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Autore: Belieber_Jasmine_98_94    25/03/2016    1 recensioni
Alesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del grande e famoso Justin Bieber, suo padre.
Tratto dal primo capitolo:
-Wilson dove mi manderà?.- Chiese col tono di voce più preoccupato che potesse avere.
-Mi dispiace...so che hai sempre voluto evitarlo, ma dobbiamo, tuo padre deve prendere le sue responsabilità.-
-No, no, giuro che non mi drogherò più, non ruberò più nulla, me ne starò buona ma non mandarmi da Bieber, ti prego.-
**.
Tratto dal capitolo 24:
-Mmh..- Si alzò, facendo cadere lo sguardo sul polso rotto.-Sei bellissima, sono preoccupato, quanti ragazzi proveranno a portarti via da me?- L'attirò verso di sé, appoggiando la fronte contro la sua.
Sorrise.-Nessuno mi porterà via da te.-
-Davvero?-
-Sì.-
-Promettimelo.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo, annusando il suo profumo.
-Te lo prometto, ti voglio bene.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I'm the daughter of Justin Bieber.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

13/01/2014

Che viviamo a fare,
se non per renderci la vita meno complicata a vicenda?
G. Eliot

 

Alesha sorrise, stringendo le braccia attorno al collo di Jaxon.-Ciao.- Lui ricambiò l'abbraccio, stringendola più forte del dovuto.

-Hey piccola principessa...come stai?- Le baciò la tempia destra, strofinando la mano sulla schiena.

-Malissimo, papà mi tratta male.- Ridacchiò, non appena ricevette una sberla sulla testa dal padre.-Aia! Jaxon..- Brontolò appoggiando il viso sul suo petto.

-Justin le hai fatto male.- La difese, lanciandogli un occhiataccia.

-Justin! Tesoro mio, mi sei mancato.- Pattie corse ad abbracciare il figlio, forte.

-Anche tu mamma.- Le lasciò un bacio sulla fronte, squadrandola dal basso verso l'alto.-Mi sembra che tu stia meglio del solito oggi.- Si complimentò con lei, cercando di evitare la risatina da ragazzina in preda agli ormoni di Alesha.

-Vuoi salire in camera mia? Devo farti vedere una cosa.- Propose il fratello, sperando di ricevere un sì come risposta.

-E' da mangiare!?- Entusiasta annuì, tenendolo per mano. Jaxon ricambiò il sorriso, avviandosi felice nella sua stanza.

-Grazie..sai ho fatto quel sonno di bellezza che mi consigliava...-

Prima che si allontanassero troppo Justin afferrò per la giacchetta la figlia, attirandola a sé.-Togli la giacca e siediti su quel divano, non andrai in camera di nessuno.-

-Jaxon!- Lei sgranò gli occhi, cercando aiuto in lui.

-Justin ti prego, non faremo nulla- Lo pregò, riprendendola tra le sue braccia.

-No, Jaxon, il vostro 'fare nulla' sappiamo benissimo entrambi di cosa si tratta.-

-Oh andiamo figliolo, cosa vuoi che facciano di male? terranno la porta aperta.- Intervenne Pattie ignara del buon sesso sfrenato tra i due.

Lui abbassò lo sguardo su Alesha, cercando di capire le sue intenzioni guardandola solamente negli occhi. L'intesa tra di loro era così forte che riuscivano a capirsi tramite pochi sguardi.

-Uff...- Abbassò lo sguardo, decidendo di andare a sedersi sul divano. In camera, sola con Jaxon non avrebbe mai potuto trattenersi..quei muscoli....

-Ma come hai fatto?- Stupita, Pattie sbatté più volte le palpebre.

-Ma Alesha...- Mugolò Jaxon offeso, sedendosi accanto a lei.

Sospirò, salendogli in braccio.-Ti voglio bene.- Ammise accoccolandosi in braccio a lui.

-Io invece ti..- Si bloccò, poteva confessarle il suo amore in quel momento? O avrebbe dovuto aspettare di essere da soli?

-Tra mezz'ora si pranza, vedete di lavarvi le mani.-

 

-Che cos'è?- Alesha mise il broncio toccando con la forchetta il finto pezzo di carne sul piatto.

-Seitan con i funghi.- Rispose a stento il padre, rosso in viso.

-Che schifo! Prima il tofu, poi questa cosa chiamata carne! Non ti parlo più, avevi detto che ci sarebbe stato il prosciutto al forno!-

-Io non l'ho mai detto, hai fatto tutto da sola.- Rispose iniziando a ridere senza sosta.

-In questa casa non entrerà mai della carne cara Alesha, che ti sia ben chiaro. Sono vegana.-

-Vegana? Non mangi nemmeno il pesce?-

- Il veganismo è un movimento filosofico basato su uno stile di vita fondato sul rifiuto – nei limiti del possibile e praticabile – di ogni forma di sfruttamento degli animali (per alimentazione, abbigliamento, spettacolo e ogni altro scopo.- Spiegò fiera di sé.

-Ma la carne è buona!- Esclamò aumentando le risate di Justin, per poco non si soffocava con l'acqua.-Io questo non lo voglio, preferisco non mangiare!- Allontanò il piatto, decisa ad andarsene.

-No...- Provò a fermare le risate, mentre la inseguiva.-...no, tesoro aspetta un attimo.-

-Non ci voglio più stare qui, io torno a casa!- Mise una scarpa, ma fu fermata mentre provava a mettere l'altra.

-No, dai Alesha, non fare così.- La prese per i fianchi, permettendole di circondargli i fianchi con le gambe.-Guarda che brutto faccino, avrai le rughe d'espressione così.- Le diede un buffetto sul naso, ancora molto divertito dalla situazione.

-Tu lo sapevi e non me lo hai detto! Mi hai lasciato immaginare il mega prosciutto!-

-Scusa.- Rise di nuovo, abbracciandola il più forte possibile.-Ti voglio bene.-

-Io no, voglio il mio prosciutto. Quando era piccola Pattie non era vegana.-

-Sì lo so, ha iniziato circa quattro anni fa, non è poi così terribile.-

-Andiamo a farci un kebab?- Propose con gli occhi ancora lucidi dopo la scoperta fatta.

-Un kebab? Alesha siamo in casa di una vegana.-

Mise il viso nell'incavo del suo collo, sospirando.-Lo mangiamo fuori e dopo torniamo.-

-Ma dobbiamo ancora recitare le preghiere, se usciamo si proporrà di venire con noi....facciamo così, prima di tornare a casa andiamo a mangiarlo va bene? Solamente noi due.-

-Sì- Alzò di scatto la testa, sorridendo a trentadue denti.-Ecco qua, bel sorriso, dammi un bacio.- Lei sporse le labbra in avanti, a papera, aspettando il suo bel bacetto, che gli fu subito concesso.

-Sei la mia piccolina..- Mormorò inclinando la testa verso destra, più la guardava, più la vedeva bella.-Io non sono piccolina.- Si coprì il viso con le mani, scuotendo la testa.

-Sì invece.-

-No, lasciami.- Cominciò a scalciare, riuscendo a saltare giù dalle sue braccia.-Sei troppo bassa.- Scherzò lui baciandola sulla nuca.

-Non sono bassa! Sono un metro e 57.-

-Io uno e 75 piccolina.-

-Non è vero.- Nonostante sapesse che era la verità decise di negarlo, incrociando le braccia al petto.

-Non è vero.- La imitò, avvolgendola in un abbraccio.-Brutta antipatica.- Iniziò a riempirla di baci, indietreggiando assieme a lei.

-Lasciami.- Rise, provando a scrollarselo di dosso. Non ce la fece, ma continuò a spingerlo per il petto.-Ti lascerò quando mangerai il tofu bollito.-

-Che schifo!- Rabbrividì di disgusto al solo pensiero.-Non verrò mai più qui con te, preferisco dormire.-

-Vuoi lasciare il tuo povero papà da solo? Per un letto?-

-Sì! Sei perspicace quando serve.-

-Sai dove te lo infilo il tofu?- Le morse violentemente il naso, facendola strillare.

-Justin, ma che state combinando? Tornate a mangiare.- Pattie uscì dalla sala da pranzo, raggiungendoli in salotto.

-Io non mangio, sto seguendo una dieta.- Rispose Alesha mordendo di ricambio il petto del padre.-Mamma, io ed Alesha abbiamo fatto una colazione..piena, magari restiamo per cena.- Liberò la figlia dall'abbraccio, indeciso sul da farsi.

-No, io devo studiare, non ho portato i libri con me-

Justin alzò gli occhi al cielo, pizzicandole il fianco.-Vedremo cosa fare, ora Alesha ti darà una mano a lavare i pia...- Prima che potesse finire la frase, Alesha era già svanita.

 

 

 

Justin rise, gonfiò la bocca e aspettò che la figlia lo imitasse.

Lei lo fece,allungando le mani per schiacciargli le guance in un solo colpo.

-Così mi fai male tesoro, dammi un bacio.- Ricambiò il sorriso, baciandolo sulla guancia.

Nella piccola saletta di Pattie stavano entrando pian piano tutti i parenti che avrebbero dovuto far parte di quella piccola cerimonia religiosa.

-Sono arrivati tutti, ora prendete ciò che vi è stato posto sulla sedia e seguite la mia lettura.- Iniziò Carl, il vescovo ingaggiato da Pattie apposta per le sue domeniche religiose.

-Non mi va di leggere.- Alesha, subito mise il broncio, scendendo dalle gambe di Justin per sedersi vicino a lui.-Io sono una non credente.-

-Non fa nulla, leggi.-

-Uffa...-

-Non brontolare e segui, altrimenti niente regalo, siamo intesi?-

-Sì...-

Dopo una mezz'ora di lettura, Justin sia accorse che qualcosa non andava da più di dieci minuti, troppo silenzio da parte della figlia.

La guardò, con la coda dell'occhio, per controllare che stesse bene,ma non appena capì cos'era successo iniziò a maledirsi a bassa voce per averla fatta partecipare.

La prossima volta l'avrebbe lasciata a casa.

Con la bocca del tutto aperta, Lesha stava sonnecchiando, adagiata comodamente sulla sua sedia.

-Alesha.- Bisbigliò provando a non farsi sentire dalla madre, assorta nella lettura.

-Alesha.- Ripeté alzando di poco il tono di voce.

-Tesoro!- Le diede una spintarella, forse un po' troppo forte, perchè cadde a terra, svegliandosi di soprassalto. Tutti si voltarono verso di lei, spaventati.

-Sta bene, riprendete.- Disse Justin tirandola su.

-Chi ti ha detto che sto bene? Potrei avere una gamba rotta.- Ribatté lei incrociando le braccia al petto.

-Non hai niente di rotto e smettila di dormire.-

Rise, con aggiunta dei grugniti di maiale.-Ma io mi annoio!-

-Non fa nulla, riapri il libro e leggi.-

-No, non mi va.- Gli diede le spalle, ignorandolo.-Ho fame e sono stanca, voglio andare a casa.- Iniziò a lamentarsi dopo poco, cercando del cibo nelle tasche dei pantaloni del suo papà, il quale si tratteneva a non dirle niente per non disturbare come avevano fatto prima.

-Sì!- Soddisfatta, aprì il pacchetto di gomme da masticare, mettendone in bocca più alla volta.

-No, Alesha, sputale, non è il momento.-

-No!- Si tappò la bocca, masticando rumorosamente.-Va via.- Spinse di là la sua mano, felice di aver infilato qualcosa da mangiare in bocca.

-Sputale.- Le schiacciò le guance, in modo da poterle recuperare e dopo vari tentativi riuscì a fargliele sputare sulla sua mano.

-Guarda che schifo, ho la mano piena di saliva.-

-Voglio tornare a casa.- Cominciò a muoversi nervosamente, attirando l'attenzione di alcuni amici della nonna.-Papà! Portami a casa.- Strinse le mani in pugni, trattenendo le lacrime per una scenata migliore.-Non voglio stare qui, sono stanca e ho fame, voglio andare a casa.-

-Alesha, per favore, non ci vorrà molto, ancora mezz'oretta e abbiamo finito.-

-No! Voglio andare a casa adesso.- Si alzò, tentando di uscire, ma fu afferrata prontamente dal padre.-No, se ti dico che devi stare qui, devi stare qui. Smettila di fare la bambina.-

Per il resto del tempo, sorprendentemente, rimase zitta, col muso, ad aspettare la fine, limitandosi a giocare con le unghie rovinate.

-Non essere arrabbiata con me, ti ho solo buttato giù dalla sedia.- Le disse Justin notando di essere totalmente ignorato da lei.

-Scusa.- Provò con baci e abbracci, ma nulla, veniva comunque ignorato.

-Mi perdoni se ti do questo?- Chiese porgendole un cofanetto azzurro.

-Sìì.- Sorrise a trentadue denti, prendendoglielo dalle mani per aprirlo subito.-E' un bracciale con tanti ciondoli, che significano questi?-

-Te lo dirò a casa, ora sono perdonato?-

-Sììì!- Strillò abbracciandolo.-Grazie Justin, ti voglio tanto bene.-

 

-----------.

-Aaah!- Alesha strillò, non appena fu buttata sul letto di Jaxon.-Sta zitta, altrimenti verrà Justin.- Disse Jaxon tappandole la bocca. Lei gli morse il palmo della mano, continuando a ridere ad alta voce.-Verrà anche se non mi sente urlare.-

-Dai, dammi solo un bacio, ti prego.- La supplicò, avvicinando il viso al suo, ma lei girò la testa, lasciandosi baciare sulla guancia.-No.-

-Ti prego.- Strofinò le labbra sul suo viso, provando insistentemente a baciarla.

-No, non voglio stare insieme a te Jaxon, avevi detto che non era nulla di serio! Solo botta e via.-

-Sì...lo so, ma tu mi piaci tanto.- Scese sul suo collo, iniziando a mordicchiarlo, quanto avrebbe voluto marchiarla e farla sua, di nuovo.

-No, Jaxon, smettila.- Lo spinse via, cercando di scendere dal letto, un succhiotto era quello che non ci voleva proprio, doveva fare conquiste, con quelli non avrebbe potuto.

-Se mi dai un bacio la smetto, te lo giuro.- Disse pregandola con lo sguardo. Lo desiderava così tanto al punto di umiliarsi per lei.

Come poteva dire di no a quegli occhi così belli?

Socchiuse le labbra, incapace di dirgli di no un'altra volta.

-Però se papà ci vede è solo colpa tua.- Disse consapevole del fatto che Justin sarebbe andata a cercarla presto, non vedendola tornare dal bagno.

-Va bene.- Mise un dito tra le loro labbra, distanti di pochi centimetri.-Promettilo.-

-Te lo prometto.- Disse fiondandosi sulle sue labbra, che da molto sognava.

Quell'inaspettato bacio della giornata sciolse le sue convinzioni, era così attirato dalla sua bocca, che quando se ne staccava per baciarla di nuovo, spesso dimenticava come si riprendesse a respirare.

Gemette, mordendogli dolcemente il labbro inferiore e spinse il bacino verso di lei, in modo da farle sentire quanto bisogno avesse in quel momento.

-Jaxon io non credo che...-

-Shh..- Riprese a baciarla, stavolta con più passione.

Non gli importava se lei non provava gli stessi sentimenti, gli bastava averla li con lui in quel momento.

-O smetti di baciare mia figlia ora o ti faccio smettere io.- Alesha trasalì, coprendosi la faccia con le mani.

-Te lo avevo detto io.- Disse a voce bassa, in modo da farsi sentire solo da Jaxon.

-Justin, potresti lasciarci soli? Per favore?-

-Jaxon potresti toglierti da mia figlia, per favore?- Lo imitò con lo stesso tono di voce, una volta vicino al letto.-Scendi Jaxon.- Ripeté di nuovo, arrabbiato.

-Ma Justin..lo sai che sono innamorato di lei, ma ti comporti comunque così con me. Perché non mi lasci stare con lei?-

A quella frase, Alesha si irrigidì sotto di lui, scivolando via pian piano.-Non è questo il problema, lei non ricambia! Smettila di fare così, se la vuoi conquistala, senza farla scappare ogni volta.-

-Lei non scappa da me!-

-No?- Inarcò le sopracciglia, indicando la figlia, che, a gattoni stava lasciando la stanza, sperando di non farsi notare.

Stupito, si voltò.-Alesha io sono innamorato di te.- Le disse per non farla scappare via

Lei non rispose, sbattendo più volte le palpebre, confusa, che doveva fare?

Cercò aiuto nello sguardo del padre, che annuì, incerto.

-Non mi piacciono i tuoi atteggiamenti da ragazzina sfrontata, ti ho dato delle regole da seguire e non lo hai fatto.- Finse di prendersela solo con Alesha, prendendola poi per mano, aiutandola ad alzarsi.

-Dobbiamo parlare e...Jaxon questo non è il modo migliore per dire 'Ti amo' ad una ragazza.-

-I-io..- Balbettò non sapendo come rispondere, in fondo aveva ragione.

-Troverò un altro modo...Ti farò innamorare di me Alesha.- Promise a se stesso.

…..*......

-Non puoi decidere di baciarlo e scappare via subito dopo Alesha!-

-Ma io...- Abbassò la testa, colpevole.-Mi dispiace.- Si sedette sul bordo del letto, esausta.-Io gliel'ho detto che non era una buona idea.-

-Sì e io sono Barack Obama,ho visto come vi stavate baciando.-

Ridacchiò, tappandosi la bocca quando lui le fece capire che era serissimo.-Ma è la verità! Lui ha insistito e io non so dirgli di no, i suoi occhi sono troppo belli.- Ammise allungando la 'o'.

-Non importa, mai e poi mai devi illudere un ragazzo in questo modo. Fa male, okay? Lui ora è innamorato di te, e non è una parola piccola. Ora cos'hai intenzione di fare? Baciarlo ogni volta che te lo chiederà con quegli occhioni azzurri o farlo soffrire dicendogli la verità!?-

-Non lo so.- Rispose grattando distrattamente il suo piccolo naso.-Tu che faresti?-

Justin sospirò, inginocchiandosi davanti a lei.-E' una tua scelta bellissima, fai ciò che senti.-

-Ma io non so cosa fare.- Rispose lei indecisa.-Ti voglio bene.- Allargò le braccia, avvolgendo il padre in un abbraccio inaspettato.

  
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