliore.
“Aspetta un po’…hai detto ‘casa’? Cos’altro potrebbe essere per lei ‘casa’?” ripeté Semir.
“Ma certo, potrebbe essere ritornata a casa sua, quella in cui viveva con i genitori” concluse Ben schioccando le dita.
E senza neppure salutare Semir si alzò e fece cenno a Ben di stare tranquillo, in caso contrario, se non l’avesse trovata a casa dei suoi genitori lo avrebbe tempestivamente avvisato, un Ben in pena per Livyana sarebbe stato pericoloso.
Pericoloso per la sua stessa incolumità.
 
Angolino musicale: Benuccio fisicamente se l’è cavata con poco, ma psicologicamente. Semir ‘angelo custode’ non ha un attimo di pace e adesso pure la piccola Livyana…ma vi avevo avvertiti, come diceva il buon Tom Kranich al peggio non c’è mai fine.
Vi lascio con la colonna sonora, non prima di avervi augurato una Serena e Felice Pasqua.
P.S. Un immenso grazie va alle mie stupende recensiste Furia, Claddaghring e Beta Maty  (senza di voi le mie storielle resterebbero nel cassetto).
One Republic ‘Stop and Stare’ (Fermati e osserva)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=HtNS1afUOnE
Questa città è più fredda ora…È arrivato il momento di darci una mossa, mi scuoto di dosso la polvere Ho il cuore che si rivolge a qualsiasi altro posto tranne qui Sto osservando profondamente me stesso, contando gli anni…Fermati e osserva Credo di muovermi, ma non sto andando da nessuna parte Sì, so che tutti prendono paura  Ma sono diventato qualcosa che non posso essere, Fermati e osserva…
 
 
  
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