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Autore: AndreMCPro    27/03/2016    2 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.50 Panico a corte
 
Marco è scomparso cosi come ci era apparso, e sinceramente non sappiamo cosa pensare. Ci guardiamo negli occhi e Massimo prova a dirmi qualcosa, ma l’unica cosa che riesce a dirmi e «Andiamo».
Scese le scale e usciti dal tempio ci guardiamo un‘ultima volta alle nostre spalle con un po’ di malinconia negli occhi, e così ci avviamo verso Enderia incerti su cosa dire o non dire. Abbiamo appena scoperto che i due fratelli in realtà sono un trio e ora sappiamo anche i motivi per cui non corre buon sangue tra loro. Il punto è che Marco ci ha chiesto qualcosa di molto più grande di noi, e che probabilmente sarà impossibile realizzare per ovvi motivi: Notch appare di rado, e Herobrine… Beh, lui ci vuole morti, e probabilmente ci vuole fare fuori con le sue mani. Parlargli adesso è fuori discussione. Non possiamo nemmeno chiedere aiuto perché ci ha chiesto di non farne parola con nessuno. Mi volto e guardo Massimo che mi cammina accanto, sguardo serio e fisso; probabilmente ha i miei stessi pensieri e dubbi, e cerca anche lui a suo modo di metabolizzare le nuove informazioni ricevute.
Viaggiamo per due giorni sempre verso sud, verso casa, ma qualcosa non torna.
«Massimo, sicuro che sia la direzione giusta?» Gli chiedo osservando il deserto che si apre davanti a noi.
Lui guarda le sue carte e si gratta la testa con disappunto.
«La bussola indica il sud ma… qui non ci dovrebbe essere un deserto, ma una semplice pianura»
«Questo è deserto Massi. Dove mi stai portando? che non sia rotta nei combattimenti?»
«Anche se fosse lo hai visto anche tu il monte con due picchi… La direzione è giusta, cosa è successo?» ma alla sua domanda non può esserci risposta.
Proseguiamo raggiungendo la grande montagna a forma di lupo ululante.
«Visto che è la direzione giusta?»
«Sì, ok, ma perché c’è un deserto? E perche le montagne laggiù adesso sono invase da una giungla?»
Ci guardiamo negli occhi e il pensiero comune non ci piace. Iniziamo a correre e raggiungiamo la città che con nostro sollievo sembra essere intatta, ma il deserto continua ad essere un grosso punto interrogativo.
Raggiungiamo in fretta casa Sethbling per chiedere a lui maggiori informazioni sull’accaduto, ma il nostro amico non c’è.
«Seth? Seth dove sei?»
Al mio inutile richiamo risponde un membro della servitù che esce dalle cucine.
«Buonasera signori. Mi spiace, ma il padrone non è in casa»
«E dove lo possiamo trovare?» Chiede Massimo. «Non è in laboratorio?»
«Diciamo che è ospite speciale del Re…» Risponde il servo, ma la cosa non è normale e la sua faccia è poco convincente. «Sentite, io non so i dettagli ma il Re lo ha fatto rinchiudere dopo il fallimento del suo ultimo esperimento, ed è molto arrabbiato»
«RINCHIUDERE?» Ripete mio fratello, allibito. «Dai, Andrea, andiamo a parlare con lui. almeno ne sapremo di più»
«Deve averla fatta proprio grossa per essere messo in gabbia . . . »
«Ha trasformato la pianura in deserto. Non so come abbia fatto, ma di certo Spark non gliela farà passare liscia» Replica Massimo dopo aver ringraziato il servo ed essersi avviato verso la porta.
Attraversiamo in fretta la città e subito notiamo che le persone ci guardano in maniera strana come se c’entrassimo qualcosa con quello accaduto alla città. Massimo viene fermato da un ragazzo vicino a un locale, mi sembra di riconoscerlo.
«Ma quello non era il proprietario della locanda “Il Cacciatore Ubriaco”? Che voleva da te?»
«Oh, niente, un piccolo affare andato male, ma l’ho tranquillizzato. Sarebbe stato bello realizzarlo, ma non importa» Mi risponde.
«Che affare?» Chiedo, ma lui fa’ il vago e accelera il passo.
Raggiungiamo in fretta la villa di Spark e subito ci avviamo verso le prigioni, ma veniamo bloccati da una guardia che ci sbarra la strada.
«Scusate signori, ma non può passare nessuno»
«Certo, certo» Gli risponde Massimo tirando fuori il suo tesserino. «Ora ci fai passare?»
«So benissimo chi siete e, mi spiace, ma a voi più di tutti è vietato l’accesso…» Risponde la guardia, un po’ in imbarazzo.
«Comecomecome? Chi ha dato quest’ordine?» Ma la guardia non fa in tempo a rispondere. A farlo è una voce molto alterata che conosciamo fin troppo bene.
«Ah, e quindi siete qui, ce l’avete fatta, a tornare… iniziavo a credere che avreste lasciato nei guai il vostro caaaro amico»
Alle nostre spalle il Re Sparklez, per niente contento. Anzi, il suo sguardo non preannuncia niente di buono.
«Ma cosa è successo?» Chiede Massimo. Non lo avesse mai fatto…
«Vorreste farmi crede che non ne sapete niente? Seguitemi, o faccio mettere dentro anche voi!»
Io e mio fratello ci guardiamo negli occhi senza capire.
«Allora? Vi muovete o no?» Sbraita Spark, e subito lo seguiamo scortati da due guardie.
«Ma dove ci sta portando?» Mi chiedo ad alta voce.
«Nei laboratori di ricerca. Ne ho fatto uno anche qui per gli esperimenti più pericolosi… per tenerli lontani da Seth»
Raggiungiamo l’ingresso e vediamo alcuni scienziati aggirarsi intorno a un marchingegno un po’ malmesso e sicuramente in corto che cercano di smontare, ma è più che evidente che ormai i pezzi si sono fusi in un unico blocco. Di… qualunque maetallo sia.
«Ecco, quella macchina infernale è la causa di tutti i cambiamenti climatici che avete potuto vedere in città»
«E anche fuori, Spark» Interviene Massimo, mentre io mi avvicino al blocco per osservarlo da più vicino. In effetti mi ricorda qualcosa, vagamente.
«Tu stai zitto, che ne ho anche per te» E punta il dito verso di Massimo in modo accusatorio, freddandolo sul posto. «Tu invece non ti avvicinare a quel coso! Con le tue capacita saresti benissimo in grado di riattivarlo!»
«E non sarebbe il modo migliore per capire cos’è e come funziona?» Boccaccia mia perché non stai zitta?
«Certo perché i danni di Seth non sono abbastanza… Ha generato un deserto che arriva fino in città inglobando la mia casa e perfino la piazza del mercato! Per non considerare la giungla che si è formata al lato opposto sopra le montagne, con tutti i pericoli che ne conseguono in quella zona. Persino le guide hanno incontrato problemi. Problemi ancora irrisolti!»
«Ma come…?» Chiede Massimo.
«Maledetto macchinario e maledetto chi l’ha progettato!»
«Spark, non dire cosi, è un tuo amico!»
«Amico? AMICO?» Urla. «Un amico verrebbe da me ad avvisarmi per rispetto della carica che impersono! Un amico non fa i suoi strani esperimenti mettendo a rischio la sua città natale! Bell’amico che ho!» Si volta verso di me, notando che non mi sono ancora allontanato «E ti ho detto di stare lontano!»
«Scusa Spark, ma ho paura di aver capito a cosa serve. È un terraformer… Ha usato i materiali sbagliati, per questo non ha funzionato bene »
«Non avevo alcun dubbio, centrate qualcosa anche voi» Sibila furioso Spark.
«Ti assicuro che siamo innocenti, ma forse potremmo darvi rimedio»
«Voi provate a fare solo una cosa simile. Provateci soltanto e vi sbatto in isolamento come al vostro amico!»
«Lo hai messo in ISOLAMENTO? E per quanto?» Chiede Massimo, nuovamente allibito.
«Finché non sarò certo che abbia imparato la lezione» Risponde Spark furibondo. Non l’ho mai visto così arrabbiato… Io e Massimo non sappiamo che fare, ma una cosa è certa: qualche giorno in gabbia gli rinfrescheranno le idee, e allo stato attuale è inutile tentare di dissuadere Spark. Meglio posporre.
«Beh, se è cosi non c’è niente che può abbreviare o per lo meno…»
«No» Risponde lui secco. «A meno che non vogliate condividere la sua cella»
«Ehm… allora io torno ai mie progetti» Riprendo.
«Quali progetti?» Replica Spark sempre più nervoso.
«Quelli di cui parlavamo prima della missione» A quella risposta sembra calmarsi.
«S’, vai pure, ti avevo già autorizzato. Ma sia chiaro per entrambi… Niente. Iniziative. Personali»
Massimo fa per tirare fuori la tessera per ricordargli che lui stesso li ha autorizzati a iniziative personali ma lo fermo bloccandogli la mano e facendo un cenno di diniego con la testa.
«Di che progetti si tratta? Allarghi Atlantis?»
«Oh, no a quello ci penseranno gli operai. Io pensavo a qualcosa di… fluttuante» E sorrido.
«Oho! Ti serve una ma…»
«No, grazie. ti lascio una casa se mi prometti che non verrai a disturbarmi»
Lo lascio li impalato. Avere una casa su quell’isola volante deve garbargli molto se non ha niente da obiettare.
«Piuttosta vedi di intercedere per Seth o passerà…» Non faccio in tempo a concludere che Spark mi divora con gli occhi.
«Lui intercedere per Sethbling? Stai SCHERZANDO? Tu non sai cosa è stato capace di organizzare tuo fratello nelle strade della mia città!»
Spark è tornato ad urlare. Massimo che si era voltato dando le spalle a Spark si congela e sbarra gli occhi. Io accenno un no terrorizzato e alzo le spalle.
«Che… che ha combinato questa volta…?»
«Il tuo caro fratellone è stato capace di organizzare delle corse clandestine con dei carretti trainati dai partecipanti lungo le strade esterne delle mura! Correvano ogni settimana con la complicità di alcune guardie che si voltavano dall’altra parte o evitavano di passare da quelle parti durante le gare»
«CHE COSA HAI FATTO?»
Massimo mi guarda in palese scacco matto, incapace di uscirne. E poi il colpo di genio… o di idiozia, dipende dai punti di vista: «Non… non si è mai fatto male nessuno… e si sono sempre divertiti tutti…»
«Eh, certo, dobbiamo aspettare che finisca qualcuno all’ospedale per fermarci, vero?»
Allora lui prende coraggio.
«Assolutamente no! I tragitti e le regole sono state studiate apposta per evitare ogni sorta di pericolo! Io stesso ho corso in quelle gare!»
Lo ammette con molta fierezza, voltandosi e rendendosi conto solo alla fine di aver ammesso di non solo aver organizzato, ma anche partecipato alle corse, e adesso la furia di Spark è quasi al culmine.
«TU, piccolo essere strisciante che non sei altro… ti do cinque…» E ammutolisce, perché Massimo non c’è più, sparito a una velocità supersonica. Persino io non mi sono accorto del suo passaggio.
«Meglio per lui che non si faccia vedere per almeno un mese o giuro che gli do la cella di fianco a Seth. Ne ha fatte fin troppe….»
«Ti… ti giuro… io non ne sapevo niente» Lui mi guarda con gli occhi socchiusi e poi si rilassa, per quanto possibile.
«Ti credo, o per lo meno voglio credere che almeno uno di voi due abbia un po’  di sale in zucca»
Si volta verso il terraformer.
«Tu che ne sai qualcosa, è pericoloso? Mi devo preoccupare?» Chiede ancora Spark, prima di lasciarmi andare.
«Finché non gli dai energia…»
«E per le costruzioni?»
«Modifica gli ambienti naturali, nient’altro. Puoi stare tranquillo, Enderia non crollerà come un castello di sabbia»
Lui mi guarda. Sembra non capire la similitudine.
«Sì… credo di aver capito, anche se a volte parli in modo strano. Adesso và, hai anche tu i tuoi impegni… e vedi di tenere d’occhio quel folle di tuo fratello»
 
 
 
«E qui cos’è successo? Dove sono i miei prigionieri, e perché il mio laboratorio è distrutto?»
Richard è furioso con i mob sopravvissuti, che ovviamente non rispondono, e lui scarica la sua furia su di loro affettandoli come burro con la sua spada.
«Il lavoro di un mese buttato all’aria! Umpf… poco male… fortunatamente questi tre esperimenti hanno avuto successo. Riprenderò altrove e con più discrezione… Forse quella vecchia città potrà essermi ancora utile, in fondo…»
Tre strani Mob più grandi del normale escono dall’ombra: un creeper, uno zombie e un enderman con occhi rossi e espressioni quasi umane, che si inchinano ai piedi del loro signore e creatore.
  
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