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Autore: ilcielopiangequalchevolta    26/03/2016    2 recensioni
A volte, per ricominciare da capo e ammettere i propri sbagli, è necessario scappare per poi tornare indietro.
Sabrina Vacciello è una ragazza timida, abituata a contare esclusivamente sulle proprie forze e con un grande segreto sulle spalle. Ha una sublime conoscenza delle lingue e tanta voglia di viaggiare; comunque partire e abbandonare tutto è difficile, così si ritrova bloccata in Italia fino ai vent'anni. Un giorno una domanda la sprona ad allontanarsi dal suo paese per riscoprire sé stessa.
Proprio Sabrina si scontra con James Harrison, un ricco imprenditore dall'animo saccente. Quando l'amore si interpone prepotentemente sulla sua strada, egli deve solo farsi trasportare dalla magia di questo sentimento.
James vuole avvicinarsi a Sabrina, l’unica donna che riesce a fargli battere il cuore, però lei non è ancora pronta a lasciarsi il passato alle spalle e a gettarsi in quel turbine di emozioni quale è l’amore. O forse si?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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-CAPITOLO 4                                     THE WAITRESS IS RIGHT FOR ME

JAMES’ POV
Se avessi dovuto dare retta al famoso proverbio, “il buongiorno si vede dal mattino”, mi sarei dovuto sigillare in casa e non mettere il naso fuori per nessun motivo al mondo.

La sveglia non era suonata ed ero arrivato a lavoro con un’ora di ritardo. Mi ero anche subito le sgridate della mia segretaria. Quando Nicole inveì contro di me in tutti i modi possibili, alzando la voce e attirando l’attenzione di altri impiegati, mi irritai e tentai di mantenere la calma. Chissà cosa pensava la gente di quello squallido teatrino. In teoria, ero io al timone di tutta l’azienda, eppure mi stavo facendo umiliare dalla mia assistente direzionale come un moccioso indifeso dinanzi a sua madre. Decisi di lasciar correre per non alimentare ancora la curiosità della folla che si era creata intorno a noi ma, rimasto solo con lei, mi avvicinai con l’intenzione di sgridarla e concludere con un bel licenziamento. La ragazza, appena mi vide allungarmi e sporgermi, incollò avida le nostre labbra e iniziò a muoversi sulla mia bocca espertamente. Avrei voluto ritrarmi, mostrare la mia autorità, cacciarla via per quell’ultimo affronto, invece riuscii solo a rispondere al suo assalto, arpionando i suoi fianchi e avvicinandola a me. Emisi un gemito gutturale e lusingato, in risposta al suo sussulto eccitato. Il nostro rapporto aveva oltrepassato i limiti lavorativi già da molto tempo e, in fondo, era comodo poterla chiamare nel momento del bisogno. Mi spinse verso  il mio ufficio per ripararci da eventuali sguardi indiscreti, però la accompagnai gentilmente nello sgabuzzino. Inizialmente sembrò scocciata di questa deviazione, ciò nonostante la distrassi con le mie dita esperte e demmo libero sfogo ai nostri istinti primordiali.

Nicole era infastidita dal mio divieto e non cercava neanche di nasconderlo. Nessuno, oltre me e la mia famiglia, poteva varcare la soglia del mio ufficio. La sola idea che qualcun altro vi mettesse piede, mi innervosiva. Era il mio spazio e lo condividevo con chi era importante per me.

Fui impegnato tutto il pomeriggio in un grosso progetto con il Giappone e due riunioni.  Non potei recarmi al “Ryan’s New York” per rilassarmi almeno un po’. Per fortuna sapevo che restava aperto fino a tarda notte, quindi afferrai il telefono e composi il numero del mio migliore amico, Andrew.
Dopo svariate suppliche e promesse in cambio, lo convinsi a passare una piacevole serata con me e quel locale assai carino.

SABRINA’S POV
Quella mattina mi svegliai di buon umore, feci jogging e comprai persino la colazione per me ed Alexis. Lavorammo ad un ritmo sostenuto e non estenuante in quelle ore antimeridiane.

Controllavo l’orologio ossessivamente e sperai di vedere quel sorriso provocatorio. I miei sogni divennero realtà e quell’imprenditore sensuale ammiccò verso di me. Mi chiese un espresso e mi regalò un occhiolino malizioso. Rimasi imbambolata a fissarlo e mi riscossi, provando a ricambiare il suo gesto. Lui mi parve sorpreso e si lasciò trasportare da una sonora risata.

In un millesimo di secondo, i bellissimi diamanti azzurri di James vennero sostituiti da due occhi marroni, anonimi e assonnati del tizio davanti a me. Un signore di mezza età stava stravaccato sul bancone, strascicando le parole. Era palesemente ubriaco, nonostante fosse ancora molto presto. Ma non mi spaventai: insomma quelle braccia mingherline non avrebbero potuto far del male nemmeno ad una mosca. Tutto l’opposto di quei bicipiti muscolosi e gonfi di Harrison che avrei voluto toccare, carezzare, graffiare…. E stavo farneticando, era ufficiale! Non solo l’avevo immaginato flirtare con me, avevo pure sentito la sua pelle sotto i miei polpastrelli, la sua carne sul mio palmo.

Scossi la testa e mi guardai nei paraggi, sperando che nessuno avesse osservato quella patetica scena. Probabilmente strambe espressioni si erano dipinte sul mio viso e io avevo lanciati sguardi ammiccanti praticamente nel vuoto. Con mio sommo dispiacere, notai che una bambina mi stava scrutando con un cipiglio confuso sulla fronte.

Sospirai desolata e mi arrabbiai con me stessa. Non capivo il significato di quell’ansia e di quella delusione improvvisa. Non dovevo illudermi, perché ci eravamo scambiati solo due parole. Lui era il perfetto capitalista newyorkese, io una povera cameriera che aveva abbandonato la sua famiglia  senza il minimo ritegno. Banale anche per un romanzetto rosa scadente! Avevo troppe insicurezze addirittura per intraprendere una misera conversazione con l’altro sesso. A volte mi capitava di ripensare alla mia vecchia vita, di meditare sui miei amici e sui miei genitori. Ogni tanto mi domandavo se sentivano la mia mancanza e se mi stavano cercando, oppure se esultavano felici della mia piccola fuga.
***
Applicai l’ultima leggera pennellata di blush color pesca ed ero pronta. Serrai le palpebre, inspirai profondamente e buttai via tutta l’aria lentamente. Avvertii i miei polmoni svuotarsi e la lieve agitazione abbandonare il mio stomaco. Uscii fuori dal camerino e mi avviai sul palco. Lexy mi scioccò un bacio nel tragitto ed iniziai quello spettacolo con un pezzo in francese, ‘Ma philosophie’ di Amel Bent.
 
Tra una giravolta e un inchino, venni fulminata da un ghigno  familiare, che mi fece voltare il capo e scontrare con delle gemme celesti. Quella mascella squadrata, quel naso dritto, quei capelli morbidi, quelle labbra piene le avrei riconosciute tra mille.
James agitò una mano e mi salutò cordialmente, con uno splendido sorriso che illuminava le sue guance. Non sapevo da quanto tempo fosse arrivato, comunque era seduto con un ragazzo avente un velo di barba, capelli biondi ed occhi neri come la pece. Mi affrettai a fiondarmi dalla mia migliore amica, zigzagando tra i tavoli e schivando gomitate, sgambetti, ginocchiate e chi ne ha più ne metta.
 
-Tesoro, dovrei essere gelosa?- mi accolse Alexis e mi fece cenno di seguirla verso uno spogliatoio, avendomi prima passato un bicchiere di Tequila.
-Perché?-
-Il riccone ti sbava dietro.- disse, alzando le spalle in un segno di finta noncuranza e indicando James che non poteva vederci. Sbuffando la spinsi in quella stanza.
-Cosa? Lexy basta con queste fesserie!- sbottai e le mie gote assunsero il colorito del ketchup. Mi spazzolai i capelli e aggiustai i vestiti.
- È vero! Non ti ha tolto gli occhi di dosso neanche per un secondo.- si difese, strappandomi il calice dalle mani e prendendone un sorso.
-Torno sul palco!- squittii frenetica, balzando troppo velocemente e ruzzolando a terra. Grugnii seccata, intanto che lei scoppiava in una fragorosa risata.

JAMES’POV
La cameriera salì frettolosamente i gradini e arpionò il microfono, muovendosi aggraziata, attraente, seducente, provocante. Mi stava ammaliando con la sua performance, a tratti diventava quasi irresistibile.

-La ragazza ha fatto colpo, eh?- mi apostrofò Andrew, dandomi un leggero scappellotto sulla nuca e ridendo sguaiatamente.
-Eh?- esclamai brillantemente, non avendo udito il resto della chiacchierata e scostando, mio malgrado e con una grande forza di volontà, lo sguardo dal palco.
-Su James ti conosco troppo bene…-iniziò, poggiando i gomiti sul tavolo e accostandosi a me -…hai la faccia da pesce lesso e anche la bavetta.-
-Amico per piacere, deve ancora nascere la donna in grado di farmi perdere la ragione.- minimizzai con un gesto secco e mi girai ancora verso quella visione celestiale.
-Oh, si si… come no. Perché siamo venuti qui allora?- mi interrogò lui, sollevando un sopracciglio ed un angolo della bocca.
-Beh, perché...ehm… -balbettai, colto alla sprovvista e ritrovandomi con le spalle al muro -Okay, non nego che abbia un bel corpo e che una bottarella gliela darei volentieri…- provai gesticolando, però non risultai convincente neanche alle mie stesse orecchie.
-E…-
-E che morirei felice soffocato tra le sue tette.- ridacchiai, sperando di coinvolgerlo, ciò nonostante non sortii l’esito desiderato.
-E…-
-Va bene…e che voglio provarci! –affermai, esasperato da tanta sicurezza. - Magari se ha almeno il diploma posso assumerla come segretaria, portarmela a letto e licenziare quella sgualdrina di Nicole.- confessai, prendendo il mio boccale di birra e portandomelo alle labbra. -Ho bisogno di nuovi stimoli, di cambiare repertorio e la cameriera fa al caso mio.-

SABRINA’S POV
Erano, ormai, le due e mezza di notte ed il locale era praticamente vuoto, fatta eccezione per James ed il suo amico. Volevo tornare a casa il prima possibile, invece quei due era seduti e parlavano allegramente. Stavo aiutando gli altri a mettere a posto le ultime sedie, quando lui mi sorprese, spuntando al mio fianco.
-Salve, dolcezza!- disse, sedendosi sullo sgabello che ero in procinto di sistemare insieme agli altri. Era sfacciato come poche persone avevo visto in vita mia. Quella sua aria arrogante mi destabilizzava, comunque fui costretta a fermarmi e comportarmi da brava lavoratrice qual ero.
-Salve, signor James.- esclamai a denti stretti, stringendo i  pugni per calmarmi e mostrando il sorriso più falso di cui ero capace.
-Oh, no ti prego, dammi del tu  e non mi chiamare ‘signore’. – annunciò con aria afflitta -Ho più o meno la tua età, no?-
-Penso di si… non so quanti anni hai tu. Io ne ho 20.- asserii, imitandolo e accomodandomi sulla seggiola. Ero davvero distrutta e non vedevo l’ora di tuffarmi tra le federe morbide del mio letto.
-Io 22… aspetta non è giusto!- esplose d’un tratto, come se gli si fosse accesa la lampadina, e batté un pugno  scherzosamente.
-Cosa?- chiesi confusa e, contagiata da tanta ilarità, mi calmai definitivamente.
-Tu conosci il mio nome, io no… Come ti chiami?-
-Sabrina, Sabrina Vacciello.- ammisi, lusingata del suo piccolo interesse  e per nulla intimorita dalla sua perfezione. Era piacevole conversare con lui.
-Non sei americana? Parli davvero bene l’inglese, ti avevo scambiata per una londinese! Come mai da queste parti? Parli altre lingue?- mi interrogò velocemente e trattenere una risata fu davvero impossibile.
-Una cosa alla volta! Sono italiana e parlo anche francese, spagnolo e russo.- confessai,  nascondendo faticosamente un tenue rossore che voleva imporporarmi gli zigomi.
 -Scusa, sono molto curioso… - proseguì, incrociando le braccia al petto e studiandomi dall’apice della sua altezza. Fu  interrotto dal suo amico che gli indicò il suo orologio da polso, evidentemente spazientito. –Devo andare.- sospirò, alzando gli occhi al cielo. -Con chi vai a casa? Non ci tornerai da sola, vero? È pericoloso.-
-No, no! Mi accompagna Ryan, il mio capo…Ciao.- tartagliai, facendo un passo indietro, perché quella vicinanza mi mandava in tilt.
-Ciao, dolcezza.-  NOTE DELL'AUTRICE: 

Ciao a tutti! Allora i capitoli si fanno più interessanti man a mano che la storia continua. Personalmente non vedo l'ora di arrivare almeno a metà del racconto. Andrew è interpretato da Theo James. Che ne pensate del nuovo personaggio? E del capitolo in generale? Ringrazio tutte le persone che leggono la mia storia, ma mi fareste un gran favore a farmi sapere cosa ne pensate. Accetto anche tutte le critiche del mondo! Voglio solo sapere se continuare la storia o se sto sprecando tempo a scriverla, correggerla e leggerla mille volte, se vi piace oppure se c'è qualcosa da cambiare. Coraggio lettori silenziosi! Ancora un grazie di cuore comunque a chi passa da queste parti! Alla prossima spero, ciao SS.



 
   
 
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